di Ethan Bonali
Siamo uomini occidentali, la legge è alla base del nostro ragionare. La legge ci definisce tutti ma per le persone trans* il meccanismo è molto più visibile. Nel lessico usato dalla stampa non c’é traccia di carità ma vi è la persistenza della legge. La legge definisce Kelly come uomo relegandone la vera identità all’ambiente trans della prostituzione. L’identità diventa un travestimento per lavorare e non la causa che spinge delle persone ai margini. Abbiamo il capovolgimento della realtà che è tipico dei sistemi di discriminazione. Se ne rendono conto i giornalisti?
Kelly è stata uccisa perché ERA un’identità non riconosciuta dalla legge. Legge non solo giuridica, ma legge come ordine. La volontà di correzione e cancellazione agisce dunque anche nelle parole di chi scrive è non solo nel gesto dell’assassino. Continua poi esprimendo l’ansia nel trovare il colpevole. Non per giustizia ma per amore dell’ordine. Quando leggo queste notizie non trovo mai, MAI, carità verso la vittima. La vittima è invisibile in quanto a identità, in quanto a torto subito. Il lessico dei giornalisti, scelto in questo modo, è un ulteriore crimine di odio.
1 pensiero su “#Parma – Perché i media non rispettano le vittime trans?”