Autodeterminazione, Sessualità

Ode all’impotente

T’hanno detto che potenza è quella cosa che tu esprimi quando ti si rizza il pene. Se non assurge a più alte e spesse dimensioni quel che saresti è l’impotente. L’idea di potenza insiste nella misura in cui tu riesci a penetrarmi, attraversarmi, insistendo nella durata, fino alla posa ultima del seme che poi è considerato l’atto più potente che ci sia. Potente tu che sei rigorosamente obbediente agli ordini militareschi del diktat riproduttivo e potente io purché i miei ovuli funzionano perfettamente. Lo stigma simile che corrisponde alle donne è quello della sterilità. Se non hai un ovulo che si ingrossa e non resti incinta finanche col pensiero, sei proprio da buttare. Non c’é sessualità che tenga che possa equiparare l’orgoglioso atto che si conclude con un concepimento. Ma alle sterili uno sguardo pietoso è quantomeno dedicato, sebbene insistono talune mamme nel dire che in presenza di una donna che non ha ancora partorito o non intende farlo bisognerebbe lucchettare perfino gli uteri ché loro anticiperebbero, per pregiudizio, il furto addirittura a prima della nascita.

In ogni caso ad una donna senza figli tutto sommato la società lascia l’opportunità di bearsi dei figli altrui. Vuoi mettere il gran culo di diventar maestra, educatrice, perpetuando lo stereotipo sessista della matrigna o della signorina Rottermaier, e andare avanti sospirando mentre le figlie e i figli altrui quando son grandi ti sfanculano e vanno avanti?

Ma l’impotente è proprio senza alcuna speranza. Il ruolo che gli viene destinato è di psicopatico serial killer, certe volte,  o di reietto dentro e fuori dal letto. A letto c’è l’ordine perentorio che debba essere concentrato e presente, senza immaginare una ulteriore forma di relazione, affettività, che se ‘sta cosa la ragioni con una persona paraplegica, per dire, poi ascolti storie tristi di chi per conformarti alla norma sesso/etero/centrica ti dice che se vuoi avere una buona relazione sessuale devi inserire pompe e pompette dentro il pene. Devi dotarlo di una presa a scatto. Trovare sistemi meccanici affinché si metta sull’attenti.

Perché la potenza di un uomo starebbe tutta lì. Se non hai ritto il muscolo considerano che sia ammosciato il tuo cervello, la tua vita, la tua occasione di incontro e di frequentazione con chiunque. Non so di quelli che hanno un disturbo medico ma a chi non è successo di sentirsi dire qualche volta “cara, scusa, ma di solito sono un mandrillo e non mi capita” come se quel che io m’aspetto da te è che tu possa valicare con una erezione le altitudini del Monte Bianco. Piuttosto dimmi come stai, perché ‘sta cosa porta disagi a te, dimmi se sono io che ti metto ansia, se vuoi chiudere gli occhi e ti accarezzo mani, braccia, spalle, viso, piano, per far sparire dubbi, pressioni, diffidenze.

Non devi dimostrarmi niente, per davvero, non sono io che chiedo che tu issi la bandiera. Non devi farlo per la Patria, non ti ho mai arruolato, non hai l’obbligo di fare nulla che tu non voglia. Solo non aver paura, resta a parlare con me, raccontami di quanto sia potente la tua immaginazione, i tuoi sogni, il tuo immenso patrimonio culturale e intellettuale, non impoverirti al punto da pensare che tu sia solo quel momento e se è per me che ti preoccupi puoi serenamente smettere di contare sul tuo pene e darti da fare con il 99 % del resto del corpo che giammai consideri come utile alla causa.

Dimmi cosa ti piace. Lasciami dire cosa mi piace. Ma non lasciarti inibire o non lasciarti dare dell’impotente da nessuno perché potenza è proprio la capacità di reinventarsi, immaginare, vivere e respirare ad altezze che regalano gravità al tuo intelletto. Quel che preferisco è senza dubbio un uomo che sia potente di pensieri e avere un bel cervello eretto non è cosa che si trova facilmente, credi, e non c’è medicina, farmaco, placebo, palliativo che possa servire perché un buon cervello è insostituibile.

C’è la tua voce, parole e sussurri e c’è l’eccitazione fatta di pelle che non so perché riduci ad un solo definitivo perimetro del corpo. Insomma, dimmi, che ragione c’è di farti dire che sei malato, inferiore, difettoso, se non sai neppure cosa ti piace e cosa no? Cos’è che di te a parte il pene non conosci? Cos’è della tua sessualità che non vuoi dirmi? Cos’è che non conosco e io non so? Cos’è per te importante e perché non pronunci la tua sessualità libera e autodeterminata?

Ps: e dopo questa cosa che conclude, spero, la trilogia, il prossimo post lo dedicherò ad una ode a tutti quelli che nel frattempo sono accorsi qui a dirmi “maddai, io ce l’ho che mi funziona da Dio e tu dedichi post all’eiaculatore precoce o l’impotente”? 😀

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Stai dicendo frigida a chi?

Ode all’eiaculazione precoce

5 pensieri su “Ode all’impotente”

  1. Io passerò per ignorantissimo ma c’è una cosa che non capisco, l’ho cercata su internet ovunque ma pare che nessuno se lo chieda.
    Bene, io non capisco se l’impotenza sia solo il fatto di non riuscire a raggiungere un’erezione oppure se comporti anche dei problemi all’eccitazione sessuale.
    Perché è molto diverso, l’orgasmo è effettivamente la torta sopra cui stanno tutte le ciliegine riguardo al benessere sessuale maschile (non vorrei generalizzare, ma credo sia una rappresentazione che comprenda la maggior parte degli uomini).
    Quindi se l’impotenza è calo del desiderio e mancanza di erezione, non credo sia un grosso problema a livello individuale, perché senza eccitazione non c’è bisogno di orgasmo e se non hai bisogno di orgasmo anche se non ti viene duro non ti spari.
    Se invece l’impotenza è che uno si eccita a mille, ma il pene non da segni di vita, può diventare davvero un problema, perché diventa una specie di cintura di castità BDSM naturale, che tenderà a rendere la vita dell’individuo impotente (se così è impotente per davvero perché non ha il potere sul proprio corpo) un inferno di voglie frustrate.

    Comunque sia tutto questo da un punto di vista individuale, è ovvio che dal punto di vista sociale concordo con te, siamo sempre lì, bisogna funzionare e funzionare bene sennò si è problematici e magari colpevoli… DU PALLE.

  2. questa trilogia però sa un po’ di commiato… giusto che se diventasse “tetra” un po’ di crepuscolo ci starebbe da dio purché tu non ti getta poi nelle fiamme del valhalla cavalcando l’ultimo unicorno con un anello per il pene al dito… 🙂

  3. Ma sai che è proprio bello questo post? Comunque anche le donne sterili vengono dipinte come delle psicopatiche, forse non tanto da noi ma nei paesi dove la riproduzione assistita è regolamentata civilmente, in tv la donna che fa una “fivet” è generalmente una rapitrice di bambini altrui O.o

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