Antiautoritarismo, Contributi Critici, R-Esistenze

Aboliamo le prigioni? – di Angela Davis

Qualche anno fa minimum fax pubblicò un libro radicale, Aboliamo le prigioni? di Angela Davis, che faceva piazza pulita di tutta una serie di luoghi comuni sulle carceri. Su Minima&Moralia ne hanno ripubblicato un estratto, che prendiamo in prestito.

di Angela Davis

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Antifascismo, Antirazzismo, Antisessismo, Autodeterminazione, R-Esistenze

Lo sguardo di Angela Davis sul “whitewashing” di femminismo e islamofobia

Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Angela del Gruppo Abbatto i Muri.

scritto da Danielle Kwateng-Clark

Voglio discutere di una prospettiva femminista che capisca che non possiamo semplicemente riformare istituzioni come il carcere e la polizia”.

Meno di tre mesi fa, l’Istituto per i diritti civili di Birmingham ha revocato un premio per i diritti umani in onore dell’attivista Angela Davis. La decisione, che non è mai stata esplicitamente dichiarata, era collegata alla politica di Davis come sostenitrice esplicita della Palestina e del boicottaggio delle imprese israeliane a sostegno dei diritti dei palestinesi. In una dichiarazione, l’Istituto -situato nella sua città natale-ha dichiarato: “[Davis] sfortunatamente non soddisfa tutti i criteri su cui si basa il premio”.

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Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

Doina Matei: perché forcaioli e repressione del dissenso stanno sullo stesso piano

Io so che quello che sto per dire è impopolare ma lo dico lo stesso. La storia della ragazza che avrebbe violato i termini della semilibertà per una foto su facebook sta continuando a essere pretesto per l’espressione di una Italia di destra, forcaiola, che immagina di non poter concedere a chi va in galera una seconda opportunità. Mai sorridere, mai ricominciare a esistere, mai mostrare il fatto che continui a respirare dopo aver subito una condanna. E allora smetto di parlare di questa donna, con tutto il rispetto per i parenti della sua vittima, e parlo di quel sentimento che serpeggia anche in contesti “femministi”. L’idea della certezza della pena, l’invocazione della pena di morte per reati quali la violenza sulle donne, lo stupro, il femminicidio, usando il dolore dei parenti delle vittime o delle sopravvissute, per spingere sempre più in là il confine tra giustizia e vendetta, non sono cose che riguardano solo Doina Matei. Ho visto parole di fuoco di donne che vogliono il sangue, che bene si mischierebbero ad altre persone che usano le donne abusate per giustificare razzismo qualora ad essere accusati siano uomini stranieri.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze, Recensioni

Suffragette – il film. Quali differenze con le femministe d’oggi?

Ho visto il film Suffragette. Gran bel film. Un concentrato di disgrazie che rendevano le donne vittime di discriminazione. Quella discriminazione, al solito, veniva percepita solo da alcune donne, meno propense ad essere mansuete e obbedienti rispetto al potere esercitato dagli uomini. Uomini in politica che consideravano le suffragette delle fanatiche che avrebbero sovvertito l’ordine sociale, familiare, morale. Vi ricorda niente?

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

Volete abbattere muri? Smettete di normare e giudicare le vite altrui!

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Se io ti dico che ho voglia di raccontarti la mia storia questo non vuol dire che spero in un giudizio da parte di una persona che sta in portineria e che a seconda del sintomo descritto mi destina dallo psichiatra o da un giudice che decideranno per me quel che è giusto fare. Il contributo che io chiedo è del tutto diverso.

Prima di arrivare alla massima semplificazione dei problemi, prima di lasciarci tentare dalla facile soluzione decisa da chi tende ad etichettare come giusti o sbagliati i comportamenti, dovremmo osservare meglio come funziona la società e tentare di capire come, noi che non siamo psichiatri o giudici, possiamo contribuire culturalmente affinché le relazioni umane evolvano in direzioni differenti.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

Denuncia per “istigazione al favoreggiamento della prostituzione” (?) contro proposta di Zoning a Milano

