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#Gaza: israeliane razziste e l’istigazione allo stupro delle palestinesi

"Soldati israeliani, i residenti di Or Yehuda sono con voi! Battete/Scopate le loro madri e poi tornate sani e salvi dalle vostre.
“Soldati israeliani, i residenti di Or Yehuda sono con voi! Battete/Sfondate/Scopate le loro madri e poi tornate sani e salvi dalle vostre.”

Chiara mi segnala un paio di cose. Chiarendo che, a volte, accade anche il contrario, così la lascio raccontare. La prima:

“Parlando di maschilismo. Ho trovato oggi questo articolo [QUI la traduzione in italiano] dal titolo:”La guerra di Israele contro le donne di Gaza e il loro corpo”. Dall’articolo traggo una sintesi: Il consiglio cittadino di Or Yehuda, situato nella regione costiera di Israele, ha stampato e appeso un grosso banner per supportare i soldati israeliani. L’immagine include un linguaggio che suggerisce lo stupro delle donne palestinesi.

Il testo: “Soldati israeliani, i residenti di Or Yehuda sono con voi! “Kansu” tradotto in “pound” che, può voler dire o “picchiare” o, colloquialmente (pound her ass si trova spesso come titolo dei video porno.. violenti) scopare. La frase quindi continua: Battete/Sfondate/Scopate le loro madri e poi tornate sani e salvi dalle vostre, oppure, con il significato metaforico della frase “Kansu ba-ima shelahem” secondo l’articolo di “colpiteli con grande insensibilità”.

Dopo c’è un’altra immagine e l’annessa descrizione: si tratta di un’immagine che suggerisce lo stupro a Gaza diffusa sui social network e su WhasApp dagli israeliani. Nell’immagine, una donna con su scritto Gaza, indossa il classico vestito musulmano fino però alle cosce in posizione sensuale distesa. Il testo in ebraico dice: “Bibi, (sarebbe Netanyahu) FINISCI DENTRO QUESTA VOLTA. Firmato, cittadini a favore dell’invasione terrena”.

"Bibi, (sarebbe Netanyahu) finisci dentro questa volta. Firmato, cittadini a favore dell'invasione terrena"
“Bibi, (sarebbe Netanyahu) finisci dentro questa volta. Firmato, cittadini a favore dell’invasione terrena”

Riferimento chiaro allo stupro perché, sia in ebraico che nel resto delle lingue, finire ha lo stesso significato di eiaculare, figuriamoci poi se seguito da “dentro” e accompagnato da quell’immagine. L’articolo poi si dilunga in una serie di esempi di appelli allo stupro delle Palestinesi, provenienti da più parti e in diverse occasioni. Parla poi dello “slut-shaming” riservato alle donne israeliane che supportano la Palestina (e questo metterebbe in discussione l’affermazione di chi dice che le donne israeliane sono libere di sostenere quello che vogliono), alle minoranze e ai richiedenti di asilo africani.

Come conclusione dice che forse, come sostengono molti sionisti, tutto questo non significa nulla e gli ebrei non sarebbero mai capaci di commettere uno stupro come un atto di guerra. Ma poi ricorda che dicevano la stessa cosa fino a un mese fa sulla tortura e l’assassinio, fino a quanto accaduto a Mohammed Abu Khdair.”

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La seconda, a proposito del fatto che sarebbe più o meno inappropriato definire “naziste” alcune persone che in Israele supportano la guerra, sulla scia delle “donne svestite a supporto dei soldati israeliani“. Scrive:

“Sicuramente è un paragone un po’ forzato, semplicistico e riduttivo. Ma non del tutto inappropriato, in alcune circostanze e secondo determinati punti di vista. Per esempio, leggete questa collezione di twitt. Si tratta di ragazzine israeliane, non ancora in età dell’esercito, che inneggiano all’odio su twitter con scritte “morte agli arabi” et similia. Anche questo articolo è molto dettagliato. Queste donne sono liberissime insomma, perché indossano pantaloncini, magliettine scollate, trucco e parrucco, ma liberissime anche di odiare. Vi prego, guardatele, vi aiuteranno a capire quello che voglio dire. In costume da bagno, in intimo, in posa, libere secondo la nostra concezione di libertà. “Uccidete tutti i bambini arabi così non ci sarà una prossima generazione”; “gli arabi non sono umani, sono animali”, “uccideteli entrambi, arabi e puttane”, “uccidere gli arabi non è razzismo. è il volere di Dio”.

E se è vero che abbiamo assunto l’ideologia nazista come il paradigma dell’odio etnico e razziale, in questo caso, per estensione, si potrebbe dire… naziste. Mi sono dilungata così tanto perché tutto questo, la commistione tra sesso e guerra, la barbarie strisciante sotto la facciata di democratica e progressista civiltà e gli altri elementi socio-culturali dello Stato ebraico non sono adeguatamente messi in evidenza, anche se si ritiene che invece a non esserlo siano gli episodi di antisemitismo. Per me costituiscono un grandissimo ostacolo a qualsiasi prospettiva di pace. Ognuno è libero di pensare quello che vuole, di giudicare secondo i propri criteri e di avere le proprie idee, anche precostituite. Ma io continuo a credere che questi aspetti debbano essere portati alla luce e che meritino una riflessione, una riflessione generale e il più obiettiva possibile, lasciando da parte gli “schieramenti” scelti. Io mi sono chiesta: è questa la libertà per le donne? Questa l’emancipazione? Questo il progresso? Ognuno ha la sua risposta.”

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Ps: tra i commenti Asia scrive “un paio di anni fa ho conosciuto una compagna israeliana di anarchist against the wall (http://www.awalls.org/, il sito non è aggiornato ma rende l’idea, cmq c’è anche il profilo fb) in tour in europa. Tra le tante, raccontava di come in generale quasi tutti i membri del gruppo avessero dovuto subire l’ostracismo di parenti e amici, ma in particolare le donne erano bersaglio di odio e disprezzo, diventando “insposabili” “inscopabili” “contaminate” “sporche” “puttane dei palestinesi” e avanti così.”

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7 pensieri su “#Gaza: israeliane razziste e l’istigazione allo stupro delle palestinesi”

  1. un paio di anni fa ho conosciuto una compagna israeliana di anarchist against the wall (http://www.awalls.org/, il sito non è aggiornato ma rende l’idea, cmq c’è anche il profilo fb) in tour in europa. tra le tante, raccontava di come in generale quasi tutti i membri del gruppo avessero dovuto subire l’ostracismo di parenti e amici, ma in particolare le donne erano bersaglio di odio e disprezzo, diventando “insposabili” “inscopabili” “contaminate” “sporche” “puttane dei palestinesi” e avanti così…
    ci sarebbe poi molto altro da dire, sul vecchio e trito paragone donna-terra, dalla penetrazione della foresta vergine, alle rappresentazioni dell’africa colonizzata, alla retorica di guerra diffusa nel tempo e nello spazio…purtroppo niente di nuovo…

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