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La transfobia esiste: oh femministe radicali, qualcosa da dire in proposito?

Una donna trans picchiata a Milano, manganellata per pregiudizio transofobo. Si sono inventate calunnie per parare il culo di chi ha usato il manganello ma più che dalle fonti dalle quali non mi aspetto altro che omertà vorrei sapere dalle donne che giudicano le donne trans “non donne per nascita” (vedi lesbiche conservatrici e femministe radicali terf) cosa ne pensano in proposito. Se hanno qualcosa da dire mentre alimentano transfobia escludendo le donne trans dalle assemblee femministe e veicolando contenuti di colleghe d’oltreoceano che raccontano favole come quella sulle trans che alle assemblee femministe si infiltrerebbero per legittimare maschilismo o per stuprare addirittura le donne nei bagni.

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Non siete femministe: come i catto-fasci antisemiti

Cibo, vomito, sigarette, malessere, lettura, scrittura. Non so se è bene leggere qualcosa che a pelle potrebbe farti ribrezzo ma ci sono riuscita, fino in fondo, perché è bene conoscere il tuo nemico e perché un libro fuori da ciò che consideri “utile” potrebbe regalarti una visione più chiara di alcune cose.

Per esempio: leggere un libro catto-fascista che giustifica l’operato di catto-antisemiti della seconda guerra mondiale, ti fa capire che chi scrive non sa di fornire prove a chi vuole sapere come gli sia venuto in mente, ai catto-fasci, di stare in silenzio e supportare il nazifascismo. Sapevano tutto, lo sapevano, degli ebrei, dei forni, dei gas, eppure temevano di più i “bolscevichi” e identificavano – come da steretipo antisemita – l’ebreo per scorgere il bolscevico, dicevano che gli scritti fasulli, inventati da zar russi antisemiti, sui presunti savi di sion, erano veri e pensavano che tanto poi avrebbero potuto dirigere fascismo e nazismo come volevano, come fossero marionette. L’importante era che la chiesa cattolica non venisse toccata e fruisse di tutti i privilegi possibili. Comprati per trenta denari, direbbe cristo, mentre tanti suoi simili sono finiti sulla croce per colpa vostra. Vostra, di voi catto-fasci.

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Mussolini il brutto, codardo, misogino, fascista

Virile? Puach! La mascolinità del duce si riassume in poche parole: ha fatto un figlio e ha messo in manicomio madre e pure benitino. Era violento, fanatico, sessista e razzista, come tutti i fascisti. Era brutto, orrendo, nella posa, nell’espressione di un viso stantìo, nell’ergersi a paladino di un’Italia che ha depredato, depauperato, per le sue necessità di vanagloria, per nascondere l’assassinio con gas di gente dell’africa che non intendeva farsi colonizzare, per immaginarsi a capo di un impero fondato sul niente. Ha fatto ammazzare Matteotti, che forse i fasci di oggi dimenticano di citare perché gli è più comodo virgolettare parole di chi ha sdoganato il fascismo legittimandolo a partecipare ad una democrazia che i fascisti hanno corrotto e distrutto prima e dopo la guerra. Ha nascosto le tangenti prese per dare l’esclusiva su scavi petroliferi ad un’azienda americana, ha usato le camicie nere per massacrare sindacalisti e contadini, usando il pugno e il randello per conto di feudatari, agrari e ricchi. Non ha fatto cose buone, neppure una. Le pensioni erano state decise a fine ‘800, le bonifiche mai fatte, terreni ai contadini mai dati, medaglie a femmine usate come vacche da riproduzione tante. Ha usato la schiavitù riproduttiva sulle donne per far generare soldati che ha mandato a morire nelle campagne africane e in russia, ha elevato criminali, assassini a repubblichini di cui i fasci d’oggi parlano come di eroi. Ha massacrato partigiani, ebrei, donne, persone non tesserate al suo indecoroso e fetentissimo partito. Ha tentato la fuga, alla fine, senza assumersi la responsabilità per i suoi crimini di guerra per nulla inferiori a quelli di Hitler. Ha fatto silenziare giornalisti, persone dissidenti, libertarie e dire oggi che il fascismo possa essere roba passata è stupido oltreché in malafede. Dopo aver fatto stragi accanto a mafiosi e criminali di servizi segreti deviati, in nome della guerra al comunismo, si è dato una ripassata di imbellettamento, ha formato gruppi di nazi picchiatori in tutta Europa, con altri gruppi stile radical liberali che sputando sulla Costituzione antifascista hanno il coraggio di presentarsi alle elezioni. E se pensate che il fascismo sia solo maschio vi sbagliate. C’erano e ci sono donne fanatiche e fasciste tanto quanto.

