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Perché una madre deve, per forza, essere felice di occuparsi di un figlio?

La donna che mi ha raccontato di essere pentita di non aver abortito ha letto e sta leggendo tutti i vostri commenti. Non è di certo piacevole sentirsi giudicate, a volte in modo cruento. Non lo è, però lei sta ascoltando e ci tiene a fare sapere quello che pensa. Perciò pubblico un altro suo messaggio rivolto a tutt* voi. Buona lettura!

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Eccomi qui divorata da alcuni commenti e sostenuta da altri, come era prevedibile. E allora chiariamo un paio di cose. Abortire. Si può, forse avrei dovuto, ma ho avuto paura di non sopportare la mia scelta, ho temuto che avrei rimpianto questo figlio, ho pensato che non ce l’avrei fatta e che il padre e la mia famiglia non mi avrebbero sostenuta e capita. L’ho tenuto convinta che fosse la cosa giusta e convinta che avrei avuto la forza per amarlo e tirarlo su con tutto il mio entusiasmo. Invece no. Invece la vita è imprevedibile. Mettici la stanchezza, mettici la pressione che assale ogni mamma che DEVE essere felice di avere un pargolo di cui occuparsi, mettici gli ormoni, mettici non so cos’altro. Così è. Sta di fatto che cercare comprensione è già difficile perché questo è un tema delicato, trovarne, poi, è praticamente impossibile, perché si toccano corde profonde, perché “rifiutare” un figlio è socialmente inaccettabile. Ma voglio che se ne parli. Mi rifiuto di piegarmi a logiche stupide. Voglio che se ne parli proprio perché è un tema difficile e voglio che se ne parli perché non ci si deve sentire sole in queste situazioni. Mai. E se parlarne vuol dire essere divorata da qualcuno di voi, che sia, fate pure, purché qualcun* possa riconoscersi nelle mie parole e sapere che non c’è nulla di strano in quello che prova, casomai ad essere stran* sono coloro che negano e non ascoltano. Solo parlandone, solo mettendo a nudo questo lato oscuro, possiamo sperare che quel rapporto difficile, non naturale, non immediato, si costruisca lentamente e solo la sincerità con noi stess* può evitare che le situazioni degenerino in un modo o nell’altro. E sappiate che i non detti che riguardano le difficoltà a relazionarsi con i propri figli sono comunque dolorosi per tutti. Grazie a chi ha cercato di capire e a chi ci ha almeno provato. Agli altri auguro che la vita non porti con sé difficoltà simili, perché probabilmente, mossi dai loro dogmi, sprofonderebbero ancor più velocemente di chi ha il coraggio di guardare in faccia anche allo schifo che porta dentro di sé.

Leggi anche:

—>>>Il suo racconto: Ho un figlio e sono pentita di non aver abortito

—>>>I racconti di altre madri che confortate da quanto lei ha comunicato si sono sentite in diritto a tirare fuori il disagio profondo che le fa stare malissimo: Sono tutte (sante) madri con le vite delle altre

E poi, altri post che su questo blog trattano la questione della maternità in modo diverso:

– Quelle che “se non sei madre non vali niente”

– L’istinto materno non esiste

–  Costruendo un discorso antimaterno

– Liberare la maternità – di Brigitte Vasallo

– Come hackerare il ruolo materno!

I post raggruppati su Tag Beddamatre Santissima

La saga delle Preoccupazioni materne, da QUI, seguendo i link in fondo al post

24 pensieri su “Perché una madre deve, per forza, essere felice di occuparsi di un figlio?”

  1. Hai dato un grande messaggio di pura sincerità. Hai cercato di far comprendere a chi, come te, le cose non tornano, che non c’è nulla di sbagliato. Continuo a sostenerti e augurarti di trovare comunque la tua felicità e vorrei consigliarti di non soffermarti su chi non capisce, pensa a tutte le persone che aiuterai con la tua esperienza. Ti abbraccio. 🙂

  2. Contesto assolutamente i termini usati nel post. Al momento attuale, data la mia inconsapevolezza se è presente sul Fatto Quotidiano non mi sembra siano emerse critiche “divoranti”. Iniziamo a riprendere l’ uso delle parole per il loro significato, ho letto critiche com’è giusto che sia in un luogo dove si dibatte, nessuno pare abbia mangiato nessuno. Se poi bisogna erigersi a paladini perché qualcuno non è concorde con te siamo pieni di eroi della patria, a già lo siamo veramente. ….

    1. credo che tu non abbia letto le critiche di cui si sta parlando. non c’entra Il Fatto Quotidiano. ci sono stati commenti anche insultanti, offensivi, feroci, e lei li ha letti.

  3. Ho appena riletto tutti i commenti al suo precedente racconto, non trovandone di particolarmente feroci mi sale il dubbio di poter essere stata io ad aver offeso la persona che ha scritto il post, non era mia intenzione… se sono sembrata aggressiva mi scuso, ogni donna ha il diritto di abortire e anche di pentirsi di non averlo fatto, nessuna è madre solo per il fatto di essere donna . Queste sono le mie idee, detto questo non giudicavo il suo sentire ,cercavo solo di spronarla a risolvere una situazione penosa, che rischia di esserlo non solo per lei , ma anche per il neonato.

