Antiautoritarismo, Antifascismo, R-Esistenze, Violenza

#OccupyGezi #ResIstanbul: Appello della Women’s Coalition Turkey al governo!

Mi girano (e ne sintetizzo una veloce traduzione) la Dichiarazione della coalizione turca delle donne a proposito di quello che sta succedendo su #OccupyGezi. Le donne sono impegnate nell’occupazione a Gezi Park e appena ieri il collettivo femminista socialista si è visto distruggere la loro tenda nel corso dell’attacco con lacrimogeni, idranti e bombe stordenti da parte della polizia.

La coalizione delle donne rivolge un duro appello al governo pubblicato ieri sera mentre la repressione per le strade di Istanbul e in altre città turche era tremenda [leggi qui quello che è accaduto].

La Women’s Coalition chiede al governo di fare cessare immediatamente le violenze della polizia e l’aggressivo, minaccioso atteggiamento contro il popolo.

Raccontano che tutto è iniziato da un pacifico sit-in che voleva contrastare la costruzione di un centro commerciale presso il Gezi Park, distruggendo uno dei pochi spazi verdi rimasti nel centro di Istanbul. Quella iniziativa si è evoluta in manifestazioni che hanno coinvolto tutta la nazione con tantissime persone impegnate nella resistenza proprio a causa della violenza brutale della polizia che senza alcun rispetto per i manifestanti li hanno aggrediti con idranti e gas lacrimogeni.

Condannano il premier Erdogan per aver violato diritti umani universali, per il suo atteggiamento condiscendente con le brutalità della polizia, per il linguaggio che usa continuamente contro i manifestanti, tutte cose che unite al malcontento popolare hanno innescato moltissime manifestazioni in breve tempo. Questo atteggiamento, secondo la Women’s Coalition, è stato causa di una ulteriore restrizione di spazio per diritti e libertà fondamentali ove viene continuamente ignorato il diritto alla libera manifestazione e riunione delle persone e questa violazione dei diritti induce la gente a riversarsi per le strade in altissimo numero.

Il Presidente del Consiglio, purtroppo, continua a guardare alle proteste parlando dei manifestanti come fossero “forse segrete nemiche”, provocatori sostentati dall’esterno, e come “traditori” e questa modalità riflette l’intolleranza estrema per qualunque forma di dissenso. Egli ha anche incoraggiato la società (ha compromesso la coesione sociale) a scindersi in due poli (nemici) opposti definendo i manifestanti come coloro i quali coltiverebbero l’interesse nascosto di rovesciare il suo governo.

Crediamo al contrario – dicono le donne di Women’s Coalition – che la resistenza a Taksim e Gezi Park offre una buona occasione per ascoltare le ragioni del popolo e costruire una pace e un clima di solidarietà sociale ancora maggiore. Il governo deve recedere dall’atteggiamento (tenuto fino ad ora) e dall’uso di una terminologia che criminalizza continuamente i manifestanti pacifici. Le manifestazioni di piazza e le richieste delle persone sono considerate dal governo come criminali e illegali, giustificando la crescente brutalità della polizia.

Se le richieste delle persone continuano ad essere ignorate e la violenza contro i manifestanti continua ad essere sostenuta, riteniamo che ulteriormente aumenterà il danno, tante persone innocenti si faranno male, e, allo stato delle cose, si può raggiungere un punto di non ritorno. Vorremmo ricordare che tutti i governi acquistano legittimità non solo per il numero di voti che ricevono, ma, per il livello di rispetto che mostrano di avere per i diritti umani e le libertà fondamentali.

A questo proposito, invitiamo, in primo luogo, il primo ministro e i membri del suo governo, ad agire responsabilmente per garantire i diritti umani e individuali e per richiamare indietro la polizia da tutte i luoghi in cui avvengono manifestazioni civili, invitiamo a fermare la brutalità della polizia che è stata esercitata contro il popolo e ad eliminare l’atteggiamento e l’uso di uno stile di linguaggio, ampiamente usato dalle più alte cariche del governo, eccessivo, molto aggressivo, separazionista e condiscendente con le violenze della polizia. Si ricorda che è responsabilità primaria dello Stato quella di garantire e tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali dei cittadini e delle cittadine, in qualunque condizione.

Ps: leggendo mi sono ricordata di certe rappresentanze del femminismo nostrano che non hanno mai speso una sola parola in difesa di #NoTav e che all’epoca di Genova G8 2001 o in altre occasioni, penso alle verdure su Ferrara, per esempio, semmai condannavano perfino un lancio di pomodori paragonandolo alla P38. Tristezza infinita quando ti rendi conto che quelle che chiacchierano di sorellanza e diritti poi non esprimono mai parole di condanna come queste e non identificano la violenza con il luogo che realmente la produce e la infligge a tutti noi.

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