Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, R-Esistenze

Pensiamo ancora che le donne trans godano del privilegio maschile? Di seguito i 7 punti che provano il contrario.

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Questa è una traduzione a cura di Valentina, revisione di Isabella e grazie alle persone del Gruppo di lavoro Abbatto i Muri che si sono offerte per darci una mano ora e in futuro. Il testo in lingua originale è di Kai Cheng Thom e lo trovate QUI. Buona lettura!

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Il dibattito è forte, aspro, e vecchio come la seconda ondata di femminismo: le donne trans godono del privilegio maschile? Le donne trans ricevono, a spese delle donne cisgender, più risorse sia all’interno sia fuori dei movimenti femministi?

Questa diatriba pone le basi dell’esclusione delle donne trans non solo dall’attivismo femminista, ma anche, in generale, dagli spazi “esclusivamente femminili”, come per esempio i bagni o le dimore assistite per donne vittime di violenza.

L’idea è che le donne trans, con i loro corpi “mascolini” e avendo ricevuto un’educazione che le ha “cresciute come uomini”, ricevano tutti quei privilegi che le donne cisgender non hanno avuto, dal sentirsi relativamente protette dalle molestie sessuali all’accedere a una corsia preferenziale nella scuola e nel mercato del lavoro, e quant’altro ancora.

Come risultato di questo punto di vista, le donne trans sono spesso escluse dagli spazi esclusivamente femminili sulla base dell’idea che potrebbero essere violente, o mettere a disagio le donne cis, o che ricevano già assistenza da istituzioni maschili.

Alcune note scrittrici femministe si sono spinte al punto di affermare che le donne trans fanno mostra della presunzione maschile rubando la scena e “ridefinendo” il concetto di lotta delle donne cisgender.

Questo tipo di ragionamento è chiaramente associato ai movimenti TERF (femminismo radicale trans-escludente). E, in ogni caso, pervade molte organizzazioni e istituzioni a tutela delle donne.

È una materia complessa, e possiamo capire che alcune donne cis la pensino così (benché si tratti di uno stigma, onestamente).

E alcune donne trans si sono pubblicamente rese concordi nel dire che godiamo di un privilegio maschile nella società, in particolar modo coloro che si trovano in una fase di pre-transizione o non transizione.

Ma questo ferisce ancora di più.

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Come molte femministe trans, ho affrontato un viaggio lungo e pieno di insidie prima di giungere a delle conclusioni in merito. Non voglio sottrarre spazio alle altre donne. Sicuramente non voglio partecipare ai “giochi olimpici dell’oppressione”.

C’è spazio per tutte noi al tavolo del femminismo.

Ma il concetto che le donne trans godano del privilegio maschile ha seriamente danneggiato il nostro impegno e ha portato a serie ripercussioni. A causa di questo, siamo escluse dai rifugi per donne, e ci viene detto di recarci in centri per uomini, dove saremmo esposte a un elevato grado di violenza sessuale. Se incarcerate, veniamo messe nelle prigioni maschili, dove dobbiamo affrontare un’escalation di violenza ancora maggiore.

Le organizzazioni che si occupano di lotte per i diritti delle donne non ci rappresentano, o forse addirittura ci attaccano, lasciandoci senza rappresentanza e senza un luogo a cui rivolgersi.

Credo che la solidarietà tra TUTTE le donne sia possibile e assolutamente necessaria.

Per fare questo, dobbiamo iniziare a riconoscere che le donne trans subiscono la misoginia esattamente come le donne cis e che non riceviamo privilegi maschili.

Non siete ancora convint*? Ecco alcuni motivi del perché.

  • 1] Le donne trans sono donne a tutti gli effetti

È una semplice verità, perfino i nostri alleati, come gli individui queer, tendono a dimenticarlo o a non afferrare il concetto: siamo donne esattamente come le donne cisgender. E se lo siamo, significa che non possiamo godere di alcun privilegio maschile, perché il privilegio maschile è per definizione qualcosa di cui solo gli uomini che si identificano con la mascolinità possono godere, e di cui possono avere esperienza. Dire che le donne trans godono del privilegio maschile significa ammettere che sono parzialmente uomini, o meno donne delle donne cis, o false-donne. Tutte queste affermazioni sono errate e offensive, perché le donne trans sono donne. E questo è quanto.