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Lotta contro il p0rn0? Moralisti della destra cristiana contro le sex workers

Il documentario è su Netflix, molto interessante, raccoglie testimonianze di sex workers e dati sulla provenienza di chi a parole si schiera con le sopravvissute del traffico di donne e poi si scopre aver modificato nome e mission di precedenti organizzazioni dell’ultradestra cattolica conservatrice dedita a campagne contro aborto, matrimoni gay, e via dicendo.

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La fantascienza per raccontare razzismo e misoginia

Octavia E. Butler, al pari di Ursula Le Guin, tratta la fantascienza come pretesto per raccontare la storia intersezionale, nel suo caso, delle donne nere sfruttate, schiavizzate, vilipese, stuprate, nel passato e nel presente. Il libro Legami di Sangue, da cui una trasposizione cinematografica parzialmente ispirata – Antebellum – e una serie tv – Kindred – racconta di viaggi nello spazio e nel tempo tra un presente datato 1976 e un passato nei primi anni dell’ottocento, in piena stagione schiavista.

Non si tratta solo di definire il razzismo in ogni sua sfaccettatura ma di raccontarlo da un punto di vista di genere in modo potente e credibile. La donna nera, l’afroamericana, soffriva di schiavitù fisica, psicologica, intima, sessuale. Doveva generare figli per dare altri schiavi che i padroni vendevano. Doveva subire mutilazioni delle parti non utili agli schiavisti: le mani, se osava scrivere, gli occhi, se osava leggere, la lingua, se osava parlare. Ciò che era utile era l’utero e la condiscendenza allo stupro praticato da bianchi o neri perché ella restasse incinta e dunque si rivelasse produttiva nel senso di schiavitù sessuale e riproduttiva in favore della logica capitalista come descritto da Silvia Federici nel libro Calibano e la strega.

L’utero della donna afroamericana, se utilizzato non per ripopolare il mondo di gente odiata da suprematisti e razzisti, era desiderabile e sfruttato. Donne usate come “Esemplari da riproduzione” – citando Legami di sangue – diventano però solo vacche da abbattere quando l’utilità in senso capitalista scompare.

Quando quell’utero non potè più essere sfruttato, nel senso che non poté essere al servizio di schiavisti, i bianchi scelsero la mutilazione dell’utero, come prima di altre parti del corpo, di quelle donne che non dovevano mettere al mondo figli neri, latini, nativi, cinoamericani, come documentato da ricerche che dimostrano come negli Stati uniti, fino al 2013, si usasse la sterilizzazione coatta di donne non bianche.

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Quando l’infiltrato poliziotto compie uno stupro di Stato

Una delle forme di strategia della tensione riguardava, in epoche da guerra fredda o di preteso controllo da parte del governo di movimenti e sindacati, la tecnica di infiltrare poliziotti non già per spiare pericoli come il terrorismo o criminali di ogni tipo ma per provocare tensioni e smantellare movimenti di opposizione politica. I fatti più noti sono stati svelati quando – sui trent’anni di documentazione dell’epoca britannica in cui governava la Tatcher – fu tolto il segreto di Stato. Così fu possibile sapere che per favorire la deregulation e i licenziamenti in settori come quello delle miniere di carbone furono infiltrati poliziotti sotto falso nome che si insinuarono nelle vite di varie comunità interessate e in molti casi dopo aver completato il loro incarico lasciarono donne incinta o donne e figli totalmente ignari del fatto di aver avuto una relazione con un nemico di classe. In molti casi lo stupro era un metodo coordinato, come rivelano anche varie testate inglesi inclusa la BBC. Perciò alcune associazioni che si sono occupate di svelare questi metodi hanno raccolto le denunce di varie donne che hanno dichiarato di aver subito uno stupro di Stato.

