Antiautoritarismo, Antifascismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

La lezione di Fëdor Dostoevskij ne I Fratelli Karamazov: delitti e castighi, la severa/inutile punizione dello Stato e l’indulgenza “materna” della Chiesa

Il dettaglio sul romanzo potete approfondirlo leggendolo, ne vale la pena. Per il resto, se si tiene conto del fatto che l’impero romano si è appropriato di archetipi e miti religiosi ebraici, antecedenti alla presunta venuta di Cristo, per poi scagliarsi contro ogni forma di dissidenza, eresia, altra religione, cultura, giustificando razzismo, colonizzazione, misoginia, schiavitù, chi più ne ha più ne metta: per un bel pezzo della storia occidentale stato e chiesa hanno camminato di pari passo, osannando l’urgenza di quella o della tal’altra crociata, imponendo corversioni forzate, istituendo luoghi di raddrizzamento di femmine impudiche, regalando a suore e preti chiavi da secondini per ammansire chiunque non soddisfacesse i loro criteri, giustificando guerre e devastazione in nome di Dio, censurando e controllando la sessualità di donne e uomini, stabilendo arbitrariamente chi possieda un’anima e chi no. Potrei continuare all’infinito.

Il punto della questione è che la Chiesa continua a interferire nelle attività legislative dello Stato, puntando il dito contro donne che abortiscono, mentre svende indulgenze e accoglie nelle messe e nelle confessioni stupratori e assassini di donne. Spinge i parlamentari sponsorizzati dal Vaticano a criminalizzare gay, lesbiche, trans, poi accoglie in processione, a reggere le icone dei santi in sfilata per le strade, mafiosi e criminali.

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Antiautoritarismo, Antirazzismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Culture, R-Esistenze, Satira

La Madonna è stata stuprata

È proprio così. A meno che non pensiate sul serio che sia stata ingravidata per virtù dallo spirito santo. Se non vi è chiara la faccenda pensate ad Alien o a Divina Invasione (di Philip K Dick). Solo una narrazione maschilista e patriarcale ha potuto narrare come nobilitante il fatto di usare l’utero di una donna senza chiedere il suo consenso.

L’arcangelo non le ha chiesto in prima battuta “oh tu Maria vuoi essere ingravidata?”. E dire che all’epoca non si parlava proprio di diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Dunque che scelta aveva quella donna? Nessuna. Salvo fare un matrimonio riparatore con un vecchio che si è accollato la moglie incinta e non di lui.

Quando parliamo di diritto all’aborto, giacché i cattolici interferiscono con la nostra narrazione, serve capovolgere tutta la storia che ci è stata catapultata contro. Dal peccato originale per una cazzo di mela alla gravidanza non consensuale esibita come “dono” da patriarchi e maschilisti.

Se la storia fosse stata raccontata da una donna di sicuro molti dettagli sarebbero cambiati. Per esempio alla comunicazione di gravidanza Maria avrebbe potuto esigere una pillola del giorno dopo dall’arcangelo. Chi, a parte un patriarca, può immaginare che l’utero di una donna sia a sua disposizione per generare un erede ovviamente maschio? In tutta la vicenda il ruolo della donna si riduce alla traghettatrice non consensuale di un alieno, per quanto nobilitata, o alla curatrice di ferite del maschio linciato o alla concubina pentita e redenta in grazia di quel buon alieno al quale viene dedicata una società in sua adorazione.

Questo ci dice molto su quel che pensano gli antiabortisti fanatici delle volontà delle donne. Le ignorano e se quelle donne sono quasi morte le tengono in vita artificialmente per poter permettere un parto post mortem. Cosa che è accaduta con tanto di sentenze contro la volontà di parenti e perfino dell’altro genitore. Donne come uteri fatti per essere ingravidati. Ma se qualcuno invade il corpo di una donna a sua insaputa è stupro. Se non c’è consenso è stupro. Se una donna viene obbligata a portare avanti una gravidanza che non ha scelto è stupro.

Dunque smettano di toccare le donne, inclusa Maria. Se mancano posti ci sono tanti migranti che sono lasciati in mare a crepare, immagino per una questione di purezza della razza. Se vogliono figli demoliscano i muri securitari e smettano di criminalizzare lo straniero.

Il corpo è nostro e lo gestiamo noi.

Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Il Femminismo secondo la Depressa Sobria, R-Esistenze

Politiche contro l’aborto

Uno dei doveri fondamentali delle donne è quello di riprodursi. Silvia Federici nel suo libro Calibano e la Strega parla di schiavitù riproduttiva e di maggiore misoginia nei momenti storici in cui il capitalismo aveva bisogno di più manodopera da sfruttare. La Federici parla con compiutezza del tempo dell’inquisizione in cui venivano punite le ostetriche e le donne sessualmente libere. Le ostetriche perché aiutavano nella pratica dell’aborto e le donne sessualmente libere perché non facevano sesso solo per riprodursi. Secondo la sua analisi la chiesa è sempre andata d’accordo con il capitalismo nel promuovere politiche antiabortiste e criminalizzare le donne che lottavano per il diritto alla libertà di scelta. Avrete sicuramente letto da qualche parte editoriali in cui si parla di denatalità e di contributi o sovvenzioni per favorire più nascite. Il nostro pianeta è abitato da 8 miliardi di persone e se realmente si preoccupassero di una suddivisione equa della ricchezza ci sarebbe lavoro per tutti e soprattutto le persone potrebbero spostarsi con più facilità da una nazione all’altra per trovare lavoro. Ma il capitalismo si basa sul fatto che il costo del lavoro resti basso e per rimanere basso deve esserci molta concorrenza e dunque un tasso di disoccupazione notevole che consente alle imprese di ricattare i propri dipendenti pagandoli molto meno rispetto a quel che meriterebbero. 

