'SteFike, Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

Vendette comunicative: ti mostro brutt@ e così faccio crollare i tuoi consensi!

Britney Spears
Britney Spears

Su vari media, inclusa D di Repubblica, la stessa che ha pubblicato, come fosse vera, la bufala sulla foto della Crawford non ritoccata su photoshop, leggo altre due perle a proposito della differenza tra foto ritoccate e foto non ritoccate di Beyoncè e Britney Spears. La questione sembra diventata di interesse pubblico. Non si svela il trucco di manipolazione grafica in chiave antisessista, per raccontare come le donne vengono trasformate per essere maggiormente somiglianti ad un modello estetico unico. Piuttosto si svela la questione in termini sessisti, ovvero per insultare la persona, meglio se donna, che grazie a photoshop celerebbe dei “difetti” fisici che la avvicinerebbero troppo alle altre comuni mortali.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Questa Donna No, R-Esistenze, Storie

Preoccupazioni materne (14°): figlia, non mettere su ciccia ché poi non piaci ai maschi!

Al supermercato:

donna sui 35 anni, curatissima, con capelli neri e coda di cavallo, jeans strettissimo con qualche sfilacciatura, stivali al polpaccio con tacco almeno di 10 centimetri. Maglioncino con scollatura a V, colletto di camiciola che esce fuori e monclearino corto. Corpo senza un filo di grasso, probabilmente va in palestra, è molto sicura di se’, o almeno così pare.

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Comunicazione, Culture, Pensieri Liberi

La “stazza” di #MichelaMurgia (ad avercene!)

Le elezioni dirette a me sono sempre piaciute poco. Si esasperano leaderismi e i candidati o le candidate sono sempre oggetto di campagne di discredito, di macchine del fango, gossip, veleni che arrivano da ogni parte. Nel corso delle campagne elettorali si dice di tutto.

Tra le altre cose, e non è una novità, c’è il fatto che se è candidata una donna da lei non si esige solo capacità, volontà, intelligenza. Parrebbe destinata a un concorso di bellezza al quale si può accedere soltanto avendo adeguati requisiti fisici. E la politica rispetto a questo cosa dice? Proprio niente. I partiti si sono semplicemente adeguati e partecipano alla società dello spettacolo scegliendo candidate che fanno ritoccare su photoshop le foto per presentarsi meglio, sono telegeniche, belline, carucce, bone, e non sto dicendo che per questo sono meno capaci, il punto è un altro. Lo sanno quelle di destra e di sinistra che i padri dei partiti, perennemente maschi, e le specialiste della comunicazione, spesso anche donne, che si dispongono a organizzare le campagne elettorali, scelgono le candidate da mandare in televisione, in giro, sui palchi dei comizi, non solo, certo, per la capacità oratoria e la competenza ma anche per la prestanza fisica.

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Antisessismo, Antispecismo, Comunicazione, Critica femminista, La posta di Eretica

#Firenze: faccia da porka al manichino nella vetrina in centro!

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Una amica mi manda questa foto e scrive:

…volevo segnalare questa nuova bella trovata. Nel centro di firenze, in un negozio di abbigliamento hanno avuto la esilarante idea di mettere al posto della testa di alcuni manichini delle facce da maiale.
Dunque mi chiedo, è un tentativo di catturare l’attenzione delle persone cercando di inscenare qualcosa di ‘divertente’? e se il gioco è sull’antropomorfismo perché allora le teste sono solo di maiali, e non… di giraffe, cavalli, elefanti? Non ci sarà forse un tocco del classico umorismo tutto italiano di basso livello? Non ci sarà forse il sottinteso che, quella faccia di porcello su un manichino (passivo, statico, utilizzabile, manovrabile) donna voglia dire che le donne sono porcelle, maiale, scrofe? Perché infatti non ci sono anche manichini uomo con le medesime facce? Insomma, non so cosa ne pensi tu, ma a me la cosa fa incazzare parecchio.

