Ancora scrittura per la libertà. Continua da QUI. Stavolta è un po’ saggio e un po’ pamphlet polemico. Se vi piace una donazione mi fa sempre comodo. Ed ecco che inizia. Ogni riferimento a cose, città, fatti e persone è puramente casuale. Buona lettura!
Capitolo uno: reddito e una stanza tutta per sé.
Vi siete mai chiesti perché la maggior parte degli scrittori famosi sono uomini? Semplicemente perché potevano. C’erano scrittrici che dovevano firmarsi con nomi da uomini per poter essere pubblicate. Diversamente le donne dovevano badare alla famiglia e alla casa ed eventualmente elevare il prestigio del marito. Delle mogli degli scrittori sappiamo molto poco a parte forse per gli autori contemporanei. Gli scrittori paraculo dicevano che le proprie mogli li ispiravano e le trattavano da Muse anche se poi erano semplicemente le loro serve. Altri scrittori ebbero rapporti molto conflittuali con le donne che non riuscivano a trovare spazio per sé stesse dove c’era già una prima donna. La prima donna era il marito, ovviamente. Gli scritti delle donne sono stati per lungo tempo disprezzati ho sminuiti a rango di romanzetti rosa. Si diceva che solo gli uomini potessero scrivere di argomenti interessanti perché le donne erano legate hai emotività e sentimenti che derivavano dal possedere un utero. I romanzi scritti dalle donne venivano interpretati come troppo intimisti, troppo autoanalitici o autobiografici. In realtà le donne avevano un immaginario vastissimo e riuscivano a interpretare intere epoche in poche righe, riuscivano a dare vita a generi letterari a loro preclusi eccellendo in ogni caso.
Continua a leggere “La scrittura delle donne: capitolo uno”