Di tutte le conseguenze che potevo immaginare a partire dal lavoro che mi ha dato Raggia ce n’è una che merita di essere raccontata a parte. Già avevo detto che ho aiutato Raggia a organizzare il suo convegno sulle donne e dopo aver sistemato la grafica dei pieghevoli, scritto comunicati vari e corretto la presentazione, lei mi affida il compito di sfoltire una certa quantità di mail che stavano in attesa nella speranza vi fosse un contenuto accettabile.
Raggia è quel tipo di figura “politica” aperta alle comunicazioni con il mondo, sempre reperibile, una del popolo insomma, perciò, sebbene non sia in grado di gestire un account mail, il suo indirizzo mail “aziendale” è in mano a tutta l’umanità. Dalle persone che curano la sua comunicazione pretende un approccio paziente e una interlocuzione valida con chiunque. Mio dovere è perciò di selezionare tra le mail quelle che sono degne di risposta, anzi, spiego meglio, mio dovere è di prendere in considerazione le mail che sono state scritte da chi ha una minima influenza sull’elettorato. Devo poi rispondere fingendo di essere Raggia e provando a farla apparire al meglio delle sue possibilità.