Qui al Villaggio, Con un po’ di colleghi e colleghe, si chiacchiera di tante cose e una di queste riguarda i corpi delle donne. Grassi, magri, alti, bassi, pelosi, privi di peli, con cellulite o senza, con carne o tutt’ossa, con smagliature o levigati, come volete, come vogliamo. Quel che è vero è che ciascuno sta bene nella propria pelle se la sente propria. Non c’è una religione a proposito della carne perché puoi averne tanta e starci bene dentro o puoi averne poca e starci bene uguale. Purché tu stia bene, purché tu ti senta bene.
C’è una ragazza, qui, una collega che al buffet la vediamo tutti che prende quasi niente da mangiare e poi però si ingozza di cose stravaganti, in solitudine, quando pensa che nessuno la veda. Non è bulimica, o non credo che lo sia perché sta bene, mi pare, non vive isolata dal mondo, ha una vita densa di impegni, sta tutta la giornata a correre e dati i ritmi che teniamo quaggiù sta anche bene che lei rubi dei momenti per abbuffarsi, che poi è una cosa che a turno stiamo facendo un po’ tutti. Prendi e mangi quando hai tempo, cose che non siano rimanenze di buffet o rimanenze servite al buffet e spacciate per pietanze nuove.
Gelati, pane, dolci, pasta senza condimento, perché i sughi qui li correggono con il bicarbonato per nascondere il sapore acido di salsa andata a male. Insomma c’è il cibo e il rapporto che ciascuno ha con il cibo. Poi ci sono i corpi, il rapporto che ciascuna ha con se stesso/a e c’è questa ragazza che la vedi, per come si comporta, che se non mangia allora sta quasi bene e se invece mangia perde sicurezza e non riesce a socializzare come vorrebbe. Titubante, timida, qualche volta irascibile. Eppure io la guardo e mi sembra sempre uguale. Non mi pare ingrassata. Anzi la vedo dimagrita da che siamo qui e allora cosa cambia?
Cambia forse l’ossessione, quel pesarsi continuamente per vedere oscillazioni minime. Un chilo o forse due, ma cosa sono un chilo o due in rapporto al fatto che siamo pieni d’acqua e anche di roba che scaricheremo al cesso?
Poi c’è il modo di pensarsi. Bella o brutta a seconda del modello di bellezza che tu vuoi indossare. Si dice che si vuole essere belle per essere amate ma io ho visto donne piene e con tanta carne che sono molto amate e allora forse dipende dal fatto che sei tu che non ti ami e che vorresti essere come quell’altra che a parte indossare quello che ti piace tanto poi non hai idea sul fatto che sia felice oppure no.
Non lo nascondo, io mi vedo in un certo modo e se il mio corpo si modificasse allora penso mi sentirei a disagio ma forse alla fine mi adeguerei perché il corpo che cambia è una cosa di cui andare fiere e non penso lo nasconderei, anzi credo lo esibirei senza problemi.
Se devo dire quali sono i corpi femminili che mi piacciono, quali trovo belli, quali mi suscitano anche un certo tipo di attrazione, posso dire che trovo la carne qualcosa di non fraintendibile. E’ semplicemente bella. La trovo attraente, eccitante, mi fa venire voglia di pizzicarla e morderla, perché è una meraviglia di sensualità e passione.
La tristezza non è di chi pesa oltre la taglia 44. La tristezza è di chi semplicemente è triste e questo prescinde dal peso. E non sto qui a dire cose stereotipate tipo le magre stanno peggio o sono tutte anoressiche o grasso è bello o che ne so.
Stare sopra un certo peso fa male al cuore, alla circolazione, favorisce le trombosi, ti fa venire dei muscoli così perché devi trascinarti dietro un peso maggiore, ma se ti muovi e sei agile anche con un tot di chili in più certo che stai bene.
Ciascuna semplicemente è bella come vuole. Ma rovinarsi la vita per seguire diete senza fine, ingurgitare anfetamine che bloccherebbero l’assunzione di grassi, rischiando l’infarto, sottoporsi a interventi chirurgici o a trattamenti costosissimi perché qualcuno vi dice che in quell’altro modo siete meglio, diventare un prodotto, un oggetto attorno al quale si sviluppa una economia, una speculazione di mercato, proprio non va bene.
Ho visto qui donne belle e brutte, grasse e magre, ma quando le ho guardate e le ho giudicate belle ho scelto canoni che sono differenti perché delle donne mi innamoro quando vedo nei loro occhi che hanno una vita dentro la vita, che hanno un gran segreto da nascondere, che sono misteriose e affascinanti, che sono vivaci e lucide, che sono intelligenti e splendide, spiritose, meravigliose e forti.