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Litvinenko e l’assassinio targato Putin

Questa serie ricostruisce gli anni di battaglie legali fino al riconoscimento da parte del governo britannico e della corte europea per i diritti umani del fatto che il dissidente russo, poi cittadino inglese, fu uno dei vari obiettivi dell’assassinio di stato con l’uso del polonio, firma inconfondibile dell’azione di eliminazione di tutto ciò che si oppone a Putin. L’altro metodo è l’avvelenamento con gas nervino o l’esecuzione con arma da fuoco come fu per Anna Politkovskaja, giornalista che denunciava la crudeltà del regime russo nella guerra in Cecenia.

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#LegittimaDifesa e il controllo maschile del parto

Credo sia necessario ampliare il capitolo sulla legittima difesa che dovrebbe essere rivendicata dalle donne ponendo la necessaria attenzione al controllo patriarcale sulle nascite. Infantilizzare le donne, cioè ritenerle incapaci di assumersi la responsabilità di portare a termine la gravidanza, ovvero generare prole che diventi discendenza diretta del patriarca di turno, è una delle forme più gravi di violenza di genere con l’ausilio a volte della scienza, che collude col patriarcato, altre volte della morale sociale e religiosa.

Se le donne sono descritte come bambine incoscienti e inadeguate va da sé che il controllo del loro utero sarà rivendicato dagli uomini. Il nocciolo attorno al quale si basano molte discussioni sul diritto di scelta delle donne in fatto di riproduzione ruota proprio su questo. Così di volta in volta si trovano difetti che riportino le donne ad una condizione di dipendenza e minorità affinché si affidino alle sicure mani di medici e mariti che potranno decidere in loro vece.

Non è un caso se per esempio si minaccia spesso di togliere i figli alla donna che soffre di anoressia nervosa o altro genere di malessere, come se questo inficiasse la capacità stessa della donna in quanto madre. Ci sono casi in cui lo Stato si riappropria dei figli di queste donne stabilendo che esse siano non in grado di crescerli adeguatamente. Non ci si pone il problema dell’assenza di risorse, reddito o casa, tentando di sopperire alla povertà che può derivare da disagi e disabilità. Non si offrono a queste donne strumenti per poter crescere i figli senza che dipendano da nessuno. Si preferisce toglierli e affidarli a istituti lasciando alle donne quel senso di totale fallimento e lo stigma che finirà per accompagnarle a imperitura memoria.

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Il fanatismo delle donne fasciste: le loro mani sui bimbi in nome della “nazione”

Questo documentario, in tedesco, sottotitolato in italiano su Netflix, assieme al più recente film Lettera a Franco (che vi consiglio di vedere), pongono l’accento sul particolare ruolo della moglie del dittatore Francisco Franco: Carmen Polo. Cattolica reazionaria, avvicina il marito all’Opus Dei che lo aiuterà a ottenere consensi presso cattolici e paesi timorosi del “pericolo comunista”, sostenne la tirannia del marito fino a sostituirlo nell’ultimo decennio di vita del dittatore, ridotto ad una purtroppo tardiva demenza.

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Negli Usa la legittima difesa vale solo per l’uomo bianco: il caso di Brittany Smith

La parte legislativa relativa alla legittima difesa, così come il possesso e l’uso di un’arma per sparare all’aggressore o a chi viola anche solo una proprietà, negli Usa è retaggio di politiche razziste, a tutela dei linciaggi contro uomini appartenenti a minoranze, nativi, afroamericani, latini, cino-americani e contro donne appartenenti alle stesse minoranze che giammai potevano difendersi dal bianco stupratore colonizzatore e razzista.

