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Quell’emergenza occultata dei suicidi per povertà

La gente continua a suicidarsi per disperazione. Tre in un solo giorno. Una donna e due uomini. Poco tempo fa la tragedia di una famiglia intera suicidata per debiti e problemi economici. Si suicidano pensionate che non ce la fanno più, uomini e donne si tolgono la vita a vicenda o vanno giù dritti per eutanasia se il presente diventa troppo complicato da gestire, dove ci sono malattie diventa sempre più impossibile da risolvere con la sanità che ha un costo sempre più inaccessibile per chiunque, e andando avanti di suicidio in suicidio è un vero e proprio bollettino di guerra che merita di essere ricordato, numerato, osservato, analizzato e accidenti a loro anche risolto.

Questa è un’emergenza tremenda, una violenza economica e istituzionale, dove c’è disoccupazione, mancanza di pensione, impossibilità di vivere decentemente la propria vita, c’è un problema sociale che nessuna famiglia ammortizzante risolve proprio più.

Cosa stanno facendo per risolvere questo problema? Cosa fanno per salvare queste tante vite? Cosa fanno tutte le persone che separano le lotte per generi, etnie, che mettono gli uni contro gli altri, italiani e stranieri, donne e uomini, persone differenti, invocando ciascun@ unità in relazione ad un problema, irregimentando e cancellando differenza di classe e priorità che derivano dalle difficoltà economiche?

Capite che certe lotte contro la violenza sulle donne vengono utilizzate come elemento di distrazione sociale, uno psicofarmaco dove le stesse donne, vive o morte, sono ammortizzatrici e psicofarmaci sociali, da parte di quelle stesse Donniste che invocano un sentire comune tra donne anche quanto parlano della Thatcher?

Capite poi perché la Fornero firma volentieri Convenzioni contro la violenza sulle donne legittimando omicidi sociali che fanno vittime, una dopo l’altra, per disoccupazione, debiti e povertà? Capite perché quando le compagne vanno a dire alla Fornero che il lavoro è la prima soluzione da immaginare anche per liberare le persone, donne incluse, da violenze e dipendenze, la Ministra poi rimprovera le ragazze e le chiama “antidemocratiche”?

Se le lotte per i diritti delle donne sono diventate un paravento sociale, un alibi per legittimare politiche liberiste, se è molto più facile parlare di Femminicidio quando un delitto viene compiuto da un uomo, e poi non si parla di Omicidi quando ad una persona viene negata dignità, futuro, prospettive, possibilità di ogni tipo, vorrei capire di che stiamo parlando. Vorrei sapere a cosa servono i cortei e le fiaccolate che io vado a fare per salvarmi il culo quando ho da stare attenta a non farmi violentare in casa se intanto sono tanto precaria da non poter pagare spese, affitto, vita, cibo, niente di niente fino al punto da volermi suicidare.

Voglio capire perché non esiste nessun titolo in prima pagina che parli di una emergenza sociale che va risolta tanto quanto le altre. Voglio sapere se devo essere contenta che lo Stato appronti strumenti autoritari per darmi la scorta armata nel caso in cui un uomo mi metta le mani addosso se poi quando un datore di lavoro o lo stesso ministero mi violentano lasciandomi col culo per terra non trovo un cane che mi dia ragione. Anzi.

Paternalisticamente se mi difendo mollando calci a uno che mi molesta in strada possono applaudire. Diversamente se mollo un calcio al mio datore di lavoro e allo sbirro che lo tutela aprendomi il cranio in due con una manganellata mi arrestano e mi mandano in galera.

Io servo vittima e non reattiva. Servo a legittimare apparati repressivi che fanno marketing istituzionale anche sulla mia pelle. Servo rincoglionita e convinta che lo Stato mi stia in qualche modo tutelando mentre quel che decide è sempre e comunque di sbattermi a casa a dipendere economicamente da qualcuno.

Siccome penso che o siamo liberi tutti o non è libero nessuno direi che: se non vedo una di quelle donne che invoca unità in nome della lotta contro la violenza scendere in piazza contro una economia liberista che ci sta massacrando tutti quanti, vi chiamerò ipocrite e dirò che siete un branco di imborghesite approfittatrici che si servono di un tema che indigna per tenerci lontane dalla rivolta sociale e dalla lotta di classe. Direi che ci usate tutte quante per creare parentesi di distrazione di massa. E nel frattempo servite il padrone, patriarca, capitalista.

Dopodiché avete di che ridire sulle donne che vendono il corpo, fate la differenza tra donne perbene e donne permale, venite a darci lezioni di vita dicendo che è meglio lavare le scale invece che fare sex working, e giustamente qualcuna dice “ma vai a lavarle te, le scale, grande ipocrita che non sei altro“, mentre voi state ancora a ventilare grandi provvedimenti contro l’ultima pubblicità sessista.

Se non si mette in agenda politica di tutte le donne di questo mondo il problema economico che ci riguarda, noi chiariremo ancora di più, se mai ce ne fosse bisogno, che non c’è un sentire comune tra donne che sono separate per identità politica e classe. Chiariremo che le lotte sono miste e che l’elemento di unità sta nell’obiettivo, dove l’obiettivo fondamentale oggi, tenendo conto della questione di genere, è la lotta di classe.

Contiamo le vittime di questo sterminio legalizzato per cui nessun@ finisce in galera, poi vediamo i numeri e voglio capire chi pagherà, a quale capro espiatorio potranno mai addebitare questi innumerevoli suicidi/assassinii, a chi rimanderanno la responsabilità di una decisione che risolva per davvero il problema. Voglio proprio vedere.

Ps: appena rientrata vedo un vicino di casa che ha tre figli tutti a casa, due sposati, ci sono anche i nipoti, la madre urla e si lamenta perché più gente c’è e più lavoro ha da fare, il padre è sfrantumato di fatica perché non sa più dove prendere le energie per mantenere la famiglia. Se questo signore si suicida e muore, e io spero tanto di no, chi pensa a queste otto vite che dipendono da lui? Come si chiamano queste se non stragi familiari?

1 pensiero su “Quell’emergenza occultata dei suicidi per povertà”

  1. Lo stato italiano non é capace di affrontare l’emergenza sociale ed economica attuale ;
    si parla troppo di crisi e non si agisce per tamponare le emergenze e tentare di rilanciare l’economia . In effetti oltre all’economia , si sta sgretolando la società italiana che rassomglia a quella di una nave alla deriva , senza capitani in grado di salvarla. Il mare é in tempesta ma il nostro equipaggio non è preparato e non si da fare…e la nave va ….

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