Antiautoritarismo, Antifascismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

Picchiare le donne per “tutelare” embrioni

Lo diciamo da anni. Ogni azione dei fascisti è volta alla criminalizzazione delle donne. Se le donne vengono infantilizzate e la loro vita presa in mano da istituzioni paternaliste questo è ciò che accade. Noi, ridotte allo stato infantile secondo la ministra alla fertilità e le sue guardie pronte a manganellarci se dissentiamo, diventiamo uteri da educare secondo il principio dello ius corrigendi, il potere patriarcale di malmenarci per riportarci sulla retta via.

Noi, infanti, minorate, considerate incapaci di intendere e volere, esautorate del potere di gestione dei nostri corpi, diventiamo solo carne che per caso cresce attorno agli uteri.

Questa gente non ci considera persone. Per loro siamo corpi da colonizzare, menti da annientare, vite da svendere allo Stato per usarci come madri surrogate di figli da donare alla patria.

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Criminalizzare le donne per dominarle

Funziona così da parecchio. No-choice che vogliono decidere in senso autoritario per sottomettere le donne e i loro corpi. Governi di destra che tentano di cancellare la nostra voce attribuendo poteri ad una ministra che di fatto è chiamata a cancellare i nostri diritti.

Poi si accorgono che le donne sulle quali vorrebbero esercitare autorità hanno proprie opinioni e oppongono critiche. Ed ecco che si scatenano destrorsi e media generalmente misogini.

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Il Papa si appropria (malamente) del termine “femminicidio”

Si chiama Dignitas Infinita, dichiarazione curata da un prefetto e firmata dal Papa. il documento sarebbe stato frutto di un lungo parto del magistero papale che immagino si faccia i fatti delle persone che non vivono neppure in Vaticano. E indovinate un po’? Si concentra soprattutto, a ben vedere dai titoli delle news, su tutte le persone egualmente discriminate. Mentre le donne si trovano nel pieno di una battaglia in difesa della propria libertà di scelta nell’aborto, il documento usa il termine femminicidio, giusto nella maniera in cui lo intende la Roccella ovvero violenza sulle donne e non violenza di genere a tutto tondo il cui exploit finale è l’omicidio, per sdoganare l’obiezione all’aborto, il contrasto alle presunte “teorie gender”, di cui la commissione Onu per i diritti umani ci informa ampiamente stabilendo si tratta di un altro escamotage per contrapporsi alle persone gay, lesbiche, trans, intersex, alle relazioni omosessuali, alle famiglie omogenitoriali, ai bimbi nati in unioni omogenitoriali, dunque alle donne che volontariamente si prestano per generare bambini destinati ad esse.

Non solo. Usa il femminicidio per dichiarare settore in difesa della presunta dignità umana nientemeno che l’aborto. In definitiva si fanno gli affari delle donne senza neppure chiedere il loro parere. Si tratta di modalità paternalista e patriarcale. Cosa che i fascisti al governo hanno ampiamente recepito stabilendo che gli antiabortisti possono entrare nei consultori.

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Antifascismo e denatalità

Ancora verso il 25 aprile. La nostra liberazione.

I fascisti al governo sono tornati a raccontarci balle sulla presunta denatalità italica, fonte di sventura patriottica e cattivo presagio per tutti i pensionati.

La faccenda parte da lontano. Memorizzate quel che è successo negli anni in cui Mussolini segnò la colonizzazione dei corpi delle donne.

Un governo mediocre spaccia le proprie autoritarie ideologie per apocalittiche previsioni di disastro economico. Il tono è quello emergenziale. In Italia non si fanno più figli, dicono. Questo ci renderà più poveri, continuano.

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Antifascismo e diserzione delle donne

Verso il 25 aprile. La mia liberazione.

Sapete che l’occupazione fascista inizia sui corpi delle donne. Colonizzate dalla nascita, destinate ad adempiere al ruolo di cura, a fare figli per la patria e per la prosecuzione della stirpe maschile, le donne sono da lungo tempo trincerate sulle montagne. Eravamo partigiane prima e dopo ogni secolo di presunto progresso culturale. Siamo assediate perché spinte a rivestire un ruolo di genere preciso.