Leggi create in difesa del diritto dell’uomo bianco a massacrare chiunque egli voglia non possono chiaramente diventare strumento di difesa per donne che ammazzano il proprio stupratore. In quel caso, come si spiega nel documentario che trovate su Netflix, si chiede alla donna perché non abbia delegato la propria difesa al poliziotto, all’istituzione patriarcale di turno. Se non chiami la polizia perché temi ritorsioni e se ti difendi mentre rischi la tua vita o quella di un familiare si decide che hai l’intento di uccidere.

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La lezione di Fëdor Dostoevskij ne I Fratelli Karamazov: delitti e castighi, la severa/inutile punizione dello Stato e l’indulgenza “materna” della Chiesa

Il dettaglio sul romanzo potete approfondirlo leggendolo, ne vale la pena. Per il resto, se si tiene conto del fatto che l’impero romano si è appropriato di archetipi e miti religiosi ebraici, antecedenti alla presunta venuta di Cristo, per poi scagliarsi contro ogni forma di dissidenza, eresia, altra religione, cultura, giustificando razzismo, colonizzazione, misoginia, schiavitù, chi più ne ha più ne metta: per un bel pezzo della storia occidentale stato e chiesa hanno camminato di pari passo, osannando l’urgenza di quella o della tal’altra crociata, imponendo corversioni forzate, istituendo luoghi di raddrizzamento di femmine impudiche, regalando a suore e preti chiavi da secondini per ammansire chiunque non soddisfacesse i loro criteri, giustificando guerre e devastazione in nome di Dio, censurando e controllando la sessualità di donne e uomini, stabilendo arbitrariamente chi possieda un’anima e chi no. Potrei continuare all’infinito.

Il punto della questione è che la Chiesa continua a interferire nelle attività legislative dello Stato, puntando il dito contro donne che abortiscono, mentre svende indulgenze e accoglie nelle messe e nelle confessioni stupratori e assassini di donne. Spinge i parlamentari sponsorizzati dal Vaticano a criminalizzare gay, lesbiche, trans, poi accoglie in processione, a reggere le icone dei santi in sfilata per le strade, mafiosi e criminali.

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L’invenzione di jack lo squartatore: la vera storia sulle vittime

Hallie Rubenhold, nel libro Le cinque donne, traccia non solo la storia documentatissima delle vittime del presunto serial killer (Mary Ann Nichols, detta Polly – Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly), mettendo in discussione anche l’esistenza stessa di Jack the Ripper, attribuendone la definizione comoda al sensazionalismo dei giornali e alla stessa cultura vittoriana che trovava facile raccontare il femminicidio come destinato a prostitute, ma traccia storicamente un’epoca fatta di cambiamenti sociali che sono ben descritti in letteratura da Dickens, Wilde, Eliot (pseudonimo maschile di Marian Evans).

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Vesper, fantascienza poetica

Vesper è il nome di una ragazzina che pratica biohaking, in un mondo post apocalittico in cui gli ingegneri genetici, quelli che fanno a gara per rendere inaccessibili risorse alimentari, usando brevetti per semi che durano solo un raccolto (pensate alle modificazioni create dagli ogm), hanno distrutto il ciclo vitale delle coltivazioni lasciando milioni di persone a crepare di fame. Le altre, i sopravvissuti, sono trincerati in cittadelle in cui creano organismi senzienti ma obbedienti per svolgere lavori che gli umani potrebbero fare (perché più fedeli) e continuano a sperimentare per prolungare la propria vita. Gli emarginati stanno in lande desolate in cui mangiano vermi (proteine), resti di raccolti andati a male e coesistono con una flora e fauna completamente modificata in un ciclo a catena che può essere spezzato per contagio da una scoperta, quella che la ragazzina fa: creare un seme durevole che contamini tutto per riportare alla vita il pianeta.

Temi attuali, non esattamente spettacolari, non c’è azione, non ci sono super eroi, ma tanti sentimenti umani e tanta speranza di sopravvivenza e la prova che l’ingegno non può essere massacrato dalla repressione di chi ruba tutto per sé a costo di uccidere il pianeta. Non bastano le parole a descriverlo. L’ho trovato poetico, delizioso, geniale, realistico, coerente e l’interpretazione degli attori splendida. Per chi ama il fantastico e le distopie postapocalittiche fuori dagli schemi date uno sguardo al film. Poi ditemi.

