La posta di Eretica, Personale/Politico, Violenza

Il mio ragazzo mi picchiava. Io costretta con lui per il Corona Virus

Lei scrive:

Cara Eretica, credo di non dire niente di nuovo quando descrivo la trappola in cui mi sono trovata per mesi per via del Corona Virus. Il mio (ora ex) ragazzo è venuto a trovarmi dalla città in cui vive (abitiamo a chilometri di distanza) e poi tutto è stato bloccato e io mi sono trovata a vivere in un incubo. Capisco che la situazione creata poteva essere claustrofobica ma lo era per entrambi, eppure ad essere violento era solo lui. Lo conoscevo ma non avevamo mai passato insieme più di due giorni.  Ci vedevamo nei week end, io andavo da lui o viceversa, e tutto sembrava magnifico. Così mi sono ritrovata assieme ad un uomo geloso, insicuro, narcisista e violento.

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La posta di Eretica, MalaRazza, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze

Le ingenuità di MalaRazza

In questi momenti di disoccupazione mi vengono in mente cose che mi ricordano per lo meno ciò che sono o ciò che ero. Adesso mi sento avvilita e invidio lui e il suo modo di ritrovare la calma dando perfino un nome ai malesseri psicosociali che ci rendono quel che siamo. A volte disadattati e altre volte solo rassegnati. Calma a tempo, perché appena arriva l’attimo sputa un vaffanculo su un commento facebook e poi chiude tutto e va a cercare notizie sullo sport.

In altri momenti avrei avuto la forza di fare cose in maniera decisa, con una determinazione da guerriera. Prendi il momento in cui stavo muso a muso con un tale che non voleva farmi entrare in un raduno per campeggiatori di sinistra. Una di quelle cose che organizzi assumendo un fascista come buttafuori. “Perché non parli tu?” – diceva rivolgendosi al mio amico. E faceva finta di non sentirmi. “Di’ alla tua ragazza di fare silenzio”. E lì, all’unisono: “Non è la mia ragazza” – “Non sono la sua ragazza”. Machista di merda. Vuol parlare con l’uomo. Io non valgo niente? Mi senti? Sono qui. Alla fine abbiamo scansato le botte perché si sono decisi a chiamare uno dell’organizzazione.

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La posta di Eretica, Personale/Politico

Il mio post parto gemellare così tanto complicato

Lei scrive:

Ciao Eretica,
Dopo mille pensieri e mille volte che volevo scriverti, ma che non ho mai scritto adesso penso sia giunto il momento.

Sono madre da 8 mesi e sono gemelli, ho 38 anni e sono disoccupata, il mio compagno si fa carico di tutto. Dette queste generalità, cercherò di spiegare il mio stato emotivo che non è per niente positivo. Tutto inizia dal concepimento, confusione mista a gioia, dieci anni prima ho praticato una interruzione di gravidanza volontaria, scelta difficile e mi sono ripromessa che mai più avrei ricorso a questa pratica, perciò c’è poco da spiegare, l’età di entrambi per essere genitori è più che matura. Qualcosa di questa gravidanza mi disturba, all’epoca, cioè lo scorso anno, stavo per rimettermi in gioco con il lavoro e progetti indipendenti, ero al top.

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Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze

#NonFateFigli: Abortite il figlio dell’uomo violento

Foto di Joel Peter Witkin

Lei scrive:

Cara Eretica, posso aggiungere un motivo in più all’invito a non fare figli? Perché sì, ci sono delle ragioni per cui è meglio non farli i figli. Io per esempio non ne ho voluti perché ero troppo fragile per liberarmi da un uomo violento e fare un figlio mi sembrava un atto di grande irresponsabilità. Oltretutto lo vedevo come una specie di catena a vita. Sto cercando di liberarmi di te e faccio un figlio per dilatare la relazione all’infinito? Direi di no. Importa poco chiedermi se un figlio lo volessi o no. Ci sono determinate condizioni per le quali secondo me i figli è bene non farli.

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Autodeterminazione, MenoePausa, Personale/Politico, R-Esistenze

Felice anno nuovo e il dovere di fare da dama di compagnia

Per le feste tante persone si impongono di essere felici. Parlo di quelle che felici non lo sono per davvero. A me questo obbligo sta stretto. Se sono incavolata il giorno prima non capisco perché devo fingere di non esserlo quello dopo. Una delle cose che delle feste odio di più è dover rispondere a chi pensa che di mestiere tu faccia la dama di compagnia. Ti voglio tanto bene, stiamo insieme da anni ma questo non ti autorizza a pensare che io sia una tua appendice. Non sono obbligata ad accettare l’invito dei tuoi amici e non mi importa dei ricatti che mi imponi se per caso dico di no. Litighiamo vivacemente, ci siamo dette cose non molto carine, siamo di pessimo umore.

