Antiautoritarismo, Antifascismo, Antirazzismo, Culture, R-Esistenze

Il fanatismo delle donne fasciste: le loro mani sui bimbi in nome della “nazione”

Questo documentario, in tedesco, sottotitolato in italiano su Netflix, assieme al più recente film Lettera a Franco (che vi consiglio di vedere), pongono l’accento sul particolare ruolo della moglie del dittatore Francisco Franco: Carmen Polo. Cattolica reazionaria, avvicina il marito all’Opus Dei che lo aiuterà a ottenere consensi presso cattolici e paesi timorosi del “pericolo comunista”, sostenne la tirannia del marito fino a sostituirlo nell’ultimo decennio di vita del dittatore, ridotto ad una purtroppo tardiva demenza.

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Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Il Femminismo secondo la Depressa Sobria, Precarietà, R-Esistenze, Welfare

Malattia mentale e prevenzione ed educazione al rispetto dei generi

Se parliamo di malattie mentali che colpiscono maggiormente le donne, come la depressione, i disturbi alimentari, l’agorafobia, dopo averle osservate e analizzate da un punto di vista di genere possiamo immaginare delle forme di prevenzione. Per prevenire i disturbi alimentari bisogna combattere il sessismo, il body shaming, i modelli estetici imposti. Voler essere magre non è sempre la dimostrazione che è quella donna si affetta da una malattia ma se si raggiungono stadi in cui si ritiene di poter avere il controllo su se stesse soltanto digiunando o stadi in cui si perde il controllo su tutto abbuffandosi e poi vomitando, siamo di fronte a un disturbo che si potrebbe prevenire se solo le pressioni sull’estetica femminile non fossero così enormi. Voler essere belle non e qualcosa di malvagio, non riuscire a vedere la propria bellezza perché non si somiglia ai modelli estetici imposti diventa invece patologico. Dobbiamo spiegare con attenzione che quei modelli non rappresentano la realtà delle tante donne esistenti al mondo, con corpi di ogni peso e misura e colore, con aspetti differenti l’una dall’altra. Dobbiamo spiegare che la diversità è un valore e se impediamo a quelle pressioni sessiste di insistere nel far sentire inadeguate le donne nei propri corpi potremmo prevenire patologie invalidanti che hanno certamente una derivazione anche culturale. 

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Contributi Critici, R-Esistenze, Ricerche&Analisi

Guarire dal trauma – I traumi riportati dai bambini vittime di violenza: un grave problema di salute pubblica

Articolo di Murielle Salmona

In lingua originale QUI.

Traduzione: Asia Fioravera del gruppo Abbatto i Muri

(Ndr.: Il testo è stato tradotto dal francese. Le statistiche riportate fanno dunque riferimento diretto alla Francia. I risultati presentati provengono da ricerche neuroscientifiche, psicologiche, legali, e socioeconomiche – per i riferimenti agli studi specifici, è possibile consultare l’articolo originale.)

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Antisessismo, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

San Valentino, il sessismo e il popolo del “fattela una risata!”

Sono tanti, di qualunque genere e sesso e quando decidono di banalizzare il sessismo lo fanno con tutte le loro forze. Impegnano energie che mai vedresti applicate quando c’è una discussione su una vittima di stupro (a meno di non vederli negare la cultura dello stupro). Insomma i pubblicitari, i creativi, se possiamo chiamarli così, non devono essere soggetti a critiche. Eppure quello che fanno si chiama “comunicazione” e nel corso dei decenni il marketing che dell’uso degli stereotipi sessisti ha fatto un’abitudine non è poi cambiato molto.

Ogni forma di comunicazione di questo tipo mira a rafforzare gli stereotipi invece che distruggerli, demolirli, sovvertirli.  Le pubblicità sessiste non sono quelle in cui lei è seminuda, per capirci. Se pubblicizzi intimo per donne lei deve indossarlo e la modella fa il proprio mestiere. Certe pubblicità sono chiaramente sessiste e altre in maniera subdola. Quelle subdole le lasciamo ad un altro post. Ora ci occupiamo di quelle esplicite. Vendere un prodotto alludendo al fatto che assieme a quel prodotto avrete una donna a 90° non fa ridere. E’ sessista. Fare pubblicità ad una discoteca con lo slogan “Perché sedurle quando puoi sedarle” non è cosa da ridere. E’ sessista. Non siamo noi a mancare di senso dell’umorismo ma sono alcune persone che si occupano di marketing a usare sempre stereotipi sessisti per vendere.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze, Storie

Uccidere mia madre, per andare avanti

Lei scrive:

