E’ interessante sapere che giustamente mi si dice che di eiaculazione maschile io non avrei alcun diritto di parlare. Non in senso normativo. D’altronde quel che ho fatto è raccontare perché bisognerebbe smetterla di addebitarmi la responsabilità della patologizzazione maschile. Se mi si dice che quello che a lui succede sarebbe causa della mia infelicità, al punto che divento io quella che procura ansia da prestazione, trovo estremamente naturale che io dica “salve… in questa discussione fallocentrata ci sono anch’io e ho delle precise richieste da fare… ovvero… che l’erezione ti duri un secondo o mille anni il punto sta davvero altrove” (come spiegato QUI).
Di quel che per l’uomo la questione rappresenti e soprattutto di quel che rappresenti nelle relazioni gay, dai cui mondi mi sono arrivate le critiche più articolate, sicuramente motivate, bisogna che parliate voi. Parlate voi di voi. Senza tirare in mezzo me, la mia presunta insoddisfazione, la mia presunta infelicità, etc etc.
Di contro ho visto per secoli uomini che parlavano della mia sessualità e anche lì dove non interveniva il maschilismo c’era sempre la scienza (amata scienza…) che normava la mia vita sostenendo che un giorno l’utero passeggiava su per l’esofago, il giorno dopo i miei sospiri e le mie “convulsioni” (dovute agli orgasmi) erano dovute a forme varie di isteria, il giorno dopo fabbricavano un vibratore per stimolare la mia clitoride e curarmi (‘assafà a maronna…), il giorno dopo ancora dicevano che se venivo troppo di frequente ero ninfomane e che se non venivo mai, con lui, ero La Frigida (per gli amici Frigy). Oggi siamo alla fase in cui il mondo sta lì alla ricerca di un punto G sul quale piantare una bandierina (l’ho visto prima io… prima io!!!) che a seconda della persona con cui parli pare si sposti e certe volte giochi perfino a nascondino per non farsi scoprire (un punto Riot/G in passamontagna è segno di questi tempi… che ci volete fare!).
Quel che succede è che comunque queste varie e tante forme di patologizzazione vengono riferite come difetti di rapporto etero. Lui sarebbe difettoso in rapporto a lei se la sua erezione, mancata, ultrarapida, boh, non consente la penetrazione con relativo deposito di spermatozoi pronti a fare stalking sull’ovulo visibile (dicesi, secondo stigma, l’impotente!). Lei sarebbe difettosa in rapporto a lui se le cosce strette, la vagina asciutta, le labbra chiuse, l’indisponibilità a farsi penetrare per una serie di motivi non consentono quel deposito di spermatozoi.
Nessuno o quasi parla di piacere reciproco. Nessuno guarda ai corpi delle persone senza attribuire ad essi un ruolo di genere preciso. Biologia e input demografico vuole che tu sia eretto all’infinito e dunque imbottisciti di pillole e da macho/eroe vai ad espugnare la fortezza. Biologia eccetera vuole che tu sia l’utero ospitante di cotanto istinto di conquista e allora apri quelle dannate cosce, smetti di nascondere il punto G per farmi i dispetti, se ti serve eccitarti ti faccio urlare tanto da far sentire l’urlo fino a Timbuctù, ma, perdio, lasciati fecondare.
Spostare la prospettiva, guardare ai corpi non per la loro funzione riproduttiva ma per altre ragioni che appartengono solo a noi, è già un’eresia. Lo è in senso conservatrice. Almeno mi pare così sia. Dunque io provo a dire delle cose che innanzitutto ragionino di me, di quello che mi importa, di quello che vivo, che preferisco, che mi piace.
Gli uomini parlino di quel che piace a loro senza considerarmi oggetto anche in quelle particolari discussioni. Senza patologizzarmi, senza prodursi in paternalismi e sermoni normativi. Perché soggetto autodeterminato sono e soggetto io resto. E io posso raccontare qualcosa che esula dal campo medico.