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Market Girl

Diario di una aspirante collaboratrice porno-politica

Sono diplomata, quasi laureata, ho idea che non troverò mai un lavoro stabile, un contratto a tempo indeterminato, neppure a pagarlo, a meno che non passo dalle solite anticamere a richiedere favori come da sempre tutte fanno in questa nazione piena di opportunità.

Bisogna che io ci pensi per tempo e scelga bene perché si può anche darla via ma con un minimo di dignità. Per dire, c’è una ragazza che conosco che fa pompini ad un vecchio democristiano riciclato in un partito di centro-sinistra e che a modo suo si accontenta. Prende più o meno 1000 euro al mese per fargli fotocopie, rispondere al telefono e si improvvisa tuttofare tenendo relazioni per le dichiarazioni di reddito, gli acquisti, gli appuntamenti. Quelli sono pompini moralmente accettabili perché il compenso è giusto e poi così si mantiene una parvenza di rispetto per le convenzioni sociali. Chi mai potrebbe dire che si mette in discussione l’equilibrio della famiglia o che sia immorale aiutare una povera ragazza senza lavoro che sfacchina da mattina a sera per un uomo così pio?

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Malafemmina

Questioni precarie di un certo.. peso!

Qui al Villaggio, Con un po’ di colleghi e colleghe, si chiacchiera di tante cose e una di queste riguarda i corpi delle donne. Grassi, magri, alti, bassi, pelosi, privi di peli, con cellulite o senza, con carne o tutt’ossa, con smagliature o levigati, come volete, come vogliamo. Quel che è vero è che ciascuno sta bene nella propria pelle se la sente propria. Non c’è una religione a proposito della carne perché puoi averne tanta e starci bene dentro o puoi averne poca e starci bene uguale. Purché tu stia bene, purché tu ti senta bene.

C’è una ragazza, qui, una collega che al buffet la vediamo tutti che prende quasi niente da mangiare e poi però si ingozza di cose stravaganti, in solitudine, quando pensa che nessuno la veda. Non è bulimica, o non credo che lo sia perché sta bene, mi pare, non vive isolata dal mondo, ha una vita densa di impegni, sta tutta la giornata a correre e dati i ritmi che teniamo quaggiù sta anche bene che lei rubi dei momenti per abbuffarsi, che poi è una cosa che a turno stiamo facendo un po’ tutti. Prendi e mangi quando hai tempo, cose che non siano rimanenze di buffet o rimanenze servite al buffet e spacciate per pietanze nuove.

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Autodeterminazione, Comunicazione, R-Esistenze

Vi presento Jes

Da questo nuovo, meraviglioso, progetto che si chiama Intersezioni, la mia amica Feminoska scrive e illustra questa cosa che io dedico anche a #ParaGiulia:

Rivendicando lo sguardo: Jes Sachse e il potenziale trasformativo dell’osservare.

495americanable1Tutti amiamo guardare. Mentre l’atto di fissare è generalmente percepito come un atto da evitare o di cui vergognarsi, Rosemarie Garland-Thomson, studiosa di disabilità e women studies, afferma che lo sguardo, nella sua accezione migliore, ha in realtà il potenziale di creare nuovi significati e società più aperte. Lo sguardo, nell’accezione di Thomson, ha il potenziale per aiutarci a ridefinire il linguaggio che usiamo per descrivere noi stessi e gli altri, creare spazio per coloro che si trovano più spesso esclusi dalle comunità, e forgiare le nostre identità. Lo sguardo è più dinamico e produttivo quando il soggetto dello sguardo, la persona che viene guardata, è in grado di esercitare un certo controllo sull’interazione, e così facendo presentare la propria storia alla persona che guarda.

Jes Sachse è un’artista canadese venticinquenne, con un disordine genetico chiamato Sindrome di Freeman Sheldon. In questo articolo saranno presi in considerazione due progetti distinti nei quali sono state utilizzate fotografie di Sachse, al fine di illustrare come “l’atto di guardare” sia in grado di modificare la nostra percezione delle categorie sociali, nel momento in cui, ad individui palesemente ‘differenti’, sia concesso di presentare le proprie storie. Questo tipo di narrazione ha il potenziale di creare un discorso sociale e categorie più fluide. Il modo in cui Thomson considera lo sguardo fornisce un mezzo per raggiungere il tipo di dialogo sociale che Wilchins e Clare hanno identificato come la chiave per stabilire concetti inclusivi di genere, sessualità e identità in generale.

