Antiautoritarismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, Storie

Il mio ex fidanzato è stato con una prostituta

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Lei scrive:

Ciao Eretica,
ti scrivo la mia storia da pubblicare senza il mio nome, se ti va.

Il mio ex fidanzato è stato con una prostituta.
Sì, lo ha ammesso, lo ha fatto nel periodo in cui stava con me… e me lo ha confessato piangendo qualche mese dopo.

Mi ha fatto male.

Ma non tanto per il tradimento in sé (c’erano cose più pungenti che mi pesavano di più e che ho elaborato prima): mi ha fatto male perché per la sua educazione cattolica con me è sempre stato un santerello.
All’inizio ho dovuto insistere io per avere rapporti sessuali, lui non aveva fretta. Non ha mai manifestato, in 5 anni insieme, grandi urgenze e spesso dovevo cercarlo io.
Nessuna fantasia esplicitata, nessuna curiosità da togliersi nonostante 30 anni passati e poche esperienze.

Per lui il sesso in una relazione non era così importante. E comunque funzionava: ammetto che non fosse bravissimo a letto, ma nemmeno impedito.
Io avevo accettato di buon grado il fatto che fosse così tranquillo e convenzionale. Certo, qualcosa mi mancava, ma compensava col resto e il bilancio della relazione era ben positivo.

Io non dico no a nulla e lui lo sapeva, ogni volta che tentavo di parlare di sesso, che cercavo di farlo aprire, si irrigidiva e voleva cambiare argomento dicendo che lo metteva a disagio.
In casa sua, coi suoi genitori (cattolicissimi), non si parlava MAI di sesso, nemmeno una battuta.

Insomma… capita che dopo circa 3 anni lui vada a un addio al celibato. Beva più del dovuto, senta discorsi sguaiati come di rito.
Tornando a casa, (per la prima volta, forse) sente un istinto sessuale forte senza avere il filtro della razionalità a castrarlo.
Andando verso casa poteva passare a casa mia, anche nel cuore della notte. Vivevo da sola e non lo avrei cacciato, ANZI.
Invece si vergogna di sé e decide di andare a casa.
Cede però (sorpresa!) davanti ad una prostituta per strada, a poche centinaia di metri da casa sua, giovane straniera messa a ingrassare qualcuno. E ci si apparta.

Ho voluto sapere tutto. Mi ha raccontato di essere stato combattuto, di aver chiesto a lei di fare (passivo, come faceva spesso con me), di averla fatta faticare a iniziare e a concludere e che l’insieme non era stato psicologicamente bello. Insomma, che non era un buon ricordo e non una cosa sufficientemente piacevole da desiderare di rifarla.
Mi ha raccontato però di non aver mai provato una sensazione di eccitazione come quella di quella sera, (io la provo all’inizio di ogni relazione, probabilmente l’ho provata anche con lui… solo che lui non SI era mai permesso di lasciarsi andare).

Mi sono arrabbiata perché non ha cercato ME, perché non mi ha chiesto di vestirmi da prostituta, se avesse avuto la fantasia. Lo avrei accontentato.
Diceva di non avere avuto quella fantasia prima, di non sapere cosa gli fosse preso.

La rabbia mi è passata verso di lui quando ho cominciato a vederlo come una vittima della sua educazione. Mi è parsa colpa del tabù, della parrocchia e delle sue amicizie bigotte.
Ho provato rabbia verso i suoi genitori, verso il prete e i suoi sermoni, i catechisti, i suoi amici trentenni che si vantano di essere arrivati vergini al matrimonio, Famiglia Cristiana che si legge in casa dei suoi e tutta la gioiosa compagnia dell’Amor Casto.
Non è nemmeno molto credente, gli si è solo stratificato lì, nelle mutande.

L’ho perdonato, seppur sotto sotto io abbia cominciato a vederlo in qualche modo debole, perché potevo tranquillamente accettare un bisogno sessuale meno pressante del mio (che pur è piuttosto blando) ma non che fosse dettato da condizionamenti esterni senza nemmeno una convinzione vera e consapevole.

(Dal punto di vista pratico nonostante il preservativo ho preteso che facesse le analisi, gli ho fatto il montone per aver alimentato il racket malavitoso al posto di cercare una che lo facesse per scelta… e un po’ di fastidio di pelle da territorio invaso ce l’ho avuto, ma poi è passato).

Da allora ho provato a parlare ancora più a fondo delle nostre dinamiche sessuali e relazionali, ho provato ancora di più a farlo aprire. Un po’ la nostra vita sessuale è migliorata, almeno un pelino.
Mi è rimasto un po’ di risentimento per l’ambiente da cui viene.

Era altro che non andava e alla fine ci siamo lasciati.
Sì, vabbè, é perché sono una testa di cazzo e ho ritrovato il mio ex, non avendo mai smesso di pensarlo.

