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Picchiare le donne per “tutelare” embrioni

Lo diciamo da anni. Ogni azione dei fascisti è volta alla criminalizzazione delle donne. Se le donne vengono infantilizzate e la loro vita presa in mano da istituzioni paternaliste questo è ciò che accade. Noi, ridotte allo stato infantile secondo la ministra alla fertilità e le sue guardie pronte a manganellarci se dissentiamo, diventiamo uteri da educare secondo il principio dello ius corrigendi, il potere patriarcale di malmenarci per riportarci sulla retta via.

Noi, infanti, minorate, considerate incapaci di intendere e volere, esautorate del potere di gestione dei nostri corpi, diventiamo solo carne che per caso cresce attorno agli uteri.

Questa gente non ci considera persone. Per loro siamo corpi da colonizzare, menti da annientare, vite da svendere allo Stato per usarci come madri surrogate di figli da donare alla patria.

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Criminalizzare le donne per dominarle

Funziona così da parecchio. No-choice che vogliono decidere in senso autoritario per sottomettere le donne e i loro corpi. Governi di destra che tentano di cancellare la nostra voce attribuendo poteri ad una ministra che di fatto è chiamata a cancellare i nostri diritti.

Poi si accorgono che le donne sulle quali vorrebbero esercitare autorità hanno proprie opinioni e oppongono critiche. Ed ecco che si scatenano destrorsi e media generalmente misogini.

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Antifascismo e denatalità

Ancora verso il 25 aprile. La nostra liberazione.

I fascisti al governo sono tornati a raccontarci balle sulla presunta denatalità italica, fonte di sventura patriottica e cattivo presagio per tutti i pensionati.

La faccenda parte da lontano. Memorizzate quel che è successo negli anni in cui Mussolini segnò la colonizzazione dei corpi delle donne.

Un governo mediocre spaccia le proprie autoritarie ideologie per apocalittiche previsioni di disastro economico. Il tono è quello emergenziale. In Italia non si fanno più figli, dicono. Questo ci renderà più poveri, continuano.

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Contrattacco maschilista: il terrorismo no-choice

Nella storia che negli USA osserva la repressione delle lotte femministe degli anni 70/80 e la restaurazione maschilista dagli anni ’90 in poi, serve includere il terrorismo no-choice. Uno dei diritti che le femministe acquisirono fu quello di poter abortire. Maschilisti, misogini, antiabortisti fanatici, si allearono non solo per restituire potere al pater familias (l’unico che può decidere del destino della prole), con riforme sul divorzio e affidi di minori, ma anche per cancellare una legge che in assoluto toglieva loro autorità sul corpo delle donne.

Il movimento per i diritti degli uomini e dei padri si concentrò su divorzio e affidi ma non venne meno il loro supporto alle frange più fanatiche antiabortiste. Insieme, oggi, celebrano vittorie per il dopo Trump che per le donne significa cancellazione diritto all’aborto e ritorno alla schiavitù riproduttiva per il pater familias. In alcuni Stati tra quelli confederati Usa l’aborto infatti non è più legale.

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Uteri di donna che generano mostri: da Alien a Prometheus

Da Alien ad altri film di fantascienza si apprende quanto le femministe dicono da sempre: l’uomo ha il vezzo di fingersi creatore e non avendo strumenti per creare abusa dell’utero delle donne. Non è bastato inventare religioni che rafforzano il patriarcato estendendo il potere agli uomini sulle diaboliche femmine, responsabili della cacciata del paradiso e di mille altre stregonerie. Tutto pur di cacciarle in casa, sotto il potere di un uomo che abusa dell’utero femminile per creare la propria stirpe.

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Aborto, battito feto e Alien

La proposta della destra dice che se vuoi abortire prima devi vedere la foto dell’embrione e devi sentire il suo battito. Ora non so se prima delle tre settimane utili per abortire si possa udire alcunché ma tra questa proposta e l’altra scassa ovaie sui cimiteri per embrioni con obbligo di dare il nome a ciò che hai deciso di abortire è chiaro che ci sia una totale coerenza: far sentire le donne in colpa, criminali, prive di empatia mentre tu urli Viva Ripley e la ricordi con orgoglio mentre si tuffa sul fuoco per non cedere ai nazisti l’alieno inoculato tramite stupro.

Alien è una metafora perfetta per quel che vogliono dai corpi delle donne. Schiavitu’ riproduttiva e paternalismo d’accatto.

