Precarietà, R-Esistenze, Satira, Welfare

Senza il reddito di cittadinanza ci resta il sex working?

Il governo fa guerra ai poveri, le più povere sono le donne e in tante mi scrivono perché disabili, con figli, sole o di età superiore ai quaranta, non papabili per il mercato del lavoro che assume solo giovani a basso costo e senza esperienza o competenze da remunerare meglio.

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Pubblicazioni, Scrittura

La vita delle altre – un libro a cui tengo

Vi anticipo qui qualche pagina, e spero lo amerete quanto lo amo io.

Prologo

Quando ero piccola osavo chiedermi perché io ero solo io e non fossi qualcun’altra. Avrei voluto indossare i corpi altrui per saggiarne le vite, i privilegi, talvolta i dolori. Non si trattava della ricerca di una fuga, perché sapevo di dover fare i conti con me stessa, ma la vita altrui mi incuriosiva, per il bagaglio di conoscenze che possedeva, per l’esperienza da devolvere, per esercitare una mimesi umana che mi lasciasse informe, senza genere, obblighi e ruoli sociali. Così cominciai a pensare ad un modo per proiettare la mia coscienza nei corpi delle altre. Infine vi riuscii, non senza sofferenza e sacrificio, perché ogni viaggio aveva effetti collaterali. Riportavo indietro pensieri non miei, abitudini mai avute prima, con le conoscenze delle altre raccattavo anche la loro immondizia, i segreti celati, le violenze subite. Pensavo che le vite altrui fossero migliori della mia. Mi resi conto che non era affatto così. Per arrivare a questa conclusione però dovetti osare molto e sacrificare parte di me stessa. L’ultimo viaggio mi impediva di tornare indietro, perciò dovetti uccidere colei che mi tratteneva. L’esercizio di dominazione tra una coscienza e un’altra poteva avvenire in modo involontario. In quel caso lei voleva intrappolarmi, dunque mi liberai. 

La vita delle altre è disponibile ora in ebook. Potete trovarla Qui.

Disponibile anche in cartaceo QUI

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Antisessismo, Autodeterminazione, Il Femminismo secondo la Depressa Sobria, Personale/Politico, R-Esistenze

Le donne della mia Sicilia

È fatta di donne robuste il cui modello estetico non somigliava a quello delle modelle ritratte nelle riviste. Mettevano la gonna e portavano sempre il grembiule che toglievano solo quando andavano dal medico curante. Le vedevo aggirarsi per strada a chiedere in prestito un po’ di zucchero, un uovo, un po’ di sale, per arrangiare il pranzo per la propria famiglia. Erano donne urlanti, comunicavano solo in quel modo e di balcone in balcone si raccontavano disgrazie e vicissitudini che le colpivano tutti i giorni.

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Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze, Recensioni

Cari uomini, io so che le donne libere vi fanno paura

Vorrei parlare della paura, quella che ti hanno educata a provare dicendoti che devi essere prudente, non devi andare in giro la notte e che se ti succede qualcosa è perché hai evitato di tenerne conto giacché sei tu quella che eventualmente se la cerca. E raramente senti qualcuno che dice ai futuri uomini che non dovranno mai violare lo spazio e la libertà delle donne, che mai dovranno usare lo strumento della paura per trarne potere, che mai dovranno intimidire, minacciare, usare, consumare i corpi e le vite delle donne.

C’è la paura di essere violata e poi c’è quella di non essere creduta, di dover subire un processo che ti giudicherà colpevole anche se vittima. C’è la paura che ti rende inabile ad alzare la testa ed esigere qualcosa per te stessa. C’è quella che ti obbliga a nasconderti, a renderti invisibile, perché altrimenti la pagherai cara.

D’altro canto tutte le minacce subite, quel che ci viene tolto, è segno del fatto che certi uomini provano terrore della nostra libertà, temono di perdere il potere. Hanno una fottuta paura della nostra ribellione, paura di sentirsi piccoli e inutili senza poter tenere in mano il lembo di tessuto che usano per legarci. Ci sono narrazioni, storie di donne che si raccontano, che mi suscitano rabbia e disgusto. Allo stesso tempo quella rabbia diventa strumento di liberazione, diventa voglia di reagire ed è per questo che la parola è importante e che i paurosi uomini vorrebbero condannarci al silenzio.

