Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

La Verona antiabortista se ne frega della vita delle donne

Le ragazze di Non Una Di Meno Verona (nella foto) hanno lottato affinché la mozione antiabortista fosse cancellata e invece i consiglieri veronesi l’hanno approvata nonostante il testo presenti molti errori logici e passaggi che la legge 194 non autorizza.

Quel che è certo è che con questa mozione le donne vengono confuse con le Ancelle del racconto della Atwood o con milioni di donne che abitarono il medioevo. Corpi da riproduzione, vacche da mungere senza alcun interesse a far valere il diritto alla libertà di scelta e ad una maternità responsabile così come la legge 194 dice.

Sono passati pochi giorni dal momento fissato dalla rete nazionale Molto più di Una 194 per denunciare l’assenza di garanzia di diritti per le donne che vogliono abortire. Troppi obiettori e tanto ostruzionismo per demonizzare le donne e rinominarle in quanto addette alla riproduzione a cura del patriarcato.

Ed ecco una mozione che lascia basiti per contenuti e per l’intento di svuotare, attraverso essa, la legge 194. Innanzitutto nei vari capoversi della mozione si ribadisce un concetto che nella legge nazionale non esiste. Non è un comune o una regione che possono decidere quando inizia e finisce la vita. La legge 194 non lo dice e se non lo dice significa che “vita fin dal concepimento” è un concetto astratto diffuso per radicalizzare l’opposizione antiabortista e legittimare i fanatici quando affermano che se la vita comincia realmente dai singoli elementi, ovulo e spermatozoo, allora la donna che abortisce sarebbe un’assassina. I medici sarebbero considerati complici di un omicidio e il personale sanitario a compiere reato di favoreggiamento.

Quello che scrivono sulla mozione ha delle precise conseguenze: in forza di una loro ideologica e personale convinzione pare siano pronti a non rispettare la legge quando si opporranno all’uso di contraccettivi di emergenza, la pillola del giorno o dei cinque giorni dopo, favorendo così, di fatto, l’aborto clandestino.

Quando citano la Legge 194 per avallare la loro convinzione in realtà sbagliano di grosso perché la legge definisce vita “dal suo inizio” dopo il  parto o, per essere pignoli, dopo la dodicesima settimana di gravidanza o dopo la 24esima per l’aborto terapeutico. Questi sono i tempi che la legge stabilisce entro i quali una donna può abortire. Chiamare quindi il concepito, un principio di embrione insomma, “vita” non è corretto e obbliga a sostenere una discussione che attiene alla propria coscienza. Solo che la legge dovrebbe essere laica e soddisfare le esigenze di tutt* senza lasciarsi condizionare dalle singole volontà di quelle che, se non vogliono, non saranno mai obbligati ad abortire.

C’è un passaggio, anzi un intento, sui consultori che non potrebbe essere attuato perché esistono prassi che, per fortuna, attualmente non permettono l’ingresso dei no-choice nei consultori. Per Verona invece sarebbe possibile. Perciò addio ai consultori veneti, lombardi, o che so io. Le donne che vogliono seguire l’esatto percorso indicato nella legge 194 dovranno migrare altrove. Se hanno i soldi. Altrimenti potranno usare un ferro da calza e crepare tra i tormenti.

Sempre nel passaggio sui consultori loro insistono con frasi malamente estratte (con varie omissioni) che parrebbero condurre alla patologizzazione della donna che vorrà abortire. “Esaminare” significa originariamente fare un percorso psicologico non per convincerla a non abortire ma per sostenere la donna nella sua scelta. La mozione invece – con una assurda disonestà intellettuale – ne manipola il significato indicando tra le righe un possibile impiego di psichiatri i quali potrebbero impedire un aborto classificando la donna incapace di intendere e volere. A questo vogliono arrivare gli antiabortisti. Al controllo sui corpi delle donne.

Dopodiché la mozione dice una ulteriore serie infinita di inesattezze.

Non è vero che la legge 194 consente l’aborto solo in “casi particolari”. Forse si riferiscono alla Polonia o non so. Non è vero che l’aborto sia usato come contraccettivo. Questa è propaganda violenta antiabortista. Non è vero che nei consultori possono bazzicare i no-choice. Non sanno evidentemente leggere o, peggio, sono del tutto in malafede.

La cifra degli aborti vorrei capire da dove l’hanno presa. Forse dai numeri di morti per l’olocausto o dai numeri di morti dei migranti, inclusi i bambini, in mare. Non esistono “pillole abortive” usate clandestinamente perché la legge consente l’uso della ru486 con assistenza sanitaria attiva su chi la assume.