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Antisessismo, Autodeterminazione, R-Esistenze, Sessualità, Violenza

In Italia lo stealthing non è reato: serve una legge!

Tra le altre storie pubblicate sulla pagina facebook di Abbatto i Muri per la Campagna #TuttaColpaMia oggi ce n’è stata una che ha suscitato abbastanza clamore ed è questa:

Sostanzialmente c’è un tale che si è tolto il preservativo all’insaputa della ragazza che quando se ne è accorta ha cacciato via a pedate il tizio e ha dovuto affrontare anche l’ostruzionismo del farmacista obiettore di coscienza che le ha dato la pillola del giorno dopo solo perché lei ha minacciato di denunciarlo. Togliere il preservativo senza il consenso della ragazza in altri Stati si chiama “stealthing” ed è un reato pari allo stupro. In qualche caso si parla di sanzione in altri di reato penale vero e proprio.

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Autodeterminazione, La posta di Eretica, MalaRazza, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze

MalaRazza e l’aborto precario

Avevo detto che vi avrei raccontato del mio aborto. Io e il mio compagno convivevamo da due anni e nonostante le precauzioni, all’improvviso, sbam! Io ero tentata ma avevamo deciso insieme che la nostra situazione era davvero impossibile. Non potevamo permetterci un figlio. Io troppo precaria e lui troppo impegnato nel lavoro per poter darmi una mano. Mi ha detto: se non sono in grado di pensare a noi due come vuoi che pensi anche ad un figlio? Certo, mi piacerebbe, ma tu sai come siamo messi. Non possiamo. E io sapevo che aveva ragione. Ha sempre avuto ragione. Conosceva i miei limiti e gli avevo detto che non avrei cresciuto un figlio da sola e che ancora ero troppo precaria, non potevamo contare su nessuno, non ce l’avremmo fatta.

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DIRITTO ALL’ABORTO – Accessibilità e problematiche in una prospettiva di genere

Bianca condivide con noi questo splendido contributo sperando possa essere d’aiuto a molte. In questo lavoro lei e Maddalena Beldì approfondiscono il tema del diritto all’aborto dal punto di vista della sua accessibilità e problematiche. Sanno bene che i diritti non sono mai conquistati per sempre perché sempre sotto attacco, ed è quindi necessario difenderli anche tramite l’informazione. Soprattutto in questo periodo giacché si assiste a una forte offensiva dei governi reazionari contro l’autodeterminazione delle donne e il diritto all’aborto, che seppur formalmente garantito presenta non poche criticità dal punto di vista della sua accessibilità, come dimostra lo stigma ad esso attribuito e l’obiezione di coscienza.
Bianca e Maddalena hanno analizzato la situazione italiana riguardo la normativa in materia di ivg, evidenziando anche come le diseguaglianze economiche e lo status di donna migrante ne condizionino l’accesso. Hanno inoltre passato in rassegna la situazione in alcuni Paesi del mondo, a dimostrazione del fatto che gli attacchi all’autodeterminazione delle donne rappresentino un problema a livello globale. Infine hanno voluto riportare alcuni esempi virtuosi di auto-organizzazione, mutualismo e pratiche di solidarietà reciproca nei movimenti. Sono infatti convinte che non saranno certo le legislazioni proibitive o restrittive e criminalizzanti a impedire che gli aborti accadano, bensì una maggiore educazione sessuale, una maggior prevenzione e accessibilità a metodi contraccettivi e servizi sanitari sicuri.

Il testo riportato in basso è scaricabile QUI come documento Pdf. Il pdf è completo di riferimenti e note che nel post non sono riportate.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, R-Esistenze

Persone trans senza diritti: le donne non sono le uniche persone che hanno bisogno di abortire!

Jack Qu’emi Gutiérrez

 

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Benz del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

di Alanna Vagianos

Anche gli uomini transgender e altre persone non binarie devono sottoporsi a procedure abortive. Ma nessuno parla di come le ultime svolte legislative in America hanno un impatto su di loro.

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Controlliamo i corpi sbagliati: perché il controllo del corpo delle donne è sempre in discussione?

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Giulia del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

di Maria Guido

Quando avevo 24 anni ho avuto un aborto. Io ero innamorata del mio migliore amico, lui era innamorato della droga. Lo convinsi che potevo gestire la nostra situazione di amici con benefit, perché sapevo che non voleva niente di più. Non era quello che volevo, ma ero molto brava ad amare l’uomo sbagliato in quel momento della mia vita.