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Antisessismo, Critica femminista, R-Esistenze

Non essere quel collega: consigli utili per il lavoro

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Leda del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

L’articolo è dedicato al mondo accademico, ma i consigli dell’autrice sono facilmente adattabili a qualsiasi ambiente di lavoro.

“Esiste molta ricerca su quali siano le cause di un ambiente di lavoro ostile per le donne in accademia, e perché ci sia così poca rappresentanza femminile in molti campi di ricerca. Ci sono gruppi di supporto, ci sono società intere dedicate alle donne in accademia (in generale e per campi specifici), workshops, e molti articoli e blog sull’argomento.

Queste iniziative sono importanti, ma c’è un problema: la parità di genere deve essere uno sforzo collaborativo. Se gli uomini costituiscono la maggior parte dell’organico in dipartimenti, gruppi editoriali, commissioni per l’assunzione, laboratori e conferenze, gli uomini devono essere alleati per la causa dell’equità, per il semplice fatto che hanno più peso. Sebbene vorrei fosse diverso, gli uomini tendono ad ascoltare con più attenzione quando sono altri uomini che parlano di questioni come il sessismo. Trovo inoltre che ci siano molti uomini là fuori che vogliono essere di supporto e appoggio, ma non capiscono che le loro azioni di ogni giorno rafforzano stereotipi e mancanza di parità. Quindi, ragazzi, questo post è per voi. Continua a leggere “Non essere quel collega: consigli utili per il lavoro”

Antisessismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, Ricerche&Analisi

Declinazioni dei nomi professionali

di SAMANTHA MUSOLINO

Il sessismo nella lingua italiana uscì nel 1987” (di Alma Sabatini, n.d.a) mise “in luce, tra l’altro, il legame tra discriminazioni culturali e discriminazioni semantiche.” (Tina Anselmi, “Il sessismo nella lingua italiana”)

Nella prefazione di Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo, Nicoletta Maraschio (il documento è di Cecilia Robustelli) è dell’avviso che “la pubblicazione di regole e di guide non è assolutamente sufficiente a eliminare le molte ombre di un quadro eccessivamente complesso e stratificato. Innanzi tutto quelle regole e quelle guide dovrebbero nascere dalla confluenza di esperienze e competenze diverse. Inoltre è necessario trasformare singole occasioni di confronto e di formazione in un lavoro approfondito e continuo, capace di modificare atteggiamenti culturali radicati.”

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Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

Salvini paternalista ci dice come devono essere le donne (per piacergli)

In un post sulla sua pagina facebook Il ministro Salvini ci dice quali sono le donne che gli piacciono, ovvero quelle in divisa (che forse eseguono i suoi ordini?). Comunque sia, a prescindere da quel che sono e rappresentano le donne fotografate (saranno state informate del paragone cui sono state sottoposte?) le vuole obbedienti, non ribelli e poi chiama Carola Rackete “delinquente”. Il punto è che è stata scagionata e darle della delinquente non capisco come possa dare credibilità ad un politico che non sa più che cosa raccontare per tirare acqua al suo mulino.

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Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

Iva su assorbenti, paternalismo e maternalismo (Sterilizzateci Tutte!)

Maternalismo. Ho trovato il termine appropriato. Lo descrive Lina Meruane nel suo ultimo libro “Contro i figli” (da leggere!). Quando le altre dicono cosa sia meglio per te, per tutte le donne, parlando di maternità e questioni biologiche, riproduttive. Paternalismo: quando lui sa quel che è meglio per te. Unito all’ambientalismo pretestuoso, imposto come dovere di ritorno ai vecchi ruoli sociali delle donne, il paternalismo è quello dell’esponente del M5S che ci impone la maniera di raccogliere il sangue delle nostre mestruazioni.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, R-Esistenze, Recensioni

La giovane comandante che affronta l’ISIS: “Se ti attaccano e ti stuprano, devi difenderti”

Pezzo in lingua originale da eldiario.es firmato Miguel Angel Villena (traduzione di Martina) 

La regista catalana Alba Sotorra presenta la prima proiezione del film Comandante Arian alla Seminci (La Semana Internacional de Cine de Valladolid), un coraggioso e rivendicativo documentario su una unità di miliziane che lottano contro l’ISIS

“Se ti attaccano e ti stuprano, devi difenderti”. Si può dire più forte, ma non più chiaramente. A pronunciare questa frase è la comandante Arian, una giovane trentenne e capo della unità di miliziane che combatte lo Stato Islamico nel nord della Siria.

