Antiautoritarismo, Antifascismo, Antisessismo, Autodeterminazione, R-Esistenze

Non siete femministe: come i catto-fasci antisemiti

Cibo, vomito, sigarette, malessere, lettura, scrittura. Non so se è bene leggere qualcosa che a pelle potrebbe farti ribrezzo ma ci sono riuscita, fino in fondo, perché è bene conoscere il tuo nemico e perché un libro fuori da ciò che consideri “utile” potrebbe regalarti una visione più chiara di alcune cose.

Per esempio: leggere un libro catto-fascista che giustifica l’operato di catto-antisemiti della seconda guerra mondiale, ti fa capire che chi scrive non sa di fornire prove a chi vuole sapere come gli sia venuto in mente, ai catto-fasci, di stare in silenzio e supportare il nazifascismo. Sapevano tutto, lo sapevano, degli ebrei, dei forni, dei gas, eppure temevano di più i “bolscevichi” e identificavano – come da steretipo antisemita – l’ebreo per scorgere il bolscevico, dicevano che gli scritti fasulli, inventati da zar russi antisemiti, sui presunti savi di sion, erano veri e pensavano che tanto poi avrebbero potuto dirigere fascismo e nazismo come volevano, come fossero marionette. L’importante era che la chiesa cattolica non venisse toccata e fruisse di tutti i privilegi possibili. Comprati per trenta denari, direbbe cristo, mentre tanti suoi simili sono finiti sulla croce per colpa vostra. Vostra, di voi catto-fasci.

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Creature cyborg, questione di genere,cultura dello stupro

Ogni volta che scelgo di guardare un film, una serie, in cui si parla di robot spero che non replichino cliché che vogliono le creature cyborg piegate al volere degli umani. Spero che non ci sia qualcuno che le crea per farne l’uso che legalmente gli uomini non possono più agire sulle donne. Spero che non appaiano idioti che vogliono usarle pensando che non ci sia bisogno di chiederne il consenso. Spero che non servano per riprodurre la cultura dello stupro che vuole una donna disponibile sempre e comunque. Spero che l’umanizzazione dell’androide non avvenga solo perché si scopre che l’androide può generare un figlio.

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Litvinenko e l’assassinio targato Putin

Questa serie ricostruisce gli anni di battaglie legali fino al riconoscimento da parte del governo britannico e della corte europea per i diritti umani del fatto che il dissidente russo, poi cittadino inglese, fu uno dei vari obiettivi dell’assassinio di stato con l’uso del polonio, firma inconfondibile dell’azione di eliminazione di tutto ciò che si oppone a Putin. L’altro metodo è l’avvelenamento con gas nervino o l’esecuzione con arma da fuoco come fu per Anna Politkovskaja, giornalista che denunciava la crudeltà del regime russo nella guerra in Cecenia.

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#Legittimadifesa: quando la violenza è economica

Mio padre teneva i soldi che guadagnava lavorando e li spendeva come voleva salvo distribuire una paghetta a mia madre che doveva, attraverso quella, pensare alla spesa, alle bollette, a tutte le esigenze dei figli. Mia madre non ebbe mai in comune il conto con mio padre e quando le chiesi perché non lo lasciava, giacché lui mi massacrava di botte, lei disse che non voleva finissimo in mezzo alla strada. Una delle cose che mio padre fece fu quella di privare mia madre perfino di una minima proprietà della nostra casa che lei aveva ricevuto in eredità dai genitori. Dunque tutto era sotto il controllo ansioso e paranoico di un uomo che pensava di essere l’unico a poter gestire per bene le nostre vite e l’economia familiare.

A differenza di ciò che si pensa, e traggo ciò dalle tante storie ricevute e ascoltate in tanti anni, questa forma di subdola violenza non è affatto isolata ma è molto diffusa. Ho letto spesso frasi come “lui non mi picchia e mi compra quel che mi serve”, si afferma questo senza capire che in quel preciso istante, quando è lui a decidere cosa serva a te e cosa no, tu non hai il controllo della tua vita e della sfera economica che pure, secondo contratto matrimoniale, ti appartiene. Le nostre nonne tentavano di supplire a questo genere di carenze mettendo sotto il materasso i soldi risparmiati dalla spesa. Le signore più giovani si chiedono come faranno a mollare il marito violento se non hanno lavoro e reddito e pensano di non avere diritto a nulla di quel che il marito guadagna. I mariti, d’altro canto, fanno di tutto per far credere che innanzitutto solo a loro spetta l’onere di guadagnare per la famiglia, lasciando alla moglie il compito della cura e dell’educazione dei figli, e se più moderni sollecitano la moglie a trovarsi un lavoro solo perché uno stipendio non basta più, come a risollevare l’ansia del patriarca, giammai per l’indipendenza stessa della donna.

