Non é stato semplice resistere fino alla fine alla trasmissione di Porta a Porta dedicata alla fecondazione eterologa. Non sono una scienziata e ho avuto una figlia alla maniera classica ma non per questo mi reputo una creatura eletta né mi permetto di giudicare e impedire i desideri di quelle, e quelli, che hanno voglia e necessità di usare la procreazione medicalmente assistita.
Mentre guardavo i volti di Anna Paola Concia, di Rosaria Iardino e Francesca Vecchioni, chiamate, immagino a rappresentare il punto di vista “lesbico” su quel che è la famiglia omogenitoriale, mentre ascoltavo montagne di banalità, pregiudizi, l’elogio dell’ostruzionismo istituzionale da parte del governo per impedire che le regioni proseguano il cammino segnato dalla Corte Costituzionale, mentre stavo a sentire chi affermava che bisogna fissare regole, il registro per i gameti, non sia mai che venissero dall’estero, a corrompere la nostra purezza della razza, poi i rappresentanti uomini in difesa della famiglia biologica, etero, patriarcale, che insistono nell’affermare che il diritto “naturale” deve coincidere con il diritto giuridico e costituzionale quando si parla di famiglie, intenti, questi ultimi, a mostrare una pelosa preoccupazione per le donne del paesi “poveri” i cui uteri sarebbero in vendita per orde di coppie gay che invaderanno il pianeta, dunque mentre stavo a sentire tutto questo mi veniva in mente il tempo in cui battagliavamo contro la legge 40, quando stranamente, o prevedibilmente, alcune posizioni di certe femministe coincidevano con quelle dei giovanardi & company.
Ci sono quelle che sono fedeli alla norma “naturale”, per cui sostengono che se non puoi avere figli alla maniera classica ti devi rassegnare. C’è chi può e chi non può. Lei può e tu no. Tiè. Giuro che il livello di certe discussioni era di questo tipo, salvo che se espresso in termini accademici venivano fuori paroloni che giustificavano quell’indifferenza che poi fu anch’esso responsabile del fallimento del referendum.
Ancora oggi certe femministe sposano le preoccupazioni di omofobi e destrorsi, quando parlano di “natura”, “biologia” e giusto per assumere toni militanti c’è chi tira fuori perfino l’anticapitalismo giusto per imprimere sensi di colpa nei confronti di chi, pur di avere un figlio, spende soldi o concorda un parto tramite madre surrogata. Da un lato ci sono quelle che pensano alle donne che non possono avere figli come delle sterili egoiste che devono rassegnarsi invece di dare libero sfogo ai propri desideri, immaginando che invece le altre madri partoriscano per effetto di robe mistiche e arcangeli che benedicono gli uteri aventi diritto al parto, e dall’altro lato ci sono quell* che sono tanto preoccupati per l’eterologa e che per un verso, grazie a ‘ste femministe, usano gli argomenti finto/progressisti per sdoganare omofobia e per l’altro svelano la loro preoccupazione reale: l’eterologa può essere usata per dare figlioli alle coppie lesbiche e si amplia anche per le coppie gay.
Dunque la trasmissione di ieri sera, in realtà, di quel timore, quell’emergenza, voleva parlare perché diversamente avrebbero invitato anche coppie che hanno usato e usano l’eterologa e non sono assolutamente gay. Il fatto che vogliano accostare l’eterologa allo sbarco delle famiglie omogenitoriali sul pianeta terra significa solo una cosa: voler fare terrorismo psicologico in chi continua a produrre resistenze e non capisce che le famiglie, di qualunque genere esse siano, sono tutte uguali e meritano eguali diritti. Il cosiddetto legame psicologico con il donatore o la donatrice biologici non esiste perché chiunque dirà che i figli non devono essere poveri sfortunelli orfanissimi per essere parcheggiati nelle famiglie omogenitoriali, ma basta l’affetto di persone adulte che crescono, vivono, amano un figlio, a prescindere da quale sia il tuo sesso.
Questa mania di dividere il mondo per generi, le domane idiote poste alle donne che ho citato, l’allusione all’incoscienza delle madri lesbiche che pur di prevenire le conseguenze del bullismo sui figli dovrebbero rinunciare ad essi invece che pretendere che smetta la ragione culturale dell’omofobia, insulse osservazioni e curiosità su quel che potrebbe o non potrebbe sviluppare, in termini di disagi, un figlio di coppie lesbiche o gay, come se i figli delle coppie etero fossero tutti sanissimi, e altre cose di questo genere mi consentono di dire che la trasmissione di ieri sera/notte è stata una cagata pazzesca.
Piena solidarietà nei confronti delle famiglie omogenitoriali, dei figli di coppie gay e lesbiche, di tutte le persone che vedono limitati i propri diritti e desideri per via di questi inutili e medioevali pregiudizi.
Un’ultima cosa, a chi, tra gli omofobi, continua a insistere nella difesa degli uteri delle donne che in modo autodeterminato vorranno “affittarlo” per dare figli a coppie che non possono averne, direi che a parte le “femministe”, le stesse di cui sopra, che tendono a immaginare il mondo regolato solo secondo i propri desideri, senza considerare le scelte delle altre, non troveranno grande ascolto perché gli stessi che ci dicono che i nostri uteri ci appartengono e non possiamo devolverli in altre direzioni sono quelli che poi vorrebbero impedirci di abortire, di prendere una pillola del giorno dopo o una ru486. Non sta a voi dirci cosa dobbiamo fare dei nostri uteri e certamente non avete alcun diritto di insegnarci chi vorrebbe o meno ipotecare i nostri corpi perché siete voi, per primi, a farlo. L’unica cosa che vi disturba è il fatto che quegli uteri si sottraggono all’uso che vorrebbe farne la patria per dare figli etero a famiglie etero, possibilmente di razza pura. Invece capita che vogliano dare figli a coppie gay e questo è quello che si vuole impedire. Altro che preoccupazione per le donne.
Ne avevo già scritto su Il Fatto Quotidiano in occasione di quella foto dei due genitori gay in lacrime che abbracciavano il figlio appena nato. Gli omofobi non provino a gestire i nostri uteri.
Vi lascio alla bella lettera che Giuseppina La Delfa, presidente di Famiglie Arcobaleno, ha scritto proprio per opporre una critica severa, puntuale e più che condivisibile sulla trasmissione di Porta a Porta. QUI il LINK. Buona lettura!
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grazie 🙂
a te, cara. 🙂
grazie mille, post bellissimo!