Antiautoritarismo, Antisessismo, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

Selvaggia Lucarelli e l’armata del bene

Avevo scritto due giorni fa il post “Combattere il cyberbullismo a partire da noi“. La mia è una semplice constatazione di fatto: nessuno dovrebbe mettere alla gogna qualcuno, pur ritenendo che egli o ella meriti la peggiore punizione del mondo, perché è la gogna in se’ il problema, come strumento di “comunicazione” che dà vita a linciaggi, atteggiamenti forcaioli, nessuna analisi, nessuna critica, semplicemente si mette lì la testa di qualcuno e tu lanci pietre, sfoghi la tua frustrazione, pretendi di sostituire istituzioni, tribunali, polizie, e ti piazzi sulla giacca una bella stella da sceriffo che va in ronda a punire l’idiota del giorno.

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Antiautoritarismo, Antirazzismo, Comunicazione, R-Esistenze, Violenza

Il bambino siriano

Ho letto commenti, impressioni, una retorica pietosa da parte di chi fino a ieri diceva peste e corna sui rifugiati. Sono così bravi a fregarsene di quello che succede nel mondo e dei motivi che spingono la gente a fuggire da case, città, nazioni. E l’Europa invece che fa? Semplicemente vive di negoziazioni. Due vite al posto di una o mezza vita invece che tre. Io non li voglio e te li prendi te. L’immigrato nemico, il rifugiato che non merita pietà e neppure una foto del genere fa cessare il rumore di tanti razzisti che trovano tutte le scuse per recitare il motto “prima gli italiani”.

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Comunicazione, Critica femminista, Pensieri Liberi

Se le “nostre donne” sposano membri dell’Isis

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Ma voi avete capito qualcosa a proposito delle donne che scappano dall’Europa per sposare e aiutare membri dell’Isis? Io ci vedo un po’ di terrorismo psicologico e pedagogia rivolta alle donne intrisa anche di islamofobia.

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'SteFike, Comunicazione, Violenza

Di quell* che scrivono che a Santa Croce Camerina sono tutti trogloditi

Sapete della storia del bambino ucciso a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Di quello che è successo ci diranno polizie e tribunali. Quello che a me preme analizzare, in questo momento, è la comunicazione di chi va alla ricerca del mostro da dare in pasto ai lettori, uomo o donna che sia, al punto che si offre sulla stampa l’umore e la diagnosi psichiatrica di una donna, si viola la sua privacy parlando di un paio di tentativi di suicidio, si sta ritagliando, via via, una trama buona per una fiction simil caso Scazzi, buona per richiamare le folle che ricorderanno quel posto non più perché è teatro in cui si girano le puntate del Commissario Montalbano, ma perché sarebbe, secondo l’analisi di chi ha guardato quel paese e ha buttato lì un paio di giudizi superficiali e gratuiti, un luogo retrogrado in cui, udite udite, i vecchi se ne stanno seduti sulle panchine, al sole, invece che morire chiusi in casa senza poter contare in qualche forma di socializzazione gratuita.

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'SteFike, Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

#Emergenza adolescenti: voyeurs, media morbosi, moralizzazione

1374155_543964165670748_394394780_nHo 15 anni, guardo la tv e vedo programmi pomeridiani che mi dicono che per valere qualcosa devo diventare qualcuno. Guardo le sfilate delle miss e vedo mie coetanee, accompagnate da commosse e sempiterne sante madri, e le ragazze sottopongono le proprie misure a una giuria di vecchi bavosi e altrettanto vecchie bacucche che un tempo avevano un nome e oggi, pur di beccar pagnotta, devono fornire un alibi agli amanti di lolite affinché si pensi che sia tutta una roba seria. Meteore, per lo più, che dopo essersi fatte consumare in tutte le pose possono solo ambire a diventar comparse di qualcosa o, peggio, di qualcuno.

Ho 15 anni e mi piace coltivare il sogno di diventare come uno dei miei miti, la tal diva che mi sembra tanto figa, o giusto avere l’opportunità di pomiciare almeno una volta, una volta sola, con quel cantante che se lo vedo in concerto, di presenza, già mi fa morire. La mia vita è compresa tra l’ambizione di toccare vette irraggiungibili, perché lei ce l’ha fatta, quell’altra pure, e quindi devo farcela anch’io, e poi gli amori, il sesso, la conoscenza di me e dei miei coetanei e la passione per quel ragazzo un po’ più grande.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

C’era una presentatrice che strumentalizzava la violenza per ottenere audience

Una volta fui invitata in una trasmissione televisiva, tempo fa. Mi dissero che si parlava di argomenti vari e che la mia presenza era utile perché sapevo cose, avevo fatto cose, avevo scritto cose. In camerino chiedono come sto, e io già non capisco, poi la presentatrice spara il fatto che voci di corridoio dicono che io avrei subito una violenza, però non ne parleremo, no no, è solo per fare due chiacchiere tra noi e darti la mia solidarietà, così dice la conduttrice. Invece arrivo alla postazione, mi siedo, e come avrei dovuto prevedere viene svenduto il mio privato al pubblico che attende dettagli morbosi sulla mia esistenza.

