'SteFike, Antiautoritarismo, Antisessismo, Comunicazione

Veicoli di comunicazione sessista involontaria

E irresponsabile.

Chi sono i maggiori veicoli di comunicazione di cose perfide e paradossali dette contro le donne? Proprio le donne e i tutori delle donne e qualunque soggetto che tramite l’indignazione e un like e un condividi immagina così di compiere la propria ribellione sociale.

Prendi una cosa che sta girando in rete. Non l’ho neppure letta, perché è un sito che mi fa incazzare solo per il titolo e siccome non vado in giro per il web a fare ronde per custodire il verbo col cazzo che gli regalo accessi e mi metto pure a dargli visibilità per le stronzate che dice.

E’ una regola valida per tutti/e perché questo è un meccanismo della comunicazione, oggi virale, tipico del web 2.0. Se io voglio accessi basta che io scriva qualcosa che faccia indignare.

Metti che faccio un titolo di merda tipo “Lo stupro è un premio alle zoccole che non si ricuciono la fika” e sono certa di poter schizzare in cima alle classifiche degli accessi in tempo record. Il mio blog acquisisce rank e io potrò così continuare ad elargire sermoni sull’idea che ho del mondo perché finalmente ho un pubblico che altrimenti non avrei.

Se poi il mio sito ha pure le pubblicità e io devo guadagnarci capirete bene che se pubblico titoli come “sorelle io vi amo e vi adoro come la salsa del pomodoro” non attiro neppure mia nonna che pure il sugo lo considerava una parte fondamentale della sua cucina.

L’amore è noioso. L’analisi è noiosa. La riflessione condivisa è noiosa e non fa guadagnare accessi.

La comunicazione oggi è odio oppure altro odio che critica odio.

L’odio dice che ti odia e tu like e condividi, ti indigni, e ripubblichi quel link così gli puoi scorreggiare in faccia, puoi insultare, spernacchiare, diffamare e nel frattempo che ti becchi una querela pensando che la gogna e il linciaggio online che hai attivato siano stati legalizzati quell’odio lì acquisisce rank.

Poi c’è l’antiodio che odia più odiosamente di tutti e passa in rassegna quei siti considerati cacca apposta per trovarci la nota che fa indignare e può procurarle accessi e quell’antiodio che odia ti dice che quell’altro odio è odiosissimo e dunque ti mostra il buco del culo dell’odio e ti invita ad infliggere sodomie che terminano in faide religiose in cui se ti sottrai all’odio tirano le pietre pure a te che non ne vuoi sapere di questi meccanismi fascistoidi e autoritari.

Il punto è che l’odio comunica solo odio e non dice altro che questo. Sbaglia chi pensa che l’odio comunichi qualcosa di interessante a parte quello perché le resistenze che provoca legittimano altri integralismi e di integralismi in integralismi ne va solo della verità e della possibilità civile di confronto anche tra diversità.

E l’antiodio securitario, che dopo il like e condividi si impegna a esigere censure, realizza esattamente gli stessi meccanismi. Altre tifoserie e talebanismi e dai rispettosissimi No Pasaran si passa ai/alle Pasdaran come se niente fosse.

Riassunto: non segnalate e non regalate accessi a siti che attirano l’attenzione con paradossi e volgarità. Non citateli, non linkateli, non condivideteli, non regalate rank per quel meccanismo virale che si crea quando avete beccato qualcosa o qualcun@ contro cui scagliare l’ira, l’indignazione e la sete di linciaggio. A che servono le gogne contro qualcun@ che dice cose che non condividete? Commette un reato? Se non lo fa smettete di dare visibilità e punto. Perché gogna, censura e insulti non sono cose plausibili. Neppure quando vengono espresse opinioni che non vi piacciono. E con gli insulti che pensate di avere il diritto di dedicare potreste beccarvi anche una querela. E avrebbero ragione a farvela.

Leggi anche:

La lenta costruzione dello stereotipo

L’inquisizione antisessista

Ronde virtuali antisessiste

3 pensieri su “Veicoli di comunicazione sessista involontaria”

  1. A chi chiede se bisogna sospendere la critica ovviamente la risposta è no ma esistono altri metodi per fare controcultura che non attivano gogne, linciaggi, non regalano visibilità. C’è la satira, il subvertising, c’è che sarebbe meglio raccontare cose in una affermazione positiva delle vostre battaglie perché le gogne che precedono e invitano alla censura sono gli strumenti di chi non ha argomenti e non sa fare altro che riprodurre gli stessi meccanismi della comunicazione che dice di voler combattere.
    Vi racconterò come fare buona critica e buona comunicazione se avrete la pazienza di seguirmi. Stay Tuned on my blog. Kiss. 🙂

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.