Quello che mi ha comunicato della morte di mia sorella, i cui debiti ricadono su di me, dopo un mese e solo per ragioni burocratiche. Sa dei miei problemi ma dice che devo affrontarli e mi manda messaggi ansiosi perché non ho ancora ottenuto rinuncia da avvocato incaricato.
Come un uomo d’altri tempi pone uno stigma sulle malattie mentali. La sua ultima lettera di anni fa mi scaricava addosso vagonate di livore ostile di merda adolescenziale mai evidentemente superata.
Preoccupato della vita di una madre alla quale è legatissimo mi ha sempre vista come la pecora nera, quella che dava problemi o peggio li inventava. Tutto ciò che mi riguardava era solo un capriccio e ora che devo risolvere un problema di debiti che non so come pagare per via della sua fretta a chiudere le questioni di successione pare sempre che sia tutta colpa mia.
Poi si chiedono perché io non possa chiedere aiuto alla mia famiglia. Non l’ho fatto e non posso farlo. Loro sono causa dei miei problemi coi loro legami disfunzionali e il modo di farmi sentire sempre orfana e indesiderata o inadeguata rispetto alla efficienza martirizzante della santa madre.
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