In camerino mi dicevi di aver sofferto tanto – esortava la presentatrice – e il pubblico puntava lo sguardo nella mia direzione sicché già la sola attesa di una mia risposta portò la trasmissione a punte altissime di share. So che non ti piace parlarne perché deve essere parecchio doloroso ma qui siamo tutti con te, guardate pubblico, diteglielo che siamo tutte con lei, fate sentire il vostro calore e affetto. E parte un applauso che avrebbe stuzzicato la vanità di chiunque. Chiunque meno che la mia. Sapete: ho studiato comunicazione, so esattamente quando e come viene usato un fenomeno da baraccone nelle trasmissioni televisive e so quando la persona invitata viene spogliata di dignità e perfino della facoltà di scegliere cosa dire perché quello che importa è fare audience e non c’è altro.

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Media e i “giornalisti” fabbricatori di flame indignati

Averci la candidata donna non vuol dire che non sei sessista e averci quella nera non significa che non sei razzista. Bisogna fare molto più che questo. Il fatto che ti fai la foto con la modella nera non significa nulla e ancora di più significa poco se vai portando in giro uno che potrei oggi definire come il “cliente neocolonialista“, ovvero colui il quale sembrerebbe non smettere di essere tale neppure quando parla di una ex ministra. Ma a questo punto il problema non è soltanto di chi dice atrocità ma di chi le veicola e pretende di fare informazione rilanciando una stronzata dopo l’altra come se – di tanto genio – non potessimo farne a meno. Perché dei partiti che premono sull’elettorato che vorrebbe tornare all’italietta neocoloniale, con le faccette nere disponibili a dare il culo per due soldi, purché restino al loro posto e non pretendano di essere persone, di tutto si è detto e si continua a dire, ma di quella fabbrica di stereotipi che è il programma La Zanzara non credo parli nessuno.

Quel che praticamente fa è raggranellare un po’ di battute sconce per chi si diletta in quell’attività che ha a che fare con la pornoindignazione. Ed è un continuo captare segnali di inciviltà per poi vederli rilanciare su tutti i quotidiani italiani come se non avessero nulla in più da fare. Perciò parliamo del fatto che i media italiani hanno bisogno di un programma di bassa lega come La Zanzara perché altrimenti non saprebbero cosa scrivere. E’ l’arte, se di arte si può parlare, di creare il flame che fa notizia. La battutona sulla quale poi vai a chiedere il parere di politici e illustri pensatori e così l’Italia, in generale, insiste nel portare avanti una maniera di produrre “informazione” che è solo gossip servito a folle che non vedono l’ora di partire per linciare ora questo ora quell’altro pseudo/mostro esorcizzato il quale la politica sarebbe salva.

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Neocolonialismo, pornoindignazione e sedativi sociali

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Questa settimana avete avuto la vostra dose di pornomostruosità per pornoindignazione. C’è da soddisfare per un mese anche i pruriti delle forcaiole neocolonialiste che concludono che i patriarcati altrove e le culture di violenza sessista dipendano sempre da fattori etnici e non di tipo culturale. Perciò correte tutte a mettere un like per “salvare” le ragazze che nel mondo vengono offese, umiliate, stuprate e uccise. Ci sono alcune, poi, che dicono: vedete? eccola la dimostrazione del fatto che le donne sono vittime di brutalità atroci perché l’uomo, in quanto uomo, è cattivo. Si dice questo senza che si analizzino le cause e le fonti culturali, chiunque sia a veicolarle, o senza che si ragioni sulla prevenzione, che si provi ad arrivare a conclusioni di buon senso.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, Violenza

L’omosessuale puttaniere, mostro del giorno!

Dopo la faccenda delle babysquillo i media dedicano attenzione morbosa a quella dei babyprostituti. Si tratterebbe di ragazzi dai 13 anni fino ai 17, minorenni, in alcuni casi consapevoli e in altri intercettati/indotti a vendere servizi sessuali da un altro adolescente rumeno. Coinvolti adulti dai 40 ai 60 anni che volevano “carne giovane”. In un caso si sarebbe trattato di coercizione e stupro perché per ottener servigi avrebbero fatto ubriacare un tredicenne.

