In alcuni commenti in risposta al mio ultimo post pubblicato su Il Fatto Quotidiano sostenitori dell’antigender affermano che quel che io descrivo come conseguenza di una trasmissione diretta del “Gender” è semplicemente frutto del buon senso. Come se si trattasse di opportunità da sempre esistite e non di conquiste che sono costate un prezzo altissimo a tante donne.
Giusto per non proseguire la parodia è bene specificare che il sesso biologico è diverso dal genere (ottenuto per costruzione culturale) e che il genere è diverso dall’orientamento sessuale. Puoi essere nata di sesso femminile, ma il genere che riconosci come tuo è maschile e il tuo orientamento sessuale dice che ti piacciono le donne. So che è complicato ma il punto è che non c’è nulla di semplice quando cerchiamo di liberare le nostre vite da ogni tipo di imposizione culturale.
Donne e uomini hanno sempre avuto pari opportunità? Parlate di questioni di buon senso? Stronzate. Il buon senso non c’entra niente con le conquiste sociali, in fatto di diritti civili, che riguardano donne, gay, lesbiche, trans, uomini che non si riconoscono nei modelli machisti. Solo qualche decennio fa le donne non avevano diritto di voto, i gay, le lesbiche e le/i trans venivano rinchiusi in manicomio e gli uomini che, per esempio, non amavano andare in guerra o non amavano semplicemente fare i militari venivano rinchiusi in prigione ed erano trattati da disertori non più in grado di godere dei diritti cui avevano diritto i machi militari.
Poco tempo fa uccidere una donna, per questioni di onore, era lecito, moralmente accettato, così com’era accettato il fatto che una figlia dovesse seguire le imposizioni del padre, sposare uno sconosciuto in virtù degli accordi che il padre prendeva con un altro genitore e un figlio non poteva fare altro che sposare una donna e assicurare la continuazione della stirpe in nome del padre.
Poco tempo fa una donna poteva essere stuprata perché quel che contava era sempre e solo il desiderio maschile, eventualmente da riparare con il matrimonio. Non molto tempo fa una donna non poteva decidere di studiare quel che voleva, non poteva immaginare un futuro fatto di pari opportunità, in famiglia il parere di una donna non contava niente e quel che le era imposto di fare era fare figli, avere cura della famiglia, senza altra ambizione di sorta. Le donne che avevano esigenze sessuali dichiarate venivano chiamate ninfomani e la frustrazione o la insoddisfazione sessuale diede nome ad una malattia che le definiva isteriche.
Poco tempo fa una donna non poteva divorziare dal marito e d’altronde un marito non poteva divorziare dalla moglie. La sessualità femminile era sconosciuta alle donne stesse. Il sesso era fatto in funzione dell’uomo e le donne non erano meritevoli di poter scegliere i partner sessuali perché a loro, in quanto figlie del demonio, brutte tentatrici, era negato il piacere sessuale.
Gli uomini non potevano amare altri uomini e finivano in galera perché le accuse contro di loro variavano dalla sodomia alla definizione di pederasta. Non di rado l’omosessualità veniva paragonata alla pedofilia, e ditemi se oggi abbiamo superato tutto questo. I ruoli di genere erano ben definiti in base al sesso e per imposizione culturale. La realtà è che non potevi scegliere e la libertà di scelta mancava in ogni caso.
Una donna che desiderava lavorare fuori casa sembrava un fatto scandaloso che veniva recepito come offesa al marito/padrone. Una donna che abortiva veniva rinchiusa in prigione. Non esistevano contraccettivi così come li conosciamo oggi e le soluzioni variavano ed erano più o meno efficaci a seconda dell’abilità del partner. Tempo fa tutto quel che riguardava la sessualità era proibito. Era un peccato la masturbazione, le donne non dovevano fare sesso in un certo modo perché quel sesso lì gli uomini potevano trovarlo solo presso le prostitute. La legge morale valeva più che ogni altra legge. E questo è nulla rispetto a quel che sarebbe giusto raccontare a proposito di conquiste sociali. Quel che accade oggi sarebbe solo questione di buon senso? Stronzate. Se non ci fosse stato il femminismo e la militanza dei movimenti glbt nulla di quel che abbiamo oggi – e non è abbastanza – sarebbe esistito. D’altronde identica valutazione si potrebbe fare a proposito dei migranti: senza i movimenti antirazzisti le persone nere, per esempio, sarebbero state liberate dalla schiavitù?
E questo non vuol dire che di femminismo dobbiamo morire, perché tutto si evolve e si può parlare di antisessismo per comprendere sessi, generi e orientamenti sessuali, pensando in termini intersezionali, parlando di discriminazione di razza, cultura e conflitto di classe. Ma se c’è chi si ostina a negare che di diritti civili e di rispetto tra i generi abbiamo ancora bisogno, addirittura inventando la favola dell’ideologia gender per terrorizzare le masse, diventa necessario riappropriarci della nostra memoria storica, del patrimonio culturale che abbiamo contribuito a costruire e di tutto quel che rammenta le battaglie fatte, vinte o perse, ma comunque combattute fino in fondo.
Se io oggi posso scrivere non si tratta di una questione di buon senso ma solo del fatto che qualcuna, molto tempo fa, ha lottato affinché dell’opinione delle donne si tenesse conto. Perché siamo soggetti e non oggetti. Perché ci autorappresentiamo, per quanto non sia possibile che una rappresenti tutte giacché siamo diverse e serve raccontare una moltitudine di punti di vista che vanno rispettati fuorché quelli che sono accomunati ad altri pensieri e pratiche autoritarie, precisamente quelle che si traducono in imposizione di un punto di vista sulla pelle di chiunque altr@.
Il buon senso non c’entra niente. Siamo noi, siete voi, sono le persone che realizzano culture e prospettive e se non vi siete res* conto di questo è segno che avete perso gli ultimi neuroni sessisti e sbiaditi che vi sono rimasti. Alla prossima.
Vostra, Eretica
primo errore si può lottare per la parità, e non per l’uguaglianza. io sono maschio e non donna. potrò essere pari ma mai uguale.
non è un gioco di parole ma l’essenza di un modo di essere
uguaglianza è uguaglianza. io voglio avere uguali condizioni, prospettive, possibilità. uguaglianza è un concetto più alto, rivoluzionario, egalitè libertè fraternitè. in spagna c’è il ministero per l’uguaglianza e non per la “parità”. uguali devono essere le condizioni di partenza, dal punto di vista economico e di rispetto o affidamento di ruoli. uguale deve essere il percorso che consente a tutti libertà di scelta e autonomia di gestione del proprio corpo. se l’ho scritto in ogni caso una ragione c’è e non è quella stronzata di cui parlano gli anti/gender. uguale non significa che tu diventi me e io te. e quello di cui parli comunque c’entra poco con il sesso. semmai c’entra con l’identità di genere. e anche per scegliere quella hai diritto ad uguali possibilità e capacità di autodeterminazione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Egualitarismo
Quello contro cui si combatte, nonostante uomini e donne siano diversi è l’idea che per definizione non possano esserlo nel comportamento, o l’idea di predeterminare un comportamento come maschile o femminile, scontrantosi con la realtà di modi diversi di essere uomo o donna, chiarmente fuori da questo modello, più vicini al sesso opposto o diversi punto.
Gli antigender (che poi coerentemente dovrebbero essere antibinari!^_^), è questo punto che temono “Puoi essere nata di sesso femminile, ma il genere che riconosci come tuo è maschile e il tuo orientamento sessuale dice che ti piacciono le donne. So che è complicato ma il punto è che non c’è nulla di semplice quando cerchiamo di liberare le nostre vite da ogni tipo di imposizione culturale.”, credono, secondo me esagerando molto, che ciò possa influenzare i bambine e bambine “normali” a fantasticare di essere del sesso opposto come fosse una cosa normale e quotidiana e non un’eccezione dal punto di vista statistico, tra l’altro colpevolmente considerata una malattia da curare da parte di alcuni di questi “conservatori”.
Vorrei capire se sottolineando l’eccezionalità di questi eventi, gli antigender si calmerebbero oppure è solo una scusa?
E’ solo una scusa, il fatto che si colpevolizzi una minoranza e che vengano riportati esempi paradossali ed ipersessualizzati è voluto scientemente. L’uomo nero deve fare parte di una minoranza in modo che la maggioranza possa identificarlo chiaramente e vederlo come diverso da sé, altrimenti la retorica del pericolo incombente non funzionerebbe. L’obiettivo è consolidare il più possibile il controllo su sessualità, riproduttività e famiglia per tutti, ma non possono farlo senza offrire un cattivo su cui concentrare le paure dei “bravi cristiani”.
La tendenza dei mezzi di comunicazione a privilegiare slogan semplicistici e polemiche fa il resto.
Una delle migliori cose che hai scritto. Chi non comprende ciò è semplicemente un idiota. Il buon senso sta proprio nel migliorare i diritti di tutti e non di negarlo.