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Se chiamiamo Femminicidio anche le morti per “malore”

tre donne

E’ il delirio. L’unità linka alla voce Femminicidio “tre donne uccise”. Due sono state uccise, di una si sa che è femminicidio e dell’altra probabilmente pure e una, per quello che si sa adesso, pare sia morta per un malore. Non è davvero per essere pignole ma Femminicidio non riguarda ogni donna che muore e non riguarda ogni donna uccisa per ragioni che non siano riconducibili a ruoli di genere e alla subordinazione cui culturalmente le donne sono sottoposte. Se una muore in una vasca da bagno per un malore e c’è nei dintorni un’altra persona significa che lui è l’assassino? Questa non è analisi del reale, né interesse a riconoscere il fenomeno per stabilire misure preventive. Questa è isteria collettiva. Un nuovo medioevo sulla pelle delle donne.

Parlo non delle indagini che possono certo portare anche ad altre conclusioni ma alle reazioni dei media e di chi legge sull’onda emozionale in cui di razionalità e lucidità non ce n’è più neppure un briciolo.

I media hanno interesse a fare sentire forte l’emergenza, spostare l’attenzione da altri problemi, il governo, la crisi economica, porre l’accento su soluzioni e proposte di legge che il Pd è pronto a fare, perché a speculare sui corpi delle donne c’è sempre una campagna elettorale in corso. I media che sommano cifre su cifre per fare avvertire una situazione di pericolo incombente su questo guadagnano in click, vendite, audience e pubblicità.

Più cadaveri riescono a fornirvi per tenere alta la vostra attenzione e più guadagnano. Più tengono caldo l’argomento e più c’è modo di ricavarne qualcosa. Le donne uccise sono un filone sul quale guadagnano tutti/e senza che si abbia davvero l’intenzione di prevenire e analizzare il problema.

Così si attivano soltanto voglia di linciaggio, istinti medioevali, inquisizioni di chi brandisce cadaveri per zittire una opinione e nessuna soluzione concreta per fare sopravvivere queste vittime.

La sensazione che se ne ricava è sempre di una enorme vulnerabilità sociale da parte delle donne, vulnerabilità che in parte ci corrisponde e in parte no e che non ci riconosce alcuna facoltà di essere e autorappresentarci come soggetti autodeterminati in grado di assumerci responsabilità, di difenderci senza vedere mostri dappertutto e perfino di sbagliare e fare male a nostra volta.

Donne/bambine, e si evoca bisogno di tutela che diventa moralizzazione dei nostri comportamenti con paternalisti/tutori che dichiarano di sapere cosa sarebbe meglio per noi e ci impediscono di produrre risposte e difese autodeterminate.

Richiesta di pene certe, più carcere, più censura, più autoritarismo, che non si tradurranno mai in una rivoluzione culturale e nel rispetto delle nostre scelte.

Per esempio: darci lavoro, reddito, totale rispetto delle nostre scelte quando si tratta di sessualità e maternità responsabile, sono obiettivi? Perché le stesse persone che poi evocano pene dure contro la violenza sulle donne sono quelle che mi costringono alla disoccupazione, alla dipendenza economica da un uomo, alla sessualità etero, alla maternità obbligata, al ruolo di cura gratuito per sanare e ammortizzare il bilancio dello Stato, alla via crucis per una pillola del giorno dopo.

Siamo ammazzate per tante ragioni, in giro per l’Italia, e il punto è che è molto comodo che si ragioni del fatto che gli unici ad ammazzarci siano gli uomini. Di tutti gli altri assassini che ogni giorno collaborano a renderci la vita impossibile invece non se ne parla mai. Se ne parlasse L’Unità dovrebbe dire che il Pd e l’attuale o il precedente governo non hanno risposte da dare per nessuna delle cose elencate e che anzi sono responsabili di tutti i nostri disagi.

Così, fateci sentire violate e vulnerabili, ‘sì da affidarci a tutori senza chiedere nulla di più. Roba che ti zittisce in un attimo e trasforma tutte noi in una massa di deficienti che confidano nella salvezza in una legge che spedisca in carcere anche il nostro senso critico. E poi saremo vivissime. Pazienza se sarà morto il nostro cervello.

nofemminicidio

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2 pensieri su “Se chiamiamo Femminicidio anche le morti per “malore””

  1. Sono d’accordo. Questa mania del femminicidio mi fa sentire francamente molto a disagio. Conosco casi in cui i ruoli sono invertiti: anche se gli uomini vittime sono di numero inferiore perché non dovrebbero ricevere tutela anche loro? Comunque, queste donne che pretendono di parlare a mio nome mi inorridiscono: è come se cercassero ogni pretesto perfarmi sentire una minorata mentale e fisica. Lancio un’idea: perché non lanciamo una petizione perché la smettano di parlare a nome delle donne e perché le tutele siano per tutte le vittime di violenza a prescindere dal sesso? Penso che, tutte le donne di buon senso aderirebbero….

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