  4. Mi pare un argomentotroppo doloroso per te da dibattere pubblicamente, se lo fai ti esponi ai commenti di persone che possono avere le loro difficoltà o convinzioni, legittime quanto le tue. Inoltre su questo tema si può dire di tutto, essere genitori o non esserlo, abortire onon farlo, sono scelte personali e tutte legittime, tutte possono portare enorme gioia o enorme sofferenza la tua sofferenza merita il tuo rispetto pri a di tutto, non dare in pasto a sconosciuti il tuo dolore ma piuttosto parlane viso a viso con chi ti vuole bene o con chi può aiutarti. Buona fortuna.

  5. Cara mamma spezzata, siamo nella stessa identica situazione. Possiamo in qualche modo metterci in contatto? Forse parlare tra noi “sbagliate” potrebbe essere d’aiuto. E credimi, leggere il tuo racconto mi ha dato quel briciolo di forza che pensavo di aver perso per sempre. Mi piacerebbe creare uno spazio libero per noi mamme difficili, una pagina, un forum o quello che volete, nel quale poter parlare liberamente e senza tabù sociali.

    1. Ciao, so che è una conversazione molto vecchia e spero di non essere inopportuna. Sono una giornalista e sto scrivendo un articolo per dare voce alle “madri pentite”, ti andrebbe di rilasciare una breve intervista? Fammi sapere 🙂

    2. Anche io sono nella stessa identica situazione, aspetto un secondo figlio non cercato e non lo voglio, ogni giorno che passa il pensiero che arrivi mi angoscia sempre più invece di accettare la cosa, oggi voi avete i bambini grandi elli, a me questa deflagrazione deve ancora arrivare… se possibile mi piacerebbe avere uno scambio di idee con voi… grazie V

    1. Ciao, so che è una conversazione molto vecchia e spero di non essere inopportuna. Sono una giornalista e sto scrivendo un articolo per dare voce alle “madri pentite”, ti andrebbe di rilasciare una breve intervista? Fammi sapere 🙂

  6. Carissima, io sono donna (con la d molto minuscola), non ho figli e neppure sposata.Per scelta, non facile.Le paure,i patemi d animo (per non dire tormenti) di non essere “all altezza”di essere abbastanza capace di amare, accudire, darmi, avere la forza, la consapevolezza, la fermezza, la forza d animo ecc (quasi all infinito) mi hanno fatto scegliere la solitudine.Con ciò la vita mi ha messo accanto persone care di famiglia che non mi mettono al riparo da un forte sentire che mi crea confusione e sofferenza.Li ami molto anche se forse non sono mai stata capace di amare, neanche me stessa.Tornando a te sappi che ho sentito il tuo dolore dentro di me.L essenza della sofferenza…la lotta feroce tra odio amore-bene male-non trovare il limite tra il darsi ed il pensare a se.Per me l essenza della sofferenza.Ti abbraccio con comprensione e condivisione.Ti auguro di trovare, come auguro a me, la pace nel cuore.

  7. Ti capisco. Anche io mi sento così. Mi manca tutto della mia vita di prima e tornassi indietro non lo rifarei.
    Io ti capisco!

  8. Salve, mi sono imbattuta per caso in questo blog, e volevo mostrare la mia totale solidarietà a questa donna: non sei sola.
    Ho scoperto di aspettare un bimbo a 23 anni, ero nel pieno della mia vita, stavo avendo il mio riscatto sociale, da brutto anatroccolo ero diventata uno splendido cigno, con un’intelligenza sopra la media, caparbietà e obiettivi di Vita a lungo termine…. subito, io e il mio ragazzo ci siamo rivolti alla Asl di competenza per l’interruzione di gravidanza ma, il giorno prima dell’intervento, ci ho ripensato….
    Ho sopportato la gravidanza, la madre del mio ragazzo che mi ha accusata di averlo fatto di proposito per incastrare il figlio, ho vissuto con mio padre affetto da Alzheimer, ma quando ho avuto il mio bimbo tra le braccia ero un mix di felicità e non so quali altri sentimenti negativi. Ho messo su, tra gravidanza e allattamento, 30 kg, ho cercato casa, lontano il più possibile da tutti per poter crescere mio figlio come volevo senza interferenze ma c’era sempre mia suocera e la figlia a casa mia a darmi lezioni su tutto fino a che non le ho mandate a cagare.
    Una dura depressione mi ha accompagnata e lo fa ancora: non accettavo la mia trasformazione e soprattutto lo stravolgimento dei miei piani e della mia vita.
    Anche con la seconda figlia é stato uguale e forse ancora più tragico. Io li odio, odio loro e il padre che mi hanno fatta diventare un mostro di 90kg, piena di malattia di tutti i tipi, senza soldi nemmeno per il piatto a tavola,trascurata e senza tempo e risorse per prendermi cura di me. Per la società sono stata coraggiosa. Per me una stupida: i bambini sono dei poveri innocenti figli di una donna che non li merita e non li ama come dovrebbero essere amati e la cosa che mi fa stare peggio è pensare che questo li possa rendere degli adolescenti turbati e degli adulti peggiori.
    Non ho cercato queste creature di Dio e mi sforzo di amarlo e curarli

