Malafemmina

Malafemmina, Raggia e la stalker

Di tutte le conseguenze che potevo immaginare a partire dal lavoro che mi ha dato Raggia ce n’è una che merita di essere raccontata a parte. Già avevo detto che ho aiutato Raggia a organizzare il suo convegno sulle donne e dopo aver sistemato la grafica dei pieghevoli, scritto comunicati vari e corretto la presentazione, lei mi affida il compito di sfoltire una certa quantità di mail che stavano in attesa nella speranza vi fosse un contenuto accettabile.

Raggia è quel tipo di figura “politica” aperta alle comunicazioni con il mondo, sempre reperibile, una del popolo insomma, perciò, sebbene non sia in grado di gestire un account mail, il suo indirizzo mail “aziendale” è in mano a tutta l’umanità. Dalle persone che curano la sua comunicazione pretende un approccio paziente e una interlocuzione valida con chiunque. Mio dovere è perciò di selezionare tra le mail quelle che sono degne di risposta, anzi, spiego meglio, mio dovere è di prendere in considerazione le mail che sono state scritte da chi ha una minima influenza sull’elettorato. Devo poi rispondere fingendo di essere Raggia e provando a farla apparire al meglio delle sue possibilità.

Tra le mail che una politicante riceve, in special modo se dice di occuparsi di donne, ce n’è sempre qualcuna di una persona molto disturbata, paranoica, ossessiva, che invia informazioni varie ed eventuali su complotti che sarebbero stati orditi ai suoi danni. Perciò leggo decine di mail di una tale B. che sostiene di essere una specie di perseguitata politica per via della sua lotta in favore delle donne.

B. ha inviato una media di 20 mail al giorno con allegati esempi di tragiche conclusioni per il futuro dell’umanità. Descrive piani di appropriazione delle vagine, occupazioni stabili delle anime delle donne, nuovi ordini mondiali simil Il Pianeta delle scimmie, dove le scimmie sarebbero gli uomini. A prima vista sembrerebbe lei dica cose perfino sensate. In realtà, se la leggi meglio, ti rendi conto che la storia non è poi così semplice. Ci sono di mezzo i rettiliani, gli alieni, le possessioni demoniache e quanto di più tragico e complottista possa essere definito per raccontare di alcuni idioti che alla fine sembrano né più e né meno che dei troll presenti in rete.

Chiedo a Raggia se devo rispondere a questa B. o se devo cestinare tutto quanto. Raggia, che in questi casi si dimostra non così tanto sprovveduta, mi dice che la tizia è famosa per intervenire ad ogni iniziativa sulle donne, si piazza quasi sempre in prima fila, quando hanno parlato le relatrici alza la mano e chiede la parola e se non gliela dai ti piazza un casino che non te lo scordi. Allora tutte quante, per quieto vivere e per una strana forma di pietas, hanno deciso di lasciarla parlare. I suoi interventi sono sempre sproloqui che parlano della stessa cosa. La persecuzione di cui sarebbe vittima ad opera di un tot di maschilisti, i piani di conquista del pianeta da parte di due o tre troll che gravitano in rete e lei che pensa di essere spiata e sorvegliata da costoro.

In mano ha dei fogli scarabocchiati che brandisce per dimostrare la concretezza delle sue accuse, poi dice che solidarizza con le donne, finché la moderatrice del dibattito non fa segno di concludere e B. conclude con un appello alle donne a stare tutte unite perché il pericolo è imminente.

Raggia mi dice che già una volta ha provato a risponderle dicendo che non aveva voglia di stare a sentire i suoi deliri e le sue stronzate e quella, per tutta risposta, aveva vomitato contro di lei e in rete una serie di improperi e diffamazioni.

Guardo Raggia un po’ divertita e con una grande comprensione. Continua e dice che B. è una croce che bisogna portarsi appresso. Bisogna trattarla con riguardo, quasi con condiscendenza, come si fa con i pazzi, perché altrimenti non agisce da persona responsabile, non ha alcun timore di ferire la gente, risponde con violenza e se qualcuno le fa notare che è violenta ti dice che dall’altra parte c’è una persona nemica e che la sua crociata sarebbe più che giustificata.

