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#CoralHerrera: origini dell’amore romantico e la proposta queer

Coral Herrera Gomez così oggi augura un buon San Valentino a tutti/e. L’intervista è tradotta da Eva. Della stessa autrice – e ancora grazie a Eva – potete leggere la versione integrale di un’altra sua intervista in cui parla del suo libro sugli amori queer. Buona lettura!

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Da RevistaPerfil.com via Coral Herrera:

L’amore contemporaneo deve fondarsi sulla libertà e l’uguaglianza, afferma una esperta della decostruzione dell’amore romantico.

L’autrice del libro Bodas diversas y amores queer e blogger di El rincón de Haika, Coral Herrera, ha trascorso molti anni sgranocchiando queste questioni dell’amore tra esseri umani e si è specializzata in una particolare categoria di analisi: le teorie queer.

Queste teorie sostengono che buona parte del comportamento sociale umano è prodotto risultato di costruzioni culturali e a questo non sfugge l’amore romantico, che si esaspera in questo giorno di San Valentino o dell’amore e l’amicizia.
Coral spiega a Perfil come operano queste trappole dell’amore e come possiamo identificarle per essere felici come esseri umani.

P-    Cos’è questa cosa dell’amore romantico e come influisce su donne e uomini?

C- L’amore romantico è un miraggio collettivo come lo è allo stesso modo il natale. In questo mese tutti siamo investiti dallo spirito romantico, allo tempo stesso ci prende la febbre consumista, esattamente come a dicembre ci investe lo spirito natalizio e la follia dello shopping. L’amore romantico è una costruzione sociale e culturale che varia a seconda delle zone geografiche e delle diverse epoche storiche: nella Grecia Antica avevano le loro norme amorose, e in questo secolo XXI abbiamo le nostre. La donna contadina bibrì non ama esattamente come farebbe una broker di Manhattan, ma in quasi tutte le culture del pianeta, il nostro romanticismo è patriarcale, poiché è fondato sulla base della diseguaglianza e le gerarchie, l’eteronormatività e la monogamia.

“Questo romanticismo patriarcale che abbiamo ereditato dal XIX secolo risulta oggi un’utopia emozionale collettiva di carattere individualista il cui motto sarebbe “si salvi chi può”: una volta che sono cadute le utopie sociali e politiche, ci resta il paradiso romantico della felicità individualista: io e te uniti di fronte al mondo. Ci vendono l’idea che la salvezza spirituale ed economica consiste nel trovare il principe azzurro o la principessina rosa… ed è per questo che ci frustriamo tanto quando dobbiamo abbandonare le mitizzazioni e confrontarci con la realtà. E la realtà è che siamo tutti assetati d’amore e di affetto, sempre più soli e sole…”

P-    Come vivere un amore sano –e una rottura sana, pure- tra così tanti messaggi sociali che rinforzano questa sottomissione, sofferenza, dedizione e dolore?

C- Credo che l’uguaglianza sia l’unica via per smettere con i rapporti basati sull’interesse economico e la reciproca dipendenza. Se riuscissimo a relazionarci con la libertà, avremmo rapporti più liberi e belli. Credo che finché le donne non riusciranno a mettere finire alla discriminazione nel lavoro e non otterranno la titolarità dei campi in cui lavorano, non potranno mai rapportarsi agli uomini in condizioni di uguaglianza. Se loro continuano ad accaparrarsi risorse e mezzi, e noi continuiamo a soffrire la precarietà e la povertà, continueremo a relazionarci spinte dal bisogno: le donne cercheranno mantenitori e gli uomini delle riproduttive domestiche.

“Dalla mia prospettiva l’amore è per goderselo, anche se ci hanno venduto l’idea che l’amore vero implica sofferenza. La nostra cultura cristiana ha mitizzato il dolore come via di conoscenza e come fosse la strada per raggiungere la gloria eterna. L’amore corrisposto è qualcosa di straordinariamente piacevole che ci può rendere molto felici se siamo capaci di costruire coppie la cui motivazione principale sia l’amore, il buon tratto, l’affetto, il lavoro in squadra, la solidarietà e il mutuo soccorso”.

