Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, R-Esistenze

Ce lo chiede l’Europa: “Il corpo è mio è ci faccio quello che voglio io!”

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Paola Bacchiddu è la responsabile della comunicazione per la lista Tsipras [QUI il sito e QUI il programma]. Un paio di giorni fa ha pubblicato sulla sua bacheca facebook la foto e il commento che vedete. Seguono altri commenti divertiti, molta ironia, grandi risate e tutto si svolge alla faccia della pesantezza “militante” moralista che anche in certi ambiti sinistrorsi vedi un po’ dovunque. Lei sta scherzando. Sulla sua bacheca facebook.

Il fatto è che l’Italia è un posto piccolo, di pensieri piccoli, di menti piccole e questa cosa qui diventa una “notizia”, con buona pace del giornalismo serio, perché basta vedere uno stacco di coscia e un fondoschiena per raccontare, in tono un po’ scandalizzato e prendendosi molto sul serio, la deriva di queste femmine che in politica osano non somigliare tutte quante alle simil renziane. Quelle che, per esempio, giustificano perfino la propria avvenenza dichiarando, come fossero al termine di un concorso di bellezza, che in ogni caso tutto quel che sognano è il matrimonio e la pace nel mondo.

Tra l’altro l’informazione arriva ai quotidiani online per metà. Giusto per confermare il fatto che si tratti di una cosa che proprio no, non si fa, scrivono che lei avrebbe cancellato la foto. E già la immaginano contrita e piena di vergogna, a bussare al primo convento di passaggio, per dichiarare il pentimento per tanta e tale leggerezza. A farla “pentire” e guidarla verso una inequivocabile redenzione ci pensano comunque un tot di paternalisti della stessa area politica e una serie di commentatrici imbufalite che le scrivono in privato un po’ di ingiurie e frasi del tipo “mi vergogno per te“, “come ti permetti“, “lei è una vergogna per le donne“.

Già, proprio così, perché se una si mostra, si racconta, anche sul web, deve ricordarsi di rappresentare il branco di genere che è lì pronto a farti notare quando e come hai fatto pipì fuori dal vaso. Il clima d’altro canto è quello, in stile medioevale e con la piazza pronta al linciaggio e al rogo. Come osa, Paola Bacchiddu, dopo anni di antiberlusconismo in cui c’era chi stava a contare i nei delle donne, sulla cui carne è impressa una lettera scarlatta, mostrare il “suo” corpo senza pensare che ogni volta che in Italia mostri un culo dall’altro lato del pianeta succede un terremoto?

Due “notizie”: Paola non ha mai cancellato la foto che sta ancora sul suo profilo facebook e anzi si arricchisce di ulteriori immagini di sdisonoratissime colleghe e colleghi di antimoralismo che, ancora in maniera ironicissima, solidarizzano con lei. E’ ufficialmente partita la campagna “Il corpo è mio e ci faccio quello che voglio io“, in onore di Paola e di tutte le donne libere di mostrarsi come accidenti credono. Perché un principio deve essere stabilito innanzitutto: nessun@ può permettersi di dire a un’altra quel che deve fare di se stessa. Non ci può essere alcuna imposizione di ruolo normativa che leda il diritto all’autodeterminazione ed è autodeterminazione anche quando trasgredisci l’ordine morale di chi stigmatizza le altre o al massimo le guarda con compassione se mettono in piazza un po’ di carne autodeterminata.

Infine un pensiero dedicato a chi su twitter diceva, ieri, alludendo a questioni di “competenza“, notoriamente attribuibile solo alle donne vestite da suore, che “la politica è una cosa seria“, perciò Paola sarebbe una “poco seria“. Il fatto che lei sia stata lì a farsi largo tra moralismi e profondissime valutazioni come queste non può che rendermela simpatica. Sono con lei, senza alcun dubbio, così come con le sue colleghe che mi forniscono l’esclusiva di un corteo virtuale di corpi perché “Ce lo chiede l’Europa!” 🙂

Io ci metto la mia tetta. Francesca Gallerani, Vittoria Elettra (per Tsipras), Angela Azzaro, Lukino (per il Non Voto), Claudia, Ludovica Pallavicini, Andrea Vicentini, Silvia Ferri, Recondito, Monica Cinciarella – Mancini – (astensionista anarchica), Andrea Oleandri, Daniel Rustici, Michela Pedemonte, Giorgia (per il Non Voto), Carlo Clericetti, Marco, Giulia, Antonella Frustaci, Patrizia Binda, Sabrina Baronio, Adele Teodoro, Fabrizio Bibi, MariaTeresa Nannola, Monica Capo, Valentina Visentin, Sabrina Ancarola (dal suo calendario), Antonella Garofalo, Maîtresse à Penser, Blatta Pollanca, Angelo, Dino Pellegrino, Veronica Malengo, Francesca Cavassa, Tecla, Giuseppe Morelli, Annalisa, No Name (per il Non Voto), Ornella, su questo blog in esclusiva assoluta, mettono qualcosa di più. Chiunque abbia voglia di partecipare al corteo virtuale di selfie antimoralisti invii una foto ad abbattoimuri@grrlz.net.

