Antisessismo, Autodeterminazione, R-Esistenze, Sessualità, Violenza

In Italia lo stealthing non è reato: serve una legge!

Tra le altre storie pubblicate sulla pagina facebook di Abbatto i Muri per la Campagna #TuttaColpaMia oggi ce n’è stata una che ha suscitato abbastanza clamore ed è questa:

Sostanzialmente c’è un tale che si è tolto il preservativo all’insaputa della ragazza che quando se ne è accorta ha cacciato via a pedate il tizio e ha dovuto affrontare anche l’ostruzionismo del farmacista obiettore di coscienza che le ha dato la pillola del giorno dopo solo perché lei ha minacciato di denunciarlo. Togliere il preservativo senza il consenso della ragazza in altri Stati si chiama “stealthing” ed è un reato pari allo stupro. In qualche caso si parla di sanzione in altri di reato penale vero e proprio.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, La posta di Eretica, R-Esistenze, Violenza

Diciassettenne rischia di morire di aborto clandestino. Di chi è la responsabilità?

aborto-manifestazione

di Flavia Bennet

Giovedì, di sfuggita vedo un articolo del corriere con un titolo agghiacciante “Fa abortire fidanzata con farmaco acquistato online: lei rischia morte”.

La prima cosa che ho pensato è perché criminalizzare il fidanzato e dargli dell’assassino? E anche l’equazione minorenne/vittima non mi piace per niente. Magari l’avevano deciso insieme… o magari alla ragazza è sembrata una soluzione semplice.

A freddo riapro il link “Secondo quanto ricostruito, la ragazzina e il 20enne hanno acquistato su Internet un farmaco usato per procurare aborti.

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Copiose manciate di fumo negli occhi. Riflessioni sulla Francia e l’aborto

ManoGabbia_480Da Incroci de-Generi:

La notizia della recente riforma della normativa che in Francia regola l’aborto legale sta sollecitando in Italia entusiasmi un po’ troppo facili, a parere di chi scrive. Innanzitutto, l’aborto in Francia era già legale e permesso a tutte coloro che si trovassero in una situazione di sofferenza a causa del loro stato. Una clausola oltremodo vaga e facilmente aggirabile, che non sappiamo quanto  fosse di ostacolo concreto a coloro che volessero abortire, probabilmente non più di quanto lo sia l’obiezione di coscienza in Italia. Non mi risulta – ma forse è solo mia ignoranza – che in Francia, al di là delle recenti manifestazioni di solidarietà per le spagnole, ci fossero mobilitazioni per una riforma della legge sull’interruzione di gravidanza. Mi risulta però che le sex workers sono ancora in strada a protestare contro la recente legge abolizionista che le riguarda e a rivendicare il loro diritto all’autodeterminazione, inascoltate tanto dal governo francese quanto dalla ministra per i diritti della donne Najat Vallaud-Belkacem. All’improvviso, dopo una legge abolizionista, veniamo a conoscenza di questa riforma che molto semplicemente cancella una clausola e la sostituisce con un’altra: l’aborto sarà permesso a tutte le donne incinta che non vogliono portare a termine una gravidanza. Una modifica formale, dunque, che non sappiamo quanto inciderà sulla sostanza. Un po’ troppo poco per festeggiare la piena conquista della libertà di scelta, anche perché una conquista è frutto di una lotta e non di una disposizione calata, ex abrupto, dall’alto.

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