Se un uomo ha manie di controllo spinge la donna a depositare anche il proprio stipendio sul conto del marito, perché lui solo potrà gestire con oculatezza quei soldi. Mio padre diceva che mia madre era spendacciona, nulla di vero, in realtà lui era l’unico che gestiva risorse familiari per accumulare beni di cui godeva in solitaria. La favola della femmina che non sa gestire il denaro e lo sperpererebbe in cose frivole giunge intatta fino a noi, perché la cultura non cambia, al punto che l’ex marito si oppone al pagamento degli alimenti per i figli adducendo come motivazione la natura sperperatrice e intrinsecamente avida della ex moglie. Non li spenderebbe per i figli ma per andare dal parrucchiere e fare la manicure. Profumi e imbellettamenti e niente balocchi per me, narrava una antica canzone che resta nell’aria come un mantra utile ai maschilisti.

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L’invenzione di Dracula e altri miti misogini e sessisti

Una delle storie che viene citata sul libro Mostruoso Femminile è quella di Mercy Brown, ragazza morta in New England, a Exeter nel Rhode Island. L’ultima di una serie di vittime morte nella sua famiglia per tubercolosi fu ritenuta responsabile del contagio del fratello che per esorcizzare il male bevve una pozione fatta di organi della sorella. Mercy fu trafitta, da ciò che si narra, con un paletto e poi ridotta in cenere. L’ignoranza in materia di contagio sulla consunzione (ingerire organi di una malata non era il massimo per evitare la tubercolosi) e quella sui gradi di decomposizione di un cadavere fece ritenere che i gas esalati dal corpo fossero giudicati un “gemito” e che la crescita di capelli e unghie (al ritrarsi della carne continuano a crescere dopo la morte per un breve periodo) rappresentassero la prova che la ragazza fosse in realtà una non-morta, una vampira contagiosa e dispettosa che dopo essere crepata per malattia doveva perfino essere impalata e punita al suono di molti Amen.

Ci sono vari casi della cronaca ottocentesca tardo europea che sono contrassegnati da simili pregiudizi, alcuni risalenti ad epoche lontane e territori orientali in cui si davano i morti in sacrificio a vari Dei per evitare che la loro sfortuna si abbattesse sui parenti in vita. Nelle nostre zone puritane invece capitava di seppellire vive alcune persone in coma. Cosa che creò l’abitudine di collegare un campanellino alla bara, nel caso il morto volesse segnalare la propria vitalità. Per i vampiri invece, responsabili di tutti i mali del mondo, si preferiva fissarli al terreno con il paletto, per evitare che andassero in giro indisturbati, poi si poneva la lapide in fondo per bloccare corpo e testa della persona deceduta.

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Donne che amano i serial killer

Guardando una puntata di Dark Tourist, su Netflix, si possono vedere decine di donne, giovani, in tour per toccare con mano o evocare il fantasma del serial killer Jeffrey Dahmer. Quest’uomo, ormai morto ammazzato in prigione dopo aver subito una condanna di diversi ergastoli, attirava giovani asiatici o afroamericani in locali omosessuali e poi li violentava, squartava, alcuni li usava come cavie per renderli docili e di compagnia, altri li smembrava e ne mangiava i pezzi. Aveva progettato un altare con teschi e pezzi di cadaveri che lui era pronto a contemplare dalla sua poltrona. Questa la storia che potete approfondire ovunque.

Quel che il documentario mostra invece non è soltanto il gusto dell’orrido da parte di giovani donne in cerca di sensazioni forti, ma cercano addirittura delle giustificazioni, qualcuna lo dipinge come un solitario bisognoso di compagnia, altre si offrono per curare chi abbia pulsioni del genere, con sindrome da crocerossina che sappiamo non salverà le loro vite. E’ davvero terribile non solo che esista un turismo di questo tipo, ma che attragga persone che possano immaginare ci sia fascino nello smembrare, violentare, mangiare corpi.

