Antiautoritarismo, Antifascismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

La vittima di omicidio a San Pietroburgo era una nota attivista per i diritti LGBT

Yelena Grigoryeva mentre protestava per i diritti LGBT. Fotografia: Dinar Idrisov/ Facebook

 

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Naomi del gruppo di lavoro Abbatto i muri.

Yelena Grigoryeva ricevette minacce prima di essere pugnalata a morte, raccontano gli attivisti

Scritto da Shaun Walker and agencies

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Antiautoritarismo, Recensioni

Child 44 – Stalinisti immorali e l’omertà sugli assassini

Avviso Spoiler

Child 44 è un film tratto dal romanzo Bambino 44 di Tom Rob Smith. E’ anche una memo storica che inserisce in periodo antecedente la vicenda del killer di Rostov. Leo Demidov è un’orfano ucraino scappato dall’orfanotrofio in cui venivano mollati i figli degli ucraini costretti alla fame e alla morte dalla Russia. Diventa membro della polizia segreta dell’Mgb (ministero per la sicurezza dello Stato) e Sposa Raisa, una insegnante elementare. L’Mgb si muove come la Gestapo, infiltra persone tra la gente comune per sapere cosa leggono e se parlano male del regime stalinista, accusa la gente sulla base di delazioni, ha il terrore che i traditori si trovino ovunque. Così tiene sotto scacco una popolazione povera, con poche risorse, mantenendo in vita i Gulag, i campi di concentramento russi, e manda Leo, assieme alla moglie, in una località sperduta ai piedi dei monti Urali lungo una linea ferroviaria che passando per Rostov diventa teatro di uccisioni di bambini torturati, sventrati, da un folle del qual l’Mgb negava l’esistenza.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, R-Esistenze, Violenza

#Russia: vietata la patente di guida per le persone trans

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La Russia non si smentisce e prosegue nella violazione di diritti per persone gay, lesbiche, trans. Si parla ora di una legge che descrive le persone trans come impossibilitate a beneficiare della patente di guida. Feticismo, esibizionismo, voyerismo sono considerati e inclusi come “disturbi mentali” e il governo attribuisce tutti ciò alle persone trans. Il governo dichiara poi che sarebbero troppi gli incidenti stradali e andrebbero fatti maggiori controlli medici sui conducenti. Considera patologico il gioco d’azzardo, il furto compulsivo. L’elenco è realizzato da psichiatri condannati da legali che si occupano di difesa dei diritti umani. L’annuncio di questa legge segue alle denunce internazionali che parlano di un atteggiamento molesto, da parte della Russia, nei confronti degli attivisti per i diritti glbt. Nel 2013 la russia ha infatti dichiarato fuorilegge “gli stili di vita non tradizionali”.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Culture, R-Esistenze

#Luxuria, l’arresto dimostrativo, le polemiche e le lotte lgbtq

1796082_594450540646124_1604249527_oDue parole su Vladimir Luxuria e quel che ne è seguito. Lei va a Sochi, in Russia vige una legge antipropaganda in favore dei gay e la bandiera che Luxuria mostra in cui è scritto “gay is ok” basta per fermarla, identificarla, schedarla e poi, per quel che leggo, rilasciarla a prescindere dall’intervento della Farnesina. Luxuria non è una trans qualunque. E’ popolare, una ex parlamentare, una vip della tv italiana, e a prescindere dal fatto che, come alcuni dicono, lei sia andata lì in maniera un minimo sovradeterminante, con la consapevolezza o meno di provocare una reazione, quello che dimostra il fermo è che lì chiunque è esposto a quel regime di repressione. E se hanno rilasciato lei che è così famosa non è detto facciano lo stesso con altre persone.

Quello che mi ha sorpreso ieri, in effetti, poi, è stata la virulenza di commenti transofobi e anche di commenti di altri, critici nei confronti di Luxuria e altre persone a lei collegate, che neppure in quel frangente sono riuscit* a bloccare lo schema di litigiosità e acidume in salsa facebukkiana per concentrarsi sul fatto che non è normale che una persona che mostra una bandiera con quella scritta sia fermata eccetera, così come non era normale che delle ragazze che cantavano una canzone siano finite in galera per questo.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, R-Esistenze

Date asilo politico all’attivista Lgbtq russa Irina Putilova

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Leggo e traduco, da qui:

Irina è un attivista LGBTQ che chiede asilo politico al Regno Unito. Il 6 dicembre è stata arrestata dai funzionari UKBA dopo il suo primo colloquio per la richiesta di asilo ed è stata deportata presso lo Yarl’s Wood Immigration Removal Centre (che è come il nostro Cie) . Lo Yarl/s Wood è stato recentemente al centro di attenzione perché vi sarebbero stati casi di abusi sessuali da parte delle guardie private nei confronti delle detenute.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, R-Esistenze

E’ scomparsa la #PussyRiot?

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Ricordate le PussyRiot?

Osarono cantare dentro una cattedrale. Non una canzone qualunque ma uno sberleffo anarchico contro due istituzioni patriarcali: chiesa e Stato con in testa quel gran democratico di Putin.

Vollero dare loro una punizione esemplare. Due anni di galera per aver cantato una canzone. Resta indelebile per me il dibattito anche in Italia dove i complottisti militOnti de sinistra dissero che queste femmine “riottose” che andavano in giro a infilarsi polli su per la figa non potevano che essere pagate per destabilizzare il governissimo communista che pure se è una merda, perdipiù omofobo, come tutte le dittature sedicenti antiamericane (come ancora fossimo ai tempi della guerra fredda) bisogna fargli un monumento.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, R-Esistenze, Violenza

#Russia: vigilantes condominiali e caccia all’omosessuale

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A proposito di quello che succede in Russia a seguito delle decisioni prese contro tutto ciò che viene definita “propaganda omosessuale”. Un documento che parla di delazione e discriminazione di soggetti. Buona lettura e se possibile fate circolare. Grazie!

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Di Matteo R.

Secondo la notizia riportata da questo sito, in un edificio della città di Rostov Oblast è stato posto un annuncio sconvolgente:

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, R-Esistenze, Violenza

Russia, tra #omofobia e repressione

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Di Matteo R.

Con una maggioranza pressoché assoluta il Parlamento russo ha approvato l’estensione a tutto il territorio nazionale di una legge già in vigore a livello regionale a San Pietroburgo, Kaliningrad ed altre grandi città russe: il divieto di propaganda omosessuale.

Da ora in poi sarà dunque reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po’ vaga, di “propaganda” darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe (fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti ad esprimere un’opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Ma soprattutto mettere al bando o vietare preventivamente eventi, manifestazioni, concerti, che possano essere ritenuti a rischio di “propaganda gay”.

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