Per esempio, ma questa è una preferenza personale, roba tutta mia e dunque non va generalizzata certamente, oltretutto sono libera di dire cosa mi piace e cosa no, ma per esempio, dicevo, io trovo molto brutte le donne che si piangono addosso, quelle che non mi guardano dritto negli occhi, che sfuggono a se stesse e al mondo, che stanno lì rassegnate e dopo due anni le trovi sempre nella stessa posizione senza che abbiano fatto nessun passo avanti, quelle odiose, vittimiste e incattivite nei confronti delle altre, quelle che fanno le yesman quando il capo ufficio dice una battuta e loro sono lì a prodursi in splendide fellatio e lo fanno pure gratis…
Ci sono modi e modi di essere belle e a me colpisce la bellezza nelle parole che pronunci, in quello che mi comunichi, nella tua dignità, come aggiusti i capelli, come pieghi le labbra, come mi offri lo sguardo, perché lo sguardo non è grasso o magro. E’ semplicemente tuo.
Poi c’è l’odore, che non ingrassa mai, e c’è il tuo sapore che non cambia, c’è la tua voce che può eccitare in un sussurro. C’è quello che sei, quello che pensi perché sei fatta di idee e cervello ed è quella la parte che spero diventi enorme perché il cervello magro non ha nulla da dirmi.
Questa cosa dei modelli estetici, capite, ce l’hanno imposta, ma poi ci scopriamo ad essere attratte da chi non trovi nelle riviste e chi si sente inadeguata dovrebbe trovare un equilibrio con se stessa.
C’è poco da dire. Se non ti piaci in carne allora fai qualcosa. Vai in palestra, cammina, vieni a fare l’animatrice in un lager vacanze dove ti tengono a pane e acqua, perché il resto ti potrebbe avvelenare, usa la forza di volontà, quella che ti permette di svegliarti tutti i giorni per mandare avanti casa, famiglia, figli, uomini, donne, animali, e quello che vuoi. E se non vuoi farlo allora tieniti il tuo corpo e vestilo di cose strafighe, facci vedere le tette che le avrai sicuramente più rotonde delle mie. Facci vedere le tue natiche, che di quelle “marmoree” non ce ne frega niente perché vogliamo vedere le tue, morbide, piene, che vivono intensamente.
Se hai un problema di dipendenza con il cibo, parlane, affrontalo, con il tempo tutto, credo, può essere almeno affrontato e forse anche risolto. Non farti dominare da un piatto di spaghetti sconditi. Se proprio devi almeno beccati un dolce ma di quelli buoni. Fallo senza sentirti in colpa. Preparalo, con amore, e mangialo, perché lo stai facendo per te, per il tuo piacere. Se poi il cibo ti evoca cose belle allora mangiatelo addosso al tuo compagno o alla tua compagna, che magari a un certo punto sarai sazia e quello che viene dopo ti aiuterà nella digestione.
E se non hai nessuno con cui fare sesso allora quello magari è il problema. Fatti un giro su youporn, se sei maggiorenne, e guarda quante donne che pesano oltre il quintale mostrano orgogliosamente i propri orgasmi, perché va pure sfatato un mito. Le donne che pesano oltremisura trombano e se la godono perché c’è mercato per queste donne, ci sono quelli e quelle a cui piace la carne. Basta osare, basta chiedere e se qualcuno vi dice no, pazienza, cercherete altrove. Giacché mi pare che neppure sul fronte delle normopeso le trombatrici precarie abbiano vita facile.
Il punto, dunque, resta sempre lo stesso, se voi vi piacete o meno, in chi volete identificarvi, cosa volete farne di voi e della vostra carne.
Intanto, mia ricetta, mentre state a pensarci e tentate di capirci un po’ di più, connettetevi alla vostra pelle, state un po’ a toccarvi e vedrete che la pelle viene sollecitata uguale e che non cambia nulla, magre oppure no, perché il piacere non ha un peso e l’orgasmo se ne frega della bilancia.
E devo dirvelo, ho trovato che lo standard di misura di chi si professa lesbica non è diverso da quello etero. Io mi porrei il problema perché i corpi sono belli tutti e vorrei saperlo meglio: rifiutare l’altra da te perché ha un peso che non ti piace è una questione di adeguamento agli stereotipi e ai modelli estetici o è che non ti piace rifletterti in un corpo che non vorresti fosse il tuo?
NB: Malafemmina, diario di una precaria qualunque, è un personaggio di pura invenzione e un progetto di comunicazione politica. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale.