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Il sessismo di alcune campagne contro il #femminicidio

1229806_604092379654015_268830667_nIl Partito Nuova Democrazia, di cui leggo qui, potrebbe essere una riedizione del partito di centro destra che porta lo stesso nome in Grecia. Potrebbe, non so. In rete immagino possiate trovare info e approfondimenti. Quello che so (grazie a Ettore che me l’ha segnalata!) è che sta facendo una campagna promozionale contro la violenza sulle donne basata sullo slogan:

Chi tocca una donna, tocca tua madre, tocca la vita, quindi tocca tutti noi, basta con la violenza sulle donne! Una legge severa immediata per fermare il femminicidio!“.

Il marketing sta sul sito, sulla pagina facebook, compare come inserzione sul social network.

1391927_10202297633064544_1168735846_nEd è uno dei tanti modi, legittimi, di pubblicizzare un partito nuovo che vuole imporsi al grande pubblico e suscitare interesse.

Dunque la lotta alla violenza sulle donne come brand in definitiva vende tutto, inclusi i nuovi partiti. Non fosse così chi ha promosso la campagna si sarebbe occupat@ di quel che significa ogni singola parola espressa e di quanto sia sessista dire di voler lottare contro la violenza sulle donne e allo stesso tempo identificarle in un ruolo stereotipato veicolando la stessa, identica, radice culturale che della violenza di genere è causa.

Lo stesso, d’altro canto, fa anche il decreto #femminicidio, paternalista fino al midollo, sposato da gruppi filo/governativi che non hanno evidentemente la più pallida idea di cosa sia quella violenza che loro stessi dicono di voler combattere.

L’avviso, in questo caso, è molto da fratello, marito, padre protettore, appunto, di chi dice che non bisogna toccare la moglie, figlia, la sorella, imprimendo una appartenenza e legittimando la logica di possesso che è la stessa che genera, ancora, il femminicidio.

La violenza sulle donne riguarda tante a prescindere dal ruolo di genere attribuito e immaginare di voler occuparsi di questo in quanto che si ritiene che altrimenti si toccherebbe la donna incinta, fonte di vita, la riproduttrice, la madre, è quanto di più matriarcale e paternalista possa esserci e svela esattamente quanto confermato dal governo:

non è la violenza sulle donne che si contrasta ma si tenta, in chiave securitaria, preferendo a strumenti di prevenzione quelli repressivi che tante donne non hanno MAI chiesto, di salvaguardare la funzione meramente biologica delle donne e il loro ruolo di cura.

Direi No, Grazie. Personalmente io non voterei mai un partito che la pensa così.

Per approfondire e capire quanto scrivo, potete leggere ancora:

—>>>Femminicidio, il paternalismo della legge

—>>>Il femminicidio usato come pretesto per reprimere il dissenso

Leggi anche:

Su Matriarcato e affini:

3 pensieri su “Il sessismo di alcune campagne contro il #femminicidio”

  1. L’avrebbe potuto scrivere il Duce. Magari se aggiungono che lo stupratore può essere straniero e la vittima italiana hanno fatto l’ en-plein di luoghi comuni neri

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