Sui media filtrano le intercettazioni, ragazzi dalla sessualità attiva che si dispiacciono di mamme che vorrebbero loro finissero i compiti prima di uscire, genitori inconsapevoli, perché il pericolo è altrove, quell’internet in cui qualunque pedofilo può attaccare bottone con questi fanciulli che arrivano in quelle chat non si sa come. A pochi giorni dall’annuncio del ministro della giustizia che parla di certificato antipedofilia per chi vuole accedere a impieghi che hanno a che fare con i bambini (ma non per le associazioni di volontariato o per adulti che in qualunque sede, incluse quelle religiose, possono stare in relazione continua con i ragazzini) vediamo le forze dell’ordine impegnate a scovare sfruttatori che possano far male agli e alle adolescenti.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Storie

Sesso, terrore e la fabbrica dei mostri

MjAxNC0xZjJiODg4N2E4NzlkOGJkIncutere timori per ottenere controllo delle vite di alcuni è un esercizio frequente di soggetti autoritari. Come avrebbero potuto altrimenti ottenere controllo sui nostri corpi alcune culture e religioni? Ebbene: persone che abbracciano quelle culture o che comunque ne sposano modalità e contenuti insistono in queste dinamiche che creano non pochi problemi relazionali.

Sarete cresciuti anche voi, immagino, tra esseri preganti che vi dicevano che solo a pensarci vi sarebbe caduto l’uccello, tutte le biglie, incluse le pupille. Per le femmine il terrore era di perdere verginità, purezza, valore d’acquisto nella compravendita di carne al mercato delle convenzioni sociali.

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Acchiappa Mostri, Antiautoritarismo, Antifascismo, Comunicazione, R-Esistenze

Massimo Lizzi e i “comportamenti borderline” dell’Eretica

Massimo Lizzi, alias Roderigo, blogger convertitosi da poco al femminismo integralista e moralista, tra i suoi tanti interventi contro di me sostiene che aver fatto presente a Se Non Ora Quando su twitter quello che scrivo QUI, sarebbe un “comportamento borderline“. In realtà tra me e Snoq ci sono stati pochi twitt, non un “assalto” e generalmente io non “assalto” alcun profilo twitter o pagina facebook proprio per niente. Si è trattato di uno scambio interlocutorio che succedeva ad altro scambio interlocutorio. Dicesi dialettica tra femminismi, cosa che Lizzi disconosce perché lui quelle che non concordano con la sua posizione le scomunica e basta.

Ma a proposito di comportamenti che lui definisce “borderline” allora dovrò ricordargli che più o meno molte tra le persone che gravitano sulla sua pagina e tifano per lui accompagnandolo nella costante denigrazione diretta a me sarebbero da giudicare allo stesso modo, lui compreso. A partire da lui, appunto, che già dai primi link che su di me produsse, immaginando dovesse interessarmi per forza la sua posizione, e non rinunciando mai a farla presente in ogni luogo possibile, “assaltò”, per usare un suo termine, pagine facebook, profili twitter (dai quali è stato bannato), includendo bacheche facebook di persone a me amiche presso cui insistentemente lui e altre persone sostenevano che bisognasse prendere le distanze da me.

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Comunicazione, Culture, Pensieri Liberi, R-Esistenze

#Comunicazione #Web: al pubblico piacciono le risse!

MumbleMumble, c’è chi va in cerca di altre pornomostruosità per pornoindignazione. Vedete come scema il traffico e come diventa fiacca la discussione se non c’è una rissa? Il flame serve. Dura un attimo, poi si passa al successivo, ma proprio per questo vende bene. Li vedi tutti in cerca del dettaglio demonizzabile, del soggetto da mostrificare, per ottenere più audience. Quanto noi utenti e utentesse agiamo al di fuori di questo meccanismo? Quanto lo cavalchiamo per ottenere consenso? Quanto serve la polarizzazione, forzata, pro o contro una persona, o di qua o di là, per meglio acchiappare tifoserie? E perché mai funziona meno fare ragionamenti critici articolati, analisi di buon senso e senza integralismi di sorta? Le opinioni che girano in rete, i post, la comunicazione prodotta è anche il risultato di quello che la gente vuole e fa.

Se gli umori della gente sono orientati alla rissa allora i media, le tv, la politica, regalano la rissa. Se la gente smette di godere nel fare da tifoseria, nell’alimentare, foraggiare, certi meccanismi della comunicazione, allora, forse, la comunicazione cambia strategia. La comunicazione politica, quella sul web, è un prodotto ed è suscettibile delle stesse regole del mercato di ogni altro prodotto in vendita. Se boicotti il prodotto, se smetti di considerarlo desiderabile, di propagarlo, veicolarlo, allora la ditta che vende cambierà il prodotto o riaggiornerà il marketing. Se invece immagini di esprimere cose diverse pur veicolando lo stesso, identico, metro di comunicazione, non hai risolto niente. Se, per esempio, l’antisessismo o presunto tale, si muove alla stessa maniera di forme di sessismo e in entrambi i casi sullo sfondo vedi la voglia di linciaggio, le gogne, l’atteggiamento forcaiolo, che a seconda delle persone nominate si esprime in modo diverso, dove sta l’innovazione? Dove lo scardinamento? Dove il ribaltamento dello schema?

