Malafemmina

Ultimo giorno al villaggio vacanze

Ieri ero particolarmente felice. Mi hanno dato lo stipendio, compresi gli extra guadagnati in questo villaggio vacanze. Oggi è il mio ultimo giorno. Devo ancora ricevere la metà dei soldi che mi deve l’Agenzia per la quale ho lavorato prima. Andrò a battere cassa di ritorno in città, tanto per fare quadrare i conti.

Con i soldi che mi hanno dato ieri potrò pagare qualche mese di affitto, le bollette, vivere decentemente per un po’ senza troppi lussi.

Domani partiremo tutti assieme, io e gli altri colleghi, ci saluteremo e forse dopo un po’ torneremo a volerci bene, perché i conflitti covati a lungo in un piccolo contesto chiuso sembrano macigni, ma là fuori prenderanno la giusta forma e la giusta misura.

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Malafemmina

Per fortuna che c’è il Dj

L’ultimo sabato sera al villaggio vacanze. L’ultima serata di animazione prima della disco. Canzoncina, balletto, mani su, mani giù, mani là, mani qua, arriva il boss capo animazione, voce da dj che presenta il dj vero, quello che parla di gola e che gli escono fuori dei mugugni dall’esofago perché fa più figo.

E’ lui, è lui, lo abbiamo tanto atteso, un mito, una celebrità, ragazze non potrete resistergli, è fantastico, una potenza. E nel frattempo che il boss lo annuncia io e altre ci guardiamo in faccia come per dire “ma chi cazz’è?”. Stiamo a vedere. Squillino le trombe (pure quelle del falloppio), rullo di tamburi, ragazze fategli la Ola, sta per entrare LUI, esso, egli, quello là. Fumo sul palco, musica in sottofondo, si sposta la tenda che separa il palcoscenico dal retropalco ed eccolo in tutto il suo metro e cinquanta di splendore, che se fosse solo per quello non ci sarebbe alcun problema ma se ti annunciano un gigante e ti vedi arrivare un signore di mezz’età, col capello lungo, il basettone, il berrettino delle scuole elementari, la maglietta da rocchettaro nostalgico, il jeans stretto che gli sega in mezzo alle cosce, per rendergli più evidente il pacco, e le scarpe a punta, resti un po’ così e così.

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Malafemmina

Memorie di una estate precaria

Il 21 sono fuori di qui. Lunedì (forse) mi/ci pagano. Siamo abbastanza malinconici. Vogliamo andare via ma ci dispiace separarci. Questo riguarda le persone che hanno legato, strette in una alleanza. un patto di solidarietà, che ci ha tenuti in piedi fino ad ora.

Tanti numeri di telefono, tante promesse di comunicazione e cartoline di natale, ma poi sappiamo bene, tutti, che il giorno dopo ricominceranno le nostre vite o ne avremo altre, comunque lontane da quella che abbiamo vissuto qui, e dunque archivieremo questa esperienza e anche le persone che l’hanno attraversata, perché avviene un po’ così che per disintossicarti butti via il bambino con l’acqua sporca.

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Malafemmina

Va’ dove ti porta l’intelligenza

La mia collega, quella che dorme nell’alloggio/loculo con me, che aveva la passione indiziaria per quell’altro collega, continua a rintronarmi delle cose sue d’ammmore e sentimento, che se ci penso un po’ c’è da spararsi un chilo di insulina perché il diabete si espande a vista d’occhio.

Non che io abbia qualcosa in contrario ai sentimenti, anzi, ma dove vedo il nulla o vedo solo una che ha una propensione ad umiliarsi mi viene un po’ il nervoso e non riesco a restare compostamente in ascolto e in silenzio.

Vi sottopongo il caso, che voi siete a distanza da queste dinamiche e forse avete le idee più chiare o comunque un parere in più male non fa.

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Malafemmina

Baciamoci le mani!

Il direttore del villaggio vacanze oggi si è fatto male. E’ inciampato su un mattone del vialetto. Il mattone aveva fatto inciampare un sacco di gente e noi l’avevamo avvisato che prima o poi qualcuno gli avrebbe fatto causa. Legge del contrappasso ha voluto che fosse lui quello in condizione di poter fare causa a se stesso.

Si è graffiato la mano, fatto un livido al piede, tagliato il ginocchio e parte della coscia, perché cadendo ha sbattuto su uno spigolo, brutto e rugoso, di un recinto evidentemente non confortevole per chi ci sbatte contro.

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Malafemmina

Culi delocalizzati

Pensavo ieri che le imprese si possono delocalizzare, il denaro si può delocalizzare (e nascondere nei paradisi fiscali), e l’unica cosa che non si può delocalizzare è il proprio culo.

Migrare è diventato un rischio per tutti, anche per me, per noi, per quelli che sono dentro o fuori la comunità europea, dentro o fuori l’impero d’occidente o quello d’oriente.

E’ quello che fa l’imprenditore, no? Guarda come va e come non va nel proprio paese e se non gli conviene restare allora delocalizza. La stessa cosa fa ogni singolo individuo ed è per questo che nei secoli dei secoli la gente migra da est a ovest, da sud a nord, in via definitiva, transitoria, occasionale.

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Malafemmina

Precaria e insostituibile

Infine non ce l’ho fatta. Ad andare a lavorare con la febbre, dico. Ho provato ma appena ho messo un piede fuori dal loculo ha cominciato a girarmi tutto e me ne sono tornata a letto.

