Sono stata stuprata quando avevo quindici anni. Ero andata a trovare una amica che mi disse Rimani! e io restai in un lettone che ospitava me, lei e il suo ragazzo. Lui scavalcò e mi stuprò. Il giorno dopo capii che la mia amica gli procurava le adolescenti per il suo sollazzo. Lei sapeva. Non ci vedemmo mai più. Io non capivo perché rimasi ferma, fingendo di dormire, quando era chiaro che non dormivo affatto dato che mi fece male. Era la mia prima volta e l’ho subita da oggetto del desiderio altrui. Non da soggetto. Non ero un soggetto desiderante e servì tempo per capire come difendermi da chi mi considerava oggetto e come esprimere la mia sessualità da soggetto.
Continua a leggere “Sessualità: da oggetto a soggetto del desiderio”Categoria: Sessualità
In Italia lo stealthing non è reato: serve una legge!
Tra le altre storie pubblicate sulla pagina facebook di Abbatto i Muri per la Campagna #TuttaColpaMia oggi ce n’è stata una che ha suscitato abbastanza clamore ed è questa:
Sostanzialmente c’è un tale che si è tolto il preservativo all’insaputa della ragazza che quando se ne è accorta ha cacciato via a pedate il tizio e ha dovuto affrontare anche l’ostruzionismo del farmacista obiettore di coscienza che le ha dato la pillola del giorno dopo solo perché lei ha minacciato di denunciarlo. Togliere il preservativo senza il consenso della ragazza in altri Stati si chiama “stealthing” ed è un reato pari allo stupro. In qualche caso si parla di sanzione in altri di reato penale vero e proprio.
Continua a leggere “In Italia lo stealthing non è reato: serve una legge!”Perché la verginità è un valore maschilista

Strega vede tante donne dolersi per aver consegnato la verginità ad uno stupratore prima che per aver subito l’orrore di uno stupro. Vede anche tante donne dolersi di non essere sufficientemente vergini da impedire uno stupro an4le a colui il quale intende esser nominato re delle prime volte.
Vi racconto una storia: è la storia del primo uomo e della donna appresso a lui che aveva interiorizzato la bibbia dell’uomo. Costui doveva assicurarsi che le fanciulle non la dessero via solo per mero desiderio sessuale. Essendo le donne oggetti e mai soggetti sessuali la scelta su quando, a chi, come darla non spettava a loro. Spettava ai padri e alle madri sorveglianti del buon onore delle figlie. Sull’onore si sono fatte leggi in difesa del quale all’uomo era perfino concesso di ammazzare le donne della sua famiglia (delitto d’onore abolito nel 1981). Per ogni fanciulla la cui verginità veniva meno si usava non solo il termine “onore”, riferendosi all’onore del padre o del fratello, comunque dell’uomo custode della ragazza. Si usava anche il termine “morale”. Colei che la dava via era una creatura immorale, se cedeva al proprio desiderio sessuale era perfino definita una strega. Tutte le volte che la sessualità della donna sfuggiva al controllo maschile c’era una parola adatta a criminalizzarla.
Continua a leggere “Perché la verginità è un valore maschilista”Il maschilismo dei fluidi corporei
Il sudore di un uomo è segno di grande virilità, perfino il suo moccio ha un alto significato intrinseco nella cultura popolare. Ma quel che più di tutto occupa l’alto grado di valore è lo spermatozoo, singolo o in comitiva va bene lo stesso, perché l’uomo che tende a offuscare il talento intellettivo di una donna farebbe di tutto per vendertelo. Lo commercia per estorcere consenso, lo brandisce tra le dita unte, al bisogno, per riaffermarne le proprietà artistiche. Con esso puoi dipingerci un murales alto tre metri per tre, senza dubbio. Deve esserci una enorme agenzia di marketing che ha pensato e ripensato alla maniera in cui si può convincere una donna a ingoiarlo. Migliora la pelle, ammorbidisce il palato, scaccia i batteri dal tratto esofageo? Non ci è dato saperlo. Tutto ciò che sappiamo è che tanta scienza sconsiglia l’introduzione del medesimo in luoghi altrimenti destinati, salvo la vagina. Ogni obiettore di coscienza che si rispetti dovrà per forza insegnare ai propri figli e ai figli dei figli che quel delicato e proficuo seme non può essere sprecato in tale modo. La direzione è quella, mira lì, spara veloce e avrai il concepimento assicurato. Non dovrebbe essere così?
Continua a leggere “Il maschilismo dei fluidi corporei”Ecco perché non riesco a fare sesso
Lei scrive:
Ciao Eretica. Ti scrivo perchè le tue storie mi fanno sentire meno sola, e ora che mi sento persa e svuotata, so che potrei essere compresa solo da voi.