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La lezione di Fëdor Dostoevskij ne I Fratelli Karamazov: delitti e castighi, la severa/inutile punizione dello Stato e l’indulgenza “materna” della Chiesa

Il dettaglio sul romanzo potete approfondirlo leggendolo, ne vale la pena. Per il resto, se si tiene conto del fatto che l’impero romano si è appropriato di archetipi e miti religiosi ebraici, antecedenti alla presunta venuta di Cristo, per poi scagliarsi contro ogni forma di dissidenza, eresia, altra religione, cultura, giustificando razzismo, colonizzazione, misoginia, schiavitù, chi più ne ha più ne metta: per un bel pezzo della storia occidentale stato e chiesa hanno camminato di pari passo, osannando l’urgenza di quella o della tal’altra crociata, imponendo corversioni forzate, istituendo luoghi di raddrizzamento di femmine impudiche, regalando a suore e preti chiavi da secondini per ammansire chiunque non soddisfacesse i loro criteri, giustificando guerre e devastazione in nome di Dio, censurando e controllando la sessualità di donne e uomini, stabilendo arbitrariamente chi possieda un’anima e chi no. Potrei continuare all’infinito.

Il punto della questione è che la Chiesa continua a interferire nelle attività legislative dello Stato, puntando il dito contro donne che abortiscono, mentre svende indulgenze e accoglie nelle messe e nelle confessioni stupratori e assassini di donne. Spinge i parlamentari sponsorizzati dal Vaticano a criminalizzare gay, lesbiche, trans, poi accoglie in processione, a reggere le icone dei santi in sfilata per le strade, mafiosi e criminali.

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La Madonna è stata stuprata

È proprio così. A meno che non pensiate sul serio che sia stata ingravidata per virtù dallo spirito santo. Se non vi è chiara la faccenda pensate ad Alien o a Divina Invasione (di Philip K Dick). Solo una narrazione maschilista e patriarcale ha potuto narrare come nobilitante il fatto di usare l’utero di una donna senza chiedere il suo consenso.

L’arcangelo non le ha chiesto in prima battuta “oh tu Maria vuoi essere ingravidata?”. E dire che all’epoca non si parlava proprio di diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Dunque che scelta aveva quella donna? Nessuna. Salvo fare un matrimonio riparatore con un vecchio che si è accollato la moglie incinta e non di lui.

Quando parliamo di diritto all’aborto, giacché i cattolici interferiscono con la nostra narrazione, serve capovolgere tutta la storia che ci è stata catapultata contro. Dal peccato originale per una cazzo di mela alla gravidanza non consensuale esibita come “dono” da patriarchi e maschilisti.

Se la storia fosse stata raccontata da una donna di sicuro molti dettagli sarebbero cambiati. Per esempio alla comunicazione di gravidanza Maria avrebbe potuto esigere una pillola del giorno dopo dall’arcangelo. Chi, a parte un patriarca, può immaginare che l’utero di una donna sia a sua disposizione per generare un erede ovviamente maschio? In tutta la vicenda il ruolo della donna si riduce alla traghettatrice non consensuale di un alieno, per quanto nobilitata, o alla curatrice di ferite del maschio linciato o alla concubina pentita e redenta in grazia di quel buon alieno al quale viene dedicata una società in sua adorazione.

Questo ci dice molto su quel che pensano gli antiabortisti fanatici delle volontà delle donne. Le ignorano e se quelle donne sono quasi morte le tengono in vita artificialmente per poter permettere un parto post mortem. Cosa che è accaduta con tanto di sentenze contro la volontà di parenti e perfino dell’altro genitore. Donne come uteri fatti per essere ingravidati. Ma se qualcuno invade il corpo di una donna a sua insaputa è stupro. Se non c’è consenso è stupro. Se una donna viene obbligata a portare avanti una gravidanza che non ha scelto è stupro.

Dunque smettano di toccare le donne, inclusa Maria. Se mancano posti ci sono tanti migranti che sono lasciati in mare a crepare, immagino per una questione di purezza della razza. Se vogliono figli demoliscano i muri securitari e smettano di criminalizzare lo straniero.

Il corpo è nostro e lo gestiamo noi.

Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Il Femminismo secondo la Depressa Sobria, R-Esistenze

Politiche contro l’aborto

Uno dei doveri fondamentali delle donne è quello di riprodursi. Silvia Federici nel suo libro Calibano e la Strega parla di schiavitù riproduttiva e di maggiore misoginia nei momenti storici in cui il capitalismo aveva bisogno di più manodopera da sfruttare. La Federici parla con compiutezza del tempo dell’inquisizione in cui venivano punite le ostetriche e le donne sessualmente libere. Le ostetriche perché aiutavano nella pratica dell’aborto e le donne sessualmente libere perché non facevano sesso solo per riprodursi. Secondo la sua analisi la chiesa è sempre andata d’accordo con il capitalismo nel promuovere politiche antiabortiste e criminalizzare le donne che lottavano per il diritto alla libertà di scelta. Avrete sicuramente letto da qualche parte editoriali in cui si parla di denatalità e di contributi o sovvenzioni per favorire più nascite. Il nostro pianeta è abitato da 8 miliardi di persone e se realmente si preoccupassero di una suddivisione equa della ricchezza ci sarebbe lavoro per tutti e soprattutto le persone potrebbero spostarsi con più facilità da una nazione all’altra per trovare lavoro. Ma il capitalismo si basa sul fatto che il costo del lavoro resti basso e per rimanere basso deve esserci molta concorrenza e dunque un tasso di disoccupazione notevole che consente alle imprese di ricattare i propri dipendenti pagandoli molto meno rispetto a quel che meriterebbero. 