Io non sono di quella generazione di mogli/conviventi/compagne che fanno finta. Mi vuoi portare dai tuoi amici? Allora posso venire con la mia voglia di dirti il male che mi hai fatto. Non posso ricucire le ferite per una sera e poi fare finta che non sia successo niente. Non sono una donna di rappresentanza. Non sono tenuta a mostrare quanto siamo felici quando in realtà per oggi vorrei solo guarire le mie ferite. Non posso farlo se il tuo ricatto riguarda il fatto che tu guadagni più di me. Se è di soldi che si tratta allora pagami. Altrimenti: vuoi andare? Allora vai, da solo. Ma tu dici che se non vengo non vai neanche tu. Tanto per farmi sentire in colpa. Fai come vuoi. Io me ne starò qui ad oziare, senza dover sforzarmi di fare conversazione con persone che non conosco, perché non le conosco.

Non faccio molta vita sociale in generale. Ho le mie idiosincrasie, i miei limiti. Non puoi obbligarmi. Se invece proprio vuoi, come dicevo, allora firmiamo un contratto per cui mi paghi quando ti accompagno fuori e a casa però non devi pretendere niente. Io sono apparenza o sono sostanza. Non so essere le due cose. Non puoi volermene per questo. Non siamo più negli anni ’50. Non sono una compagna attaccata alla tua divisa pubblica. Non devo rappresentare il modello di vita perfetto che tu vuoi mostrare ai tuoi amici. Ma sono amici per davvero? Se non puoi dire come ti senti e non puoi andare da solo immagino non lo siano poi tanto. Dunque sono conoscenze. Il fatto che mi rinfacci cose che hai fatto per me e torni su questioni irrisolte con la violenza verbale che a volte ti contraddistingue mi fa pensare che tu non ti renda conto di quello che io faccio per te. Sono niente se non ti seguo nel tuo itinerario di facciata. E dunque cresci, per favore, e non pretendere che il mondo ruoti attorno a te. Non pretendere di censurare i miei sentimenti, le mie emozioni. La rabbia è solo una di queste. Non ammazzare le mie critiche dicendo che se non vengo allora è già finita. Mettiamo la parola fine, se il nostro rapporto conta così poco da non poter sopravvivere ad una scansata prova pubblica.

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Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze

Donna che ha superato la menopausa cerca uomo più giovane con cui fare sesso

Nel corso della mia vita ho avuto diverse relazioni e la cosa che consideravo più importante è sempre stata l’affinità sessuale. Stare con una persona che non mi piace non è bello e so che dico questo perché me lo posso permettere. Ho un lavoro, sebbene precario, e sono abbastanza autonoma da non aver bisogno di una presenza costante nella mia vita. A chi mi dice che dovrei fare figli e pensare alla vecchiaia dico che sono già una donna matura e quando rischierò di essere dipendente da qualcuno preferisco scegliere di finirla. Che vita sarebbe dopotutto?

Tante donne che ho incontrato restano con uomini che non desiderano più. Non fanno sesso da tanto tempo e restano insieme per paura del cambiamento, perché non hanno il coraggio di lasciare un posto sicuro per lanciarsi di nuovo nella costruzione di una vita basata sulla precarietà. Ma vedo i loro volti, le loro espressioni, e so che non sono felici. Possono raccontarsela mille volte e in vari modi ma la verità è che se non fanno del buon sesso sfioriscono, stanno male e finiscono per sognare ad occhi aperti qualcuno che le faccia sentire di nuovo vive. Sembrano parole vuote, luoghi comuni, e rispetto ogni scelta e ogni preferenza possibile. Ciascuno trova felicità come e dove vuole. Io non riesco a trovarla nella staticità, nella routine e non importa se sono adulta, non più così attraente e con molti chili in più. Non mi affido ad una persona ringraziando il cielo di averla trovata.

Voglio e chiedo del buon sesso. Una vita affettiva che dipenda dal presente e scambi intelligenti e sensuali. Non piaccio a molte persone, ne sono consapevole e non è più facile come lo era quando avevo 20 o trent’anni ma non importa se ricevo un rifiuto. Mi piace provarci. Non virtualmente perché di amanti virtuali ne ho avuti e non mi soddisfano tanto. Alla fine preferisco mollarli quasi subito. Mi piacciono uomini in carne e ossa più giovani, come ad alcuni uomini piacciono donne più giovani. A loro è permesso e a me no? I tempi sono cambiati e non mi considero patetica o sola nelle mie decisioni.