Non credo che quel loculo abbia mai visto un via vai di gente più numeroso ma ieri, fino a tardi, è stato quasi un febbre/party. Mi hanno persino portato la pizza e da non crederci è venuto a trovarmi anche l’uomo della reception. Mi ha portato un libro. Non so dove l’abbia preso perché l’edicola che c’è qui non offre niente di leggibile, ma era nuovo, quindi l’ha comprato.

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Malafemmina

Il sole ai piani bassi

Nel villaggio vacanze, come si conviene, ci sono anche le cameriere d’hotel, quelle che rifanno i letti, che raccolgono l’immondizia altrui, che mettendo a posto le camere sanno perfettamente chi c’era e cosa sia avvenuto in ogni stanza.

Sono quelle che sanno se ti sei fatto il bidet o no. Se hai fatto sesso, se hai le mestruazioni, se hai svuotato il frigo bar e ti piace bere la notte, se hai dormito da solo o in compagnia, se la sera ti lavi la faccia o se ti schianti sul letto lasciando l’impronta del trucco sul cuscino, se ti sei depilata, se il costume che hai indosso l’hai appena comprato o se ti porti dietro un repertorio di bijotteria presa al mercatino.

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Malafemmina

Traballare sfilando e le prove dei sensi

Siamo a venerdì e i ritmi di questo villaggio vacanze sono scanditi dagli arrivi e dalle partenze degli ospiti. I preparativi per la grande sfilata delle aspiranti miss bellezza del villaggio fervono.

Mi hanno parlato di alcune prove da sostenere. Ci sarà la prova della maglietta bagnata, quella bikini, quella di “intelligenza” (ah ah… che vuoi che gli freghi a questi qui dell’intelligenza delle donne), quella “artistica”.

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Malafemmina

I burqa delle ragazze precarie

“Avresti dovuto avvisarmi subito…” – è il boss capoanimazione che parla. Gli ho appena detto di quello che è successo con l’adolescente dall’ormone straripante.

“E quando? Mentre mi tastava perchè l’hai fatto partecipare ad un gioco scemo? Quando mi ha trascinata via senza darmi il tempo di fiatare? Avrei dovuto urlare? Attirare l’attenzione di tutti?

“no no…”

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Malafemmina

La collega e le relazioni indiziarie

Chiacchiere con la collega che dorme nel mio stesso loculo/alloggio. Lei parla, ebbene si. Dice anche cose intelligenti. Ogni tanto si fissa in modalità “paranoia on” ma dopotutto non è male.

Stanotte, prima di andare a dormire e di lasciarmi concentrare sulla mia ora di comunicazione con me stessa, mi ha tenuto un bel po’ a sentire una serie di presunti fatti che in realtà erano sue fantasie.

Tema: gli uomini, o meglio un uomo. Lei ha bisogno di sentirsi appassionata di qualcuno come io ho bisogno di stare fortemente in contatto con me stessa. Si è appassionata di un collega, un tipo così così, simpatico ma niente di eccezionale. Se a lei piace bene così. Lui, almeno per quanto ne so, ha una sua predilezione per altre donne. Tante donne. Praticamente tutte quelle che gli passano davanti.

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Malafemmina

La resistenza della lavoratrice precaria

Alla fine non ce l’ha fatta. Parlo della cameriera infortunata. Perciò ad una certa ora del pomeriggio sono venuti a cercarmi. Volevano mantenessi l’impegno preso con lei. Aveva bisogno di riposo. Io ho dovuto sostituirla. Avevo detto che mi sarei pentita e così è stato.

Abbastanza preoccupata per ogni lotta di ogni lavoratore o ogni lavoratrice che in piazza denunciano la propria condizione e subiscono repressione e manganellate. Qualunque mio lamento oggi mi sarebbe sembrato fuori luogo.

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Malafemmina

Doping per un maggior rendimento dei precari e delle precarie

La ragazza che ieri si è fatta male oggi è tornata al lavoro più arzilla di prima. Le ho chiesto come stava e mi ha detto che aveva preso altri antidolorifici perché altrimenti non sarebbe stata in grado di alzarsi dal letto.

Però le hanno fatto pressione perché c’è il fine settimana di mezzo, che significa più lavoro dato che oltre i villeggianti settimanali o quindicinali ci sono i weekendisti che arrivano in tanti.

Difficile fare a meno o sostituire una cameriera con così poco preavviso.

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Malafemmina

C’era una volta la fossa dei dipendenti precari

Notte. Loculo/alloggio. Turno finito.

Stasera a cena, mentre noi auguravamo un buon pasto agli ospiti, tra un saluto e un complimento, qualche sorriso e una chiacchiera, una canzoncina improvvisata e la distribuzione di alcuni gudgets per i bambini, una ragazza, una cameriera, è scivolata.

Qualcuno aveva versato un po’ d’olio o d’acqua, non so, per terra e lei ha fatto un gran volo ed è atterrata sull’osso sacro.

Le è piovuto addosso il vassoio pieno di scarti che lei aveva ritirato dai tavoli. I bambini ridevano. Gli adulti ridevano. Persino lei ha cominciato a ridere. Però si è fatta male.

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Malafemmina

La schiavitù sommersa del villaggio vacanze

Al villaggio vedo tante persone precarie. Gente che vive con contratti da fame e che sgobba dalla mattina alla sera.

Abbiamo diritto a colazione, pranzo e cena. Se vogliamo qualcosa da bere dobbiamo pagarla a meno che non siamo a fare animazione nella zona disco.

Abbiamo un loculo a testa. Anzi un loculo diviso due.

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