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#GovernoRenzi: ottanta euro agli uteri produttivi

0691 - ECHOS

C’è un governo che valorizza le donne. Ci ripaga del fatto che abbiamo un utero. Prosegue la linea familista. Ottanta euro alle famiglie più numerose. Ottanta euro se hai il fegato di fare un figlio. Ottanta euro se sei una donna prolifica e se contribuisci alla faccenda della natalità che tanto interessa la nazione. Mentre gettiamo gli immigrati in fondo al mare, assieme alla nostra umanità, dobbiamo fornire persone di eguale discendenza, etnia, razza. E dunque, coraggio, su, sentiamoci premiate in quanto donne che scelgono di essere prolifiche invece che tentare di conseguire autonomia nel lavoro a prescindere dal fatto che vogliamo avere un figlio oppure no. Anzi sentiamoci in difetto se quel figlio non lo facciamo. Chissà che domani ci ritroveremo a dover pagare una tassa perché dopo tanto essere state apprezzate, in quanto donne, tutelate, in quanto donne, osservate, in quanto donne, decidiamo di mettere in frigo il dovere di concepimento e pretendiamo di essere ripagate a prescindere da quello che scegliamo.

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S’intende che la libertà che questo governo concede alle donne è massima. DioMio come siete ottuse, voi che siete così perplesse e che continuate a lamentarvi del fatto che invece che rispondere alle vostre istanze, ‘sto governo, sta ridisegnando una società tanto simile a quella del ventennio. Che cazzo te ne frega se ti hanno licenziata, se hai ricevuto una manganellata in testa durante una manifestazione per il diritto precario, se chiedi un reddito per tutt* rifiutandoti di essere ingabbiata nel ruolo rigido di partoriente. Insomma, il punto è che di questi tempi puoi anche renderti utile, accidenti. Non trovi lavoro? Ma vedi di fare un figlio e farlo alla svelta. Pappati questo po’ po’ di premio alla natalità, lo stesso che quando lo evocava il governo di centro destra le femministe piddine travasavano indignazione e oggi che lo dicono loro va tutto bene.

Capite dov’è il trucco quando qualcuno vi dice che vi tutela in quanto donne? Che poi vi chiede il conto, vi incastra in un ruolo di genere evitando di rispondere alla vostra reale richiesta, perché il paternalismo non è mai gratis. Eppoi incontri queste signore che quando si parla di utero in affitto e di fecondazione eterologa tirano in ballo la mercificazione uterina. E invece codesta scelta governativa come la chiamiamo? Un premio all’utero che dona un figlio alla patria?

Sessista. E’ sessista. Tutta questa impostazione che sembra proteggerci e invece ci massacra e ci riconduce al focolare. Questa linea politica che mette a punto un progetto di welfare democristiano, che ci riporta assai indietro nel tempo e che invece che redistribuire le risorse a tutt* compie una scelta. Tu si e tu no. E in base a cosa lo fa? In base alla tua fedeltà al ruolo di genere.

Sono certa che i figli delle coppie omosessuali godranno del bonus bebè, che almeno in questo non vi siano discriminazioni, e così per i figli dei migranti che a volte sono più di quelli dei nativi italici. Spero che non si inneschi una selezione e un motivo di rivalsa nei confronti di qualcun@, ma per quel che mi riguarda e che riguarda tante altre persone precarie come me, questo bonus è solo l’ulteriore prova che a furia di discriminazioni “positive” e di premi alla bandiera dell’essere donna, infine, saremo ripagate soltanto dell’essere mucche da mungere e uteri da allevamento.

Un’ultima cosa: mi piacerebbe sapere chi è il genio (o la genia) che vuole questo incentivo alla riproduzione. C’è tanta gente disoccupata, tante persone incasinate, e dobbiamo pensare a chi arriva da lontano e non ha nulla per campare. Davvero è questo il momento per fare altri figli? Davvero pensate che le donne e gli uomini siano così idioti che decideranno di mettere al mondo figli sapendo di poter fruire della bellezza di 80 euri con i quali, tutt’al più, pulisci la cacca dei neonati?

Comunque sia di natalità e premi alla riproduzione, purché non in direzione di coppie omosessuali, avevo già parlato. Niente di nuovo sotto il sole…

—>>>Segnalo, per metterci dentro un po’ di memoria storica, la medaglia d’onore alle madri delle famiglie numerose.

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