Mi piace innamorarmi e sentire una passione che non resta per sempre ma sono felice di poterla provare perché dà senso alla mia vita, mi spinge a fare scelte creative e mi fa sentire bene. Mi piacciono più giovani, legati alla voglia di esistere, generosi nel sesso e che mi mostrino desiderio, con attenzioni e approcci che rispettano me, come donna, come persona, per la mia intelligenza e il mio corpo. Ci sono tanti uomini single là fuori e per quanto possa sembrarvi strano mi capita frequentemente di incontrare uomini di vent’anni meno di me che vogliono accasarsi. Io invece no, nel modo più assoluto. Lo stereotipo della donna adulta che vuole una persona accanto non mi appartiene.

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Autodeterminazione, Culture, Precarietà, R-Esistenze, Recensioni

Racconti di donne che sfidano la morale e amano persone più giovani

Love and Fortune è una serie tv tratta da un manga evidentemente interessante. La serie è disponibile su Netflix con sottotitoli in italiano, per chi ha voglia di vederla.

Ambientato in Giappone, parla di una donna che sfida la morale comune per seguire i propri sogni. Combatte contro stereotipi che la vorrebbero sposata e con figli, lascia il fidanzato e si innamora di uno studente del liceo con le sue stesse passioni: il cinema, i film, l’arte visiva. Nonostante le difficoltà economiche decide di lasciare il suo lavoro aziendale per realizzare un progetto che le sta a cuore.

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Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze

La maternità è un lusso da ricchi. Per le precarie, invece, è schiavitù!

Prendi l’aborto, per esempio. Ti dicono che devi fare nascere bambini in continuazione. Chi parla non ha di certo problemi economici o, ne sono certa, è un uomo misogino che attribuisce alle donne il peccato di non aver generato discendenti per farlo felice. Discendenti che poi avrebbe dovuto quasi certamente mantenere lei, da sola, perché di uomini che contribuiscono al mantenimento dei figli, specie se separati, ce ne sono pochi.

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Affetti Liberi, Antiautoritarismo, Antispecismo, Autodeterminazione, R-Esistenze

Ecco la vera natura della famiglia detta “tradizionale”

La famiglia tradizionale? Ma certo, è un incanto. Ve la racconto.

    • è patriarcale, prima c’è il patriarca e poi tutti gli altri.
    • è maschilista perché i ruoli di genere sono ben separati. la moglie pensa alla casa e al ruolo di cura e il marito lavora, fa carriera e quando torna a casa esige di essere servito perché si sa che la funzione di serva è cosa da donne.
    • è sessista perché si educa la figlia femmina a prepararsi alla riproduzione e a fare la moglie e se per caso è lesbica ci sta che viene accoltellata (successo davvero, che credete!). poi educa il figlio maschio a sperare in una sposa altrettanto sottomessa che possibilmente abbia letto tutta la trilogia masochista della Miriano.
    • è autoritaria perché decide come deve comportarsi e vestirsi una figlia femmina, come dovrà sedersi, comportarsi e quali scuole dovrà frequentare e quali invece no. al maschio saranno riservate raccomandazione su come egli dovrà godere di molti privilegi proprio in quanto maschio. potrà girare per strada a tutte le ore del giorno e della notte senza temere di essere stuprato, potrà descriversi come individuo virile al quale il padre padrone ordinerà di farsi più femmine che può. se non vuole farsene nessuna, se è gentile, se è gay, il padre dirà “meglio morto che frocio” (già successo anche questo). nel caso in cui egli stupri una ragazza la famiglia lo appoggerà e dirà che ella era la zoccola che l’ha provocato. lo dirà il padre e pure la madre.
    • è totalitaria perché attribuisce alla figlia femmina il coprifuoco, e di non attirare l’attenzione, di non vestirsi come una “zoccola”, di non uscire con quelle amiche libertine là, di non frequentare un uomo giacché è al marito che ella dovrà donare la verginità.
    • è femminicida perché nel caso in cui alle femmine di famiglia non piaccia la sottomissione e rivendichino il diritto alla libera scelta, quella di fare quel che vogliono e di lasciare il marito, per esempio, lui sarà legittimato ad ucciderle in quanto donne.

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Antisessismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze, Sessualità, Storie

Cos’è il sesso delle “donne”?

