Antisessismo, Autodeterminazione, R-Esistenze, Sessualità, Violenza

In Italia lo stealthing non è reato: serve una legge!

Tra le altre storie pubblicate sulla pagina facebook di Abbatto i Muri per la Campagna #TuttaColpaMia oggi ce n’è stata una che ha suscitato abbastanza clamore ed è questa:

Sostanzialmente c’è un tale che si è tolto il preservativo all’insaputa della ragazza che quando se ne è accorta ha cacciato via a pedate il tizio e ha dovuto affrontare anche l’ostruzionismo del farmacista obiettore di coscienza che le ha dato la pillola del giorno dopo solo perché lei ha minacciato di denunciarlo. Togliere il preservativo senza il consenso della ragazza in altri Stati si chiama “stealthing” ed è un reato pari allo stupro. In qualche caso si parla di sanzione in altri di reato penale vero e proprio.

E in Italia? Questo reato non esiste. Alcuni dicono che volendo si può ricavare tra le righe che parlano del reato di stupro dove si dice che lo stupro viene commesso se in ogni fase del rapporto, qualunque essa sia, manca il consenso. Solo che messa così è parecchio difficile perché già nei tribunali si respira aria da medioevo per via del fatto che certi giudici non hanno ancora capito che non c’è più differenza tra atti di libidine e violenza carnale [Leggi la storia della legge sullo stupro], per cui li ritroviamo a misurare il centimetro in più o in meno di penetrazione per l’ammissibilità del reato di stupro [se egli eiacula fuori è stupro o la definiamo semplice molestia?], figuriamoci fornire ai loro confusi neuroni altri dati relativi allo stealthing.

Oltretutto ci muoviamo in un campo minato. Non è forse vero che tra i maschilisti ancora resiste il pregiudizio secondo cui sia la donna a fare buchini preventivi al preservativo per incastrare il povero uomo indifeso? Come se poi quel figlio non restasse sul groppone della suddetta donna. Invece no, dicono i maschilisti che la sanno lunga. Perché, citando il Malleus Maleficarum, si sa che la donna è astuta, prepara pozioni d’amore con il sangue mestruale e si dona al Caprone nero nelle notti di luna piena. Queste donne che portano seco il peccato originale, Eva sia benedetta!, mirano al portafogli dell’omo innocente. Per cui è impossibile che un uomo di siffatta intelligenza possa corrompere il pene-protector sapendo a quali veleni va incontro.

E questa è la fantascienza. Torniamo ora sul piano reale ovvero quello in cui l’uomo ha sempre tentato di controllare la sessualità delle donne perché esse generassero figli che inorgoglissero e continuassero la stirpe maschile. L’uomo controllore è talmente incattivito su codesto punto da voler a tutti i costi vietare l’aborto e non solo quello. Iniziano con il lavaggio del cervello fanatico fin da primo istante in cui si deposita il sacro seme (Amen!). Quindi l’obiezione di coscienza la troviamo tra i medici che dovrebbero dare la pillola abortiva (ru486), in alternativa all’interruzione volontaria di gravidanza tramite intervento chirurgico. Troviamo tra gli obiettori i farmacisti che ora hanno il dovere di vendere la pillola del giorno dopo e quella dei cinque giorni dopo anche senza prescrizione medica. Sono talmente concentrati sul fatto che l’utero delle donne debba restare al servizio del pater familias che non cedono il passo neppure se sconfitti dalla legge. Continuano infatti a inviare volontari no-choice davanti le cliniche in cui si pratica l’aborto, davanti alle farmacie, e poi mandano in giro petizioni per la realizzazione di cimiteri per embrioni abortiti cui la donna è costretta a dare un nome anche se non vuole (negli ospedali presentano un modulo con due opzioni: vuoi tu che l’embrione finisca nell’immondizia o nel cimitero, se scegli la seconda opzione dai un nome all’embrione). E vanno avanti così perché se dai un nome all’embrione e lo seppellisci secondo la legge cimiteriale chiunque abbia sepoltura è definibile come persona. Dunque se l’embrione, infine, poiché seppellito è persona allora la legge 194 non si può applicare.

Non vi basta? I no-choice continuano ogni anno a presentare appelli e altri documenti alla corte europea facendo leva sui sentimenti delle donne che hanno subito un aborto spontaneo. Dunque mettendo donne che vogliono un figlio contro quelle che non lo vogliono. E chiedono all’Europa insistentemente che l’embrione sia definito persona così da riportarci tutte all’anno zero fino a Gilead.

Dato che le cose stanno così è più che plausibile che sia l’uomo a sforacchiare il preservativo per mettere incinta una donna contro il suo, di lei, volere, che non il contrario. E se questo accade, dato che la legge sullo stupro che abbiamo è già monca di suo e permette troppo spesso la colpevolizzazione della vittima, sarebbe il caso di provvedere con una legge che parli specificamente di stealthing. Non solo: sarebbe il caso che il reato sia da considerarsi penale.

Dite che le donne sbucherellano anche loro? Il reato varrebbe lo stesso. Ma se penetri una donna mentre lei dorme e lo fai senza preservativo commetti due volte uno stupro. Che ne pensate?

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1 pensiero su “In Italia lo stealthing non è reato: serve una legge!”

  1. Noi italiani per tanto tempo ci siamo considerati fortunati. Non vivevamo in una dittatura, mangiavamo bene, per lo più avevamo il sole e il mare e i monumenti.
    Oggi chi vuol capire sa che siamo una succursale degli USA, che non siamo una “democrazia” di cui andar fieri, siamo sempre più poveri, abbiamo un mucchio di leggi insensate o che favoriscono il crimine, l’aria è sempre più inquinata e il mare… beh, gli accessi al mare, che dovrebbero essere praticamente gratuiti, per gran parte non lo sono. I monumenti e la cultura non sono considerati quanto dovrebbero: dicono che con la cultura non si mangia…

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