Antiautoritarismo, Antisessismo, Comunicazione, Femministese

L’inquisizione antisessista

antisessismopreventivoLo dicevo qui e qui. Quello che fa audience in questo momento è qualunque cosa susciti indignazione e solleciti al linciaggio. Commento le notizie per svelarne gli stereotipi sessisti anch’io da tanto tempo ma francamente ora ho veramente paura nel vedermi accerchiata da sedicenti antisessisti/e armati/e di forcone che sono lì, per dirla come ha fatto una amica, colti da pura paranoia, alla ricerca della virgola discriminatoria e del punto esclamativo sospetto. L’indignazione procura accessi anche ai blog e mentre veicoli altri stereotipi, generalizzazioni e fior di demonizzazioni puoi bearti quanto ti pare del fatto che mostri vagine squartate e bambini sodomizzati, puoi circoscrivere e indicare con una freccia rossa il tuo obiettivo da colpire, puoi radere al suolo il buon senso e fingere di spingere verso una discussione che abbia una finalità verosimilmente condivisa anche quando quella foga da linciaggio per prima travolge te se per caso sbagli una sola parola secondo il tuo stesso pubblico.

Alla ricerca della virgola che indigna e se non la trovi te la inventi e io lo so che i giornalisti scrivono talvolta sonore stronzate ma il sessismo si nasconde spesso dietro un politically correct che fa più il paio con un abito griffato che con il puttaniere di periferia e dunque spiace dirlo ma è tutto sbagliato.

Ché quella cui assistiamo è una gogna medioevale, una caccia alle streghe, giustizia fai da te, reale e virtuale, in special modo quando si parla di violenza sulle donne e sui bambini. Se per esempio una persona non è stata ancora condannata nei tre gradi di giudizio non puoi chiamarla “criminale” e se è stata assolta non puoi continuare ad infamarla. Fino alla fine di un processo c’è solo il “presunto crimine” e se il processo si conclude con una assoluzione non c’è salvezza del bene che tenga che possa evitarti una querela per diffamazione e calunnia se dai del “criminale” a chi non è stato riconosciuto tale.

Lo dico soprattutto a chi insiste nel definire “violento” chi non lo è o nel definire “pedofilo” chi non lo è. Non basta che tu, opinionista blogger o dei social network, ne sia convint@. Non basta che la tua volontà forcaiola esiga qualcun@ sotto cui appiccare un rogo. Servono prove, in un sistema garantista, e talvolta non vanno bene neppure quelle, G8 di Genova docet, e questa smania di infliggere colpevolezze per offrire presunte violenze al mondo sulle quali masturbarsi indignandosi e indignarsi masturbandosi, equivale allo stesso sentimento che pervadeva ogni pezzo appartenente ai vari tribunali dell’inquisizione di varie epoche.

Perciò urge un ripasso per chi tiene in mano il forcone antisessista:

se mentre (o quando) dà una notizia di cronaca un giornalista scrive di “presunte violenze” non lasciarti prendere da tentazioni forcaiole e giustizialiste. Prima di linciare l’uomo ancora sotto processo e il giornalista pensa che anche tu fingi di essere tanto garantista! E sappilo che l’antisessismo preventivo fa un po’ cagare… Ⓐ

4 pensieri su “L’inquisizione antisessista”

  1. Sarei anche d’accordo, visto che soprattutto sul BDSM si spara a destra e a manca senza sapere nulla [come per tante altre cose, ma questa è la prima che mi è venuta in mente]. Ma ci sono anche molte cose innegabili tipo: il messaggio del Papa contro i gay non è violento? Perchè non dovrei definirlo tale? Insomma, cerchiamo di non generalizzare.. Non esprimere opinioni su ciò che non si conosce è una cosa, non prendere posizione su altre è un’altra.

  2. @Aspide .le cose a me sembrano differenti ,ovvio che sui può giudicare una frase del Papa ….ma l’articolo mi sembra che voglia dire una cosa diversa ,ti faccio un esempio (anche se mi sembra ben spiegato nell’articolo)
    Uomo presunto stupratore ,oltre ad essere “già condannato” vengono “condannati” anche gli uomini che magari stanno nel letto malati di Sla (proprio quelli che il nostro ministro o ministra Fornero li ha definiti “fortunati” che non sono ministri) ,o di altre malattie ,oppure vengono “condannati ” solo perchè uomini …non molto differente ,come avevo scritto in precedenza , dalla caccia all’extracomunitario ,tanto care ai leghisti ,eppure anche in quel caso ,un extracomunitario che avesse commesso il fatto o meno ,era considerato “colpevole”

  3. Mi ricordo certi commenti sotto ad articoli di infanticidi e di donne che avevano ucciso il marito. Senza sapere come, cosa e perché, una sfilza di commentatori andava a impiccare, con i consueti termini sessisti, quelle donne.
    I processi sommari, sopratutto ideologici, fanno schifo, in tutti i sensi, per tutt*. Per donne e per uomini. Fomentare questo tipo di scontro non è né costruttivo né intelligente.

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