Cara Eretica, in questi giorni state parlando molto di violenza sui bambini e di madri violente e io volevo raccontare la mia storia. Mia madre non tirava solo schiaffi, non erano quelli a farmi male. Era la sua maniera distruttiva, una specie di tornado che distruggeva tutto quello che incontrava. Urlava spesso, la sentivo arrivare e il mio cuore batteva forte. Avrei voluto nascondermi ma non sapevo dove. Ero già grande eppure non capivo e soprattutto non capivo le sue contraddizioni. Come fai ad essere una donna tanto amabile all’esterno e così distruttiva dentro casa? Prendersela con me o con le mie cose per lei era lo stesso. In cinque minuti era in grado di mandare letteralmente in pezzi la mia stanza e io restavo lì a raccogliere i pezzi. Poi mi chiedeva scusa e io non ero in grado di ribellarmi fino a quando non ho avuto la forza di allontanarmi da lei. L’ho cercata a lungo, ho tentato di volerle bene e di farmi voler bene ma non ci sono riuscita e dolorosamente l’ho lasciata andare, lei mi ha lasciata andare. Se ho avuto dei genitori decenti quelli sono stati i miei nonni, anche se erano la causa diretta della violenza di mia madre. Era cresciuta in un luogo sbagliato e non aveva avuto alternativa se non quella di assimilare i loro metodi. Questo però non la giustifica. Non la giustifica affatto.

Certe volte avrei voluto che lei avesse abortito. Perché farmi nascere per poi darmi la colpa della violenza che mi faceva subire? Mi sono spesso detta che sentirmi vittima non aiuta granché e allora ho provato a stare meglio con me stessa. Lei con il tempo ha ammesso le sue responsabilità ed è andata in cura per depressione ma, per quanto io sappia che la sua vita sia stata molto difficile, cresciuta anche lei tra tanta violenza, non sono riuscita a perdonarla. Qualcuno dice che dovrei cominciare da lì per dedicarmi a me stessa ma non riesco e non penso che dovrei. Sono grande ormai e so che restare ancorata alla visione adolescenziale della vita non mi aiuta ad andare avanti, non riesco ad andare avanti, ma anch’io merito aiuto. Non ho fatto figli e credo di non volerne fare mai. Ci sono andata vicino una volta ma non me la sento. La violenza è dentro di me e non potrei risparmiare quel dolore ad un bambino. Non so se riuscirei a spezzare quel maledetto cerchio. Forse potrebbe servire a farmi meglio capire mia madre ma non posso crescere sulla pelle di un figlio. Meglio di no.

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Antiautoritarismo, La posta di Eretica, R-Esistenze

Ancora a proposito dei bambini in carcere

In risposta al mio post sui bimbi in carcere Giulia invia questo messaggio che condivido con voi. Buona lettura!

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Ciao Eretica, ho visto che si sta parlando molto di bambini in carcere in questo momento e pur dispiacendomi moltissimo per quello che è successo a Rebibbia, vorrei fare alcune precisazioni affinché il dibattito sia più informato e più proficuo. Se tu avessi voglia di pubblicare questo messaggio te ne sarei grata 🙂

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Affido condiviso, Antiautoritarismo, Antisessismo, Critica femminista, R-Esistenze

Ddl Pillon: dove sta l’interesse per i minori?

In rete si discute molto del ddl Pillon sull’affido condiviso o, per meglio dire, dei vari cambiamenti proposti a modifica del diritto di famiglia. Mi piacerebbe parlarne nel merito e senza generalizzazioni. Soprattutto mi piacerebbe discutere ridefinendo, senza ricorrere all’emergenzialità, i tempi che precedono l’eventuale discussione e approvazione di un ddl. Spero che questa variazione sul tema possa invitare ad una discussione civilmente politica.

Faccio una sintesi dello stato dell’opera. Il ddl è stato presentato e dopo deve seguire un iter passando attraverso le varie commissioni chiamate a dare un parere. All’interno delle commissioni in genere si richiamano altri ddl sul tema che sono stati presentati nella precedente e in questa legislatura. Al momento il ddl pillon è fermo alla commissione giustizia. Dalla relazione introduttiva si capisce che nell’ultima seduta della commissione giustizia il ddl è stato presentato. Poi vengono presentati anche gli altri ddl per mirare ad una sintesi che li comprenda, includendo gli emendamenti che “aggiustano” il ddl prima che venga rilasciato dalla commissione. Si prevedono audizioni parlamentari (la lista dei soggetti da ascoltare mi dicono sia già chiusa) che si rivolgono a specifici contesti e gruppi che possono offrire un parere e tra questi ovviamente ci saranno i sostenitori e le sostenitrici del ddl e la sua controparte – voglio ben sperare – con i centri antiviolenza e varie associazioni contro. Per finire: l’iter, così come la democrazia impone, dura mesi o addirittura anni e quel tempo serve per i passaggi tra senato e camera in cui altri mille emendamenti possono essere presentati dalla maggioranza e dall’opposizione, per rallentare o velocizzare la discussione.