  9. Mia madre tentò di abortirmi nel lontano 1968, andò male anche a lei, tuttavia trovò il modo di farmela pagare cara. Io, l’intruso, dovetti fare a meno di tutte le sue cure e premure riservate ai suoi figli preferiti che aveva già prima di me. Finite le scuole medie nel 1982 le chiesi di lasciarmi continuare gli studi, lei mi rispose: “vai a lavorare e portami i soldi, hai finito di fare il magnaccio alle mie spalle”. Sette anni a lavorare per meritarmi il vitto e l’alloggio. Sette anni di stipendi senza più vedere un centesimo, poi, finalmente, una fidanzata, una nuova vita, me ne andai e mia madre fu finalmente libera dalla sua “palla al piede”. Non ho chiesto io di nascere, fu mia madre a concedersi a mio padre e a tenerselo dentro fino in fondo. Accidenti a quello spermatozoo che non ne ha voluto sapere di mollare il suo ovulo finché non é riuscito ad infilarcisi dentro. Peccato che un neonato non le sappia tutte queste cose, forse le percepisce.
    Credimi, se da dentro la sua pancia avessi avuto la consapevolezza di tutto ciò e avessi avuto a disposizione un pulsante di auto-espulsione probabilmente l’avrei premuto, un po’ per farla felice ma soprattutto perché che vita mi sarei dovuto aspettare essendo reietto ancor prima di venire al mondo? Oggi sono un padre di tre stupendi ragazzi, tutti desiderati dal primo all’ultimo, sia da me che da mia moglie, lei tra l’altro, a detta dei medici, sterile. Non lo nego, la fatica c’è stata, ce la siamo sobbarcata insieme, nessuno dice che crescerli ed educarli sono rose e fiori, ma l’Amore, quello vero, è fatto di fatica. Senza fatica non si costruisce nulla. Spero tu non mi senta giudicante in questo mio intervento, non è mia intenzione. Sentiti libera di farne quello che vuoi di tuo figlio, ma piuttosto che crescerlo con odio, dallo via per amore. Insomma, vedi un po’ tu. Un sincero abbraccio a te e a tuo figlio.

  10. Una donna non è obbligata a fare la madre, ma non ha il diritto di distrugge una vita. I figli vanno amati non soltanto accuditi. Non dimentichiamo che l’amore di una madre ti dà le basi per vivere felice. La mancanza di amore ti distrugge e può fare seri danni, nessuno condanna una donna che non vuole figli. Sentire certe cose mi fa rabbrividire. Io nella vita ne ho passate tante e so che certe situazioni sono difficili. Un figlio non voluto si può dare in adozione e sarebbe per il suo bene.

  11. Buongiorno .
    Da quando avevo vent’anni ho sempre pensato che chi non desidera avere figli non ne deve fare e per ridurre a zero il rischio deve ricorrere alla sterilizzazione.
    Io ero convinta a vent’anni a farmi sterilizzare ma tutti mi dicevano che poi nel tempo avrei cambiato idea. I medici dicevano che ero troppo giovane .
    Ho atteso ancora perché non mi avrebbero operata finché ero troppo giovane. All’età di 38 ho realizzato finalmente questo sogno importante. Quando sono uscita dalla sala operatoria mi sono sentita liberata e padrona delle mie scelte. Mi sono sentita immunizzata da un pericolo. Adesso ho 41 anni e mezzo e sono ancora pienamente felice di averlo fatto e dispiaciuta che non mi abbiano accontentata prima.
    Si devono ascoltare le proprie sensazioni senza ipotizzarne altre che non ci sono e molto probabilmente non ci saranno . Quando si sente di non vedere un figlio accompagnare la propria vita si deve ascoltare quella sensazione forte e ricorrere al metodo più drastico perché sicuro , per non rischiare mai di averne.
    Figli non ne ho avuti nè gravidanze.

  12. Buonasera, mi chiamo Simona ho 37 anni e vivo con profonda angoscia la mia femminilità e anche se vorrei dei figli poi all’atto pratico non riesco a buttarmi e a far sì che io divento madre. Cerco di spiegarmi il perché ed infatti sto cercando delle esperienze qua sul web perché questo argomento non è affrontabile faccia a faccia con chicchessia. Quindi ho trovato tra gli altri questo articolo che esprime un po’ ciò che sento rispetto al diventare genitore. Non mi sento di giudicare.
    Sento di rispettare il tuo personale vissuto perché è quanto mai pacato e sincero ma magari non sarà sempre così e col tempo le cose potrebbero cambiare. Parlarne serve proprio per ridimensionare il proprio vissuto e scoprire che non è proprio tutto bianco o nero. Avere un figlio è una grazia ma quando deve essere una forzatura può diventare un dolore e questo dolore va rispettato per poter essere elaborato e magari perché no superato e guarito. Ogni esperienza anche quelle dolorose possiedono in sé anche il seme della speranza.

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