Dopo una notte trascorsa a vomitare, per via di una influenza orribile, provo a riconciliarmi con il presente fino a quando non accendo la tv e sento al tg3 di una donna e del suo nuovo compagno uccisi dall’ex che non poteva sopportare che i due trascorressero un felice natale insieme. Giuro che è quello che in tv hanno detto. Ho sentito di tutto a proposito di pretesti per compiere un femminicidio con vittime collaterali, ma mai avevo ascoltato di un assassino che nomina il natale. Esprimere la solitudine interiore e la disperazione per buon rapporto finito, attraverso l’assassinio, non mi pare una buona cosa. Non è un metodo di comunicazione proprio di chi desidera ascolto. Poteva farselo donare da uno psicologo o da una parente o un amico che avrebbero dovuto distoglierlo dall’obiettivo e dirgli che tutti abbiamo vissuto, più o meno, momenti tristi, ma mai abbiamo anche lontanamente pensato di ammazzare qualcuno. Semplicemente perché affrontiamo le sofferenze così come tutte le persone dovrebbero fare.
Se una persona dice che vuole andare altrove e vivere con un’altra persona di certo non spetta ad un ex manifestare prepotenza con la pretesa che lei sia sua o di nessun altro. La persona che vuole rifarsi una vita lontana da voi non è proprietà di nessuno e non può subire un delitto d’onore, perché di questo si tratta, commesso da chi non rispetta le sue scelte. Di mezzo ci sono sempre le scelte delle donne, la pretesa che essa si dedichi alla cura di un ex che pretende attenzioni – diciamo così – c’è di mezzo il non rispetto per il diritto di quelle donne a vivere secondo il proprio principio di autodeterminazione.