Antirazzismo, Antisessismo, R-Esistenze, Violenza

#Rimini: quella sera oltre alla ragazza è stata stuprata anche una persona trans

di Beatrice Toniolo

Riguardo i fatti di Rimini. Guardando i titoli dei giornali online, leggendoli e sentendo la notizia riportata in tv, è difficile non notare la formula “brutale violenza ai danni di due turisti” + “ragazza stuprata/violentata” + “poi hanno proseguito la serata abusando di un trans” (a volte azzeccano unA, ma raramente) – ed il messaggio sembra porre lo stupro della ragazza polacca come più terribile di quello subito dalla trans, col chiaro sottotesto che minchia, già sei transessuale, è ovvio te le vai a cercare.

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Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, Culture, La posta di Eretica, Pensieri Liberi, Personale/Politico, R-Esistenze, Sessualità

Confessioni di una sgrillettatrice seriale

Lei scrive:

Oggi ho letto l’articolo di Pasionaria sul porno, e mi sono decisa a mettere nero su bianco quello che, da molto tempo, penso in proposito.

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

Ancora su linguaggi di maschilisti, antifemministi, mra

Ancora a proposito di maschilisti, antifemministi e Mra.

Manu ci informa che negli Stati Uniti esistono mra, i redpillers e i mgtow. Sono gruppi diversi ma di eguale ispirazione. Esistono anche in India, dove approdano nel 2010 in seguito al varo della legge sulla violenza domestica, ritenuta oppressiva per i mariti. Ovviamente la cultura che diffondono peggiora la già grave situazione delle donne indiane. Indagheremo su quel che dicono e fanno, per informarci ed informare. Intanto vi copincolliamo e traduciamo alcune delle osservazioni che sono state fatte a commento del post che abbiamo già pubblicato.

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Autodeterminazione, Ethan Bonali, R-Esistenze, Violenza

#Parma – Perché i media non rispettano le vittime trans?

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di Ethan Bonali

Siamo uomini occidentali, la legge è alla base del nostro ragionare. La legge ci definisce tutti ma per le persone trans* il meccanismo è molto più visibile. Nel lessico usato dalla stampa non c’é traccia di carità ma vi è la persistenza della legge. La legge definisce Kelly come uomo relegandone la vera identità all’ambiente trans della prostituzione. L’identità diventa un travestimento per lavorare e non la causa che spinge delle persone ai margini. Abbiamo il capovolgimento della realtà che è tipico dei sistemi di discriminazione. Se ne rendono conto i giornalisti?

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Antirazzismo, Comunicazione, R-Esistenze

#fertilityday: #lorenzin dice che il volantino da lei approvato è meglio

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La ministra Lorenzin [qui la sua dichiarazione online] mostra al pubblico il volantino da lei approvato che sarebbe molto diverso da quello messo online da non si sa chi altri. La trama si infittisce. Ringraziandola per aver confermato il fatto che il volantino, così come l’abbiamo conosciuto, è razzista, e ringraziandola per il tempestivo intervento, per quanto l’assunzione di responsabilità dovrebbe, a mio avviso, portarla alle dimissioni per tutta la maniera in cui è stata gestita, fin dall’inizio, la campagna del fertility day e per il piano nazionale della fertilità stesso che non ha alcun senso dato che non offre risposte alle richieste totalmente differenti poste ai cittadini, insomma ringraziandola per non essersi rintanata nelle stanze del ministero sfuggendo alle critiche, quel che seriamente chiedo è: sul serio trova che ci sia una differenza abissale tra i due volantini? I cattivi “compagni” che si fanno le canne, bianchi o neri che siano, con il ragazzo nero il cui volto viene scarabocchiato per evitare di distinguere i suoi tratti, non sono già un motivo sufficiente per ritenere orribile quel volantino? Ma ha una vaga idea, la ministra, di quanto sia stereotipato e ghettizzante l’attribuzione di stigmi su determinate persone, ricce, da centro sociale, così come li immaginerebbe qualcuno della Lega, contrapponendoli alle coppie bianche che fanno tanto destra estrema per la superiorità dei bianchi?

