Una donna trans picchiata a Milano, manganellata per pregiudizio transofobo. Si sono inventate calunnie per parare il culo di chi ha usato il manganello ma più che dalle fonti dalle quali non mi aspetto altro che omertà vorrei sapere dalle donne che giudicano le donne trans “non donne per nascita” (vedi lesbiche conservatrici e femministe radicali terf) cosa ne pensano in proposito. Se hanno qualcosa da dire mentre alimentano transfobia escludendo le donne trans dalle assemblee femministe e veicolando contenuti di colleghe d’oltreoceano che raccontano favole come quella sulle trans che alle assemblee femministe si infiltrerebbero per legittimare maschilismo o per stuprare addirittura le donne nei bagni.
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Quando ti danno della malata mentale per toglierti il diritto di parola
Tra le tante mail che ricevo ce ne sono alcune che raccontano storie di donne che vengono considerate malate mentali anche se non lo sono soltanto perché non seguono le norme imposte. Per lungo tempo si è pensato per esempio che le donne lesbiche fossero malate mentali così come gli uomini gay da correggere per riportarli a interpretare la norma eterosessuale. Ci sono le persone trans che prima di poter accedere alle terapie per la transizione passavano attraverso una perizia psichiatrica che doveva assicurarsi che non fossero pazze. Quando la malattia mentale viene tirata in ballo perché le tue scelte non coincidono con quelle di altre persone diventa solo un metodo di controllo sociale per riportare tutti a interpretare norme ordinate dall’alto del credo patriarcale. In questi casi è veramente difficile affrontare la mentalità comune che giudica matte tutte le persone che la pensano in modo differente. Il concetto di malattia mentale viene tirato in ballo in maniera inadeguata, ingiusta, semplicemente per agire in modo censorio sulle scelte altrui.
Continua a leggere “Quando ti danno della malata mentale per toglierti il diritto di parola “Stereotipi di genere
Quando sei di sesso femminile e ti danno del maschiaccio perché ti piace giocare a calcio o sei di sesso maschile e ti danno della femminuccia perché non ti piace giocare a calcio, ecco: questi giudizi gratuiti nei tuoi confronti si chiamano stereotipi di genere.
Partiamo dall’inizio: c’erano degli uomini con la clava, il cui potere perdurò fino alla stagione del pater familias di epoca romana. I neuroni sopravvissuti ad epoche di glaciazione psicosomatica si sono scongelati di recente ed ecco il mondo nuovo che hanno trovato: le persone non sono più divise in quelle di sesso maschile e di sesso femminile, perché ci sono anche le persone intersex. Di più. Il sesso di nascita non coincide con il genere e dunque una persona nata di sesso maschile può riconoscersi nel genere femminile e una di sesso femminile può riconoscersi nel genere maschile. Ancora: sesso e genere, già diversi tra loro, non hanno nulla a che vedere con la sessualità. Puoi essere nato di sesso maschile, riconoscerti nel genere femminile ed essere lesbica, puoi essere nata di sesso femminile, riconoscerti nel genere maschile ed essere gay. E più andiamo avanti più la questione si complica e non sta a me parlare delle transizioni perché sto solo cercando, senza averne titolo, e mi scuso per questo, di far capire in che razza di situazione complessa devono essersi trovati i neuroni scongelati degli uomini con la clava.
Continua a leggere “Stereotipi di genere”Pensiamo ancora che le donne trans godano del privilegio maschile? Di seguito i 7 punti che provano il contrario.
Questa è una traduzione a cura di Valentina, revisione di Isabella e grazie alle persone del Gruppo di lavoro Abbatto i Muri che si sono offerte per darci una mano ora e in futuro. Il testo in lingua originale è di Kai Cheng Thom e lo trovate QUI. Buona lettura!
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Il dibattito è forte, aspro, e vecchio come la seconda ondata di femminismo: le donne trans godono del privilegio maschile? Le donne trans ricevono, a spese delle donne cisgender, più risorse sia all’interno sia fuori dei movimenti femministi?
