Il dettaglio sul romanzo potete approfondirlo leggendolo, ne vale la pena. Per il resto, se si tiene conto del fatto che l’impero romano si è appropriato di archetipi e miti religiosi ebraici, antecedenti alla presunta venuta di Cristo, per poi scagliarsi contro ogni forma di dissidenza, eresia, altra religione, cultura, giustificando razzismo, colonizzazione, misoginia, schiavitù, chi più ne ha più ne metta: per un bel pezzo della storia occidentale stato e chiesa hanno camminato di pari passo, osannando l’urgenza di quella o della tal’altra crociata, imponendo corversioni forzate, istituendo luoghi di raddrizzamento di femmine impudiche, regalando a suore e preti chiavi da secondini per ammansire chiunque non soddisfacesse i loro criteri, giustificando guerre e devastazione in nome di Dio, censurando e controllando la sessualità di donne e uomini, stabilendo arbitrariamente chi possieda un’anima e chi no. Potrei continuare all’infinito.
Il punto della questione è che la Chiesa continua a interferire nelle attività legislative dello Stato, puntando il dito contro donne che abortiscono, mentre svende indulgenze e accoglie nelle messe e nelle confessioni stupratori e assassini di donne. Spinge i parlamentari sponsorizzati dal Vaticano a criminalizzare gay, lesbiche, trans, poi accoglie in processione, a reggere le icone dei santi in sfilata per le strade, mafiosi e criminali.
Se lo Stato dichiara di voler imporre dure punizioni, ad espiazione e redenzione dei peccati, criteri comunque derivati da un residuo di valori cristiani, la Chiesa non è permeabile alle innovazioni morali, all’accettazione del diverso, ad un sano “farsi i cazzi propri” relativamente alle vite relazionali e sessuali delle persone. La cultura misogina della Chiesa insiste nella restrizione e nel regresso sulle leggi in tema di aborto. Si vedano le decisioni in Stati USA e le intenzioni manifestate in Europa e in Italia dalle destre reazionarie e fasciste.
Per ottenere i propri obiettivi, di controllo morale sulla vita delle persone, la Chiesa non teme di colludere con dittatori, stragisti, stupratori, colonizzatori, assassini. Non teme di colludere con mafiosi che traggono profitto sulla schiavitù della povera gente. A nulla valgono i sermoni che non seguono pratiche reali se non da preti che spesso vengono scomunicati o minacciati di scomunica perché predicano il principio di povertà e solidarietà prima che di omertà e collusione con pezzi peggiori di umanità.
Se in un tempo remoto lo stupratore e assassino poteva temere l’inferno dopo la morte, salvo assoluzione dopo lauta donazione alla chiesa, oggi l’azione morale della chiesa serve solo in termini di mortificazione, incoerente umiliazione, dei soggetti più fragili della società: le vittime. Non parlo solo di donne ma di tutte le persone che rischiano di essere massacrate da un sistema che si regge su una stratificazione di poteri pienamente partecipata dalla chiesa.
Non mi farei i cazzi della chiesa se questa non si facesse i miei. Giusto per chiarire. Le ingerenze ecclesiastiche continuano a tacitare il dissenso con minacce di denunce per il vilipendio a quella che altri hanno deciso essere la religione di Stato. In Sicilia sappiamo bene come i mafiosi diventano i primi a sfilare nelle fiaccolate religiose. Gli assassini vengono assolti in confessione, non si capisce bene sulla base di cosa. L’assoluzione garantisce loro una accettazione sociale, una legittimazione che non viene attribuita alla donna divorziata, quella che abortisce, quella che non ha figli, quella che non accetta ruoli di cura, quella che non elegge il martirio come propria condizione.
La stessa dinamica delle canonizzazioni è un lucroso affare per chi le approva e chi le esorta. Ma noi sappiamo che, da prima di Ipazia e ancora in seguito, alle donne non è mai stato riconosciuto alcun valore che non fosse quello di femmina di casa, moglie e madre. Dio, patria e famiglia non è solo una filosofia fascista ma imposta anche dal clero.
Con che coraggio uomini che non hanno un utero continuano a sputare sulle scelte delle donne in fatto di aborto, che devono essere libere e assistite sanitariamente. Con che coraggio chi accoglie e assolve in confessioni assassini, stupratori e pedofili poi continua a imporre un giudizio morale sulle scelte d’amore e sessualità delle persone etero, gay, lesbiche, trans, bisex, intersex. Con quale diritto preti che non ammettono l’esistenza della violenza di genere, insistendo sulla durata dei matrimoni, spesso interrotti per la violenza dell’uomo contro la moglie, continuano a imporre un modello “morale” di famiglia, giudicando aberranti e anormali tutti gli altri. Con che diritto clericali che negano la violenza su minori nelle fantastiche famiglie eterosessuali poi decidono di negare alle coppie omosessuali di poter crescere figli.
