Antiautoritarismo, Antisessismo, Comunicazione, Critica femminista, Sessualità, Violenza

Se si torna al femminile angelico e sacro (Toccami!)

Quello che succede in questi giorni a me non fa un gran bene. E non fa bene neppure a certi uomini, io credo. Nella peggiore delle ipotesi si rischia di diventare difensori della vulva riproducendo i peggiori schemi paternalistici mai visti. Nell’altra ipotesi, che non so se migliore o peggiore, si legittima l’esistenza di tutori e tutrici di ogni genere e di qualunque sesso.

Ma quello che volevo dire è che le pseudo sensibilizzazioni virali date dalla diffusione delle infelici battute di persone realmente misogine e maschiliste hanno determinato un fenomeno di inibizione della spontaneità maschile indi per cui a taluni basta solo cambiare le parole e trasformarle in un lessico un po’ più politically correct e altri, compagni, come mi fa notare Claudia, che pure non si erano mai posti il problema dei rapporti con le donne perché ne hanno sempre avuti di sani e ottimi, reagiscono in maniera strana a questo comportamento mediatico.

Li senti dichiarare che stanno dalla parte delle donne sempre perché “voi siete migliori di noi” e a parte farci sentire dei panda sottotutela del Wwf tu gli dici “ma come, io ho appena scoperto che vedermi sottoforma di beatificato angelo è di un retrogrado mai visto e tu mi riassegni la beatitudine e l’angelicità medioevale?“. Stiamo appena adesso, noi femministe antiautoritarie, scoprendo che noi non siamo né migliori e né peggiori ma semplicemente umane, persone, ugualmente in grado di essere belle e brutte, buone e cattive. Non esiste la dicotomia donna=migliore e uomo=peggiore perché io non voglio essere santa, non voglio essere perfetta e perché io non voglio proprio essere considerata migliore. Capite, cari, che nei secoli mi è stato destinato da chiunque sempre e solo il ruolo di martire o puttana e io voglio solo essere umana? Come voi, esattamente come voi.

Claudia mi dice che ha sentito un tizio che diceva “dobbiamo riscoprire la nostra parte femminile che è la migliore: a me piace cucinare“. E lei avrebbe tanto voluto rispondergli: “guarda che la mia parte femminile è quella che mi fa declinare l’alfabeto con i rutti e sgranare un rosario di bestemmie motivatissime” ma non poteva perché non lo conosceva e perché ogni tanto l’educazione la frega.

Però io qui posso: che non vi venga in mente di ridiventare gentleman, come quelli, beceri, di una volta, che ti aprivano la portiera della macchina e ti destinavano a fare la regina del focolare. Che non vi venga in mente di andare in giro a salvare le donzelle in pericolo e vi prego smettete di battervi le mani sul petto a fare mea culpa perché non avete nessuna colpa di genere da espiare e perché le cazzate che dice un misogino non devono ricadere su tutti voi esattamente come le cazzate che dice una donna sessista non devono ricadere anche su di me.

Vi prego concedetevi licenza di rutto libero, mettete a soqquadro le stanzette ordinate del mondo, datevi alla cucina se vi piace cucinare ma per riscoprire il vostro lato culinario e non quello femminile che manco noi sappiamo ancora qual è. Non costruiteci addosso un genere fatto di stereotipi con la scusa di difenderci perché no, grazie, va bene così. Io sto benissimo, nessuno mi violenta e le cose che ha detto il prete al più hanno sollecitato tra i miei amici quello sguardo misto tra compatimento e sarcastico disprezzo nei confronti di chi parla in quel modo arrogandosi anche il diritto di rappresentarli.

Gli uomini che io conosco non sono così. Non picchiano le donne che non lavano i piatti perché i piatti se li lavano da soli e non saltano addosso alle donne che vedono in minigonna per strada. Gli uomini che conosco hanno il diritto di rimettere in discussione gli stessi stereotipi di genere che gli hanno affibbiato e che si ritrovano ricuciti addosso, hanno diritto di dire a me, donna, che sono una cazzara e che dico sciocchezze se le dico e non mi salverà dalle critiche l’angelicità femminea perché io non sono Beatrice e non conduco nessuno al Paradiso. La stessa Beatrice, d’altronde, in una operazione di subvertising comunicativa, con Neri Marcorè, nella pubblicità che parla di telefonia, è diventata una ragazzetta che sta sui social network e che probabilmente farà qualche status scemo per dire che l’inferno è una figata.

Niente sconti, dunque, buon rutto libero a tutti/e e, lo dico agli uomini, senza che sembri una sollecitazione a bypassare la consensualità perché i corpi appartengono a chi li ha e non a chi li desidera, ma, volevo dire, che la retorica citata conseguentemente genera l’idea della sacralità del femminile al punto che non si ritiene più neppure di toccarci. Ecco: i corpi delle donne possono essere toccati, da chi vogliamo e desideriamo e quando lo vogliamo, ma se ci toccate, accidenti, non ci rompiamo. No che non ci rompiamo. Toccateci, toccatevi, tocchiamoci tutti/e.

3 pensieri su “Se si torna al femminile angelico e sacro (Toccami!)”

    1. prego prego prego 😀
      un Lucifero da queste parti è meraviglioso!
      porta anche gli amici, please, che qui ci piacciono le cose indiavolate. diamo un “Peccatori/trici party nei prossimi giorni” 😛

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