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La Madonna è stata stuprata

È proprio così. A meno che non pensiate sul serio che sia stata ingravidata per virtù dallo spirito santo. Se non vi è chiara la faccenda pensate ad Alien o a Divina Invasione (di Philip K Dick). Solo una narrazione maschilista e patriarcale ha potuto narrare come nobilitante il fatto di usare l’utero di una donna senza chiedere il suo consenso.

L’arcangelo non le ha chiesto in prima battuta “oh tu Maria vuoi essere ingravidata?”. E dire che all’epoca non si parlava proprio di diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Dunque che scelta aveva quella donna? Nessuna. Salvo fare un matrimonio riparatore con un vecchio che si è accollato la moglie incinta e non di lui.

Quando parliamo di diritto all’aborto, giacché i cattolici interferiscono con la nostra narrazione, serve capovolgere tutta la storia che ci è stata catapultata contro. Dal peccato originale per una cazzo di mela alla gravidanza non consensuale esibita come “dono” da patriarchi e maschilisti.

Se la storia fosse stata raccontata da una donna di sicuro molti dettagli sarebbero cambiati. Per esempio alla comunicazione di gravidanza Maria avrebbe potuto esigere una pillola del giorno dopo dall’arcangelo. Chi, a parte un patriarca, può immaginare che l’utero di una donna sia a sua disposizione per generare un erede ovviamente maschio? In tutta la vicenda il ruolo della donna si riduce alla traghettatrice non consensuale di un alieno, per quanto nobilitata, o alla curatrice di ferite del maschio linciato o alla concubina pentita e redenta in grazia di quel buon alieno al quale viene dedicata una società in sua adorazione.

Questo ci dice molto su quel che pensano gli antiabortisti fanatici delle volontà delle donne. Le ignorano e se quelle donne sono quasi morte le tengono in vita artificialmente per poter permettere un parto post mortem. Cosa che è accaduta con tanto di sentenze contro la volontà di parenti e perfino dell’altro genitore. Donne come uteri fatti per essere ingravidati. Ma se qualcuno invade il corpo di una donna a sua insaputa è stupro. Se non c’è consenso è stupro. Se una donna viene obbligata a portare avanti una gravidanza che non ha scelto è stupro.

Dunque smettano di toccare le donne, inclusa Maria. Se mancano posti ci sono tanti migranti che sono lasciati in mare a crepare, immagino per una questione di purezza della razza. Se vogliono figli demoliscano i muri securitari e smettano di criminalizzare lo straniero.

Il corpo è nostro e lo gestiamo noi.

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Donna al governo? Nulla da celebrare!

Articolo su Repubblica di oggi.

C’era da aspettarselo. Qualcuno celebra la vittoria di una donna di estrema destra in quanto donna e la mette sullo stesso piano di una Nilde Iotti e di Tina Anselmi, entrambe reduci da una resistenza antifascista combattuta nella seconda guerra mondiale. Donne che contribuirono a scrivere la nostra Costituzione non possono essere messe sullo stesso piano di quelle che vogliono riscriverla con programmi che richiamano in modo chiaro ad una linea politica che l’estrema destra non ha mai abbandonato. Più natalità, quindi schiavitù riproduttiva delle donne, blocco dell’immigrazione, che prelude a decreti sicurezza di vario tipo, più potere alle prefetture di mussoliniana memoria, educazione di giovani al nazionalismo e a ritrovare l’orgoglio patriottico e nazionalista (si dovrà cantare l’inno di Mameli nelle scuole e torneranno le divise nere o dei giovani balilla?). Severità promessa per chi lede il “decoro” e già immagino multe e sanzioni a omosessuali e lesbiche che si baciano o si tengono per mano per strada. Si traccia la rotta per una difesa delle donne in senso patriarcale e paternalista, ovviamente dall’immigrato visto come aggressore senza toccare la questione di genere.

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