Un abbraccio a Paola e a queste splendide persone e buona campagna elettorale e a tutt*!

Ps: [su twitter spopola la frase “E’ ora di finirla di confondere il femminismo col suorismo, perché il suorismo è figlio del maschilismo!“]

—>>>Leggi il post di Alessandro Gilioli

—>>>Leggi il post di Angela Azzaro

—>>>Leggi il post di Elettra Deiana

—>>>Leggi: Le critiche ai culi scoperti e il femminismo moralista e Il sesso maschile è sporco, io sono brutta e tu non devi spogliarti

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43 pensieri su “Ce lo chiede l’Europa: “Il corpo è mio è ci faccio quello che voglio io!””

  1. Pare che la morale dipenda ancora ancora dai cm di pelle esposta, piuttosto che dai cm di coscienza nascosta. Se serve il mio selfie, per solidarietà … (ecco, sono arrivato a prostituire la mia morale fino a chiamare selfie quello che si chiama autoscatto da decenni :P)

  2. Premesso che chiunque possa fare del proprio corpo quello che vuole, sono sempre perplessa sul “purché se ne parli” a tutti i costi. Non credo che se mostrassi le tette o il culo riuscirei a sensibilizzare le persone su temi a me cari (“una tetta per la Siria” ad esempio … mi sa che mi prenderebbero solo per i fondelli). Si parla del gesto ma poi che ritorno può avere? MA davvero non ci sono altri metodi più creativi per mettere in luce ciò che c’interessa?

    1. Con fas abbiamo fatto “Una tetta per la vita” (con il #TettaLiberationFront http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/13/web-13-maggio-corteo-virtuale-prolife-una-tetta-per-la-vita/) e funzionò. facemmo anche un “corpi liberati contro la violenza sulle donne http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2013/01/01/my-body-my-choice-corpi-liberati-contro-la-violenza-sulle-donne-3/ My body my choice) usare il corpo in maniera autodeterminata per veicolare un messaggio politico e dei contenuti è cosa ben diversa dall’essere usate. prendi la slut walk. così come i corpi delle latino americane in piazza che parlano di ribellione. a ciascuno la sua pratica femminista. il corpo delle donne non è sacro è, appunto, appartiene a lei, lei, lei e ne fanno, ne facciamo, quello che vogliamo. 🙂

      1. questo è imprescindibile, ma temo che l’effetto sia in questo caso che si parlerà del suo gesto, alcune si prenderanno delle bacchettone, alcune delle ganze e tutto questo non sposterà di un niente l’attenzione sulla lista Tspiras. Fra l’altro apprezzo le foto che ti stanno mandando qua sul post, ma rimango dell’idea che si poteva essere più spiritosi e creativi, ci sono anche modi e modi di mostrare tette e culi 😉

        1. io trovo positivo che da un bikini sia nata una discussione politica, come non se ne vedevano da anni, coinvolgendo un mare di gente, fuori dalle solite nicchie, sui moralismi, il corpo delle donne, sull’uso politico e autodeterminato del corpo, sui toni utilizzati per impedire alle altre quel che fare di se’, sulla divisione tra quelle perbene e quelle permale, e su cosa significhi essere di sinistra, anche, su quali sono i valori di cui ti fai portatrice, e mille altre cose. questa è cultura ed è anche politica, per me. e se leggi non si sta parlando del suo gesto e basta. si parla di tutte queste cose assieme e anche di molto altro. il body liberation front scatenato ha aperto uno squarcio enorme e ieri, su twitter, moltissime donne e persone parlavano di discussione liberatoria, finalmente, e si che ce n’era bisogno. è stato come uno spogliarsi in libertà e se in questo non si vede la creatività non so che dire. il modo per mostrarsi è autodeterminato. ognun@ lo fa come vuole. non c’è un copione per questo. non sono io che posso insegnare al mondo come spogliarsi e mostrarsi per essere più o meno femministe. 🙂

                1. yeah 😀
                  ma mandamela anche tu un po’ di carnazza autodeterminata. una caviglia, un polpaccio. 😛
                  su. ce lo chiede l’europa. e all’europa diamo proprio tutto tutto. no?