Ma allora che devo fare?” – chiedo – “Le mando una risposta breve e cortese e la saluto?

Si, fai così. Non ti spingere oltre perché altrimenti interpreta ogni altra parola come segno di una eccessiva disponibilità. Lei è quella che tu le dici una parola gentile e pensa che siete state a letto insieme.

Seguo alla lettera le istruzioni di Raggia e B. mi risponde dicendo che interverrà, di nuovo, al convegno sulle donne. La vedo spuntare all’apertura dell’iniziativa. La sala è ancora vuota. Lei, come da prassi, siede tra le prime file. Mi capita, non so come, di finire seduta un po’ avanti a lei. La guardo e capisco decisamente tutto. E’ sgraziata, una espressione che non ha nulla di solare, e non sta zitta un attimo. Parla da sola. Mentre le relatrici dicono le loro due o tre cose B. commenta ad alta voce con lo stesso tono da cospiratrice che usa nelle sue mail. Non posso reggerla un solo minuto di più. Lascio il mio posto e vado a sedere in un angolo, per terra. Tutto, pur di non ascoltarla.

Come previsto alla fine della pantomima delle relatrici B. chiede la parola e ripete le stesse cose che diceva mentre ero seduta davanti a lei. Come fosse un mantra, una preghiera, un appello di aiuto, e lì mi chiedo come sia possibile che le relatrici non abbiano l’umanità di dirle che dovrebbe farsi aiutare e quel che mi lascia ancora più basita è il fatto che ci sia qualcuna che la applaude alla fine. B. ricava micro spicchi di popolarità con il suo piagnisteo, e questo posso anche capirlo, ma chi la applaude sta meglio di lei?

Ad iniziativa finita chiedo di parlare con franchezza a Raggia: “ma tu ti rendi conto che alcune delle donne presenti all’iniziativa avrebbero bisogno di aiuto?“.

Raggia si volta e con un cinismo senza eguali dice semplicemente che “si, ma hanno anche diritto di voto“, perciò di tutto il resto che te ne frega. “E poi ti ho già spiegato che B. è imprevedibile. Meglio non rischiare.” E a questo punto capisco che B., grazie ai suoi sbalzi umorali, in realtà la tiene in ostaggio. Tiene in ostaggio Raggia e anche altre persone attorno che per timore di suscitare la sua ira non possono neppure dirle quello che pensano di lei.

Ecco, in questa occasione ho imparato questo: le persone paranoiche, quelle che vanno in cerca di complotti e amano le cospirazioni, non le trovi solo tra chi si occupa di Ufo, thriller di vario tipo, trame di spionaggio, reazionarismo sparso che ritiene che il mondo di domani sia messo a rischio dal multiculturalismo, la mescolanza delle razze, la presa del potere da parte dei gay o delle donne, gli ebrei, i rom, e molte altre categorie umane, ebbene no, le trovi anche tra quelle che nella lotta in difesa delle donne hanno trovato spazio per dare un senso ad una esistenza altrimenti complicata. E’ solo uno dei tanti temi attorno ai quali si sviluppano complottismi e dinamiche complesse che andrebbero risolte e analizzate in altre sedi.

Per conto mio voglio sperare che un giorno tutta questa gente che parla di donne, con sguardo misticamente rapito e l’idea che a momenti si apra in due il mar rosso, abbia in mente di pensare a spazi aperti, autogestiti e autorganizzati in cui anche quelle che hanno di questi problemi potranno vivere una esistenza felice e serena incontrando, forse, persone che, a fin di bene, dicano loro in faccia la verità. Spero. Chissà.

—>>>Capitolo 1] Malafemmina e la datrice di lavoro che fa politica

—>>>Capitolo 2] Malafemmina e il convegno per le pari opportunità

NB: Malafemmina, diario di una precaria qualunque, è un personaggio di pura invenzione. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. 

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