Scusassero, i medici, ma di sessualità abbiamo diritto a parlare perfino noi che non siamo solo manichini/cavie da laboratorio e le nostre conclusioni possono anche arrivare a mettere in discussione le vostre, di voi scienziati, tesi che come dimostrato in vari secoli assumono in-dignità di dogmi sovente rivelatisi autentiche stronzate.
E’ normativa la religione e lo è la scienza, checché se ne dica. E io sarei per una sessualità non istituzionalizzata, rispetto alla quale non serve l’intervento dello Stato (ché di certo io non sono un corpo di Stato) né quello morale di varie entità istituzionali più o meno riconosciute.
Dunque c’è un mondo diviso in due tra chi sostiene che l’eiaculazione precoce sia un problema e chi invece no. Ora parlerò di quel che si dice delle donne non volendo, giammai, rappresentare tutte le donne.
“La donna frigida non esiste. E’ tutta una questione di “male” lingue!” dice la scritta sul muro accompagnata da un simbolo femminista. Ché se non vieni sei frigida, se non ce la fai hai la vulva inefficiente, e hai il dovere di essere efficiente perché anche il mio orgasmo oramai è diventato la mission attraverso la quale si dimostra la virilità etero/maschile. Che io possa venire da sola, in compagnia di un’altra donna, comunque senza che sia lui a farmici arrivare con una performance da stallone non è più o meno socialmente accettato.
Non c’è uno spot che dice “masturbarsi è bello!” o uno che dice “familiarizza con la tua clitoride“. Anzi quella pubblicità spagnola in cui tra tante relazioni etero arriva l’immagine di una donna che si è procurata piacere con un vibratore in Italia viene cancellata, censurata, bocciata dalla commissione che punisce e redarguisce pubblicitari e aziende perché giudicata “indecente”.
Di quel che eccita me non interessa a nessuno. L’uomo viene “curato” per aiutarlo a penetrarmi e procreare (per rendermi felice, così si dice… uff!) e la donna casomai viene patologizzata perché la vulva non è sufficientemente accogliente, la vagina non si bagna, la mancata eccitazione e il mancato orgasmo non aiutano la penetrazione.
Di corsi di rieducazione movimento-dita sulla clitoride o corsi di cunnilingus non se ne parla proprio. Ché se non vieni con la penetrazione allora sei particolarmente frigida. Ti deve piacere per forza perché ti deve piacere e basta.
Apriamo il fronte del dialogo su cosa viene patologizzato della sessualità maschile e cosa di quella femminile? Facciamo che ciascun@ parli per se’ e non della sessualità dell’altr@?
Facciamo anche una distinzione tra quelli che sono i disturbi reali e quelli che sono semplicemente pregiudizi che in termini culturali rafforzano e legittimano censure e normatività?
E dunque, questa volta, ditemi: se c’è quell’uomo che tira e tira e sposta e sfinisci e non arriva mai, sarebbe uno frigido? 🙂
Leggi anche:
bellissima analisi… e sai che ci aggiungerei? all’uomo si dà dell’ “impotente” se non arriva mai… pensa un po’ come lo si misura… ha il potere (primo) e lo perde se non è in grado di stare eretto (povero). ci hanno desessualizzati in entrambi i lati… che si parlasse di questo comunemente…
grazie grazie dello spunto.
come ti dicevo su facebook, la faccenda dell’impotenza è uno stigma non da poco. al pari di quello della presunta frigidità. che poi la “potenza” di un uomo sia associata a quanto lui sia in grado di riprodursi è veramente atroce, secondo me. esattamente come quando le donne vengono stigmatizzate in quanto “non madri” o “sterili”e dunque inutili… 🙂
esatto, è stata creata una società che si basa sulla “riproduzione”…
io sono madre, mi sono riprodotta.