Ho 30 anni e ho un problema: non so cosa voglia dire vivere una relazione.
Sono cosciente di aver sempre avuto un rapporto complesso con l’altro sesso: a 16 anni la mia prima volta è stata una ‘violenza velata’ condita da un abuso di alcol, un pavimento freddo e un giovane idiota che ha pensato bene di penetrare un corpo caldo. Le esperienze successive, seppur in maniera inconscia, mi hanno portato a concepire il sesso in questo modo ‘subordinato’, dove l’uomo abusa del mio corpo-oggetto.
Tutto questo, (e molto altro), mi ha portato ad attraversare disturbi alimentari di vario genere da cui sono uscita a testa alta. Ho sconfitto i miei mostri e, nella mia ingenuità, ho sempre creduto che una volta uscita da quel vortice buio, niente mi avrebbe fermato.
Il “test della verginità”: una violazione dei diritti umani priva di fondamento scientifico – Onu
Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Camilla del Gruppo di lavoro Abbatto i Muri.
Diversi Enti dell’ONU hanno scritto un documento in cui si richiede il divieto di test atti ad verificare la verginità di donne o ragazze, una pratica comune in almeno 20 stati.
La sessualità imparata sulla mia pelle
Lei scrive:
Ciao Eretica, spero di non aver sbagliato email. È da tanto che seguo la tua pagina e vorrei per una volta uscire un po’ allo scoperto (per quanto possibile rimanendo anonima), raccontando un po’ alcune mie esperienze. Spero che possa essere utile e un momento di confronto.
Grazie per tutto quello che fai.
«È da tempo che cerco di dare un ordine alle parole, ma è come se la mia testa si rifiutasse di tracciare una linea e di arricchirla di fatti ed eventi. La verità è che me ne vergogno. Non temo il giudizio altrui. È il mio, il più severo, che frena i liberi pensieri, quasi come a reprimere ciò che è accaduto e quello che sono.
Faccio sesso con un uomo “nero” e lo racconto. Il corpo è mio e lo gestisco io!
Ho conosciuto un ragazzo del Senegal. Nero nero nero. Mi è piaciuto e ci ho fatto sesso. All’inizio non abbiamo parlato molto ma ci piacevamo e non mi pento della scelta. Andavamo in giro mano nella mano, come fanno tante coppie non miste e qualcuno mi ha urlato qualcosa di brutto. Il mio ragazzo mi ha detto di non girarmi e poi si è rammaricato del fatto di non avere gli strumenti per difendermi, anche se io non glielo avevo chiesto. Potrebbero togliergli il permesso di soggiorno e cacciarlo dal lavoro e la sua vita è talmente precaria, talmente inibita. Mi racconta vagamente di quello che ha passato per arrivare in Italia e poi ho incontrato un’amica timorosa e dal razzismo inconsapevole. Mi ha detto che di uomini bianchi ne trovo quanti ne voglio e che i neri, con la loro cultura misogina, sono predatori e arrivano in Italia per fottere le donne e fare pulizia etnica. Le ho spiegato che la pagina facebook da cui ha preso quelle informazioni era quantomeno xenofoba e che il mio ragazzo non vuole invadere nessuno, tantomeno vuole farmi fare un figlio. Io precaria, lui ancora più precario non sapremmo come fare, figuriamoci.
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Il ex amico sessista e violento
“Non hai rispetto di te stessa”. Lo disse un mio ex amico, ex perché da quella sera non gli ho più rivolto la parola, quando qualcuno lo informò che avevo trascorso una bella serata con tre persone, un’amica e due conoscenti. Non mi interessava essere giudicata e tantomeno protetta. Ci eravamo dati appuntamento ad un bar e uno dei due ci invitò in un posto dove realizzava lavori artigianali. Lui e la mia amica si rifugiarono a fare sesso in uno stanzino e io e l’altro, dopo esserci guardati in faccia ridendo per un po’, finimmo per fare lo stesso. Non fu una cosa perfettamente riuscita, un paio di pompini e tante risate, ma non mi sono sentita violata e non mi è venuto in mente che qualcuno mi avesse mancato di rispetto. Tra me e la mia amica c’era e c’è una grande intimità, non ci siamo mai posti problemi in quel senso e quando uscimmo da lì la serata continuò fino alle 4 del mattino.
Guida di salute per donne che fanno sesso con donne
Testo in lingua originale QUI. Traduzione di Claudia del gruppo di lavoro Abbatto i Muri.
Guida di salute per donne che fanno sesso con donne
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Una persona poliamorosa risponde alle scottanti domande sul poliamore
Trovate l’articolo originale scritto da Dominique Sisley e pubblicato su VICE (edizione USA) il 17 Aprile 2019 qui. Traduzione di Francesca del gruppo Abbatto i Muri.