Ma nonostante tutto mi incazzo a leggere certi articoli come questo [Leggi QUI] perché lui non è come vengono descritti i clienti: non è violento, non vede le donne come oggetti, non è cattivo.
Scommetto che è stato gentile con lei, come è gentile con tutti. So che si sente in colpa anche nei suo confronti perché sa che lei non ha scelto di essere lì a sua disposizione.
Sa di averle chiesto tanto.

Scommetto che se lo avessero cresciuto con meno tabù, se non fosse stato per la sua educazione bigotta, quella sera e tante altre sere avrebbe suonato il mio campanello e mi avrebbe scopata.
Non solo fatto l’amore, ma anche un po’ scopata, come si deve fare ogni tanto per tenere vivo un rapporto e per conoscersi davvero ad ogni livello.
(Magari se l’avessi visto libero nella testa avrei scordato chi mi tormentava nei ricordi e staremmo ancora insieme… nessuno può dirlo.)

Anche l’ex di una mia amica le ha confessato di essere stato con delle ragazze a pagamento, prima di stare con lei.
Un ragazzo timido, insicuro, succube della madre iperprotettiva e gelosa che maltratta e ignora da sempre il padre in casa.
Una persona fin troppo educata e gentile per pensare che anche in quei momenti trattasse una donna come un oggetto senza valore. Diceva di aver parlato a lungo con loro, perché nessuno lo ascoltava e delle volte voleva solo un po’ di affetto da qualcuna che non fosse sua madre, (che gli allontanava le ragazze da intorno con il suo atteggiamento possessivo).

Molte colpevolizzano solo gli uomini perché portatori di peni prepotenti ma la colpa di come certe dinamiche facciano male alle persone coinvolte è dell’ipocrisia di questa società, ipocrisia che anche le abolizioniste alimentano e peggiorano con il loro atteggiamento.
E gli uomini non sono tutti uguali. Nemmeno i clienti delle prostitute. Nemmeno le prostitute.
Peni e vagine libere dal bigottismo, riconoscimento alle sex workers per scelta!

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Comunicazione, Critica femminista, Questa Donna No, R-Esistenze, Satira

Il lato oscuro del giornalismo: la carica dei 101 e le malattie veneree

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Sull’huffington post una donna riferisce qualcosa circa i risultati di una ricerca fatta a Boston dalla quale emergerebbe un risultato apocalittico. La fonte abolizionista (e figuriamoci) che riferisce di questi risultati dice che su 1200 uomini intervistati ben 101 sarebbero stati clienti di prostitute. Della carica dei 100 e 1 si dice che sarebbero “predisposti” alla violenza fino addirittura ad arrivare allo stupro. Ma il pezzo non si ferma qui. La ricerca svelerebbe che in “tutti” gli intervistati c’è traccia del germe violentemente mascolino. Privi di empatia, fanno sesso meccanico a pagamento, ma è una meccanicità dotata di disprezzo nei confronti delle donne. Non sanno instaurare relazioni vere, ‘sti zozzi vanno a puttane e poi contagiano le brave mogli con le malattie “veneree”.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze

Le abolizioniste impongono alle sex workers di fare le delatrici?

sexworkerIeri avevo raccolto un po’ di commenti sul sex working, lasciati qui e là da abolizionist*, e avevo chiesto a una delle sex worker con le quali sono in contatto qual è il suo punto di vista. Ci siamo date appuntamento per oggi, ora di pranzo, su skype, e lei si è ritagliata quel tempo proprio per parlare con me. Dopo un rapido saluto le dico che non so se sarò in grado di sostenere la discussione nel modo giusto perché ho ricevuto una cattiva notizia e sono molto preoccupata per un parente. Così ci scambiamo il peso di un reciproco dolore, giacché anche lei l’ha affrontato, e dopo venti minuti di chiacchierata ci sentiamo a nostro agio. Siamo diventate ancora più “intime”, e allora riesco a dirle innanzitutto che mi dispiace per la maniera in cui le abolizioniste – o gli abolizionisti – della prostituzione trattano lei e tutte le altre che fanno le sex workers per libera scelta.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze, Sessualità

#Francia: della bellezza dei/delle sex workers in lotta contro la penalizzazione dei clienti

Manifestazione dei/delle sexworkers francesi
Manifestazione dei/delle sexworkers francesi

In Francia è tutto punto e accapo. Prima volevano criminalizzare i clienti. Poi le sex workers. Poi gli annunci sul web, perché non si sa mai. Ora tornano con la criminalizzazione dei clienti, con volontà espresse da neofondamentaliste, abolizioniste e partiti di destra e sinistra, ché la sovradeterminazione non appartiene ad una sola categoria politica, sfidano la volontà di tantissim* sex workers che scendono in piazza a rivendicare la regolarizzazione e ad opporsi fermamente alla criminalizzazione dei clienti, ed eccoci ancora su questa giostra di oppressione, repressione e prepotenza messa su da chi vuole imporci un solo modello di sessualità. Si attende perciò il voto in Senato al quale è stata rinviata la proposta dopo le ultime modifiche.