ma lavoro, ho delle attività commerciali e di servizi, ed è tutto contro la mia maternità per la società in cui siamo…
siamo sbattuti da una parte all’altra perchè dettano regole e idee incredibilmente contrastanti: oggi la donna si deve emancipare! viva l’8 marzo! lavora per i tuoi diritti! MA sii madre altrimenti non sei una vera donna! ma non trascurare tuo figlio per il lavoro, altrimenti non sei una vera mamma…
ed a prescindere da qualsiasi problema economico che determina certe scelte (perchè incide non poco) la misura è solo quanto si sia bravi a riprodursi ed a mantenere la prole.
ovviamente per la riproduzione serve uno stallone da monta.. che non tremi mai, che non pianga, che non abbia le sue giornate no durante le quali di sesso non ne voglia sentire… IMPOTENTE… poraccio…
ed ecco che nell’intimità come nella vita di tutti i giorni ci hanno messi gli uni lontani dagli altri, parlare di certe cose non si riesce, ognuno le sue posizioni, non ci si muova da lì: tu soddisfami che ti misuro in base a quanti orgasmi raggiungerò, io semmai fingo per evitare di passare per frigida o (nel peggio) di “farti sentire” impotente…
http://www.robadadonne.it/25608/stupro-senza-orgasmo-non-e-reato-la-denuncia-shock-di-tre-donne/?code=AQCd9PmXAjdTeXROejYPhn3v7uEFhFOQmaNL97-_UC7-w0dU-4Awb_BDm6hHV_vhH2ZGHWUmHS8YToI5IK5RasxnvToNKGcZx_b0-3CnZuJfVz4-BaJAdBkGfU_e1iNXQYIEZRQ0LBejkgc_xikH6oA7buV_d-nQtVpa0whUj1axYjHwlGJMSEc3oFd-0Zwovs1DvqIzQ1kJpnvCVzobnQSErrLvtxLTIPL4OkeWqnYRaTjwFHRl85Ib1AnvVMmy5l0B3VJJvIOI8FT6LbaU3j-oeKKU5Nl41nT4KrC4_RoAJXLYh1z_rgWG3WSL66isnC8#_=_
giusto per rimanere in tema…
io però mi sento di spezzare una lancia per chi si occupa “scientificamente” di sesso in senso aperto e non normativo. Faccio un esempio: ho recentemente scoperto il sito di una ricercatrice americana (http://www.thedirtynormal.com/) che studia le dinamiche del desiderio e cerca di smontare miti culturali che spesso vengono propinati nella divulgazione pseudoscientifica o giornalistica (o anche nella pornografia) come la verità, l’agognato traguardo da raggiungere per non sentirsi – orrore!- frigide. Nel suo approccio non c’è traccia di normatività, anzi, viene smontata la concezione di “sesso=stantuffata e stop” e al tempo stesso certe sue spiegazioni mi hanno fatto capire che era l’approccio culturale sbagliato a farmi sentire “anormale” o “inadeguata”, mentre quello che succede a me è la normalità per moltissime donne (parlo di cose anche tutto sommato banali, come l’incapacità di venire con la semplice penetrazione, ma di cui è necessario parlare per non sentirsi come la mosca bianca o PEGGIO per non finire in una spirale di finzioni).
la cosa interessante è che quella scritta l’ha fatta una lesbica, cioè Maria Galindo, in un paese, la Bolivia, definito dai più terzomondista e ci ha preso pure una denuncia (se non proprio per quella, per altre di analogo contenuto). Vedi quanti elementi si intrecciano quando si parla di corpi? invece di districare la matassa e osservare le intersezioni, magari per disfare quelle che non ci piacciono e inventarne altre, la gente si fossilliza sull’uomo in quanto uomo e la donna in quanto donna (o_O!!???!!!), non riesce ad andare oltre il personalismo apoliticizzato, IO IO IO parlo per me TU TU TU parli per te, vengo io/vieni tu, vengo anch’io no tu no. Non c’è verso di situare un discorso nella dimensione del politico. Niente. Solo una fuffa di luoghi comuni. Che pochezza avvilente.