Risposta a Concita de Gregorio
In quanto donna e trans sento il bisogno di scrivere questa risposta.
Egregia Professoressa De Gregorio
ho letto con crescente costernazione il suo articolo intitolato “L’identità di genere è contro le donne”. Non pretendo di farle cambiare idea, vorrei tuttavia portare la sua attenzione su alcuni fatti incontrovertibili:
Arcilesbica nega la transfobia del delitto di Napoli
E’ un po’ come quando i maschilisti commentano un femminicidio dicendo che lei non è stata uccisa perché donna. Un po’ come negare la violenza di genere quando si parla di mancanza di rispetto per l’autodeterminazione delle donne che scelgono di abortire. Un po’ come quando si tira in ballo un presunto maschicidio per negare la misoginia crescente e il femminicidio. Un po’ come quando si nega la transfobia implicita in un movente delittuoso e ci si serve del termine misoginia senza davvero conoscerne il significato.
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Uccisa perché certi uomini pensano di possedere e poter “aggiustare” le donne
Assassino. Ed è un delitto dovuto anche al pregiudizio contro le persone trans. E ancora stiamo a discutere sul fatto che sia necessaria una legge contro l’omo/transfobia e nel rispetto delle identità di genere.
Dice che la sorella era “infetta”, mentre i media continuano a definire il ragazzo della vittima una “lei” quando si tratta chiaramente di un Lui. Manco fosse una malattia, con buona pace delle culture omofobe, transfobiche, patriarcali e dell’integralismo di certi cattolici.
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Donne bianche, borghesi, etero, vogliono decidere sulla testa delle persone trans
Le deputate del PD cedono davanti alle recriminazioni delle poche ma evidentemente influenti borghesi bianche eterosessuali di Se Non Ora Quando Libere. Le deputate insultano l’intelligenza di chi già pensa che il ddl sia anche troppo poco e che servirebbe aggiungere un divieto contro le cure riparative, quelle dei preti che vogliono “guarire” i gay con cure strategiche tipo fare tre ore di Cyclette quando ti viene voglia di.
Le donne trans muoiono: la scuola complice
(Pubblicato in originale il 23/06/2020 qui. Traduzione di Luana e Benz del Gruppo di lavoro Abbatto I Muri)
È necessario che la comunità educativa comprenda la propria responsabilità nella lotta alla transfobia. L’ignoranza della società ha conseguenze mortali. Le donne trans esistono, hanno dei diritti ed è ora di affermarli all’interno delle strutture scolastiche.
Questo week-end una giovane donna trans, Laura, si è suicidata. Dieci giorni prima si trovava alle esequie di una sua amica, Matilde, anche lei morta suicida.
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Ddl contro Omotransfobia: chi sono le Snoq e Arcilesbica che si oppongono
La bozza del disegno di legge contro l’omotransfobia (Testo) è stata infine depositata alla Camera ed ecco spuntare le barricate a partire da destre varie e, indovinate un po’, anche da Se Non Ora Quando Libere e da Arcilesbica Nazionale.
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Il mio corpo è sacro: toccami
di Ethan Bonali (da GayPost.it)
Alla mia compagna, una futura psicologa ed una alleata, capace di affrontare la mia rabbia e farmi riflettere.
L’entomologo seziona l’oggetto dei propri studi senza partecipazione emotiva.
Per quanto sia apprezzato dalla propria comunità scientifica, egli non avrà mai la visione della bellezza del minuscolo e delle sfumature. Tratterà, sebbene con parole auliche, di involucri.
Questa è la sensazione che ho avuto leggendo l’articolo del 13 luglio di Sarantis Thanopulos, psicoanalista, sul Manifesto.
Penserò, e soprattutto sentirò, che il rapporto psicoanalitico, è un rapporto di amore.
Non vi è nessun raporto d’amore con chi non conosce e non immagina.
Non vi è nessun rapporto d’amore con chi non rinuncia al potere.