Avete mai sentito di una scomunica verso un femminicida, uno stupratore, un criminale? Io no. Invece sono state giudicate eretiche, bruciate, perseguitate donne libere, ostetriche che aiutavano donne ad abortire senza indurle a crepare, donne che non chinavano il capo di fronte ad un uomo, donne che non si lasciavano intimidire da inquisitori e torturatori di ogni tipo.
Ancora dobbiamo subire lo sbraitare violento di antiabortisti che se ne fottono della vita delle donne e immaginano di dover preservare un semplice embrione. Ancora dobbiamo subire inviti a seguire corsi di correzione per gay e lesbiche, affinché tornino sulla retta via, quella eterosessuale, senza tra l’altro concedere verità sulla promiscuità di preti fedeli al celibato solo a parole. Che tipo di esperienza menzognera e illusoria possono fornire costoro, dall’alto delle loro vite ingannevoli, sessualmente frustrate, giudicanti e astiose?
Rispetto la religiosità di tutti. Ho marciato al fianco di preti antimafia che sono stati poi ammazzati. Ho marciato con preti antirazzisti e antifascisti che sono stati scomunicati o costretti in parrocchie periferiche e punitive per le loro azioni di solidarietà concreta. Ho visto le difficoltà di preti che si adoperavano per accogliere immigrati mentre la legge dello Stato e la collusione della chiesa diceva loro che non avrebbero dovuto farlo. Conosco donne di religione cristiana più aperte di vedute di altre presunte laiche. Il problema non è la religione ma il dogma che non stabilisce un confine tra spiritualità e fanatismo, identità soggettiva e giudizio morale sulle vite altrui. Il dogma che spaccia quel che è cultura per “natura”.
Si può non essere per l’aborto ma pretendere una legge che lasci alle donne la libertà di decidere. Smettendola di creare finti consultori con obiettori di coscienza e fanatiche che colpevolizzano e criminalizzano le donne a spese dello Stato (le famose associazioni private con contributi istituzionali). Smettendola di boicottare le scelte di ciascuna e rendere impunita l’obiezione di coscienza in fatto di assistenza sanitaria. Immagino che quegli obiettori non hanno problemi a operare un mafioso con problemi cardiaci. Eppure non vogliono fornire assistenza ad una donna che sceglie di abortire.
Accetterò come rispettabili, pur senza condividerle, le ragioni della chiesa solo quando la chiesa caccerà via stupratori, assassini, criminali, dittatori, stragisti, fascisti, omofobi, dalle sue fila. Diversamente vedrò in essa solo un nemico in più che fornisce legittimazione e assistenza morale a chi dovrebbe invece riflettere su quel che vuol dire non aver ricevuto, ancora per responsabilità della cultura catto-fanatica, lezioni di rispetto deigeneri e di sessualità consapevole e consenso.
Ricordate che per i cattolici lo stupro era un reato contro la morale, ovvero contro la proprietà del corpo di donna assegnata ad un uomo, per transizione un reato contro quell’uomo. Le donne senza appartenenza se la cercavano, ancora oggi quella mentalità insiste nell’attribuire la colpa di stupri e femminicidi alle donne libere. E no, non ci interessa il martirio, né la canonizzazione. Semplicemente evitate di mettere il naso nelle mutande delle donne. E’ morboso, incoerente, ossessivo, disgustoso. Riduce al nulla il reale valore “morale” che la chiesa pretende di rappresentare oggi.
Ve lo dice un’Eretica. Che legge anche Dostoevskij.
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Da anarchico ormai attribuisco enorme potere in senso negativo, ovvero la capacità di improntare negativamente le vite delle persone, più allo Stato che alla Chiesa.
Rifletti: se in un piccolo villaggio tribale africano un membro commette un grave errore, questi viene allontanato dal villaggio (o magari tolto di mezzo in altri modi). Invece noi altri, che viviamo in una società che si dice molto più civile di quella, di fronte a stupratori, mafiosi e lanciatori di sassi dal cavalcavia… che facciamo? Li rimettiamo in libertà dopo qualche tempo (delle volte appena mesi!). Così, per esempio, ancora dobbiamo confrontarci coi rimasugli della banda della magliana che ancora rompono il ca. Oppure una donna che si è lasciata con un compagno violento finisce che se lo ritrova sempre lì, ad attentare alla sua salute psicofisica. E questa sarebbe civiltà?!
Qui il vero colpevole è facile da capire chi sia, e rimane impunito: lo Stato. E non mi venissero a dire che la gente la pensa come chi fa e applica le leggi! E’ una falsità. La gente non starebbe tanto a pensarci e uno stupratore, ad esempio, lo farebbe fuori! Dunque loro, lo Stato, le leggi, per chi le fanno? Le fanno per loro stessi, che infatti sono i peggiori criminali. Sono stupratori, mafiosi, corrotti, piduisti, ecc…