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Malafemmina

Traballare sfilando e le prove dei sensi

Siamo a venerdì e i ritmi di questo villaggio vacanze sono scanditi dagli arrivi e dalle partenze degli ospiti. I preparativi per la grande sfilata delle aspiranti miss bellezza del villaggio fervono.

Mi hanno parlato di alcune prove da sostenere. Ci sarà la prova della maglietta bagnata, quella bikini, quella di “intelligenza” (ah ah… che vuoi che gli freghi a questi qui dell’intelligenza delle donne), quella “artistica”.

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Malafemmina

Il villaggio vacanze e la classifica delle donne “scopabili”

L’istruttrice di aerobica, step, gag, pump e tutti gli acronimi di questo mondo, oggi pomeriggio non c’è. La sostituisce il tizio che sorveglia la sala attrezzi e che si dedica alla mattina agli sport acquatici.

Lui non ha la stessa delicatezza della sua collega e sto guardando alcune signore che vengono redarguite mentre non riescono a replicare alcuni movimenti che secondo me sono gli unici che l’istruttore conosce.

Lui è corrispondente al modello nazi-pilota d’aereo militare.

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Malafemmina

Mi piaccio così: con le mie manie!

Esercizio quotidiano per mantenere in vita il cervello, specialmente ora che sto in un luogo fasullo che spingerebbe al suicidio (mentale) la persona con più equilibrio in assoluto. Autoironia. Se posso.

Sono una persona come tante, una donna come tante, con fragilità, punti di forza, incertezze, complessi. Penso di essere qualcosa a parte ma poi mi rendo conto che ho mille somiglianze con tante altre.

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Malafemmina

Abbronzarsi con lentezza

Mia madre al telefono: “ma dai che ti diverti… non stai prendendo un po’ di sole?”

Come no, mamma, di sole qui ce n’è in gran quantità. E’ che manca il tempo per prenderlo e tenerne un pochino per me.

Ieri per esempio mi sono ustionata una gamba, una sola, perché quell’altra era ancorata ad un gioco che facevo con i bimbi. E hop, hop e rihop, e mi sono beccata una ustione di terzo grado.

Ma non era di questo che volevo parlarvi. Mi piacerebbe descrivervi alcune immagini che scorrono allegramente in questo posto, il villaggio vacanze apparentemente più fico del mondo.

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Malafemmina

Venite schiave: si va in scena!

Il Fronte di Liberazione del piede comodo ha già sette iscritte. Io, due amiche che hanno aderito qui. Quattro colleghe del part time al bar.

E’ andata così:

Splendide, felicità trasfusa, solarità per finta, della serie “qui ci si diverte un sacco… venite… venite”, gioiose ma anche sensuali, sensuali ma anche un po’ porche, divertite ma anche ammiccanti. E fateci vedere le forme perché il cliente deve sapere che qui c’è tanta bella gente. Tacco ben in vista, gamba proporzionata al torace. Io ho osato con il sandalo di mezza stagione che tanto poi l’avrei cambiato.

Un insieme di mugolii soddisfatti, risatine, ma che belle, ma quanto siamo sorelle, ma abbracciamoci tutte, evviva la festa, e prendiamo in braccio il nostro boss che fa tanto il figo, lui che c’ha le pupe in tutto il locale, elegantemente distribuite nei vari settori. Perché il nostro boss è un campione negli abbinamenti.

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Malafemmina

Il fronte di liberazione del piede comodo

Stasera serata bar. Il boss mi chiama per dirmi che vorrebbe fare delle foto delle dipendenti per fare delle cartoline di benvenuto in cui mostra il bar trendy con le cameriere trendy che però non hanno uno stipendio trendy.

“Mettiti qualcosa di carino… che so… scarpe femminili, non i soliti scarponi da montanara che metti tu…”

“Ma sei sicuro che vuoi fotografare anche le part time del fine settimana?”

“In che senso…”

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