
Ecco un’altra traduzione istruttiva su quello che le Terf, femministe radicali trans escludenti, dicono contro le persone trans e in special modo contro le donne trans. Per quel che ci riguarda le donne trans sono donne. Sono nostre sorelle. Vogliamo che facciano parte del movimento femminista e che condividano con noi rivendicazioni e lotte di ogni tipo. Dato che sono nostre sorelle ci arrabbiamo molto quando vengono insultate e viene negata la loro esistenza. Tra l’altro sappiamo che il dibattito, chiamiamolo così, tra Terf contro le donne trans, sta procurando insofferenza e disagio a moltissime sorelle e questo ci fa sentire impotenti e ci spiace moltissimo. Quello che possiamo fare è dunque cercare di informare su quello che sono e dicono le Terf a partire dalla negazione dell’esistenza stessa delle donne trans.
Su un post, Paris Lees scrive (traduzione di Isabella):
“A meno che tu non sia un@ fottuto perdente, probabilmente non hai seguito la “guerra” in corso tra alcuni attivisti transgender e alcune cosiddette femministe radicali. Hanno fatto del loro meglio per risucchiarmi nella loro follia collettiva di recente, ma non ho voglia di prendere parte al gioco. Spiego comunque di che si parla. Per prima cosa abbiamo le TERF, abbreviazione di “femministe radicali trans escludenti “. Fondamentalmente, sono dedite a lasciare molti messaggi su internet nei quali si dice che noi donne trans non siamo donne “vere”. Vogliono impedirci di usare bagni femminili, andare a festival musicali di merda e accedere all’assistenza sanitaria. Quindi metti un po’ di ossessione contro i/le transessuali nel mix, metti una manciata di femministe bianche privilegiate con niente di meglio da dire e se partecipi a questo ti ritrovi dentro una shitstorm (tempesta di merda) terrificante.”
Tra le altre cose aggiunge che anche il termine Cis viene contestato. Così continua:
“Con l’hashtag “die cis scum” si è arrivati a sostenere che “cis” è un insulto. Bella storia, no? Se non ti piace la parola cis, puoi sceglierne un’altra, per favore? Basta inventare un termine qualunque, chiedi suggerimenti. Perché sarebbe davvero utile avere una parola per descrivere persone, come te, che non sperimentano disforia estrema in relazione al loro sesso biologico. (…) Le Terf si definiscono capaci di critica ma la loro non è critica: è fanatismo spacciato per preoccupazione. Quello di cui parlano è solo un pregiudizio rivestito con abiti fantasiosi. (…) Dietro questa discussione si nascondono bulli troppo cresciuti che insistono nel credere di essere superiori a noi. Chiedere a qualcuno perché è trans, tanto per dire, non è diverso dal chiedere “perché sei così grasso?”. (…)
Guardate Gia Milinovich e provate a vederla come fosse la ragazza nel parco giochi che urla “Non sei carina come noi!”. Poi c’è Sarah Ditum, somiglia alla mamma del tuo migliore amico che non firmerà i moduli di consenso per la gita scolastica se c’è una come me con la gonna corta e troppo trucco per i suoi gusti. E non dimentichiamo Julie Burchill, la ragazza pettegola di cui tutti hanno sentito parlare anche se è stata espulsa da scuola anni fa. Nessuno sa che siamo segretamente migliori amici. Lei mi compra le sigarette.
I/le trans/attivisti sono quelli che dai computer della biblioteca piangono per quello che dicono le Terf, citano Judith Butler e chiacchierano sulla Gender Theory e pensano basti citarla per cambiare il mondo intero. Almeno le persone trans hanno un motivo per essere interessate ai problemi trans, però. Sai com’è. E’ perché siamo trans, no? Eppure, a parlarne si rischia la follia, dovrei saperlo. Ero un po’ preso male dalle affermazioni transofobe di Julie Bindel prima che mi rendessi conto che lei è in realtà una troll professionista. Quindi ci sono passata. So quello che dico e suggerisco:
Persone trans, ignorate i bulli. Non sono qui per prendermela con le persone trans che non hanno tutta la visibilità di cui godono le femministe radicali. Ma ti suggerisco questo: se le persone ti turbano bloccale. Segnalale alla polizia, se necessario. Se stanno cercando di influenzare importanti decisioni politiche che riguardano la tua vita, parla con quei responsabili politici e non perderti in chiacchiere con le Terf.