Gli amori moderni devono esseri liberi e senza pregiudizi di nessun tipo.

P-    Come percepisce gli amori moderni tra la popolazione giovane? Quali differenze ci sono tra le donne contemporanee e quelle di 20 anni fa, riguardo il suo concetto di “amore romantico”?

C- Poche, veramente. In alcuni paesi si è molto evoluto in ambito legislativo per garantire i diritti delle donne, ma in ambito emozionale il patriarcato continua ancorato, vittorioso e irriducibile. E’ vero che le giovani di oggi godono della rivoluzione sessuale che hanno costruito le loro madri e nonne negli anni 70, ma anche se posso avere tutti i rapporti che vogliono, è necessaria una rivoluzione sentimentale. Per quanto ci rendiamo forti socialmente ed economicamente, le donne continuano a sognare “il salvatore”, gli uomini continuano a sognare mogli sottomesse e compiacenti e tutti continuiamo ad avere una fede cieca nella purezza e l’eternità dell’amore vero. Tutta la nostra cultura ci invia messaggi per farci cercare un compagno e non restare “sole”, per farci avere figli perché se non siamo madri non siamo complete, e per farci adottare fedelmente ruoli assegnati al genere femminile.

“Abbiamo quindi bisogno di una rivoluzione sentimentale per smontare tutti i miti romantici basati sulla tradizione patriarcale. Abbiamo bisogno di altri tipi di eroi ed eroine, altri modelli di rapporto amoroso, altri finali felici, altri schemi di rapporto più aperti”.

P-    Come definire l’amore queer senza provocare uno scandalo e generando mente aperta?

Gli amori queer rivendicano il diritto umano universale all’amore. Da questa prospettiva, si rispetta il modello duale eterosessuale tradizionale, ma si promuove anche la diversità sessuale e amorosa. Amare non è un reato, anche se in molti paesi al mondo muoiono migliaia di persone l’anno per essersi innamorate di persone del loro stesso sesso. L’omofobia, la transfobia e la lesbofobia sono molto pericolose giacché ammazzano milioni di persone che hanno diritto di amare e volersi bene. Il queer rivendica che ci sono molte maniere di relazionarsi, tutte ugualmente valide, e promuove anche l’idea che l’amore non può centrarsi su una sola persona. Siamo circondati, tutti i giorni, di vicini e vicine, compagn@ di lavoro, amici e amiche, cugine, fratelli e sorelle, zie, nipoti, nonne… E’ necessario espandere l’idea dell’amore al di là della coppia e curare molto le nostre reti sociali e affettive, perché l’individualismo è al termine e lascia spazio a ciò che è comunitario, alle reti di solidarietà e mutuo soccorso.

P-    Dalla prospettiva della teoria queer, si festeggia San Valentino o è una sorta di “antivalore”?

C- Credo si debba festeggiare tutto ciò che si può festeggiare. Dobbiamo rivendicare un San Valentino inclusivo che non discrimini nessuna persona innamorata, sia monogama o poliamorosa, sia etero o omosessuale, si tratta in realtà di andare al di là delle etichette che limitano la nostra libertà di rapportarci con più amore e tenerezza sociale.

P-    Ci dia qualche consiglio per festeggiare questo giorno secondo la teoria queer e come dovrebbero intenderlo le persone che non hanno o non vogliono essere in coppia.

C- Consiglierei alle persone di regalare piante vive, in vasi. Mi si stringe il cuore pensando la quantità di fiori morti che si troveranno il giorno 16 o 17…

“Consiglierei pure, specialmente nei paesi europei, di aprirsi al concetto del giorno dell’amore e facciano come qui in Latinoamerica, dove festeggiamo pure il giorno dell’amicizia. E’ un giorno perfetto per omaggiare le nostre amiche e amici, per inviare loro messaggi di affetto e regali. Così possiamo festeggiare tutte e tutti…”

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2 pensieri su “#CoralHerrera: origini dell’amore romantico e la proposta queer”

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