(Pubblicato in originale il 23/06/2020 qui. Traduzione di Luana e Benz del Gruppo di lavoro Abbatto I Muri)
È necessario che la comunità educativa comprenda la propria responsabilità nella lotta alla transfobia. L’ignoranza della società ha conseguenze mortali. Le donne trans esistono, hanno dei diritti ed è ora di affermarli all’interno delle strutture scolastiche.
Questo week-end una giovane donna trans, Laura, si è suicidata. Dieci giorni prima si trovava alle esequie di una sua amica, Matilde, anche lei morta suicida.
Le donne trans muoiono.
E sì, questo vi riguarda. Ci riguarda tutt*. E riguarda in particolare la totalità della comunità educativa. Perché non è un caso se le donne trans muoiono.
Oggi, nelle scuole, si continua a essenzializzare il genere. Si continua a insegnare a* giovani la necessità di rispondere a un certo numero di norme in funzione del genere che è assegnato loro, senza mai chiarire il fatto che si tratta di norme e codici sociali. Non si parla delle persone trans. Come possiamo accettare che l’esistenza di alcune persone sia un tabù? Come osiamo parlare di istruzione inclusiva quando alcun* alliev* dovranno imparare a vivere e a crescere senza modelli, in completa solitudine, senza strumenti per affrontare la società?
Come osiamo crederci alleat* se non ci assumiamo la responsabilità di insegnare a* nostr* giovani che le persone trans esistono e che dovrebbero avere i medesimi diritti delle altre persone?
Persone cisgender: per favore, aiutateci.
Prendete la parola, nelle sale insegnanti, nelle vostre famiglie, ma soprattutto nelle vostre classi. Smettete di aver paura di parlare di noi. Questa paura si auto-alimenta e no, non è giustificabile. Di che cosa avete paura? Di essere contaminati dal nostro stigma?
Capisco che sia difficile trovare il modo di parlare delle nostre esistenze di fronte a una classe. Il genere è un quadro estremamente strutturato per le persone adolescenti, e si può avere paura di suscitare reazioni violente. Ma rassicurare le persone in classe è il nostro ruolo. È compito nostro ascoltare, dialogare con loro, far loro capire che l’esistenza di ogni persona non deve soltanto essere accettata, ma conosciuta, compresa e difesa. E per questo dobbiamo dare l’esempio. Far ascoltare loro delle testimonianze, far loro comprendere a che cosa assomiglia oggi la vita delle persone trans. Perché s’impegnino anche loro per difendere con noi le persone che subiscono discriminazioni violente. Perché non ci sia più bisogno di cercare urgentemente l’angolo di un divano disponibile per la notte per le nostre sorelle trans buttate fuori casa dalle loro famiglie.
Dobbiamo impiegare il nostro tempo e le nostre parole per dare voce alle persone che la società nasconde e distrugge.
Dobbiamo essere esigenti con noi stess*, e approfittare di ogni occasione per portare gli e le studenti ad affrontare criticamente gli stereotipi di genere. Le donne trans sono vittime del patriarcato. Subiscono la svalorizzazione della loro postura ed estetica, codificate come femminili nella società. Subiscono la paura di alcuni uomini di perdere la certezza della propria superiorità fondamentale, essenziale, sulle donne. Sono misconosciute da alcune donne che, essenzializzando il genere, partecipano alle uccisioni delle loro sorelle. Le parole di J. K. Rowling, di Marguerite Stern, e di tutte le donne che lavorano per escludere le nostre sorelle, sono parole assassine. Non esiste una transfobia accettabile: il vostro rifiuto di includere le donne trans nelle vostre lotte è un assassinio.
Dobbiamo costruire per i/le nostr* giovani un clima che permetta loro di costruire i propri punti di riferimento, la sicurezza nelle proprie qualità peculiari, perché non abbiano più bisogno di schemi binari, semplicistici e violenti per rassicurarsi. Perché il loro vissuto non sembri più mettere in pericolo le loro stesse esistenze, perché ci saranno dei punti di riferimento differenti sui quali costruire sé stess*. Le persone nelle nostre classi hanno bisogno di prendere consapevolezza del proprio valore per non avere più paura, perché è la paura che uccide. Smettiamo di aver paura di impegnarci e assumiamoci le nostre responsabilità per andare verso una società meno transfobica. Vogliamo credere che sia possibile capire, vedere e accettare le realtà di tutt*.
Non possiamo lasciare che l’odio si sedimenti nello spirito de* nostr* giovani, perché quest’odio uccide. I suicidi sono fatti sociali; Émile Durkheim lo diceva già un secolo fa. Abbiamo il dovere di affermare a voce alta, anche nelle nostre classi, che le persone trans hanno il diritto di esistere e che i loro diritti non devono essere oggetto di dibattito.
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Sì, però non dobbiamo concentrarsi sui singoli problemi, che siano i femminicidi o i diritti dei gay, ecc., quando il vero problema è la Società tutta. Il Patriarcato. il Fascismo, il Capitalismo. Dobbiamo abbattere i governi attuali e, come per magia, tutto andrà al proprio posto.
Anarchy.