ehhhhh
appunto!
e vabbè. se vogliono che parliamo così e si parlerà così. un modo per comunicare quello che ci piace lo troveremo. 🙂
non mi ti avvilire per favore.
un abbraccione :*
sarà per il caldo atroce o per la risposta che vedo ai tentativi di spostare un po’ avanti il discorso rispetto alla miseria cui ci avvezzano, oggi sto particolarmente avvilita 😦
Esistono (?) donne a cui non interessa, e che lo fanno giusto per fare un piacere al compagno? Magari per paura che, se non lo fanno, magari poi lui “si innamora di” / se ne va con / la lascia per / etc un’altra?
e ti pareva… 😀
si si, ci sono donne pie che concepiscono il sesso come “dono” per tenerselo stretto anche se quel sesso non piace. sempre cattive e con doppi fini noi. dunque se facciamo un sesso che fa schifo alla fine è sempre colpa nostra. direi che stai bene a ragionare di eiaculazione precoce si/no perché di ulteriori attribuzioni di “colpe” alle donne che cercano risposte non fallocentrate al proprio piacere proprio non abbiamo bisogno. grazie! 😛
beh però è pure vero che se una finge che vada tutto bene solo per tenersi stretto l’omo, è solo responsabilità sua se non ottiene quello che vuole, mica del fallo..
mah una che proprio non gli interessi il sesso non so se esista .. a parte rare eccezioni che ci sono in tutte le cose: possono esserci donne fuori esercizio, meno interessate o più interessate, che han bisogno di farlo in un certo modo per provare piacere o con più alternative al proprio arco … non mi pare molto diverso da quel che accade agli uomini, non è che sono tutti sempre a cazzo ritto e disposti a farlo sempre e cmq dall’età dello sviluppo alla loro ultima erezione. si cambia pure nella vita. se una accetta di avere una vita sessuale inappagante o si appaga altrove (e non intendo solo e soltanto anzi sessualmente) o è una cosa che si sceglie perché è altro che trova nel suo compagno e se lo fa bastare
se poi sta scelta è corretta lo dirà solo la sua tenuta emotiva e psicologica
se alla fin fine sarà contenta cmq sia va tutto bene ..
ognuno ha i suoi equilibri e i problemi ci sono solo quando quel che si fa ci fa soffrire
E’ chiarissimo che la campagna pubblicitaria di cui si parla è finalizzata a vendere un farmaco, come ben evidenziato nel link che hai inserito nel precedente articolo.
Mi è stato raccontato – non so se sia vero – che l’orgasmo contemporaneo era una delle prescrizioni dei maoisti di Servire il popolo negli anni ’70.
Sono d’accordissimo su tutto tranne sul fatto che la scienza sia normativa come la religione. E’ l’uso che si fa di uno strumento a rendere normativa e normante quello che la scienza dice sulla sessualità. Il punto è la scienza non dice nulla sulla sessualità, sono le persone, le multinazionali del farmaco e/o il medico condotto che non ha l’apertura mentale per capire che molte cose di cui parla non le ha davvero capite a falsare certi progressi scientifici. Tutti i prodotti farmaceutici pubblicizzati in televisione in questo momento combattono i sintomi dei disturbi per i quali sono stati creati, mentre la scienza cerca di rispondere alle cause dei fenomeni. La medicina è una delle scienze (se pur lo sia) che più hanno subito la presenza di pesanti pregiudizi culturali, religiosi e soprattutto di evidenti ragioni economiche. Vi sembra normale partorire in posizione orizzontale? e curarsi il prurito intimo con una pomata? e il gonfiore di pancia con uno “sgonfiatore”? Invece di apprezzare il dolce potere della gravità, una visita ginecologica e una vita sessuale gratificante e magari una visita allergologica e una dieta più sana, l’uso che si fa di molte scoperte scientifiche è di ignorarle, perché economicamente svantaggioso, ma anche difficili da accettare per le stesse persone che avrebbero la responsabilità di spiegarne l’importanza. Per il resto sarebbe troppo lungo continuare e preferisco non farlo in un commento. Ottimo articolo, come sempre.