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Piccola riflessione sulla banalità del male

di Lara Cambiaghi

La mia piccola riflessione nasce da un evento che mi ha fatta molto arrabbiare, non starò a spiegare cosa è successo, dirò semplicemente che sul mio profilo Facebook sono comparsi commenti omofobi. Questo genere di commenti sono generalmente accettati, da uomini e da donne, e sono considerate battute di cui ridere, “sei frocio”, “non abbassarti che quello ti inc*la”, “ti piace fare il gay” e via discorrendo. Ho cercato spesso, soprattutto sui social, di esprimere la mia opinione al riguardo, e non ho mai ottenuto risposte serie sul contenuto di ciò che scrivevo se non “sei acida”, “vatti a fare una scop*ta*, e lascio immaginare il resto; allo stesso tempo spesso queste stesse persone mi chiedevano anche l’amicizia su facebook, come se io scrivessi solo per attirare uomini. Tutto questo mi fa rabbia, ma mi ha anche permesso di riflettere e di scrivere quello che state leggendo.

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Autodeterminazione, Comunicazione, R-Esistenze

SindacA è corretto: lo dice l’accademia della crusca!

di Manu Bal

Sulla questione “sindaca non si può’ sentire, si dice sindaco!”
Intervengo brevemente perche’ mi pare che nessuno voglia prendersi la briga di leggere l’articolo dell’accademia della crusca in proposito, ecco quindi un riassuntino:

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Antisessismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Contributi Critici, La posta di Eretica, R-Esistenze

Il mio pene non è un’arma

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Lui scrive:

Cara Eretica, volevo scriverti dopo aver letto un articolo in cui si parlava di porte sacre, foderi, guaine, e spade, però non volevo marcare la discussione in difesa del maschile perché non mi interessa rivendicare a nome di tutti gli uomini che esistono sulla faccia della terra e, allo stesso tempo, non volevo scusarmi per essere un uomo, prendere le distanze dagli altri per definirmi migliore, perché di fronte ad un discorso del genere un uomo è con le spalle al muro. E’ la storia che parla per noi, per me. Io non posso farci niente. Così sembrerebbe. Posso solo chiedere scusa, affidarmi alla retorica femminista, che dovrebbe insegnarmi, guarirmi, rendermi migliore. Quindi non ti ho scritto perché non volevo essere frainteso. Poi ho letto le critiche che l’articolo ha ricevuto da donne, femministe, e mi sembra di poter contare su uno spiraglio, un po’ di apertura e ascolto da chi, pur da un fronte differente, riconosce comunque che io non sono un nemico.

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Comunicazione, Contributi Critici, Critica femminista, R-Esistenze

Linguaggi e riappropriazione di significati: Noi siamo sporche e non abbiamo porte “sacre”

L’accurato articolo scritto da Francesca Amezzani ha stimolato una interessante discussione e sono arrivati commenti critici che tentiamo qui di riassumere, assieme alle risposte di Francesca che speriamo possano fornire un ulteriore stimolo al confronto. Leggete prima di tutto il suo articolo [Noi siamo PUTTANE: immagini sacre di un linguaggio dimenticato], altrimenti non comprendereste appieno gli interventi che seguiranno.

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Contributi Critici, Critica femminista, Culture, Ricerche&Analisi

Noi siamo PUTTANE: immagini sacre di un linguaggio dimenticato

di Francesca Amezzani

Il termine puttana, che nell’italiano popolare acquisisce un grave tono offensivo, deriva dal latino puteus, con cui s’intendevano originariamente una cavità naturale o un buco scavato dall’Uomo (lo erano i puticuli: pozzi, intesi come grembi ipogei di rinascita, in cui i Romani seppellivano i morti).