Cosa dice la comunità scientifica
Shelter: Farewell to Eden – il film da vedere
Di Maddalena
Dopo il successo riscosso nei maggiori festival di documentario in Europa, Shelter: Farewell to Eden, il nuovo film di Enrico Masi, arriva in Italia.
Il 29 maggio alle 20.00 l’anteprima nazionale sarà alla Cineteca di Bologna allo Human Rights Nights, festival dedicato ai diritti umani.
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Terf: l’esclusione delle donne trans è una questione di classe e di razza (ci rubano il lavoro?)
Perché le femministe radicali vogliono escludere le trans? Perché le Terf (radfem transescludenti) sono per lo più benestanti, bianche, etero o lesbiche che mostrano di avere non solo un pregiudizio sessista e transofobo ma anche un pregiudizio di classe e di razza. Vado con ordine.
Come mai alcune femministe nel Regno Unito stanno dando di matto contro i diritti delle persone Trans?
Articolo di Morgan M. Page
Versione in lingua originale QUI. Traduzione di Fiore del Gruppo Abbatto i Muri
I manifestanti che hanno guidato la parata del Pride di Londra nel fine settimana rappresentano una vera e propria un’ondata di femminismo anti-trans nel Regno Unito.
Lettura e decostruzione di un articolo anti/trans di Julie Bindel
Chi ha letto le nostre traduzioni sulle Terf ci chiede, ad esempio, quali siano le affermazioni di Julie Bindel che la rendono, agli occhi delle persone trans, una nemica transofoba. Abbiamo linkato ogni riferimento ma in ogni caso QUI potete leggere un pezzo eloquente scritto dalla stessa Bindel in cui lei si sostituisce alle persone trans e con smaccato paternalismo dice di sapere quel che sarebbe meglio per loro. Isabella proverà a tradurne alcune parti e a sintetizzarne/commentarne – con l’aiuto di R. (donna trans, a scanso di equivoci) – altre. Per altre info sulle Terf, femministe radicali trans escludenti, e per sapere quel che scrivono, seguite i link in basso e seguite il blog perché altre traduzioni verranno. Parliamo di traduzioni perché il dibattito su questo è conosciutissimo altrove ma non in Italia (purtroppo). Cerchiamo dunque di colmare qualche lacuna. Buona lettura!
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Ed ecco i dettami di Bindel iniziano dal titolo: “L’operazione (l’intervento chirurgico per il cambio di sesso) che può rovinare la tua vita“. Grazie dell’avvertimento, potremmo dirle. Ma continua parlando di una “potente lobby affiliata alle comunità gay e lesbiche” che l’avrebbe perseguitata per anni. Peccato che molte persone trans dicono di lei la stessa cosa. Parrebbe che la potente lobby avrebbe potuto impedirle perfino di incassare un premio giornalistico. Non leggiamo aggiornamenti su questo ma tant’è. Scrive ancora riferendo che sarebbe stata etichettata come bigotta perché nel 2004 scrisse un pezzo in cui “chiedeva se un cambio di sesso avrebbe reso qualcuno una donna o semplicemente un uomo senza un pene“. E questo per lei evidentemente non sembrò abbastanza offensivo da giustificare le critiche da parte della comunità trans. Poi lamenta il fatto che non le fu dato spazio di parola nel corso di alcune iniziative. Tutto per via della famosa e potentissima (urca!) lobby delle persone trans. Noi abbiamo letto che in occasione di una iniziativa chiamata “Stonewall” le persone trans chiesero e ottennero che lei non parlasse. Si parla di Stonewall, quella robetta rivoluzionaria condotta da persone trans come Sylvia Rivera. Chissà perché in una iniziativa che avrebbe dovuto celebrare e discutere di lotte e diritti trans qualcuna non ha gradito la partecipazione di una persona che ha scritto “se un cambio di sesso avrebbe reso qualcuno una donna o semplicemente un uomo senza un pene“.
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