Al supermercato:
donna sui 35 anni, curatissima, con capelli neri e coda di cavallo, jeans strettissimo con qualche sfilacciatura, stivali al polpaccio con tacco almeno di 10 centimetri. Maglioncino con scollatura a V, colletto di camiciola che esce fuori e monclearino corto. Corpo senza un filo di grasso, probabilmente va in palestra, è molto sicura di se’, o almeno così pare.
Ha una bambina di circa sette/otto anni, carina, capelli castano chiari, ciuffo sbarazzino e lunghezza media, calzamaglia colorata, scarponcini bassi e maglia lunga fino al ginocchio. Giubbino con cappuccio e una treccina di lunghezza differente che le dondola sulle spalle.
La bambina va ad afferrare un pacco di biscotti. Chiede di poter prendere anche delle brioche da portare a scuola per merenda. La madre tentenna e prova a fare la signora. Con delicatezza le toglie tutto dalle mani e la invita a seguire migliori regole alimentari. La bambina si impunta e riafferra i biscotti dicendole che se non glieli compra lei se li farà comprare dalla nonna. All’accenno si risvegliano probabili rivalità irrisolte e la donna assume un’espressione non a tono con il suo abbigliamento. E’ come se venisse fuori tutta la sua insicurezza e da lì in poi delira pubblicamente cazziando la creatura.
Urla che se la figlia vuole avere il culone della nonna (paterna) è libera di farlo, ma quando crescerà non dovrà sognarsi di lamentarsi con lei perché non piacerà agli uomini. Afferma che per avere un corpo tonico bisogna iniziare a curarlo fin da piccole e che se avesse un po’ di intelligenza in più apprezzerebbe la dieta alla quale viene sottoposta. Da grande mi ringrazierai, dice la donna con tono acidulo, e poi vedrai le tue compagne con cellulite, pancia e smagliature e potrai ben dire che tu sei molto più bella di loro.
La bambina frigna, indispettita, e continua a tenersi stretto quel pacco di biscotti. Per la maniera in cui le si rivolge la madre temo che arriverà un esercito di gente che si offrirà di pagarglielo in men che non si dica. Per ultimo questa donna dice a sua figlia che se mangerà quei carboidrati dovrà muoversi di più e allora non dovrà lagnarsi se la porterà a correre in palestra.
Infine mi allontano perché non potevo più stare ferma a ravanare sullo scaffale dei cereali. Mi avvio alla cassa e le rivedo spuntare un po’ di tempo dopo.
Sono in fila, la madre è imbufalita, la figlia tiene in braccio ancora i biscotti. Questo round l’ha vinto lei.
Immaginate: da grande, questa bambina, rischierà di diventare bulimica o anoressica?
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Speriamo che diventi una combattente, per ora ha vinto 😉
I disturbi alimentari amano arrivare a frotte, non c’è bisogno di scegliere. Però mi auguro anche io che, come dice Francesca, sia una combattente.