I nostri colonizzatori, pregni di maschilismo, misoginia, volontà di possesso, continuano a picchiarci, molestarci, stuprarci, ucciderci. Il revisionismo fascista compiuto da chi vive di privilegio maschile viene realizzato da lungo tempo. Negano sempre ogni responsabilità. Negano di aver abusato dei nostri corpi, di aver esercitato potere sulle nostre vite, di averci impedito di raggiungere indipendenza economica con stipendi equi e non diversi in rapporto al genere di appartenenza. Negano di avere l’assillo ad occupare posizioni di comando e a destinarci a meri compiti di vassallaggio, a funzioni decorative e di sollazzo, alla schiavitù riproduttiva.

Ci puniscono se disobbedienti, ribelli, indipendenti, libere, con volontà di gestire i nostri corpi. Ci ricattano o ci manipolano affinché restiamo mansuete. Ci massacrano con sensi di colpa se non siamo donne secondo i loro criteri, madri secondo la loro spinta culturale, mogli secondo il loro punto di vista.

Ho disertato il ruolo di cura. Sconto ancora adesso l’oppressione di genere e il senso di colpa indotto.

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Fascisti smantellano la sanità pubblica

Per chi se l’è bevuta, la faccenda dei fascisti al governo che avrebbero difeso i diritti del po.po.lo. questa sarà una doccia fredda. Va più o meno così.

Arrivo dal mio medico a discutere anche dei prossimi appuntamenti. Lei mi dice che presto potrei non trovare più nulla. “Qui chiudono tutto e ci saranno solo stanze vuote” – afferma con amarezza. Chiedo perché e dice che l’ultimo bilancio di governo ha tagliato altri fondi al SSN e che questo vuol dire che le regioni non riceveranno contributi a sostegno di persone che ne hanno bisogno. Per prime saranno massacrate le aree giudicate non urgenti, tra queste le attività di prevenzione, la psichiatria, le visite ginecologiche. Torneremo alle mammane. Poi taglieranno anche i servizi per pazienti a rischio, quelli con malattie terminali e via così.

Leggo le notizie per capire dove vanno i soldi rubati al SSN, non dimenticando che hanno fottuto il Reddito di Cittadinanza per persone indigenti. I soldi saranno ripartiti tra spese militari, realizzazione di “nuove opere”, tra le quali l’indispensabilissimo ponte sullo stretto, e altre varie ed eventuali. Da non dimenticare il furto di risorse all’istruzione pubblica.

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Torture in pronto soccorso: si fa per il Tuo bene!

Mi hanno trasportata alla svelta, avvolta in un fagotto che doveva sostituire il pigiama umido di urina. L’infermiera ruba il fagotto e mi lascia nuda, alla mercé di sguardi estranei, senza tende di protezione e con abbondanti passanti per il corridoio. Porta aperta, spettacolo garantito. Ho chiesto un lenzuolo e una coperta.

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La violenza dell’archivio: quando cancellano le tue narrazioni e la tua identità

Un libro da leggere (edito Codice edizioni) da cui vi ricopio un passo che possiamo riadattare alle nostre esigenze, motivo per cui mi arrabbio molto quando le nostre storie, la nostra capacità di narrazione, di prendere parola e di nominare quel che viviamo, viene censurata o osteggiata. Carmen Maria Machado scrive:

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L’Italia non è “sicura” per le donne

Nella prima puntata di Chi l’ha visto (online), a parte parlare della tragica storia di Giulia si denunciano due fatti che riguardano l’Italia:

proprio guardando un’intervista che discute del femminicidio due coniugi discutono, lei si preoccupa per la ragazza, lui un po’ meno, tira fuori il coltello, è solo l’ennesima lite, il figlio telefona ai tutori dell’ordine che deportano la donna e il figlio in casa protetta e lasciano lui comodamente in casa propria in attesa di non so cosa. Dunque di fatto è lei che viene punita e non lui. Perchè? Dicono che non l’hanno colto sul fatto, ed è raro trovarsi a passare per la camera da pranzo di una casa in cui lui brandisce un coltello. Diremmo dunque che le denunce per violenza domestica per prassi finiscono tutte allo stesso modo. Lei viene allontanata e lui premiato. Salvo non arrivare tardi, quando lei è già defunta. O no?