Non poteva mancare ovviamente il riferimento al calo demografico e vorrei ricordare che basterebbe fare entrare in Italia i bambini e le famiglie migranti. Non si capisce perché devono essere altre a partorire figli bianchi, cattolici, utili alla patria quando nel mondo siamo in otto miliardi e più. Presto la terra ci risputerà fuori, questo lo sapete, vero?

Gli aborti in realtà sono calati ma restano in parte quelli di donne migranti che evidentemente sono disinformate sui loro diritti e hanno paura di essere stigmatizzate come “clandestine” e cacciate via dall’Italia.

Anche per i dati degli aborti delle minorenni non è citata alcuna fonte che non sia un link riferito ad un sito antiabortista. Non c’è una statistica reale – anzi c’è ed è a cura del ministero della Sanità, ma non la citano perché contraddice i loro numeri – quindi quel che scrivono è solo una enorme violenta bugia. Se sono così preoccupati allora creassero una campagna di distribuzione di preservativi nelle scuole e una serie di corsi di educazione sessuale per adolescenti. Questa si che si chiamerebbe prevenzione.

C’è il solito riferimento terroristico sulle conseguenze dell’assunzione dei contraccettivi. Verrebbe da dire: andate ad informarvi meglio e dateci dei dati reali e non manipolati dai no-choice.

Oltre a questo si ventila la proibizione all’uso di diagnosi prenatale perché è chiaro che a loro del benessere psico fisico della donna non gliene frega niente. Vedere crescere un feto con gravissime malformazioni per loro va bene. Tanto poi a lui bada Dio, i no-choice e la provvidenza. Si si, come no.

Si parla di obiettori di coscienza come vittime di pressioni “ideologizzate”. Quali? E’ esattamente il contrario. La mozione dimostra quanto ideologizzate siano le interferenze degli antiabortisti nella vita di medici che devono obiettare per far carriera salvo far abortire a pagamento in privato.

La pillola ru486 (pillola abortiva) non viene diffusa come fosse una caramella. Viene somministrata in ospedale – sostituendo l’invasivo e violento aborto chirurgico – dove la donna sarà assistita nei vari passaggi. A meno che i no-choice non abbiano scoperto il contrabbando di ru486 e allora lo dicessero perché non è ammesso.

L’informazione reale alle donne di certo non può essere fornita dagli antiabortisti i quali, se avessero effettivamente alternative all’aborto, sarebbero ovvio punto di riferimento per alcune obbligate ad abortire per ragioni concretissime. Non mi risulta però che i no-choice abbiano fondi per crescere un figlio che di certo non costa poco e neppure mi risulta che i no-choice regalino prestazioni sanitarie a nascituri gravemente disabili la cui responsabilità ricadrà sempre e solo sui genitori. Spesso solo sulla madre che per discriminazione di genere viene considerata l’unica in possesso di particolari virtù come la sottomissione, l’abnegazione, il sacrificio, la beddamatrisantissimassitudine, il sacro fuoco del martirio.

Per finire: bello vedere la trasversalità dei consiglieri appartenenti a vari partiti tutti uniti a votare per l’approvazione della mozione. E poi dicono che si dovrebbe andare a votare. Se solo uno dei votanti citerà in futuro e in maniera strumentale la lotta contro la violenza sulle donne bisogna ricordargli che quella che loro stanno infliggendo alle donne si chiama Violenza di Genere.

Con grande solidarietà per le sorelle veronesi, auguro una buona lotta e passo parola come ciascuna femminista ha il dovere di fare.

>>>^^^<<<

Abbatto I Muri vive di lavoro volontario e tutto quello che vedete qui è gratis. Aggiornare e gestire questo spazio è un lavoro che costa tempo e fatica. Se mai vi passasse per la mente di esprimere la vostra gratitudine basta un obolo per un caffè (alla nocciola). :*

Donate Now Button
Grazie davvero a chi vorrà contribuire alla causa!

 

 

 

 

4 pensieri su “La Verona antiabortista se ne frega della vita delle donne”

  1. Strana gente questa che è così preoccupata di difendere una vita quando essa è in fase embrionale o addirittura poco più che multicellulare mentre poi, pretende , di lasciare crepare in mare o in lager altre vite o che, così attenta alla sacralità della vita poi nega ad altre vite i diritti più elementari. In tutto questo , assente un movimento globale di sinistra ed assente una voce forte ed autorevole che dica a questa feccia umana di quel consiglio comunale che semplicemente fanno schifo. E il mio non vuole essere un insulto ma la semplice constatazione di una realtà, ormai a maggioranza fascioleghista che sta costruendo un mondo schifoso e a me fan tutti schifo, nessuno escluso.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.