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Un frocio non è socialmente pericoloso. Un omofobo invece si!

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Dici che serve raccontarsi per esistere, e allora eccomi, io mi racconto, come atto politico, perché la mia presenza costituisce già un atto politico. E questa è una risposta a tutti quelli che dicono che dovrei essere più discreta, perché non importa chi mi scopo purché non lo sappiano i vicini, la società, la famiglia.

Avete mai provato a vivere col mondo che ti insegna la negazione di te stessa? E non perché si sopravvaluti la sessualità, ma perché io donna, lesbica, bisex, uomo, queer, non aderisco alle convenzioni sociali. Io sono tutto questo e sono anche un’anarchica che non si appella alle istituizioni per godere di qualche piccolo riconoscimento e non vorrei neppure che fossero legittimati istituti come quello del matrimonio perché mi sembra obsoleto e anche controproducente. Non è la normalizzazione della vita di me frocia che mi renderà desiderabile agli occhi della società.

Io rimarrò ancora un punto nero, da schiacciare, con frasi, parole, perfino con teorie, che dicono quanto e come io sia sbagliata. Ma a parte questo vorrei dedicare qualche rigo a chi ha inventato la guerra contro la presunta ideologia gender. Quella che tu chiami ideologia è una persona, e io non sono frutto di un insegnamento dogmatico com’è quello di chi viene rincoglionito da parole ipocrite e riti e cardinali e culture religiose imposte.

A tre anni mi avevano già insegnato ad adorare un cristo sulla croce e a pregare rivolgendo a un Dio che non conosco ogni richiesta. La mia famiglia era di un fatalismo assurdo. Se capita vuol dire che l’ha voluto Dio. E quando ho ripetuto la stessa frase per dire che se io sono capitata vuol dire che mi ha voluta Dio allora si sono improvvisamente scoperti scettici, perché certi cattolici sono così. Pensano che perfino le pietre esistano per volere di Dio ma una frocia come me invece no.

Lo sanno quelli che parlano di me come “ideologia” cosa significhi sentir ripetere alla propria madre che avrebbe preferito una figlia disabile? Di un’altra forma di disabilità, più moralmente accettabile, perché in ogni caso mi vedono come se io fossi malata. Lo sanno quanto sia doloroso sentire che i tuoi genitori ti rifiutano? Lo sanno che per la maggior parte i froci e le frocie finiscono in mezzo alla strada, lontano da tutti, cercando di trovare un senso per la propria esistenza?

Eppure non ho mai commesso reati. Non ho mai fatto nulla che disturbi il mondo, salvo essere viva e respirare e combattere e sognare che di quel mondo un giorno potrò fare parte anch’io. Per quelle come me, e per molte altre persone, che sono disconosciute dalla famiglia, povere, precarie, neppure identificabili in un preciso branco perché non vuoi etichette e vuoi solo essere così come sei, la vita è difficile ogni giorno. Difficile amare, fingere ogni giorno in luoghi in cui potranno menarti o licenziarti o chissà cosa. Difficile trovare una tua strada e allora ti senti persa, sballottolata di qua e di là.

A me avrebbe fatto molto bene che a scuola si fosse parlato anche di quelle che mi somigliano. Mi avrebbe resa meno vulnerabile, con una minore probabilità di pensare al suicidio. Mi avrebbe fatta sentire accettata. Invece cosa sono io, per bocca di chi mi impone di rientrare nella norma etero/cattolica? Sono un rifiuto, la depravazione, carne sfatta e contagiosa che potrebbe generare milioni di bambini froci come me.

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Questa cosa della guerra contro l’ideologia gender è un’abominio, perché ne discutono come se quelle come me fossero un virus che bisogna arginare, in nome della salute dei bambini e degli adulti normalmente etero. Sono considerata la parte degenerata della società e non potrò mai, dunque, vedere a scuola qualcuno che parli di me con rispetto o altri che potranno fare l’update della sensibilità antiomofobica nei posti di lavoro.

Io sono questa cosa qui, non possono ricacciarmi al buio. Come tu dici: bisogna raccontarsi per esistere e resistere. Lo faccio quando scendo in piazza a ogni Pride per godere, almeno per un giorno, di un lasciapassare che mi permette di essere chi voglio, e lo faccio con questo racconto che parla di voi e anche di me.

Chi ha deciso di investire energie e eserciti di persone per fare una crociata contro il mondo degli omosessuali, delle lesbiche, le trans, le persone bisessuali, ci dichiara guerra ogni mattina ed è sempre più faticoso aprire facebook, per trovarci il commento del solito coglione che dice che io sono un’esibizionista o che mi piace attirare l’attenzione per stuzzicare il suo appetito sessuale, o che in fondo, se non avessi vissuto traumi o se non mi avesse condizionato qualcuno io sarei una persona “normale”.

Ma chi cazzo è una persona normale? Un omofobo è “normale”? Uno che istiga odio contro di me è normale? È davvero questa la normalità? Quella di chi ripete a pappagallo frasi idiote recitate dal club cardinalizio o dall’anti/gender per eccellenza? È normale una persona complottista che pensa che dietro la sensibilizzazione nella società o nelle scuole, contro il bullismo omofobico, ci sia un disegno mondiale di frocissima invasione del mondo? Secondo alcuni standard, voi lo sapete che gli “anormali”, forse, potreste essere voi? O anche no, perché non voglio patologizzare e così sminuire la portata delle vostre affermazioni. Non voglio deresponsabilizzarvi neanche per un secondo perché dovete avere chiaro il male che state facendo a tanti esseri umani. Perché le vostre non sono battute offerte da persone che sono state sbranate dal frocio imbizzarrito dietro l’angolo. Non parlate certo per esperienza diretta di una aggressione da parte di una lesbica che vi ha evirato. Quello che potrete trovare, nelle cronache di tutti i giorni, è la sistematica aggressione di persone etero contro quell* come me. Se dobbiamo valutare il grado di pericolosità sociale: il frocio, la lesbica, la trans, non sono pericolosi, ma un fanatico, nazista, legittimato da secoli di preghiere antifrocio e che ogni tanto aggredisce un gay invece si. E il vostro terrorismo psicologico fa parte di una strategia che adopera la paura della gente per riaffermare il vostro potere sul mondo. Ecco chi governa, e domina, e manopola, e colonizza. Altro che i gay.

Così ho detto la mia. E spero che altr*, tant* ancora parleranno. Perché di stare in silenzio non è il tempo e devono sapere che, dietro i volti di quelli che loro pensano come errori per influenza del demonio ci sono tante persone come me. E ne esistono veramente tante. Più di quelle che immaginate.

Ps: questa è una storia vera. Grazie a chi me l’ha raccontata.

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