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Il coraggio delle figlie di Teresa Buonocore: giustiziata per aver denunciato un pedofilo


Il documentario propone una serie di interviste alle figlie, amiche, parenti, avvocate, che raccontano cosa sia successo dopo quello che è noto più o meno a tanti fra noi: ovvero dopo che Teresa Buonocore è stata giustiziata perché ha sfidato il sistema dell’omertà e ha denunciato il pedofilo che minacciava la propria e la vita delle figlie. Le ragazze non vogliono essere definite vittime, sono vincitrici, coraggiose, nonostante la perdita abbia causato tanti problemi.

Quel che non è noto a molti e che emerge da questo documentario (su Discovery channel) è che Enrico Perillo, condannato perché mandante del femminicidio e per pedofilia, ha assoldato Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, esecutori materiali dell’uccisione, mentre stava in libertà vigilata, nonostante fosse già sotto inchiesta per innumerevoli reati e nonostante la Buonocore avesse più volte denunciato gli atti intimidatori di cui era vittima. Non solo: durante il processo le parti civili non hanno potuto recuperare un centesimo di risarcimento perché, pur se con metodi a dir poco free, il condannato ha potuto chiamare in carcere un notaio e intestare tutti i suoi beni al fratello.

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Contrattacco maschilista: maniaci del controllo

Una delle faccende più inquietanti delle nuove riforme sul diritto di famiglia (divorzio+affidi dei figli) che riguarda gli USA è la manìa di registrare conversazioni e telefonate della partner per screditarla agli occhi dei giudici. Lei non ne è consapevole e lui controlla ogni cosa, di conseguenza attua un piano di attacchi provocatori per farla apparire isterica, cancellando poi le registrazioni compromettenti che per lui potrebbero significare una condanna per violenze domestiche.

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Contrattacco maschilista: scontro tra patriarchi

Lei scrive:

“Cara Eretica, seguo il tuo blog e ho letto gli ultimi post dedicati agli Stati Uniti. Ho pensato tante volte di scriverti ma ora posso farlo per dare un contributo, almeno spero. Vivo negli Stati Uniti, in uno degli Stati più conservatori che hanno subito ribaltato il diritto di famiglia e accolto le richieste dei Father’s right movement. Ho vissuto sulla mia pelle un’esperienza che non pensavo possibile. Sono nata e cresciuta qui, anche se i miei sono italiani e l’Italia per me è una seconda casa. Avevo fatto molti sforzi per crearmi uno spazio indipendente, soprattutto per allontanarmi da mio padre che pensava di essere Dio sceso in terra. Lavoravo, poi ho conosciuto un ragazzo, ci siamo sposati, abbiamo avuto un figlio, abbiamo divorziato. Inutile specificare i dettagli, non servirebbero o forse li immagini.

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Contrattacco maschilista: il padre rapitore di figli e femminicida

John Patrick Addis era un agente di polizia che grazie alla campagna dei Father’s Right Movement era riuscito ad ottenere di poter vedere i figli avuti con la prima moglie, la quale aveva denunciato di aver subito violenze per tutto il matrimonio. In una delle occasioni in cui lui avrebbe dovuto tenere i bambini li rapì e furono ritrovati solo qualche tempo dopo rinchiusi in uno stanzino mentre lui si spacciava per istruttore di palestra dopo aver assunto un’altra identità.

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Contrattacco maschilista: il terrorismo no-choice

Nella storia che negli USA osserva la repressione delle lotte femministe degli anni 70/80 e la restaurazione maschilista dagli anni ’90 in poi, serve includere il terrorismo no-choice. Uno dei diritti che le femministe acquisirono fu quello di poter abortire. Maschilisti, misogini, antiabortisti fanatici, si allearono non solo per restituire potere al pater familias (l’unico che può decidere del destino della prole), con riforme sul divorzio e affidi di minori, ma anche per cancellare una legge che in assoluto toglieva loro autorità sul corpo delle donne.

Il movimento per i diritti degli uomini e dei padri si concentrò su divorzio e affidi ma non venne meno il loro supporto alle frange più fanatiche antiabortiste. Insieme, oggi, celebrano vittorie per il dopo Trump che per le donne significa cancellazione diritto all’aborto e ritorno alla schiavitù riproduttiva per il pater familias. In alcuni Stati tra quelli confederati Usa l’aborto infatti non è più legale.

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