Da come balli si vede che sei una “calda”, dice un tizio al pub. Rispondo che la calura mi sale in varie occasioni. Attendo la menopausa per condividere tutto il mio sudore. Allora risponde che gli fa piacere che io sono una ragazza seria. Ma seria in che senso? Io non sono seria. La do volentieri e della serietà non so che farmene. Lui è disorientato. Certi uomini non sono abituati alle donne che gli tolgono i pensieri e le parole di bocca. Se lui non può forzarmi a dire che ci sto allora cosa gli resta da fare? Passa alla successiva, un po’ più ritrosa e io continuo a ballare volentieri. Mi sono sempre chiesta come sia possibile che esista tanta stupidità concentrata in un solo individuo, eppure di persone così ne incontro parecchie e non si tratta solo di uomini. Una collega un giorno mi vide in atteggiamento sospetto con un collega di grado lievemente superiore e disse alle altre che gliela davo per fare carriera. Però la mia carriera aveva raggiunto l’apice al quale può sperare una precaria. Lui mi piaceva e mi piacque ancora di più una sera che di punto in bianco mi si distese sulle gambe, fingendo di dormire, mentre mi toccava fino a farmi venire. Nel frattempo io ero impegnata in una conversazione particolarmente seria. Ebbi un orgasmo quasi muto. Solo il rossore al viso poteva tradire il mio stato. Mi giustificai togliendo la camicetta e restando in reggiseno. Che caldo, mammamia.

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Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze, Storie

Il disagio rimosso: ribellarsi alla precarietà

Lei scrive:

Cara Eretica,
ho una figlia di un anno e un lavoro precario, esattamente come il mio compagno.
Mi domando perchè.
Continuamente.

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Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, Personale/Politico, R-Esistenze, Violenza

Maschilismo 3.0: se lo conosci, lo eviti!

Sempre più spesso sui social si fanno vivi personaggi apparentemente innocui, non sempre di sesso maschile, anzi, li abbiamo anche di sesso femminile, che arrivano a spiegarci cos’è il “vero” femminismo. Fanno il paio con certe reazionarie “femministe” che praticano Donnismo e spiegano che tutte le donne dovrebbero pensarla allo stesso modo e che in quanto donne loro sanno, dalla nascita, cosa sia il vero femminismo.

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Quando lui buca i preservativi per metterti incinta

Lei scrive:

Vorrei proporre una riflessione sulla ragazza vittima di stealthing che ha scritto alla pagina. Mi riferisco alla ragazza il cui partner sessuale ha bucato i preservativi ingannandola, e che ora si ritrova a 19 anni con una gravidanza non voluta.

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La posta di Eretica, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze, Storia di L., Storie, Welfare

Storia di L.: nessun@ ti dà niente per niente

Non ho chiesto di nascere ma desidero continuare a vivere, nonostante tutto. Ringrazio chi ha letto la mia storia e ha inviato messaggi di solidarietà. Mi fanno bene, non sapete quanto. Mi danno la forza di alzarmi la mattina, pettinarmi, docciarmi e uscire per ricominciare. Sono andata ad aiutare una persona amica che aveva bisogno di una mano per spacchettare i pezzi del trasloco. Anche lei non sta benissimo economicamente ma ha un lavoro e questo fa la differenza. Si è trasferita in una casa più piccola, di una stanza e accessori vari, per risparmiare. Stava in affitto e quando mi ha chiesto se volessi trasferirmi in una casa da affittare in due ho detto di no. Non so davvero come potrei contribuire dato che non ho entrate sicure e non ho un lavoro.

Mi sono concessa un’uscita con un tizio che mi corteggia e che mi chiede sempre se non ho intenzione di sposarmi, ma io non voglio, è un’esperienza già vissuta ed è andata malissimo. E’ troppo tardi per ricominciare, specie se spinta da necessità economiche e da una richiesta che arriva da una persona che in realtà ha solo paura della solitudine.

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La posta di Eretica, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze, Storia di L., Welfare

Storia di L.: Condannata a “fine pena mai”

Sono Lorenza, la debitrice “anonima” e ho un’altra storia da raccontarvi. Meglio: vi racconto un altro capitolo della mia storia. Con 5 euro al mese ho tre giga per scrivervi e li uso al meglio che posso. Ho un indirizzo mail usato per lo più per inviare curriculum che tornano inesorabilmente indietro o che restano lì, in attesa, nelle mani di chi custodisce la mia privacy o può farne quel che vuole. Probabilmente mandare i curriculum significa anche offrire una profilazione che i vari siti di ricerca per lavoro vendono a qualcun altro. O forse è solo un caso e dunque la mia casella di posta si riempie di offerte di credito da parte di società usuraie che ritengono sia normale far fare debiti per pagare altri debiti. A volte sono le stesse società di recupero crediti che una volta comprati i pacchetti di debito ti offrono un prestito a tassi da usurai per tenere il cappio ben stretto intorno al collo.

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