  • 2] Le donne trans non vengono socialmente trattate come uomini

L’idea che le donne trans vengano trattate come uomini è una delle argomentazioni principali che le TERF portano a supporto per giustificare l’esclusione delle donne trans dal femminismo, ed è anche una delle più diffuse. Dopotutto, è vero che le donne trans sono uomini alla nascita e che come tali vengono trattate. Ma per la maggior parte delle bambine trans essere trattate da uomo è diverso che essere trattato da ragazzo per un ragazzo cisgender. I ragazzi cis solitamente non mettono in discussione il modo in cui la società li tratta, né si sentono a disagio. Accettano e godono del loro privilegio, solitamente senza nemmeno rendersene conto. Essere definiti ragazzi, per loro, non si traduce in paura, scarsa fiducia in sé stessi, e non dà loro la sensazione che ci sia qualcosa di profondamente e fondamentalmente sbagliato. Le ragazze trans, invece, si sentono terrorizzate e disorientate nell’essere trattate come maschi, viene spiegato loro che le loro identità sovvertono la società. La socialità maschile, per noi trans, rappresenta effettivamente un messaggio in codice: non sei ciò che credi di essere. E se cercherai di essere qualcos’altro, verrai punito.

Per esempio, immagina di essere nat@ con i capelli neri, ma tutti coloro che conosci – dai genitori agli amici agli insegnanti – ti dicono che sei biondo. Quando cresci ti accorgi che i tuoi capelli scuri sono dello stesso colore delle altre persone con capelli neri, ma le persone intorno a te continuano a farti i complimenti perché sei biondo. E ogni volta che dici che effettivamente a te piace essere bruno, vieni picchiato, vieni definito immorale o deviato e sottoposto a trattamenti medici sperimentali per “guarirti”. Come ti sentiresti? Sarebbe divertente? Questo può essere applicato all’identità di genere, che pervade ogni aspetto della vita sociale. Se questa analogia ti fa venire in mente il gaslighting (un abuso psicologico che mira a far perdere la percezione della realtà alla vittima), allora sei sulla strada giusta. Le donne trans, fin dall’infanzia, sono soggette a un enorme abuso morale portato avanti dall’intera società, e che spiega perché siamo maggiormente soggette al disturbo da stress post-traumatico, all’ansia e alla depressione.

  • 3] Le donne trans subiscono la misoginia anche prima di diventare fisicamente donne

Ecco una confessione: Quando ero piccola e tutti pensavano che fossi un ragazzo, non mi limitavo ad amare le Barbie. Io volevo essere Barbie (in questo si possono ora ravvedere dei germi di razzismo interiorizzato e grassofobia). Questa esperienza l’hanno vissuta tutte le bambine cresciute negli anni 80 e 90, tutte le bambine che conoscevo volevano la stessa cosa. Ma ogni volta che prendevo in mano una barbie o anche solo la guardavo, venivo chiamato “femminuccia” o “signorina” dagli altri ragazzini, sgridato dai miei insegnanti e punito dai miei genitori. Il modo in cui giocavo, mi vestivo, camminavo e parlavo erano scrutati e criticati per scorgere ogni segnale di femminilità e, ovviamente, ce n’erano parecchi. Qualunque cosa mi interessasse, mi piacesse o volessi, era giudicato da “ragazzina”. Ero spesso da solo perché bullizzato dagli altri bambini e preso in giro o abusato dagli adulti, percepito come femmina, e quindi oggetto di divertimento e sfogo di capricci. Da quel momento, ho imparato, come tutte le ragazzine imparano, che essere una ragazza è come essere a figlia di un Dio minore nella società. Ho imparato che le ragazze sono deboli, stupide, frivole, poco importanti e non necessarie. E io, ovviamente, ero una ragazza, anche se nessuno voleva ammetterlo. Ciò che intendo è illustrare che le donne trans affrontano la misoginia anche prima di essere viste e capite come donne nella società. Riceviamo gli stessi messaggi sulla femminilità che ricevono le donne cisgender, e capiamo che ci riguardano, anche se le nostre identità sono ancora nascoste.

  • 4] Le donne trans non subiscono meno violenza o discriminazione delle donne cis

Rispetto a questi argomenti già prevedo i piagnistei delle TERF: le donne trans che sono viste come uomini quando stanno per le strade sono più al sicuro da molestie e stupri. Le donne trans percepite come uomini ricevono un trattamento di favore nell’istruzione e nel lavoro!

Ma questo è definitivamente non vero.

Le donne trans sono una delle categorie maggiormente a rischio discriminazione nel mercato del lavoro, nell’acquisto di una casa, nell’assistenza sanitaria, nell’accesso ai servizi sociali e sostanzialmente in ogni altro aspetto della vita.