Succede che l’avviso di esposto/denuncia da parte di un gruppo di abolizioniste della prostituzione nei confronti di persone che hanno proposto lo zoning, per i/le sex workers, a Milano, si è concretizzato il 25 Novembre. Tre associazioni di donne hanno depositato un’incredibile denuncia per istigazione al favoreggiamento della prostituzione (?) compiuto, secondo la loro opinione, da “chiunque”, a questo punto e se ho capito bene, parli di sex working a partire da un punto di vista non abolizionista. Non so se lo stesso tipo di denuncia potrebbe riguardare, per esempio, Amnesty, contro la quale di recente si è celebrata una campagna orribile per via della sua decisione che promuove la decriminalizzazione della prostituzione. O potrebbe riguardare, chi lo sa, anche media che danno voce a sex workers che si raccontano e spiegano di aver scelto liberamente quella professione. Potrebbe riguardare ogni parlamentare che presenta una proposta di legge non abolizionista sullo stesso tema. Potrebbe riguardare il Comitato per la difesa dei diritti civili delle prostitute, presieduto da Pia Covre, perché schierato in una battaglia sostenuta, per l’appunto, non solo da molte femministe, ricercatrici e associazioni, ma anche dall’Associazione Certi Diritti. Quel che a me preme dire è che se e quando un dibattito politico delega al tribunale la decisione su chi ha ragione e chi ha torto significa che non ci sono più argomenti. Mi amareggia molto questa notizia, perché speravo ancora che nel movimento femminista, anche con donne che la pensano in modo tanto diverso, ci fosse spazio per una sana e aperta, benché conflittuale, discussione politica. Lo speravo, per quanto fossi già consapevole del fatto che esprimere un’idea, sulla regolarizzazione del sex working, a partire dalle stesse rivendicazioni di tant* sex workers, è veramente molto difficile o, per meglio dire, quasi impossibile. Evidentemente non sbagliavo.

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Antiautoritarismo, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

Per l’uomo che ha massacrato la fidanzata: fine pena, mai!

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Da giorni si discute – anche sulla pagina fb di Abbatto i Muri –  dello sconto di pena dato a un tale che ha massacrato di botte la sua fidanzata lasciandola in fin di vita e poi costretta su una sedia a rotelle. Gli avevano dato vent’anni di pena e invece ne sconterà “solo” 16. I familiari della ragazza non sono proprio felici di questa soluzione e questo è più che comprensibile per chi ha fatto crescere una figlia per poi vederla massacrare da un uomo violento.

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Antiautoritarismo, L'Inchiostrato, R-Esistenze

Estinguere le carceri con canzoni di merda

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di Inchiostro

Metto musica di merda a tutto volume.
Accendo una sigaretta.
Ho un mal di testa lancinante, ma mi rifiuto di prendere degli analgesici.
Mi dico, piuttosto, che dovrei seriamente considerare il fatto di bere meno.

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Affido condiviso, Antiautoritarismo, Comunicazione, Femministese

Giulia Bongiorno, Michelle Hunziker e padri separati sotto attacco

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Ogni volta che in rete si discute di padri separati riparte il frame complottista comprensivo di insulti gettati lì a caso, generalizzazioni, demonizzazioni, e via di questo passo. L’occasione è arrivata ora perché si sta parlando di Pas in relazione all’intervista rilasciata da Michelle Hunziker (ne parlo anche su Il Garantista) a proposito di una proposta di legge che lei e Giulia Bongiorno, entrambe fondatrici di Doppia Difesa, stanno promuovendo per sostenere un punto: se i bambini subiscono un atteggiamento ostile, denigratorio nei confronti del genitore che non ha l’affido prevalente, se si impediscono gli incontri e l’esercizio del diritto al rapporto genitore/figlio allora nella proposta di legge, per chi è responsabile di tutto ciò, si ipotizza l’assegnazione di una pena detentiva.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze, Storie, Violenza

Accusato, arrestato, assolto: non ho mai fatto stalking alla mia ex!

Sono un ex detenuto. Per la maggior parte ero ai domiciliari in attesa del processo. La carcerazione preventiva è ingiusta, disumana, perché se alla fine tu sei assolto nessuno ti risarcisce di niente. Sono stato accusato per stalking. Avrei stalkerizzato la mia ex. C’era stato un periodo di lascia e prendi. Lei mi chiamava, io la chiamavo, ogni tanto scopavamo di nascosto per non far sapere a tutti che eravamo amanti clandestini. Un giorno mi chiamò per dirmi che non dovevamo più vederci. Le dissi okay, non c’è problema. Non l’ho più cercata. Dopo qualche mese – e io ero a fare altre cose e me l’ero già scordata – vedo arrivare due militari che mi arrestano, poi passo qualche giorno dentro e infine mi hanno riportato a casa.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

#Afghanistan: a ricostruire la galera per adultere… hanno pensato i militari italiani!

Avete presente i militari italiani? Quelli che stanno in giro per il mondo per “missioni di pace”? Impegnati anche nella ricostruzione di quel che altri militari, di diversa nazionalità, hanno distrutto? Hanno realizzato anche questo carcere femminile per donne afghane a Herat e sembra essere il fiore all’occhiello che dovrebbe dimostrare l’efficacia della presenza umanitaria in Afghanistan. Recensito, filmato e fotografato da molti media italiani [1] [2] [3] [4] [5], giacché di propaganda istituzionale non siamo mai sazi, questo carcere “accoglie” (notare l’effetto e la semantica addolcita delle parole) donne che sono state arrestate in virtù delle leggi atroci che esistono in quel paese, aggravate, peraltro, anche dalla guerra che ha deposto tiranni di tipo A per piazzare al potere tiranni di tipo B fortemente misogini e integralisti.

