Discorso tra suocere, in ospedale. Una è lamentosa, non riesce a stare zitta un attimo e continua a parlare della sua solitudine e del fatto che il figliolo la considera di più quando è da solo. Se è in casa con la moglie, invece, cambia tono, è un po’ più freddo. Ricorda che madre e figlio sono cresciuti “insieme” in assenza di un padre e che lei ci resta male per il fatto che quando si telefonano la nuora non chiede mai una sola volta di farsi passare la suocera per porgerle almeno un saluto.
Continua a riferire le mosse della nuora come fosse una che le ha rubato il figlio il quale, per diritto, apparteneva alla madre, beddamatre, santissima. Ha tanto sofferto negli ultimi tempi, ogni giorno ha un dolore diverso e quando passa il giro delle visite mediche il primario la guarda sempre con compassione e l’aria un po’ scocciata. E’ ipocondriaca e non serve dirle che non ha un cazzo e che farebbe meglio a vivere invece che inventare ogni pretesto per farsi coccolare dal figlio. L’uomo che vedo quando c’è l’orario visite dei parenti è premuroso, gentile, si vede che è legato alla madre, e lei ne approfitta, un po’ come l’amico, Lello Arena, di “ Gaetano” Massimo Troisi, in Ricomincio da Tre. E portami un bicchiere d’acqua, e parla con il medico perché lei pensa che le stiano nascondendo qualcosa e forse sta per morire, e parla con la nuora per dirle che lui è legato ad una emergenza e non può muoversi dall’ospedale. Ancora un attimo, figghiuzzu beddu, un attimo ancora, pomiciami un altro po’.
Risponde un’altra paziente che si vanta di avere una nuora fantastica, la va a trovare sempre, vanno insieme per mercatini e le concede, pure, di stare con l’uomo tanto amato da entrambe un po’ di tempo in più. Lei è un’altra razza, dice la signora. Non è come quelle moderne che oramai fanno fare ai mariti tutto quello che vogliono. Lei è stata cresciuta come si deve, con il rispetto per il marito e per la suocera. Così bisognerebbe allevare le figlie. Non possono pensare che abbiano il diritto di sottrarre l’affetto dei figli alle proprie madri. Devono imparare a condividere quell’affetto e a volte a restare un po’ da parte perché la mamma è sempre la mamma.
Nella stanza c’è una ragazza che sbuffa ed è visibilmente scocciata. Continua ad assistere alla sceneggiata napoletana della donna orfana di figlio e poi quell’altra che evoca l’educazione a suon di cultura matriarcale e non ce la fa a trattenere un commento: “se io avessi un figlio non mi sognerei di intromettermi tra lui e la moglie… le mamme, ad un certo punto, devono mettersi da parte…”. Da lì in poi immaginate la discussione che procede con la stessa forza di uno tsunami che si abbatte du quella povera donna. E lei non capisce niente. Se non hai figli non puoi parlare. Quando avrai un figlio vedrai che cambierai idea. E comunque loro non si intromettono affatto. Non si mischiano alle lenzuola per fare da corredo durante gli amplessi tra i figli e le nuore. Ci mancherebbe, conferma la ragazza ironica.
La piagnona ipocondriaca continua per qualche altro minuto a intonare un parlato neomelodico e quell’altra la sostiene mostrandole grande solidarietà. La ragazza, invece, continua a leggere il suo libro, disturbata dalle chiacchiere ché non riesce neppure a concentrarsi sulla pagina. Rovisto nella mia borsa, trovo il mio pacchetto salva orecchie da chiacchiere amene e le porgo due tappi ancora non usati garantendole un successo assicurato. Mi guarda con gratitudine, poi sorride, ed è così, a volte, che nasce un’amicizia.
Ps: questa è una storia vera. Ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale.
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Che palle…per fortuna non tutte le suocere sono cosí e per fortuna (spero) le donne della nuova generazione non si comporteranno cosí coi propri figli!
Brava, meno male che avevi i tappi 😉
Buon Natale!
Mi spaventa di più la matriarca! :O
Giusto due righe per segnalare che a volte anche le mamme di figlie femmine (che pure ti hanno accolta come nuora a braccia aperte) possono essere sottilmente dispotiche ed ipocondriache quel tanto che basta per mantenere il controllo della prole indebitamente innamorata di altr* 😉 (e anche QUESTA e’ una storia vera e anche qua ogni riferimento a persone, fatti eccetera…)