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La diffusione dell’abito da ancella come icona visiva

Donne vestite con i costumi de Il racconto dell’ancella mettono in scena una protesta contro il Presidente Donald Trump e il vice presidente Mike Pence all’esterno dell’Alexander Hamilton Customs House, New York, 2018. Foto di Atilgan Ozdil/Anadolu.

 

Articolo scritto da Alina Cohen*

In lingua originale QUI. Traduzione di Antida del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

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Antisessismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze

Storia di un corpo

La statua di questa donna dalle magnifiche proporzioni si trova nella casa museo di Salvador Dalì – foto mia.

 

Il corpo. Strappato, lacerato, smontato, spezzettato, misurato, pesato. Il corpo da vestire, spogliare, placare, stritolare in abiti scomodi e stretti, per apparire diversa, più magra, più bella. Il corpo con le sue proporzioni o sproporzioni da affettare, segare, perché “qualche anno fa eri così bella… magra”. Oggi ho smesso di pensare al corpo e ho cominciato a parlare con me, di me, di quello che mi passa per la testa, di quel che avrei voluto e vorrei. Non mi è venuta voglia di mangiare più del dovuto. Non mi serve anestetizzare il dolore se lo faccio venire fuori, tutto insieme, con la morsa che stringe e costringe prima che il corpo la mia anima.

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Adottare il “concepito”? Giù le mani dai nostri uteri!

Cosa non farebbe la Lega per ingraziarsi il Vaticano? Direi nulla, non si pone limiti. Ed ecco l’ultima trovata che arriva dritta dalla “pancia” del movimento che andrà a formare la nuova inquisizione nel corso del Congresso per la famigghia tradizionale che si terrà il prossimo week end a Verona. Costoro hanno partorito un obbrobrio di disegno di legge che come sempre accade in questi casi può godere della promozionefin sulle pagine de L’Avvenire, lo stesso giornale che ogni tanto ospita interventi di “femministe” anti/Gpa giusto per strumentalizzarne la posizione a vantaggio dell’ideologia che il giornale rappresenta.

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Antiabortisti nei consultori toscani per accordo con la Regione

Il 7 marzo il gruppo consiliare della Regione Toscana Si Toscana a Sinistra presenta una interrogazione “In merito all’accordo tra Aziende sanitarie AUSL Toscana Centro, AUSL Nord Ovest e AUST Sud-est ed il Forum toscano delle associazioni per i diritti della Famiglia“. L’accordo pare sia stato siglato pochi giorni fa e si specifica che sarebbe stato finanziato dalla Regione Toscana con 65mila euro per “ognuna delle tre annualità previste, destinati alla progettazione e alla realizzazione di azioni e iniziative tra la rete consultoriale del servizio pubblico e la rete di servizio e sostegno multidisciplinare del Forum“.

Le domande, la risposta e la documentazioni sull’accordo potete leggerli sotto. Quel che a me interessa capire è come si sia arrivati al punto di far entrare i no-choice (loro preferiscono chiamarsi pro/life ma comunque sempre antiabortisti sono) nei consultori toscani. Ma la Toscana non era una regione laica? E davvero bastano le parole dell’assessora Saccardi a tranquillizzarci? A me non tranquillizzano affatto. E a voi?

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Vi racconto com’è abortire in un Paese in cui l’aborto è illegale

Lei scrive:

Carissima,

condivido la mia esperienza dopo aver letto, qualche giorno fa, la storia della ragazza di Roma che ha abortito, testimonianza che ho letto cercando di sospendere il giudizio e con gratitudine verso la persona che ha deciso di condividere un vissuto così intima. Spero che in qualche modo la mia esperienza possa apportare un contributo alla discussione e ringrazio chi avrà voglia di leggermi.

La mia esperienza ha avuto un impatto molto forte in tutte le sfere della mia vita, iniziando dal fatto che ho abortito in un Paese in cui l’aborto è illegale, proibito in ogni situazione, anche se è a rischio la vita della madre, anche se la gravidanza é la conseguenza di una violenza. Ho 29 anni e da tre vivo, per motivi di lavoro, in un Paese dove i diritti sessuali e riproduttivi delle donne sono una questione di classe, dove il corpo delle donne è sottoposto ad una violenza istituzionale inaudita.

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#NonFateFigli: Abortite il figlio dell’uomo violento

Foto di Joel Peter Witkin

Lei scrive:

Cara Eretica, posso aggiungere un motivo in più all’invito a non fare figli? Perché sì, ci sono delle ragioni per cui è meglio non farli i figli. Io per esempio non ne ho voluti perché ero troppo fragile per liberarmi da un uomo violento e fare un figlio mi sembrava un atto di grande irresponsabilità. Oltretutto lo vedevo come una specie di catena a vita. Sto cercando di liberarmi di te e faccio un figlio per dilatare la relazione all’infinito? Direi di no. Importa poco chiedermi se un figlio lo volessi o no. Ci sono determinate condizioni per le quali secondo me i figli è bene non farli.

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