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Il fanatismo delle donne fasciste: le loro mani sui bimbi in nome della “nazione”

Questo documentario, in tedesco, sottotitolato in italiano su Netflix, assieme al più recente film Lettera a Franco (che vi consiglio di vedere), pongono l’accento sul particolare ruolo della moglie del dittatore Francisco Franco: Carmen Polo. Cattolica reazionaria, avvicina il marito all’Opus Dei che lo aiuterà a ottenere consensi presso cattolici e paesi timorosi del “pericolo comunista”, sostenne la tirannia del marito fino a sostituirlo nell’ultimo decennio di vita del dittatore, ridotto ad una purtroppo tardiva demenza.

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La lezione di Fëdor Dostoevskij ne I Fratelli Karamazov: delitti e castighi, la severa/inutile punizione dello Stato e l’indulgenza “materna” della Chiesa

Il dettaglio sul romanzo potete approfondirlo leggendolo, ne vale la pena. Per il resto, se si tiene conto del fatto che l’impero romano si è appropriato di archetipi e miti religiosi ebraici, antecedenti alla presunta venuta di Cristo, per poi scagliarsi contro ogni forma di dissidenza, eresia, altra religione, cultura, giustificando razzismo, colonizzazione, misoginia, schiavitù, chi più ne ha più ne metta: per un bel pezzo della storia occidentale stato e chiesa hanno camminato di pari passo, osannando l’urgenza di quella o della tal’altra crociata, imponendo corversioni forzate, istituendo luoghi di raddrizzamento di femmine impudiche, regalando a suore e preti chiavi da secondini per ammansire chiunque non soddisfacesse i loro criteri, giustificando guerre e devastazione in nome di Dio, censurando e controllando la sessualità di donne e uomini, stabilendo arbitrariamente chi possieda un’anima e chi no. Potrei continuare all’infinito.

Il punto della questione è che la Chiesa continua a interferire nelle attività legislative dello Stato, puntando il dito contro donne che abortiscono, mentre svende indulgenze e accoglie nelle messe e nelle confessioni stupratori e assassini di donne. Spinge i parlamentari sponsorizzati dal Vaticano a criminalizzare gay, lesbiche, trans, poi accoglie in processione, a reggere le icone dei santi in sfilata per le strade, mafiosi e criminali.

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L’invenzione di jack lo squartatore: la vera storia sulle vittime

Hallie Rubenhold, nel libro Le cinque donne, traccia non solo la storia documentatissima delle vittime del presunto serial killer (Mary Ann Nichols, detta Polly – Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly), mettendo in discussione anche l’esistenza stessa di Jack the Ripper, attribuendone la definizione comoda al sensazionalismo dei giornali e alla stessa cultura vittoriana che trovava facile raccontare il femminicidio come destinato a prostitute, ma traccia storicamente un’epoca fatta di cambiamenti sociali che sono ben descritti in letteratura da Dickens, Wilde, Eliot (pseudonimo maschile di Marian Evans).

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Donne politiche che criminalizzano e rubano la scena alle militanti femministe

Qualcuna scrive che il femminismo si dà la zappa sui piedi perché non ammette che le proprie istanze siano oggetto di normalizzata istituzionalizzazione. Beh, non è il femminismo che tenta di smantellare il diritto alll’ivg ma un certo gruppo di donne in politica che usa alcune delle istanze femministe come brand per riaffermarsi quando perdono consensi. Le stesse donne in politica che poi si oppongono al ddl zan, all’identità di genere, all’inclusione trans e ai diritti delle sex workers.

Queste donne sono le stesse che si intrufolano in manifestazioni di movimento per cavalcarle e trarne utilità normalizzando e spostando sempre più a destra il discorso politico femminista. Le donne non sono tutte uguali, non sono tutte femministe. Si concentrano sul diritto all’aborto oggi? Perché mai nelle amministrazioni a guida pd hanno approvato l’istituzione i cimiteri per embrioni obbligando le donne a scegliere tra scarto e sepoltura con tanto di nome all’embrione abortito? Perché mai le amministratrici dei comuni a guida pd hanno votato delibere per il decoro che penalizzano e sanzionano la presenza di sex workers in strada respingendole ai margini dove è più facile fare loro del male? Perché nelle amministrazioni a guida pd si sono discusse mozioni contro l’identità di genere appoggiando le deliranti e offensive teorie di transfobe che vorrebbero un femminismo solo per donne di nascita? Perché certe parlamentari pd hanno fatto strenua opposizione al ddl zan e non consentono che si parli di identità di genere e di violenza di genere?

