Lei è una mamma di quelle che fanno della maternità una via per raggiungere vette di santità. Ha il gruppo facebook “Oasi materna“, si è iscritta alla pagina “Cuore di mamma” e partecipa ad ogni discussione in cui anche per sbaglio si ragiona di maternità. Tra lotta per la difesa del diritto all’allattamento naturale e lotta per difendere i bambini da ogni mostro possibile e immaginabile, questa signora, passa su internet buona parte della sua giornata.
Sulla sua bacheca troverete sicuramente mille foto del bambino che cresce, mangia, si sbrodola, fa la cacca, gioca, dorme e per ogni foto c’è un commento strappalacrime, di quelli che piacciono all’Italia nazional/popolare ed evocano un dio/patria/famiglia per ogni frase ripetuta.
Se per un attimo facebook non funziona le va in crisi il mondo intero. Se perde la connessione internet diventa intrattabile. Se lei non può esercitare la maternità avendo un pubblico che la applaude per il suo grande amore materno quell’amore quasi svanisce, diventa opaco. Dovessero un giorno metterla di fronte alla scelta, o il computer o suo figlio, non so esattamente cosa potrebbe mai scegliere e credo che se glielo chiedessi oggi lei esiterebbe nel darmi una risposta.
Il riflesso virtuale della maternità non è solo una cosa che riguarda questa donna. Riguarda anche molte altre, le stesse che poi rompono i coglioni a tutte per dettare legge su come si deve essere ottime madri, le stesse che ti frantumano le ovaie quando su altre bacheche facebook altre donne, non madri, dicono che se ne sbattono della maternità, che hanno altro da fare, e qualche volta postano la propria immagine, il profilo, la schiena, la gita in campagna, il bacio con il fidanzato. Tutte esibizioniste, specie se mostrano una coscia, una caviglia, un culo.
Queste sante madri che invece mostrano il culo dei propri figli, e se potessero mostrerebbero anche le loro viscere, non sono esibizioniste proprio per niente. Il loro è amore all’ennesima potenza e su questo non ci piove. Possibilmente l’unica foto che ha come protagonista la madre, e non il figlio, è quella di un occhio, una percentuale del corpo, perché non sono così certe di mostrarsi, ma del bambino mostrano anche il dentino che spunta e di lui o dei figli in generale parlano sempre sempre sempre.
Anima mia, la luce deve accompagnarti all’infinito, e giù un milione di like per questa madonna in virtual/mode. Carne della mia carne, io ti proteggerò in eterno, e lo scroscio degli applausi si sente da qui a Timbuctù. Io difenderò sempre i bambini da ogni brutalità, chiunque voglia fare male ai bambini dovrà passare sul mio cadavere, ed ecco formarsi una squadra di madri dai nobili intenti, tutte su facebook, tutte con bacheche che grondano sangue e sacrificio.
Se la nonna chiede notizie del nipote potrebbe quasi sentirsi dire “ma iscriviti su facebook, lì trovi il diario sul picciriddo“. Man mano che passa il tempo, però, come succede per tutte le dipendenze, questa mamma perde il senso della realtà e la trovi attaccata alla tastiera prima ancora di andare al cesso la mattina.
Lei trova il modo per sgattaiolare via con il portatile a costo di andare a rinchiudersi dentro lo sgabuzzino, al buio. Aspetta un attimo che devo prendere una cosa; faccio una cosa e poi ritorno; un attimo e sono da te; e se sai precisamente quando la vedi scomparire non sai mai quando tornerà. Quando poi riprende contatto con la vita vera ha la faccia colpevole, come di chi è andata a farsi una sniffata di una sostanza stupefacente, e da lì in poi ti frantuma con balle sovrumane a proposito delle grandi lotte che sul web lei sta compiendo. Salverà il mondo, ci sono perfino dei nemici e delle nemiche che la contestano, e quando vai a trovarla la sensazione che hai mentre le stai di fronte è che questa donna sia completamente fuori di testa, il suo mondo, l’unico mondo di cui ti parla, è quello che ha a che fare con questa roba virtuale.
Ma tua madre? Non so, non la vedo da un po’. Tuo padre? Boh. Tua sorella? Ah, si, lei sta bene, l’ho sentita qualche giorno fa. E il tuo compagno? Ogni tanto scopi o passi le notti su facebook a programmare la sconfitta dei cattivi? E lei ride.
Poi viene voglia di chiederle, ma tuo figlio? Hai presente com’è fatto tuo figlio? Carne? Sangue? Carezze? E se le fai notare che forse c’è un problema lei risponde esattamente come risponderebbe una drogata. Io posso smettere quando voglio; per me è diverso; ci sono certe mamme che stanno lì a mettere online i fiorellini e invece io, si, io sono una che si impegna, voglio davvero cambiare il mondo per quel figlio che crescerà. E tra una balla e l’altra, raccontata a se stessa prima che a me, lei immagina che la sua personale guerra per un futuro migliore sia una buona ragione per: mandare in culo i bisogni primari di suo figlio; non fare qualcosa di utile per stare più a contatto con la realtà; non recuperare il suo rapporto di coppia; non cercarsi un lavoro.
Il lavoro no, perché lei deve stare per forza a casa per il bambino, e almeno in questo, glielo concedo, è totalmente giustificata. Le scuole private costano, la prima infanzia è difficile da gestire e quindi mi viene in mente che ci sono tante mamme, in giro, chiuse in casa, che se non avessero facebook potrebbero forse vivere anche un maggiore isolamento. Ma la donna di cui parlo, a furia di calarsi nel mondo virtuale, ha smesso di vivere la realtà e questo è un fatto certo.
Le dico: cara, una sera vogliamo fare qualcosa insieme? Lasci il piccolo al tuo compagno? Lo lasci a tua madre? Non so, vuoi venire con me a prendere aria? E dice no, c’è il figlio e non lo può lasciare. Ok, allora vengo a trovarti e parliamo un po’? No, perché poi le scoccia dover interrompere la conversazione con il figlio che chiede attenzioni. Allora portiamo il bimbo da qualche parte? E lei dice no, perché ha da fare, perché il bambino non sta volentieri qui o là, e mi chiedo quando mai un bambino ha espresso una preferenza per i luoghi in cui lo porti a passeggiare, dopodiché vado a casa, accendo il computer, guardo la sua bacheca e ha appena postato almeno tre fotografie, commenti e un post intero che sta suscitando una grande discussione.
L’ultima notizia che ho di lei è quella di una settimana fa: il bambino è caduto e si è fatto abbastanza male. Il suo compagno era, come sempre, a lavorare. Lei stava al computer. Il suo ultimo status dice: “devo assentarmi per qualche giorno perché il mio piccolo ha bisogno delle mie cure costanti… lo amo, lo amo con tutto il cuore… amate i vostri figli, vi raccomando“. Settemila like e migliaia di condivisioni. Attendo con impazienza la foto del suo “piccolo” con l’ingessatura in primo piano.
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Il mondo virtuale ha dell’incredibile. Questa mania di protagonismo e di vittimismo che genera competitività. Ma io non me la prendersi con la madre virtuale, piuttosto con i 2000 sedicenti che hanno commentato le sue foto.
…santa Maria madre diddio prega per noi….
Anche a me piace stare in rete (dopo una giornata D lezioni ci sta direi) ma mica fotografo ogni cosa che faccio…