Le TERFs hanno scritto su un blog di merda un post su di me alcuni anni fa, chiamandomi “Mr Lees”. Lasciai loro un commento sulla falsariga di “Sì, ottimo, car@, firmato Mr Lees”. Non mi hanno più infastidito da allora. Non lasciarti disturbare. Compra dei fiori. Fai il bagno e masturbati. Guarda su Facebook per vedere come le persone reali che erano orribili a scuola stanno invecchiando male. Fondamentalmente, non farti coinvolgere dalle loro cazzate. Sarai più felice. Non hanno potere su di te. Smetti di dar loro potere.
E smettila di spingere via le persone che potrebbero altrimenti essere i nostri alleati, tutte quelle persone ben intenzionate ma tristemente disinformate ai margini della rissa. Alcune persone sono prevenute, ma il modo migliore per noi di cambiare le cose è aiutarle a conoscerci, non spingerle in un angolo. Naturalmente hai ragione ad essere arrabbiat@, ma la tua rabbia non sta producendo nulla di meglio. Ti sta solo provocando turbamento. Fidati di me. Sono una puttana egoista e so come ottenere ciò che voglio, non è così che va bene.
Inoltre, una minuscola, non identificata minoranza di persone, presumibilmente trans, ha persino fatto minacce di morte – e le TERFs stanno, disgustosamente, usando cazzate come queste per far condannare tutta la comunità trans senza appello. Ma non ci sono scuse per la misoginia, o transfobia, da parte di nessuno. Chi ne beneficia? Nessuno. Non aiuta le donne, trans o altro. È un peccato che così tante donne “di origine naturale” siano infelici con la propria vita, ed è un peccato che al mondo esistano anche molte donne trans, ma nessuno vi costringe (a voi Terf) a stare insieme a noi e moltiplicare la vostra miseria provando schifo per l’altr@.
Naturalmente, ci sono alcuni seri argomenti da esplorare nel bel mezzo della discussione. Juliet Jacques ha recentemente scritto un saggio molto accurato e molto ben scritto di 9.000 parole per il New Statesman, spiegando quale sia il background che motiva certi scazzi.
Non mi sorprende che l’onorevole Ditum l’abbia elogiato, perché è da considerarsi come parte della “discussione” ed è una discussione senza fine ciò di cui queste persone e questa guerra tra le parti dipendono. Come in ogni conflitto acceso, però, capire la storia non aiuta davvero. L’unico modo per risolvere qualsiasi disputa è che entrambe le parti concordino di smettere di gridare e lanciare missili l’uno contro l’altro, dimenticando il passato e iniziando a rispettare i reciproci diritti umani. Spiace ma non credo però che da questa guerra si potrà uscire.
Quanto a te, opinionista medio aggregato alle Terf, devi andare oltre il tuo ego. Se hai chiesto a 1.000 donne per strada quali sono le questioni che contano di più, dubito che chiunque non sia trans o nominato “Glosswitch” dirà “persone transessuali”. Se sei così interessato a noi, devi davvero chiederti perché. Sul serio. Fatti una cazzo di vita. Se Caroline Criado-Perez ha alcune ore libere per scrivere sulla questione – per lei così importante – del come si sente a sentire la parola cis, buon per lei. Non mi interessa esattamente come non mi importa capire i pensieri più intimi di chi non concorda se io la chiamo “gente bianca”. Lascia che lo faccia. Non ha assolutamente nulla a che fare con me o con la nostra lotta per la parità di diritti.