E per quanto concerne la mia esperienza personale, posso dirvi con certezza che non godiamo di più tutele per le molestie sessuali e gli stupri. Qualunque persona un minimo attenta all’informazione e alle notizie se ne renderebbe conto. A un certo punto della mia vita, avrei potuto indossare abiti maschili per uscire ed essere vista come un ragazzo. Pensavo che questo fosse il privilegio maschile, poter uscire senza essere molestata, benché il prezzo da pagare fosse la rinuncia alla mia identità di genere. Poi ho capito che quell’idea dipendeva dal fatto che veniva diffusa la cultura del  “copritevi di più e sarete più sicure”. Era come dire che svendevo la mia libertà e la mia identità per la mia sicurezza. Sai che bel privilegio! E in ogni caso, è qualcosa che non potrei fare. Mi sono sottoposta alla transizione medica e fisica, e non importa cosa indosso. Sarò comunque molestata.

  • 5] Le donne trans che non sono percepite come donne non ricevono maggiori privilegi di quelle che invece lo sono

Una mia amica una volta è stata coinvolta in una diatriba su Facebook che è durata svariati giorni. In quella conversazione, alcune persone dicevano che siccome lei era una donna trans “maschiaccio” (butch trans woman) non poteva essere confusa con una donna cis, e pertanto riceveva maggiori favori per il suo genere di quanti ne ricevessero le donne trans “femminili”.

Come donna trans che ha effettuato la transizione molto tempo fa, sento il dovere di schierarmi al fianco di tutte le donne trans e affermare che prima di tutto l’essere “maschiaccio” è un’identità (che prende le mosse dalla comunità lesbica) con la quale le persone possono scegliere se identificarsi o meno. E che le donne trans che non possono o non vogliono effettuare la transizione verso il cis hanno ancora più probabilità di affrontare il pericolo e la discriminazione rispetto a coloro che invece si sottopongono alla transizione, perché sono visibilmente “devianti” per gli standard sociali. Sono maggiormente considerate uomini che hanno tradito la mascolinità o che vogliono impersonare, in malo modo, la femminilità. Affermare che alcune donne trans sono più mascoline di altre solo per il modo in cui si vestono o per il loro aspetto esteriore è come dire alle donne che devono depilarsi le gambe e indossare il makeup. Questo rinforza la politica di controllo sui corpi femminili ed esclude molte donne dal dibattito su ciò che l’essere donna significhi per loro.

  • 6] Le donne trans possono partecipare alla diffusione di misoginia, ma lo fanno da donne

Nulla esclude che le donne trans possano diffondere misoginia. Anche noi siamo capaci, come chiunque altro, di gettare fango e vergogna ed etichette di genere sulle altre donne.

(Per esempio, la prima volta che sono andata in un locale trans nella mia città, una donna trans che non avevo mai incontrato prima mi ha palpato il petto chiedendomi perché non avessi ancora i seni. Quando le ho detto che non ero sicura di volerli, ha sbuffato, e mi ha detto che ogni donna dovrebbe avere il seno. Mi disse anche che sarei stata una donna molto carina, se l’avessi avuto).

Questo perché le donne trans sono esposte a così tanta cultura misogina e patriarcale che finiscono con l’interiorizzarla, e talvolta prendono scientemente la decisione di sostenere il patriarcato per sentirsi parte della società. Ma udite udite (Notizia flash!): le donne cis fanno la stessa cosa. Le donne, tutte le donne, devono combattere per sopravvivere ed emergere in un mondo dominato dagli uomini. Talvolta facciamo delle pessime scelte e proponiamo idee deleterie perché sembra che non ci siano altre possibilità. Le donne trans non si fanno in 4 per sostenere la misoginia, ma se e quando lo fanno, ciò non le rende comunque e in ogni caso donne meno reali.

  • 7] Non è compito delle persone cisgender definire il vissuto delle donne trans

C’è un gruppo di persone cis che molto spesso coglie l’occasione e si sente autorizzato, in molte circostanze, a parlare e a criticare le esperienze delle donne trans. Molti studiosi cisgender e molti esponenti del mondo della comunicazione e dei media spendono molto del loro tempo scrivendo articoli, libri e film su ciò che pensano che noi siamo. Ma alla fine, non è compito dei cisgender definire le donne trans e le loro vite. Non sono le femministe cis a doverci dire come possiamo o non possiamo chiamarci. Le donne trans hanno il diritto di decidere per sé stesse, di decidere in cosa vogliono credere e chi vogliono essere, anche se è complicato, anche se talvolta siamo in disaccordo. Dopotutto non è l’autodeterminazione, anche nel bel mezzo di un mondo violento e difficile, il fine ultimo del femminismo?

Quindi permettetemi di concludere il dibattito e di tornare sul focus della lotta.

Le donne trans hanno molto da offrire al movimento femminista: la nostra storia, le nostre vite, le storie di lotta e resilienza. Meritiamo di raccontare quelle storie, e le donne cisgender meritano di sentirle.

Abbiamo in comune più di quanto pensiamo. E davvero c’è spazio per tutte al tavolo.

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