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#Spagna: un emendamento impone la galera per chi scrive o diffonde contenuti sessisti!

censura5686Il governo spagnolo, lo stesso che vorrebbe vietare l’aborto alle donne, quello che dice che uccidere una prostituta non sarebbe violenza di genere, lo stesso che ha mandato in malora tante manifestazioni di movimenti per il reddito e la casa, con guardie a picchiare chiunque, lo stesso che impedisce la divulgazione di immagini in cui si vedono le guardie che manganellano i manifestanti, quello che ha stabilito regole economiche feroci contro la povera gente, sfrutta il brand della violenza di genere per farsi il make up con tanto di pinkwashing e guadagnare punti grazie ad una tutela paternalista nei confronti delle donne.

Paternalista e repressivo è il piglio, proprio come piace alle femministe radicali che non hanno alcun problema ad allearsi con persone di codesta natura politica pur di ottenere quel che desiderano da molto tempo: censura e reati d’opinione. Già con la pubblicazione della versione spagnola di un libro di Costanza Miriano diedero prova di assoluta assenza di pratica libertaria. Volevano non solo vietarne la pubblicazione ma incriminare la Miriano per apologia della violenza contro le donne. Una follia autoritaria e fascista, così com’è la tendenza dell’umore di quel governo.

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Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, R-Esistenze, Violenza

Qual è la differenza tra approccio e molestia?

Firenze, 1951, una ragazza americana attraversa un marciapiede. Foto di Ruth Orkin
Firenze, 1951, una ragazza americana attraversa un marciapiede. Foto di Ruth Orkin

L’altro giorno si discuteva di molestie in giro per il mondo e becco il commento che più spesso alcuni uomini fanno in questi casi. C’è chi dice che una donna accetterebbe un “approccio”, così come lo chiamavano, nel caso in cui lui è bello e piacente. Dico che la molestia non è un approccio. Mi chiede se ho mai risposto positivamente ad un invito, un complimento, un commento fatto in giro e dico di si, in effetti, un paio di persone che ho frequentato le ho conosciute così. I loro commenti mi avevano fatto ridere e in definitiva era un modo per attaccare bottone. Io stessa, un paio di volte, in luoghi più protetti, dove l’essere femmina non mi penalizzava nell’approccio (farlo in strada è ancora tabù), ho tirato fuori scuse idiote per tentare di attirare l’attenzione di qualcuno. Con uno ci sono finita a letto. Mi piaceva. L’ho inquietato e lui ha risposto positivamente. Nel caso in cui lui avesse avuto qualcosa da ridire, dove sta il limite tra l’approccio e la molestia?

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Antiautoritarismo, R-Esistenze, Violenza

#StefanoCucchi: s’è menato da solo!

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Stefano Cucchi si è menato da solo, questo, infine, dicono i giudici. Un po’ come quando le donne picchiate dai mariti arrivano in pronto soccorso e dicono di essere cadute dalle scale. Come quando la gente viene manganellata in piazza e si dice che i manganelli volano solo in direzione di terroristi. Come quando si giustifica la brutalità delle varie polizie nei modi più disparati mentre si condanna un giovane uomo solo per avere detto una parola come “pecorella” ad un tutore dell’ordine. A noi non è dato neppure il diritto di parlare. Loro hanno il dovere di reprimerci e di scappare, sparire, non assumersi la propria responsabilità quando di responsabilità, nei fatti e nelle ferite visibili, ne hanno tanta.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, R-Esistenze, Violenza

Femminicidi, mostri, forche e giustizialismo

La vignetta di Mauro Biani
La vignetta di Mauro Biani

Facciamo una ri-sintesi? E dunque abbiamo un tizio che dovrebbe essere figlio illegittimo di uno che dice di non avere figli illegittimi. Il Dna sarebbe pure compatibile a quello di una donna, sua sorella o sorellastra, perché in questa fiction non abbiamo capito molto, ma dopo tanto dire che era stato un marocchino perché una cattiva traduzione l’aveva inchiodato senza se e senza ma quest’ultima conclusione parrebbe un po’ più di buon senso. Intanto abbiamo il mostro in prima pagina, quasi ovunque, e poi anche la foto dei figli del presunto mostro, così, tanto per non farci mancare niente, anche se, giustamente, la Procura avrebbe voluto un minimo di prudenza, ché non si capisce come un ministro possa twittare che hanno preso l’assassino se ancora non c’è stato neanche un processo. Il garantismo l’è morto in Italia, e questo si sa, ma è morto anche il buon senso e siamo lì a goderci questi uomini della patria, paternalisti, che difendono donzelle indifese, cavalieri senza macchia e senza paura che twittano e facebookano e poi proclamano che loro, ecco, proteggeranno tutte le vergini innocenti e le madri e le mogli e le femmine sparse, purché non si parli di trans o prostitute o donne migranti rinchiuse nei Cie, perché in quel caso non vedremo mai un tweet del ministro che scrive “l’abbiamo preso!”.

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