Ci mancavano giusto i complotti. Ora non manca più nulla.
Sono molto più “d’accordo” con questo post. Nel senso che in generale si parla davvero poco di sessualità e di sesso. Come se l’unico modo “pulito” di parlare di sesso sia quello della riproduzione, quando ovviamente la maggior parte dei rapporti si consumano per puro piacere e amore. Anzi sono a favore di una campagna pro-masturbazione che credo sia la cosa più tabù in assoluto. Per le donne in primis. Ma anche per gli uomini, in cui sin da adolescente la società ti fa credere che chissà quale danno fa a te stesso e al tuo corpo (facendoti nascere chissà quanti problemi psicologici nei confronti della sessualità).
Però non sarei netto nel tirare una linea di demarcazione tra patologia e pregiudizio. C’è anche pregiudizio sulla patologia. E come dici tu patologia sul pregiudizio. Nel primo caso purtroppo bisogna riconoscere che come tutti gli organi e le funzioni del corpo umano non sempre le cose funzionano nel modo giusto. E bisogna rassegnarsi all’idea che esistono patologie che inficiano la sessualità. Nel secondo caso, c’è un “pregiudizio” troppo diffuso e quindi oramai patologico che tenta di catalogare e dividere le colpe (che spesso finiscono, come sappiamo, sulle donne).
Sento di dover commentare con questa riflessione fuori dalle righe. Perché mai ostinarsi a far funzionare il sesso nella coppia quando questa possibilità rimane al di la di ogni ragionevole realismo? Qual’è la nostra prima e innocente forma di sessualità che sperimentiamo nella vita?
Il ritorno all’innocenza della monosessualità.
http://gabrielemanfre.wordpress.com/2013/07/28/il-ritorno-allinnocenza-della-monosessualita/
Se tu donna non vieni non funzioni.
Se tu uomo non ti ecciti non funzioni.
Se vieni troppo presto rispetto alla donna non funzioni.
Se non ti si bagna abbastanza e l’uomo non entra non funzioni.
Non siamo persone, siamo lavastoviglie.
Che allegria.
XDXDXD
sto per fare l’ode all’impotenza!
‘spetto il tuo egregio parere poi…
per conoscenza. la discussione procede… forse… anche qui https://abbattoimuri.wordpress.com/2013/07/29/ode-allimpotente/
Concordo sul fatto che i mass media insistano sull'”orgasmo a tutti i costi” e ti facciano sentire una sfigata se non lo raggiungi. Non ci dovrebbe essere nulla di “normato” quando si parla di sessualità.
Tuttavia, proprio perché non ci dovrebbero essere regole e ognuno la propria sessualità dovrebbe essere libero/a di viverla come può/vuole, non capisco perché molte volte, soprattutto in ambienti femministi, il piacere della donna legato alla penetrazione sia visto come più “normato” rispetto al piacere clitorideo.
Ci sono donne che si eccitano solo quando vengono penetrate. E non perché si sono adeguate all’uomo bruto che non sa come praticare un buon cunnilingus, ma proprio perché a loro piace così.
Ci sono anche donne che non vengono né con la penetrazione né con un buon cunnilingus.. e stando alle statistiche non sono poche. Dubito che riuscirebbero a scoprire le gioie del piacere con un corso sulla masturbazione.
Questo per dire che a mio parere si tratta di un terreno delicato che spesso non dipende solo da componenti legate alla fisicità (lui è bravo oppure no, lei è capace di masturbarsi oppure no).
ma che c’entrano gli ambienti femministi? 😀
la clitoride ora dici che è una invenzione delle tremende femministe?