      2. Scusatemi, non capisco proprio la necessità di ironizzare e scherzare e non prendersi troppo sul serio quando si fa politica; ripenso alle barzellette di Berlusconi, alle corna e alle battutacce che faceva, e mi rendo conto che la sua estetica della politica si è ormai consolidata, fino a far giudicare bacchettoni quelli che chiedono ai politici di essere seri. Inoltre non vedo in questo caso la sottile differenza tra usare ed essere usata: qui si tratta di accettare che la politica si possa fare con il culo: di destra o di sinistra, reale o metaforico che sia, non mi sta bene in nessun caso. La libertà di usare il proprio corpo come si vuole è sacrosanta, ma in privato; in politica preferisco la faccia; e il cervello.

  3. Premetto che il commento arriva da una persona che legge usualmente questo blog e lo trova molto interessante. In questo caso però non posso fare a meno di notare alcune cose.

    Innanzi tutto sono pienamente d’accordo con il fare l’uso che più si preferisce delle immagini del proprio corpo, è una autodeterminazione più che legittima e spesso ingiustamente condannata dalla nostra cultura.

    In secondo luogo mi sento solidale con la Bacchiddu, per vari motivi. Primo, perché sostengo la lista Tsipras, secondo, perché pare che questo suo gesto nasca per cercare di ottenere visibilità per una lista a cui ne è stata riservata veramente molto poca, terzo, perché il gesto è stato introdotto come ironico e scherzoso.

    Mi permetto però di fare una precisazione. Credo sia giusto aggiungere a tutto questo che la pubblicazione di immagini del proprio corpo da parte di chi si occupa di comunicazione di una lista candidate alle elezioni in periodo di campagna elettorale, *se fosse de-contestualizzato da quanto ho scritto anche io in precedenza* mi risulterebbe quantomeno di dubbio gusto. Quando fatto da chi sta curando una campagna elettorale, ogni gesto assume un valore diverso. Si tratta in qualche modo di una campagna elettorale (pubblicitaria?) fatta utilizzando il corpo delle donne (o degli uomini), ovvero qualcosa che (spero) non c’entra con la proposta elettorale che queste donne o uomini ci stanno presentando. Certo, mi si potrà dire che il corpo dei candidati (o di chi li sostiene) fanno parte di loro come persone e che quindi non c’è nulla di male nel mostrarlo, ma allora perché farlo proprio ora? Perché farlo con una ragazza carina invece che con altri o altre che non lo sono?

    So che la risposta è nelle fonti citate dall’articolo, quindi ovviamente come già detto comprendo il gesto e le motivazioni della Bacchiddu. Mi permetto di segnalare solo come sia un terreno pericoloso quello di sostenere un atto del genere da parte di una persona nella condizione della Bacchiddu senza sottolinearne troppo il contesto.

  4. La politica non è uno scherzo soprattutto in un’epoca come la nostra, ed eleggere dei rappresentanti validi, seri e competenti è una priorità. Nessuno le può impedire di mostrare la sua avvenenza sul proprio profilo facebook, ma d’altra parte non vedo contenuti o idee politiche ma solo una scaltra trovata elettorale per attirare i consensi degli accaldati maschi Italiani oltre che di frange femministe

  5. Un bikini non ha nulla di volgare. Se l’avessimo incontrata in vacanza non avremmo avuto niente di che scandalizzarci. E facebook è pieno di foto così, che cosa c’è di male? Se invece vogliano tornare a parlare di contenuti, vi invito ad ascoltare l’intervista a Assunta Signorelli, candidata sempre nella stessa lista e che da decenni si batte per i diritti delle donne http://www.polistvonline.com/diretta/

  6. Magari potessimo fare quello che vogliamo del corpo! Se non fosse continuamente oggetto e soggetto del potere e dei suoi effetti. Con questo, sia chiaro che ogni protesta libertaria è legittima e sempre una grande risorsa. Il punto, secondo me, è però un altro. Si è sempre fatta politica con il corpo: da Alcibiade ai Re taumaturghi e ai Papi. Mussolini fece politica con marmoree e stritolanti mascelle, Lyndon Johnson con il suo metro e novanta-tre e brownline glasses alla Malcom X. Renzi si è travestito da Fonzarelli. Quella che mi lascia perplesso, qui, è la mancanza di novità. Non l’uso del bikini (meglio lo slip bianco della camicia nera) o di “qualunque mezzo” per fare campagna elettorale, ma il niente di nuovo sotto il sole. Avrei apprezzato, invece di una riproposizione in salsa social dei vecchi usi e costumi del fare politica, che il discorso si caricasse di toni diversi e contrari alle egemonie culturali del nostro tempo.

  7. … Sarà.. ma non mi piace… e non perché sono uomini o donne, belli o brutti, non perché di sesso o sensualità non si debba parlare o fare…

    ma perché mi sembra che si sviliscano le persone (in tutti i propri aspetti) solo per scandalizzare (forse) persone ottuse, ma il mondo mica è fatto solo di persone ottuse…

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