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Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

Femminismo, linguaggi autoritari e ideologia vittimaria

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Ogni volta che leggo i giornali cerco appositamente titoli che raccontino il martirio di questo o quel personaggio, partito politico, soggetto territoriale. Se non c’è il martirio non puoi rappresentare una vittima. Se non c’è una vittima tu non puoi vivere di luce riflessa parlando al posto suo, godendo dei privilegi che la vittima ottiene. Parlo di riconoscimenti sociali, di fama, gloria, di quel che non ti spetta più per meriti e capacità, ma solo per la quantità di ferite che mostrerai in pubblico. Che siano vere o false non importa. Ciascuno godrà del riconoscimento massimo che una società civilizzata può fornire.

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Contributi Critici, Critica femminista, Recensioni

Star Wars VII non è mero pinkwashing: i ruoli di genere nella saga

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Lisa scrive:

 

ATTENZIONE: spoiler!

Cara Eretica,

scrivo in risposta al tuo pezzo su Star Wars perché sono in disaccordo su diversi punti 🙂

Neanch’io ho apprezzato l’articolo che tu critichi, ma per una ragione diversa: la contrapposizione fra una Rey “empatica, solidale e compassionevole” e un Luke “scapestrato” non ha alcun riscontro nei film della saga! Luke, infatti, si mostra sin da subito gentile e rispettoso sia nei confronti dell’eremita Ben Kenobi, ritenuto da tutti solo un vecchio pazzo, sia del poco rispettabile contrabbandiere Han Solo, né manca mai di cura e rispetto ai droidi dopo che suo zio li ha comprati. Per quanto possa non essere contento di svolgerlo, Luke non mette mai in questione quello che ritiene essere il proprio dovere, e non importa se si tratta di aiutare lo zio Owen (a Obi-Wan, ep. IV: “Non posso essere coinvolto, ho del lavoro da fare!”) o di cominciare il duro addestramento Jedi. Tranne che in un’unica occasione: quando nell’ep. V decide di disobbedire a Yoda e Obi-Wan e interrompere l’addestramento per correre a salvare i propri amici prigionieri su Bespin. Non è insomma da meno di Rey: le donne sono più empatiche e compassionevoli negli stereotipi di genere di cui è intriso l’articolo che critichiamo, più che in Star Wars. Specialmente nell’ep. VII, dove uno dei personaggi più freddi è spietati è proprio una donna, (nella traduzione italiana) il Capitano Phasma.

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Antisessismo, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

Pubblicità della Shell: “Le rinnovabili sono inaffidabili, come le donne”

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L’articolo originale in inglese è questo, tradotto da Valeria.

La pubblicità Shell a cui si riferisce è questa:

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Pubblicità della Shell: “Le rinnovabili sono inaffidabili, come le donne”

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Antiautoritarismo, Antirazzismo, Comunicazione, R-Esistenze, Violenza

Il bambino siriano

Ho letto commenti, impressioni, una retorica pietosa da parte di chi fino a ieri diceva peste e corna sui rifugiati. Sono così bravi a fregarsene di quello che succede nel mondo e dei motivi che spingono la gente a fuggire da case, città, nazioni. E l’Europa invece che fa? Semplicemente vive di negoziazioni. Due vite al posto di una o mezza vita invece che tre. Io non li voglio e te li prendi te. L’immigrato nemico, il rifugiato che non merita pietà e neppure una foto del genere fa cessare il rumore di tanti razzisti che trovano tutte le scuse per recitare il motto “prima gli italiani”.

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Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

#WomenAgainstFeminism: le donne che negli USA non hanno “bisogno” del femminismo!

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Molte donne stanno partecipando – a volte insultandosi reciprocamente – all’iniziativa lanciata da un Tumblr e su Twitter con l’hashtag #womenagainstfeminism. Partecipano donne che ribaltano la scritta “io ho bisogno del femminismo perché” sostituendolo con un “io non ho bisogno del femminismo perché eccetera“. In rete scorre la polemica. In entrambi i casi si attraversano argomenti stereotipati. Vale per quelle che dicono di non avere bisogno del femminismo e quelle che dicono di averne bisogno. Le prime, in molti casi, sembrano forti e determinate anche se ogni tanto ricalcano tristi luoghi comuni e le seconde appaiono come vittimiste e ancora lì a macinare cliché.

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