No, non è questo il punto… parlo del fatto che in ambito sessuale ci sono implicazioni emotive e psicologiche personali non riconducibili a clitoride o penetrazione, e spesso nemmeno ad educazione e/o norme sociali. Parlo per esperienza.
Quanto agli “ambienti femministi”, li ho citati perché solo nelle mie amiche femministe ho trovato questa esaltazione della clitoride e questa concezione della penetrazione come una cosa quasi inutile, di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno… beh, ci sono donne per cui vale il contrario… Per cui facendo certi discorsi si rischia di cadere nello stesso atteggiamento normativo che si contesta alla società. Se una donna non raggiunge l’orgasmo con la semplice stimolazione clitoridea è “anormale”, non è sessualmente completa.
beh ma guarda che è esattamente l’equivoco che si è scatenato al post di sotto, per cui se uno/una prova a dire che l’eiaculazione precoce può essere un problema tutti scattano a dire che è schiavo della struttura di potere patriarcale e fissato sulla riproduzione..magari a me donna/uomo non me ne frega niente ma proprio niente della riproduzione o della competizione con un modello, semplicemente mi piace la penetrazione e preferisco averla come possibilità piuttosto che essere costretto ad escluderla. Siamo sempre lì: l’impressione è che ad una normatività se ne voglia sostituire un altra, poi sicuramente sbaglio perché non è questa la tua intenzione, l’hai già ribadito più volte.
è vero, non accade solo “in ambienti femministi” che “il piacere della donna legato alla penetrazione sia visto come più normato rispetto al piacere clitorideo”…, ci sono anche dei sessuologi – uomini – che prendono di dettare legge su cosa debbano sentire le donne 🙂
e anche l’associazione sesso penetrativo-procreazione è un punto di vista che lascia fuori e anzi sputa sopra al godimento di un bel po’ di donne, cerchiamo di non sovradeterminarle, grazie 😉
(comunque grazie per questi post, parlare di sesso permette di scoprire che ci sono un’infinità di modi diversi di viverlo)
a me la penetrazione piace .. che poi di rado mi porti ad un orgasmo chi se ne frega, ma stare sempre senza non mi piacerebbe ,, mi mancherebbe una forma di contatto, di piacere .. e che mi piace pure duri e la penetrazione non è certo solo stantuffo, dato che ci può fare anche altro e pure stare fermi e ascoltarla dentro di sé e seguirla con le pareti della propria vagina .. magari per un’altra non è così .. quindi per me sì: il sesso con un uomo che eiacula precocemente non funzionerebbe salvo non riesca a tornare in erezione rapidamente .. che poi se eiacula subito non è uguale mentre ci fai altro che la penetrazione? lo trastulli? lo masturbi? lo baci? lo lecchi? chiedo perché cosa strana vista la percentuale di persone che han sto problema non ho mai incontrato un uomo che ne soffrisse e non che abbia sempre incontrato uomini senza problemi . ma piuttosto difficoltà opposta oppure difficoltà proprio di erezione (e non è contraddittorio .. allora gli dissi per un po’ non mi pesa per niente, ma per niente proprio alla lunga sì, fai un po’ te . ) non c’è niente di personale .. io per prima posso non piacere per come lo faccio, posso essere considerata inadatta al piacere di un altro .. ma che ci si deve far piacere tutto per non deludere? non è che ti giudico o penso male di te, semplicemente non siamo compatibili, con un’altra andrai benissimo e io con un altro .. e devo dire che con sto approccio grandi delusioni sessuali mai avute .. al punto che mi chiedo se alla fine son di poche pretese rispetto altre ..lo so mica .. però so benissimo quando mi piace di più e quando di meno, so le volte venute meglio con una persona e quelle peggio .. se il sesso funziona con qualcuno è una valutazione complessiva che riserva anche sorprese dato che partendo da una certa affinità poi si sta anche a vedere che succede ..