E non esiste un “femminismo che si oppone al transgenderismo”. L’opposizione all’eguaglianza dei diritti per le persone trans è detta bigottismo. Le donne sono sempre esistite e le persone trans sono sempre esistite, l’unica cosa che cambia veramente è il modo in cui le altre persone accettano di trattarci. “Transgenderism”, se questo è ciò che alcuni vogliono chiamarlo, non è altro che una spinta per ottenere uguali diritti per le persone trans – proprio come il femminismo non è altro che una spinta per la parità dei diritti delle donne. Non è complicato. Non è una fottuta competizione. Tutti meritano rispetto. Se ci sono casi in cui i diritti delle persone sembrano competere – come l’importante discussione su come facciamo in modo che ogni donna (trans incluse) abbia accesso a spazi sicuri nei centri che lottano contro lo stupro – ne dovremmo parlare in modo sensato, praticamente e con genuina compassione.
Discutere delle identità altrui è un modo di fare di persone annoiate, di classe media, di mezza età che discutono su chi è “giusto” e si gingillano su questioni del tipo “Se Imogen si identifica come X, che effetto ha su di me?”. Lasciateli fare. Da dove vengo io la gente non siede in veranda a scrutare le minuzie della politica sulle identità di genere: siamo troppo occupati a cercare lavoro o, in assenza di quello, a cercare mezzi di sicurezza sociale sempre più assenti. La cosa che mi infastidisce di più è che, mentre non abbiamo bisogno che Gia Milinovich si chieda ad alta voce se i bambini trans starebbero meglio se abortiti, abbiamo bisogno di un vero e proprio fottutissimo femminismo. Sarah Ditum scrive a volte su argomenti importanti come lo stupro e l’aborto… immagina cosa potremmo fare se ci concentrassimo tutti su cose del genere con lei. Se ponessimo le persone vere prima dell’ideologia. Se ci concentrassimo tutti insieme per combattere per un buon obiettivo invece che combattere l’uno contro l’altro.
Infine, le TERF a volte rappresentano una vera minaccia per i nostri diritti, specialmente negli Stati Uniti. Quindi, bella gente Trans, se volete combattere, va bene, ma combattete per qualcosa di reale. Come l’assistenza sanitaria. Julie Bindel descrive i bloccanti ormonali per i transessuali come “pedofilia” e dice della chirurgia genitale cose come “l’operazione che può rovinarti la vita“. Queste affermazioni possono impedirci di ottenere diritti sacrosanti per noi ed è su quelli che dobbiamo concentrarci. Non tolleriamo i tweet che dicono di “pregare per i gay” (per salvarli con misericordia) e non dovremmo soffrire per le affermazioni di gente come Bindel che sostiene la possibilità di assegnarci “terapie riparative” per “curarci” dall’essere trans.
Sheila Jeffreys ripete le stesse cattive bugie nel suo libro più recente senza uno straccio di prova. Una donna trans, Geena Rocero CHE HA EFFETTIVAMENTE SUBITO UN INTERVENTO CHIRURGICO dice che per lei è stato come una rinascita: “Non mi è mai piaciuto fare sesso prima, e tutto ad un tratto mi sono sentita bene. Ero molto più in contatto con la mia sessualità, e sono stata benissimo ad esplorarla”. Non so voi, ma sono più interessato ad ascoltare qualsiasi perla di saggezza che la vagina di Geena ha da offrire rispetto a quel che dice una qualsiasi Julie Bindel che parla attraverso altri orifizi.
Per essere chiari: qualsiasi intervento chirurgico può rovinarti la vita se va male.
Ciò non cambia il fatto che ogni ente medico rispettabile negli USA, nel Regno Unito, nell’Europa occidentale e altrove concorda sul fatto che la terapia medica (scienza Gia, scienza!) È IL trattamento efficace per le persone trans. Non è un fatto di opinioni. E’ semplice. O sostieni i diritti delle persone trans o non lo fai. Tutto il resto è solo rumore.
Forse pensate che il mio contributo al “dibattito” non sia altrettanto utile, ma hey, non può essere molto peggio di quello di chiunque altro. La maggior parte degli estranei sono spaventati o semplicemente annoiati da tutto questo. Ascoltate, TERFs, Trans people – penso che la maggior parte delle persone che guardano certi scambi inefficaci online sull’identità e sulla terminologia da usare vedranno quello che è: inutile. Bisogna invece parlare di cose concrete.”
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