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Antisessismo, Comunicazione, R-Esistenze, Recensioni

Doctor Who oltre i generi. Una donna è ora la Signora del Tempo

Jodie Whittaker è il nuovo Doctor Who. La serie televisiva è iniziata con mille spunti magnifici. Tra ricostruzioni storiche del passato, come per la battaglia di Rosa Parks che ha cambiato il mondo, anzi no: l’universo, dice Jodie, e riferimenti alle guerre per sterminare intere popolazioni, genocidi per motivi razziali e per pretesa superiorità di una specie nei confronti di un’altra, Doctor Who resta e diventa ancora di più un magnifico esempio di narrazione fantascientifica che fornisce sensibilizzazione sui temi della discriminazione.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

La Verona antiabortista se ne frega della vita delle donne

Le ragazze di Non Una Di Meno Verona (nella foto) hanno lottato affinché la mozione antiabortista fosse cancellata e invece i consiglieri veronesi l’hanno approvata nonostante il testo presenti molti errori logici e passaggi che la legge 194 non autorizza.

Quel che è certo è che con questa mozione le donne vengono confuse con le Ancelle del racconto della Atwood o con milioni di donne che abitarono il medioevo. Corpi da riproduzione, vacche da mungere senza alcun interesse a far valere il diritto alla libertà di scelta e ad una maternità responsabile così come la legge 194 dice.

Sono passati pochi giorni dal momento fissato dalla rete nazionale Molto più di Una 194 per denunciare l’assenza di garanzia di diritti per le donne che vogliono abortire. Troppi obiettori e tanto ostruzionismo per demonizzare le donne e rinominarle in quanto addette alla riproduzione a cura del patriarcato.

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Antiautoritarismo, Antifascismo, Antirazzismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Culture, R-Esistenze

Donne di conforto: quelle vittime dei crimini dell’esercito giapponese

Mi serviva un po’ di riposo per ripensare alle mie priorità e per leggere e studiare seguendo la mia curiosità, la mia voglia di sapere, in un tempo in cui mi pare di aver già detto tutto, guardando alla storia che si ripete e all’incapacità di tant* di reagire e di sottrarsi alle stronzate dette da questo o quella.

Mi sono imbattuta in un documentario storico sulle Donne di Conforto che i giapponesi, in epoca pre seconda guerra mondiale, adoperavano per fornire prostitute gratuite ai soldati nei bordelli del grande impero giapponese. Queste donne, spesso anche bambine, venivano prese direttamente nelle case dei territori colonizzati e deportate in Giappone dove venivano rinchiuse come bestie, affamate e stuprate ogni giorno da un numero impressionante di soldati fino al punto da lasciarle crepare e poi sostituirle. E’ un capitolo mortificante della storia che però spiega la sostanza di quel che l’impero giapponese inflisse alle popolazioni che ha massacrato. In Corea e Cina fecero stragi di gente comune, donne, vecchi e bambini/e mentre l’America restava alleata al Giappone e quelle persone cercavano inutilmente di difendersi da sole.

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Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, R-Esistenze, Raccontare il femminismo

Raccontare il femminismo: rileggere le proprie esperienze per recuperare autostima

Foto, purtroppo censurata perché già cancellata da Facebook, di Flora Negri. Ritrae donne in lotta contro la cultura dello stupro. QUI la versione non censurata.

 

Oggi voglio raccontarvi come il femminismo ha influenzato positivamente il mio punto di vista e come tale influenza mi ha arricchito e mi ha dato la possibilità di vedere tutto in modo diverso, più chiaro, più vero.

Qualcuno potrebbe pensare che il femminismo non sia utile nelle nostre vite ma quel che ho compreso è che senza di esso io sarei ancora ad autoflagellarmi nella convinzione che tutto fosse colpa mia. Ogni danno subito, ogni molestia, ogni violenza. Tutta colpa mia.

Perché il femminismo agisce sulla cultura e dà voce ai soggetti che così trovano la forza per rinominarsi e riconoscersi in altre mille esperienze di resistenza attiva. Le voci delle donne sono quelle che sono arrivate anche a me e mi hanno dato forza. Mille voci come mille braccia a sostenerti per darti sicurezza, per dirti che non sei pazza e che non sei sola.

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