Lo sdoganamento di certi destrismi l’hanno fatto loro dunque cosa vorrebbero dal movimento femminista adesso? Conviene si rivolgano ai contesti da cui pare traggano voti, quelli che permettono la pubblicazione dei loro articoli si Avvenire e Famiglia cristiana. Facciano fiaccolate con gente di chiesa, com’è naturale che sia a questo punto. E smettano di fare le vittime e descrivere le femministe che lottano per tutte come estremiste e cattive. Lo hanno già fatto, tentando di prendersi il merito per una grande manifestazione anni fa, presentandosi per essere intervistate e quando furono cacciate dissero che le femministe erano violente. Non è così. Io c’ero. Violenza è quella di chi tenta di accreditarsi come femminista quando in parlamento porta avanti istanze totalmente opposte.

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Pagare visite non disdette per fobia da comunicazione: la burocrazia della salute mentale

Il giorno in cui mi resi conto di avere un problema cercai di rintracciare il capo del filo per raggomitolarlo e trarne l’illusione di poter tenere insieme il caos della mia vita. Lessi libri e articoli per tentare di razionalizzare quello che non potevo razionalizzare e alla prima seduta da uno psichiatra, specializzando in disturbi alimentari, andai con una diagnosi, dissi che stavo sprofondando nella depressione e nell’isolamento e che mi era quasi impossibile fare cose che per altri sembravano normali. Chiedere aiuto, rispondere al telefono, recarmi da un medico, andare in farmacia, organizzare una mia eventuale agenda di appuntamenti. Secondo le regole della Regione in cui vivo il reddito del mio compagno (pur se impiegato per la maggior parte nel pagamento dell’affitto e delle bollette) supererebbe di un minimo una certa fascia che non mi consente di pretendere la gratuità degli interventi sanitari e della prescrizione dei farmaci. Perciò per 15 anni ho pagato ticket e farmaci che secondo il ministero non rientravano in quella rete di necessità al punto da stabilirne la disponibilità gratuita per chiunque. La difficoltà di comunicazioni telefoniche e la totale alienazione di certi miei periodi di chiusura in me stessa mi hanno impedito di disdire alcuni appuntamenti e qualche giorno fa la burocrazia mi ha presentato il conto facendomi pagare non solo i ticket delle visite che non ho fatto ma anche le more per il ritardo del pagamento. Questi sono i paradossi che ho dovuto affrontare in questi anni in cui da un lato tentavo di tenere sotto controllo quel che potevo di me stessa e dall’altro venivo punita perché non ero in grado di farlo. 

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Donna al governo? Nulla da celebrare!

Articolo su Repubblica di oggi.

C’era da aspettarselo. Qualcuno celebra la vittoria di una donna di estrema destra in quanto donna e la mette sullo stesso piano di una Nilde Iotti e di Tina Anselmi, entrambe reduci da una resistenza antifascista combattuta nella seconda guerra mondiale. Donne che contribuirono a scrivere la nostra Costituzione non possono essere messe sullo stesso piano di quelle che vogliono riscriverla con programmi che richiamano in modo chiaro ad una linea politica che l’estrema destra non ha mai abbandonato. Più natalità, quindi schiavitù riproduttiva delle donne, blocco dell’immigrazione, che prelude a decreti sicurezza di vario tipo, più potere alle prefetture di mussoliniana memoria, educazione di giovani al nazionalismo e a ritrovare l’orgoglio patriottico e nazionalista (si dovrà cantare l’inno di Mameli nelle scuole e torneranno le divise nere o dei giovani balilla?). Severità promessa per chi lede il “decoro” e già immagino multe e sanzioni a omosessuali e lesbiche che si baciano o si tengono per mano per strada. Si traccia la rotta per una difesa delle donne in senso patriarcale e paternalista, ovviamente dall’immigrato visto come aggressore senza toccare la questione di genere.