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In Italia lo stealthing non è reato: serve una legge!

Tra le altre storie pubblicate sulla pagina facebook di Abbatto i Muri per la Campagna #TuttaColpaMia oggi ce n’è stata una che ha suscitato abbastanza clamore ed è questa:

Sostanzialmente c’è un tale che si è tolto il preservativo all’insaputa della ragazza che quando se ne è accorta ha cacciato via a pedate il tizio e ha dovuto affrontare anche l’ostruzionismo del farmacista obiettore di coscienza che le ha dato la pillola del giorno dopo solo perché lei ha minacciato di denunciarlo. Togliere il preservativo senza il consenso della ragazza in altri Stati si chiama “stealthing” ed è un reato pari allo stupro. In qualche caso si parla di sanzione in altri di reato penale vero e proprio.

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MalaRazza e l’aborto precario

Avevo detto che vi avrei raccontato del mio aborto. Io e il mio compagno convivevamo da due anni e nonostante le precauzioni, all’improvviso, sbam! Io ero tentata ma avevamo deciso insieme che la nostra situazione era davvero impossibile. Non potevamo permetterci un figlio. Io troppo precaria e lui troppo impegnato nel lavoro per poter darmi una mano. Mi ha detto: se non sono in grado di pensare a noi due come vuoi che pensi anche ad un figlio? Certo, mi piacerebbe, ma tu sai come siamo messi. Non possiamo. E io sapevo che aveva ragione. Ha sempre avuto ragione. Conosceva i miei limiti e gli avevo detto che non avrei cresciuto un figlio da sola e che ancora ero troppo precaria, non potevamo contare su nessuno, non ce l’avremmo fatta.

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DIRITTO ALL’ABORTO – Accessibilità e problematiche in una prospettiva di genere

Bianca condivide con noi questo splendido contributo sperando possa essere d’aiuto a molte. In questo lavoro lei e Maddalena Beldì approfondiscono il tema del diritto all’aborto dal punto di vista della sua accessibilità e problematiche. Sanno bene che i diritti non sono mai conquistati per sempre perché sempre sotto attacco, ed è quindi necessario difenderli anche tramite l’informazione. Soprattutto in questo periodo giacché si assiste a una forte offensiva dei governi reazionari contro l’autodeterminazione delle donne e il diritto all’aborto, che seppur formalmente garantito presenta non poche criticità dal punto di vista della sua accessibilità, come dimostra lo stigma ad esso attribuito e l’obiezione di coscienza.
Bianca e Maddalena hanno analizzato la situazione italiana riguardo la normativa in materia di ivg, evidenziando anche come le diseguaglianze economiche e lo status di donna migrante ne condizionino l’accesso. Hanno inoltre passato in rassegna la situazione in alcuni Paesi del mondo, a dimostrazione del fatto che gli attacchi all’autodeterminazione delle donne rappresentino un problema a livello globale. Infine hanno voluto riportare alcuni esempi virtuosi di auto-organizzazione, mutualismo e pratiche di solidarietà reciproca nei movimenti. Sono infatti convinte che non saranno certo le legislazioni proibitive o restrittive e criminalizzanti a impedire che gli aborti accadano, bensì una maggiore educazione sessuale, una maggior prevenzione e accessibilità a metodi contraccettivi e servizi sanitari sicuri.

Il testo riportato in basso è scaricabile QUI come documento Pdf. Il pdf è completo di riferimenti e note che nel post non sono riportate.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, R-Esistenze

Persone trans senza diritti: le donne non sono le uniche persone che hanno bisogno di abortire!

Jack Qu’emi Gutiérrez

 

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Benz del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

di Alanna Vagianos

Anche gli uomini transgender e altre persone non binarie devono sottoporsi a procedure abortive. Ma nessuno parla di come le ultime svolte legislative in America hanno un impatto su di loro.

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Controlliamo i corpi sbagliati: perché il controllo del corpo delle donne è sempre in discussione?

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Giulia del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.

di Maria Guido

Quando avevo 24 anni ho avuto un aborto. Io ero innamorata del mio migliore amico, lui era innamorato della droga. Lo convinsi che potevo gestire la nostra situazione di amici con benefit, perché sapevo che non voleva niente di più. Non era quello che volevo, ma ero molto brava ad amare l’uomo sbagliato in quel momento della mia vita.

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