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Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze, Recensioni

“Cosa dirà la gente”: storia di una ragazza, tra conflitti culturali e ricerca della libertà

Cosa dirà la gente è un film, distribuito da Lucky Red, che narra la storia realmente vissuta da Iram Haq, protagonista e regista di quest’opera.  Lei nasce da una famiglia pakistana – migrata in Norvegia – e vive una vita a metà. Rispetto per le tradizioni a casa e voglia di integrarsi a scuola, con gli amici, altrove. Quando il padre scopre che lei ha un amore adolescenziale la rapisce e la consegna ai parenti che vivono in Pakistan.

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Antiautoritarismo, Antifascismo, Autodeterminazione, Contributi Critici, R-Esistenze

Legalità: spazi di manovra tra giustizia e conformità

di Monica Scafati

La legalità è un concetto che prende le mosse dalla Rivoluzione Francese, e che tra alterne
vicende viene ad essere considerato in qualche maniera come sottinteso, e per tanto
lasciato il più delle volte inespresso. Passando ad analizzarlo nello spazio-tempo circoscritto
della recente storia italiana, il concetto di legalità riemerge esplicitamente nel dibattito
pubblico intorno al 1995.

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Antisessismo, Critica femminista, R-Esistenze

Quando scopri che un carnefice è solo una persona

Ho ricevuto il messaggio di una donna che ha voluto condividere quello che pensa su una serata trascorsa con un uomo che aveva picchiato la moglie. L’ho pubblicato perché è fondamentale che si capisca quanto sia sbagliata l’idea che si ha del presunto mostro, così come viene definito, ogni qual volta si parla di atti violenti. I mostri non esistono, parliamo di persone che hanno tante contraddizioni e di cui ci stupisce la complessità. Come dire che anche un nazista piangeva lacrime vere, aveva una famiglia e amava i suoi figli. Uno tra i tanti meravigliosi messaggi lasciati da hannah arendt è quello che parla della banalità del male. L’uomo violento è banale, è una persona comune, non ha le corna né la coda, non è un diavolo e demonizzarlo non fa bene a nessun@, soprattutto alle sue vittime.

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Antisessismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, Storie

I peggiori nemici degli uomini sono gli uomini stessi

Questa sollecitazione ha un significato ben preciso che trovate descritto QUI

 

Ho deciso di parlarne perché non riesco più a convivere con questo orribile segreto. Ho 32 anni e sono sereno, apparentemente, ma ho terribili problemi nella socializzazione con altri uomini. Non posso prenderli sul serio, non so come comunicare con loro e non riesco a sentire empatia nei loro confronti. Dicono che i traumi col tempo passano. I miei non sono passati e non credo passeranno nel prossimo futuro.

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“Offendi le vere vittime di violenza” – disse il/la benaltrista

Giornate dense di narrazioni, personali, difficili, che rinviano all’infanzia, all’adolescenza, all’età adulta, di bambine, ragazze e donne che tentano di buttare fuori il proprio disagio per sentirsi meno sole ed avere certezza di quel che la propria percezione aveva loro già chiarito.

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Uomini che non sono educati a percepire la violenza

Lui scrive:

Cara Eretica,

ho letto il tuo testo sulla cultura sessista che condiziona le vite delle donne fin dalla nascita. Hai giustamente citato stereotipi che riguardano anche gli uomini e vorrei approfondire perché è necessario dire che ci sono uomini che sono altrettanto vittime della cultura maschilista. Vorrei anche parlare delle contraddizioni e dei segnali ambigui che caratterizzano i comportamenti di alcune donne nei confronti degli uomini. Lo dico perché penso che questa sia una battaglia da combattere insieme e non gli uni contro le altre. Specifico che io non ritengo che le donne siano nemiche. Vivo costantemente a contatto con le donne e non mi sento discriminato né nutro alcuna spinta discriminatoria nei loro confronti. Da qui, parafrasando il tuo testo, mi permetto di descrivere la mentalità che condiziona gli uomini fin dalla nascita.

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E’ così che i bulli e le bulle spingono una ragazza al suicidio

Lei scrive:

Ciao Eretica,
Vorrei che questa storia fosse letta perché molte ragazze/i si sono suicidati/e in queste situazioni per quel che ho potuto ascoltare nei tg e ci tengo a sottolineare il fatto che nessuno se l’è cercata.

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Ordinarie storie di medioevale follia

di Goffry

(Poco tempo fa mi è capitato di vedere il film francese del ’93 “Les visiteurs – I visitatori”, in cui due uomini del Medio Evo, Goffredo l’Ardito e il suo scudiero, si ritrovano catapultati nei giorni nostri, dove i loro comportamenti appartenenti a tutt’altra epoca si traducono in un susseguirsi di gag e situazioni surreali. L’ho trovato molto divertente e ho pensato di ispirarmi a quella stessa ironia e a quei paradossali anacronismi per raccontarvi, con i dovuti adattamenti, un episodio che mi è successo proprio poco tempo fa, in cui per un attimo mi è sembrato di essere tornata a pregiudizi d’altri tempi.)

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