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Documentari da vedere

Il primo parla di lotte volte a far luce sulle verità storiche di cosiddetti eroi colonialisti e razzisti la cui parte oscura viene ignorata e mai restituita alle vittime. Si svolge in Gran Bretagna ma le lotte in tal senso arrivano dagli Stati uniti e si sono diffuse in tutta Europa. Lo trovate su Netflix.

Il secondo, ancora su Netflix. Nazisti e fascisti al servizio della Cia, in tedesco, sottotitolato in italiano, con interviste a fascisti italici ancora impuniti e riferimenti a criminali e stragisti che hanno fatto danni in tutto il mondo protetti dalla Cia. A questo proposito vi suggerisco di leggere Educazione Americana, libro di Fabrizio Gatti.

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La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze, Salute Mentale

Figlia di anoressica/bulimica: non mi sono sentita amata

Lei scrive:

Salve, sono la figlia di una donna anoressica e bulimica. Vorrei tentare di spiegarvi cosa ha significato per me sopravvivere alla sua malattia. Sono stata causa dei chili che ha preso quando mi ha partorita e crescendo mentre lei tentava di tenere sotto controllo sé stessa teneva sotto controllo anche la mia alimentazione. Fintanto che sono rimasta longilinea, con un peso che le aggradava e le rinviava il riflesso di quel che lei avrebbe voluto essere non ho avuto problemi. Quando ho cominciato a mangiare autonomamente e mia nonna mi porgeva una merendina, lasciandomi davanti al televisore acceso ad abbuffarmi, mentre mia madre era lavorare, ho iniziato a prendere peso e ho visto negli occhi di mia madre tutto il suo disprezzo.

Dapprincipio non capivo e pensavo che lei non mi volesse bene, leggevo nei suoi occhi la delusione e talvolta l’ho accontentata accompagnandola nelle sue folli maratone per scalare qualche caloria percorrendo chilometri assieme a lei. L’adolescenza invece come tutti sanno è un momento di ribellione e per me quella ribellione è diventata poter ingrassare fottendomene di quello che pensava mia madre e convincendo me stessa che lei non mi amasse e pensando di poter fare a meno del suo amore. La sua vicinanza per me era devastante perché mi ricordava le mie debolezze e dai suoi occhi notavo la repulsione nei miei confronti o almeno così pensavo.

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Fame da morire: disturbi alimentari e info generali

Qualche riflessione sui disturbi alimentari. Non riguarda solo le mie abbuffate, l’immobilità conseguente, la voglia di procrastinare e delegare, l’isolamento, l’incapacità di riprendere il controllo. Non riguarda l’irritabilità, la sonnolenza dovuta a farmaci e al metabolismo messo a dura prova. Ho tentato di darmi delle regole, una sorta di disciplina. Il divano non è più il mio luogo preferito ma mi sposto alla scrivania che mi spinge a leggere e lavorare meglio. La bulimia si compone di una dipendenza patologica da cibo. L’incapacità di autocontrollo rivela scarsa autostima e se l’autocontrollo consuma zuccheri cosi si spiegano le ricadute e la voracità per i medici. Qualcuno dice che nel cervello di una bulimica la dopamina viene consumata troppo alla svelta e ne consegue la ricerca di un piacere effimero che deriva dall’abbuffata.  Sulle persone affette da disturbi alimentari ricade lo stigma da puritanesimo igienista o salutista. Lo stesso che viene citato da chi chiama devianze anoressia e bulimia. È utile sapere che l’immagine del corpo su un preciso peso medio ha origine dalle ricerche delle aziende che facevano assicurazioni sulla vita in America e che hanno imposto a tutti il loro cifrario statistico, incluso peso e forma media del corpo “sano”. Viene meno l’interpretazione soggettiva della nostra immagine, senza contare le differenze di etnia e fisicità nei differenti luoghi del mondo. Il mio culo da afro-siciliana non avrebbe mai ottenuto il patentino di salute “giusta” da un’azienda USA di assicurazioni sulla vita che viene formulata scandendo i criteri di salute di un corpo meritevole di una polizza sulla quale l’azienda investe senza rischiare di dover pagare perché la persona assicurata muore anzitempo.

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