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Misogino è chi dice “non andrei mai con una prostituta”

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Di quanto è più machista la posizione dell’uomo che dice che non va mai a puttane. Lui è il meglio, più santo, più cavaliere, ce l’ha più lungo, perché non ha bisogno di pagare per scopare. E già si verifica lo scontro testosteronico tra uomini, gli uni a dileggiare quegli altri, a definirli come reietti, incapaci di trovare una donna, e così a darne un quadro patetico e poco virile.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Storie

Sono un cliente di prostitute e non sono un mostro

La mia è una storia normale, come quella di tanti altri. Sono un uomo di 36 anni, ho un lavoro, non sono sposato e comunque non ho difficoltà a trovare una persona con cui condividere momenti intimi. La prima volta che andai con una prostituta per me fu come violare tutti i miei principi. Quelli che non ci vanno, per esempio, del “non averne bisogno” ne fanno un punto d’orgoglio. Sono gli uomini, per primi, per puro machismo, a porre uno stigma sugli uomini che vanno a puttane, perché andare a puttane sarebbe come essere un maschio inferiore, mancante di virilità, malato, comunque non adeguato ai loro standard. Questa è la favola che questi patriarchi si sono costruiti in testa, anche se poi sono più puttanieri loro di quanto non lo sia io. Sono sessisti, pagano una cena a una donna e pretendono sesso. La portano al cinema e poi pretendono sesso. Forse la sposano e la mantengono, perfino, e, comunque, pretendono sesso. Però essere puttanieri con un contratto socialmente riconosciuto fa di loro degli uomini migliori e invece quelli come me sono visti come maiali, pessimi, saremmo noi quelli che considerano le donne come merce.

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Malafemmina

Memorie di una estate precaria

Il 21 sono fuori di qui. Lunedì (forse) mi/ci pagano. Siamo abbastanza malinconici. Vogliamo andare via ma ci dispiace separarci. Questo riguarda le persone che hanno legato, strette in una alleanza. un patto di solidarietà, che ci ha tenuti in piedi fino ad ora.

Tanti numeri di telefono, tante promesse di comunicazione e cartoline di natale, ma poi sappiamo bene, tutti, che il giorno dopo ricominceranno le nostre vite o ne avremo altre, comunque lontane da quella che abbiamo vissuto qui, e dunque archivieremo questa esperienza e anche le persone che l’hanno attraversata, perché avviene un po’ così che per disintossicarti butti via il bambino con l’acqua sporca.

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Malafemmina

Vietato tossire nel villaggio vacanze

C’è che la stagione è quasi al termine e io ho resistito fino all’ultimo e questi dieci giorni che mi separano dalla scadenza del contratto mi pesano moltissimo, perché non c’è più curiosità, non ci sono più quasi neppure i villeggianti e quelli che vedo sono dei mangiacrauti nordeuropei che ingurgitano cose atroci a colazione e mettono il ketchup sulla pasta.

L’umido entra nelle ossa e il mio alloggio/loculo comincia a mostrare le prime tracce di muffa, che poi sono quelle che sul muro si vedono e nei nostri polmoni invece si sentono. Perciò ho cominciato a tossire.

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Malafemmina

Silenzio, non esisti!

La ragazza delle pulizie dalle mani morbide. Dopo che le hanno fatto pulire il mattone per farlo brillare stamattina lo hanno cambiato per metterne uno nuovo sul quale il direttore non potrà inciampare. E quando hanno finito di cemento e lavori la ragazza ha dovuto pulire. Ancora.

Un bambino, dei nuovi arrivati, che resta appena una settimana e lo perdo domenica, si annoia parecchio, ci sono pochi amici, pochi bimbi, perché l’aria è di chiusura stagione e quei pochi bimbi che sono qui sembrano malinconici come i genitori che scelgono le vacanze a settembre per tornare nelle loro città piovose, dai climi già freddi, e sfoggiare una abbronzatura che al bimbo sai che gli frega, se pensa che ora i suoi compagnetti sono per le strade o forse quasi a scuola e lui invece è qui a guardarmi con un interrogativo stampato sulla faccia per chiedermi e ora? che si fa? che ci fai fare?

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Malafemmina

Coppie da villaggio vacanze

C’è una signora che tutte le mattine prende la sua racchetta da tennis, indossa il suo gonnellino color panna e canotta in tinta, mette in borsa suo marito, o quel che è, lo trascina a fare esibizione di dritti e rovesci e palle curve e schiacciate a bordo campo, mentre lui sbadiglia e sbuffa, mentre lei lo riprende e gli dice che non si fa così e cosà perché lei è tanto brava mentre lui è un po’ un chiavica che non si muove, non salta, al massimo striscia.