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Di sessismi e rapporto causa-effetto (se leggi stupro diventi stupratore?)

Uno degli aspetti che viene fuori in questi giorni di polemica su sessismi e reazioni varie è che in qualche modo si riafferma il principio delle tipiche militanti antiporno, ovvero quelle che dicono che il sessismo visto e letto possa generare una gran massa di stupratori.

La proposta immediata è dunque repressiva. Secondo chi la pensa così per cancellare lo stupratore e la cultura dello stupro basta censurare manifesti, video, pensieri, culture, persone. L’antisessismo secondo il MacKinnon e il Dworkin pensiero – e si veda il dibattito americano di 30 anni fa – si risolveva così, a colpi di censura. Lo stesso a quanto pare dicono quelle che aderiscono al femminismo moralista per cui basta che le donne coprano il corpo, che i commenti si stigmatizzino con accusa e gogna successiva contro chi li proferisce, auspicando pene e repressione a protezione della donna indifesa, e allora il sessismo scompare.

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#Grillo #Boldrini: insulti sessisti utili a chi vuole delegittimare l’M5S

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Oggi è stata una bellissima giornata di lotta per le donne. Repubblica che fa? Ovviamente la sua prima pagina è dedicata a sputtanare la reputazione di Grillo e il Movimento Cinque Stelle (tanto per cambiare) perché al momento occorre dire che il governo fa cose buone e giuste, sempre, e serve una martire, offerta in premio anche grazie a quegli idioti sessisti che vanificano in un solo momento il lavoro dei parlamentari grillini e non hanno altro da fare che buttare fango a commento nei social network.

Di coglioni è pieno il mondo e sui social network ce n’è pure di più. Dovrei farvi leggere la sequela di insulti, anche sessisti ma non solo, di quelli accreditati da sinistrorsi o sedicenti tali, giacché se l’insulto proviene dall’intellighenzia di partito allora è meglio, senza dubbio, dicevo che dovrei farvi leggere la sequela di insulti che sono dedicati a me da rosiconi uomini e da rosicone donne, dove il più moderato mi augura il manicomio e la più politically correct scrive che quando mi vedrà mi sputerà addosso. E tutto questo grazie anche a chi innesca le micce e poi racconta in giro che si tratterebbe “solo” di critica politica e dei commenti successivi, e figuriamoci, non ne risponde lui/lei.

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Acchiappa Mostri, Comunicazione, Critica femminista

Della violenza della folla armata a linciare il Vip

bohSono sicura che in tanti/e ne state discutendo, più che altro perché quando c’è un po’ di #pornomostruosità in giro, per #pornoindignazione, gli squadrismi in procinto di linciaggio partono all’assalto. Una foto con una goccia di sangue che dovrebbe dimostrare l’efferata crudeltà di un divo scatena voglia di tutela, odio forcaiolo, ansia giustizialista, e prendetelo, massacratelo, fatelo a pezzi, finché la folla con i forconi non è sazia e giustizia è fatta.

Chissà cosa è mai successo, se è vero oppure no. Lei dice che lui è violento, che non lo vuole denunciare ma mette le foto su facebook. Lui diceun’esperta in comunicazione come lei come non poteva prevedere tutto questo?“, poi aggiunge che lei non ha preso bene il fatto di essere stata lasciata e forse la denuncerà per diffamazione. La polizia ha aperto una inchiesta per verificare l’autenticità delle foto. Però il processo sui media si è già realizzato, lui non ha diritto ad una difesa, ed è stato già condannato. Ora dovrà essere lui a dimostrare che non è vero, se non è vero, mentre lei diceMassimo deve capire che non è più un compagno, ma è ancora un padre. Vorrei che vedesse nostra figlia, che la seguisse anche dal punto di vista economico, ma soprattutto che si prendesse la responsabilità di una bimba che ancora non parla a due anni e tre mesi. Era nella stanza accanto alla nostra con la tata quando lui mi ha aggredita 20 giorni fa. Ora la saluto, vado a prendere la bimba da mia madre, al mare. Ho paura che lui ci vada prima di me. Ma lo scriva, lui non è un violento, è uno uomo gentile. Gli parte la testa, ma solo con me…“.

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