By Dominique Sisley
Una persona poliamorosa risponde a tutte le vostre domande scottanti sul poliamore
Dato che il poliamore ha a che fare con la comunicazione più di ogni altra cosa, vediamo se possiamo spiegare punto per punto alcuni miti sulla gelosia, crescere figli, e – ma non mi dire? – il sesso
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Il sesso è sempre un’opera d’arte
In questi giorni mi sono chiesta spesso quanto sia plausibile pensare alla sessualità di una donna post menopausa. Forse si tratta solo di avere un diverso approccio mentale. E per approccio mentale intendo la misura delle aspettative che una donna ha relativamente al sesso ad una determinata età.
Ci sono stati momenti in cui ho pensato che il sesso non andava bene perché era meglio quando lo facevo qualche anno fa. C’era tanta energia e tanta forza. C’era passione. C’era agilità. Il desiderio lo sentivo come qualcosa di carnale. Poi le cose hanno preso una piega diversa.
Marcello & Leonora, rubrica di love coach su Abbatto i Muri
Da oggi diamo il via ad una rubrica Love Coach per tutte le persone che si lasciano incantare dai suggerimenti stereotipati e sessisti che vengono diffusi ovunque. Inviateci le vostre domande e vi risponderemo. Siamo in due, Marcello e Leonora. Conosciamo tutti i trucchi per potervi aiutare nelle vostre disavventure romantiche, erotiche, eccetera. Se volete porre domande scrivete a abbattoimuri@gmail.com all’attenzione di #Marcello&Leonora #LoveCoach.
Quest’oggi tratteremo del primo incontro tra donna e uomo (in questo caso etero). Proporremo una serie di quesiti e daremo le nostre risposte.
Spesso ci chiedono come affrontare il primo appuntamento.
Cara, hai fissato un appuntamento attraverso un’app di incontri?
(Si)
Non sai chi potresti incontrare?
(Boh)
Cosa porterai con te?
(Un Taser)
Come pensi di fare colpo?
(Con un Taser)
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Amare uno schiavo non è facile
Lei scrive:
Ciao Eretica, vorrei sfogarmi a proposito di una storia che ho avuto tempo fa, con un ragazzo più grande di me, che in intimità è uno schiavo e nella quotidianità un debole. Io avevo appena cominciato ad avere la curiosità di conoscere il mondo del BDSM come dominatrice. Entrai quindi in vari siti e, tra tutta quella gente, conobbi lui. Dopo poco tempo ci siamo incontrati, lui aveva la fidanzata, con cui conviveva, che però non amava più da anni e che voleva lasciare.
All’inizio, durante i primi mesi, non ho fatto caso a nulla di ciò che lui fosse realmente, ciò che volesse e cosa lo faceva soffrire, in quanto lui soffriva molto il fatto di non poter parlare con nessuno del fatto che fosse uno schiavo masochista; anche la fidanzata, con cui stava da anni, non lo sapeva. Quando lui alla fine la lasciò noi cominciammo a passare ancora più tempo assieme, come padrona e schiavo. Non so per quale motivo o logica di questo mondo, ma entrambi ci innamorammo l’una dell’altro. Io lo amavo con tutte le mie forze, pensavo e penso ancora che non amerò con la stessa intensità un’altra persona in questa vita.
Lui era davvero tutto per me, non respiravo senza di lui nonostante fossi io la parte dominante: ero io quella che lo sottometteva, lo picchiava, lo legava e soprattutto quella che lo faceva godere. Agli occhi di tutti, eravamo una coppia come tante, classici, per i fatti nostri, ed era tutto molto bello, finché non ho scoperto i suoi tradimenti di cui in seguito lui stesso mi diede conferma e, come ogni debole, cercando di giustificarlo tramite astrusi ragionamenti, non riuscì a darmi una spiegazione. Forse ho colpe anch’io, più passava il tempo, più ritornavo ad essere la classica ragazza di prima, prima del BDSM.
Storia dell’Isteria. La scienza può essere sessista!
Questo è un articolo di Mitsu Sahay (QUI il link al pezzo originale)
Grazie a Rossella per la segnalazione e a Federico per la traduzione
Google definisce l’isteria come una “incontrollabile o esagerata emozione o eccitamento”.
è un aggeggivo comune e di solito utilizzato per descrivere le donne che esprimono una qualsiasi emozione come rabbia, tristezza, o shock.
E’ uno dei molti termini usati per sminuire le emozioni delle donne.
Un piccolo approfondimento nella storia della parola “isteria” ci conduce lungo l’oscuro percorso della subordinazione della donna nel medio evo e come il termine mantenga ancora le connotazioni iper sessiste che aveva un tempo.
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