Allora sai che c’è? Gli dice lui questa mattina, che te ne vai ‘affanculo, e ti tieni le tue racchette, le tue palle, la tua straordinaria capacità di farmi sentire un incapace e quando hai finito di pavoneggiarti e immaginare di essere una specie di diva in un villaggio vacanze di ultima categoria vieni pure a vedere come faccio i bagagli e ti lascio pure le chiavi di casa così mi rimetto in pari con la mia vita che ne ho bisogno.

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Malafemmina

Progetti precari per il futuro

Se esiste una statura per i cervelli Lei ce l’ha alto. Ultraquarantenne, bella, di una bellezza fascinosa, non come le figure patinate, attraente, sensuale, intelligente, ironica. Conosciuta oggi a pranzo, mentre litigava con una specie di dessert che stava sventrando per ricavarne solo la ricotta e si fermava a dire “mo’ basta!”. Meridionale, quel tanto che basta a dire che le meridionali spaccano, con figlia al seguito, pure lei bella, intelligente, vent’anni di meno ma una copia della madre.

Due donne intelligenti allo stesso tavolo, che si scambiavano battute taglienti, si prendevano per il culo, prendevano in giro il mondo. Due precarie, manco a dirlo, l’una più precaria dell’altra.

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Malafemmina

Gli uomini che ce l’hanno grosso

Serata da spettacolino scemo. Sollecitazioni ambigue, battute con doppi sensi, urgeva un intervento divino e dal pubblico una signora, dopo aver ascoltato mille sciocchezze sulla misura del pene (più o meno ambiguamente evocato in tutte le forme, misure, e in ogni suo uso) si alza e fa: “Anche a me piace molto se gli uomini ce l’hanno grosso… il quoziente intellettivo!”.

Il boss capo animazione si è limitato a riprenderla con un’altra battutona delle sue “che spiritosa che è la signora… ma venga… resti con noi…”.

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Malafemmina

Complice dei bambini

I bambini volano sulla spiaggia. Se il mare è quieto si rincorrono sulla riva, poi si tuffano, poi tornano e poi ancora si rituffano. Quasi che l’acqua fosse vissuta come una trasgressione perché i genitori stanno lì a dire che devono uscire fuori “esci dall’acqua, Marco”, “sbrigati a uscire dall’acqua, Silvia”, ed esci di qua, sbrigati di là, il mare è la più grande trasgressione che ci sia.

Spesso non è reale preoccupazione perché quando i bimbi sono con me, con la dovuta protezione e sicurezza, stanno in acqua quanto vogliono. E’ che ai genitori fondamentalmente scoccia stare lì a giocare con i figli o non hanno voglia neppure di lanciare uno sguardo nella loro direzione ogni tanto.

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Malafemmina

Lo sciopero di ferragosto

Finito lo spettacolino, conclude il cantante e anche per stasera ce l’abbiamo fatta. Mentre guardavo il divo che cantava pensavo al fatto che la suggestione che lui offre è quella di chi ti fa toccare con mano quanto sia vecchia e infinitamente lontana dalla realtà la televisione italiana. Ed è di questi pezzi di televisione che sono fatti anche i nostri spettacolini. Come se nessuno, a parte quelle come me, apprezzassero il fatto che stare senza la tivù è una cosa saggia. Ma è inutile disintossicarsi se poi in vacanza vuoi trovare pezzi di teleschermo che ti si materializzano davanti per farti sentire uno spettatore esclusivo di uno spettacolo esclusivo dell’esclusivissima merda.

Così è stato per l’esibizione della diva, tanto più giovane e con molto meno talento dell’artista maschile di questa settimana, e così è oggi e probabilmente sarà anche la prossima settimana.

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Malafemmina

Le precarie e l’età della fecondità

Stamattina è arrivata una famiglia con otto figli. Tutti spesati nel villaggio turistico. Metà di questi saranno destinati a me nel miniclub, l’altra metà andrà in giro a fare altro e l’unica ragazzina della famiglia starà religiosamente assieme alla mamma. Perché fare figli maschi uno dopo l’altro per avere la femminuccia, ovvero la dama di compagnia per la madre, pare sia una prassi riconosciuta in alcune zone d’Italia. Così come fare tante figlie pur di avere il figlio maschio per garantire la continuità del cognome del padre.

Questa cosa del cognome andrebbe a lungo dibattuta perché trovo increscioso che ancora oggi in Italia le donne spariscano fisicamente dall’esercizio genitoriale. Nasce un figlio e la madre non lo chiama, non c’è, non esiste, ed è lo stesso trattamento che viene garantito a chi viene considerata ne più e ne meno che un contenitore.

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